ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi di Giugno 2012

LA CHIESA E I CRISTIANI PER LA LA VITA

Post n°7251 pubblicato il 23 Giugno 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

I bambini neonati, a Roma antica come in Grecia, non erano considerati persone e dunque, molto spesso, venivano uccisi, oppure venduti. Il pater familias poteva rifiutarsi di allevarli, cioè di sollevarli da terra e di riconoscerli, perché indesiderati, oppure poteva farli esporre. In questo caso i bambini potevano morire di fame e di freddo, quando non vi era qualcuno a salvarli, solitamente per farne schiavi, per avviarli alla prostituzione, talora persino per utilizzarli per arti magiche. Sappiamo di ritrovamenti, nelle fognature romane, di ammassi di ossa appartenute a neonati, abbandonati e poi buttati, appunto come residui e immondizie.
Nell’immagine sopra la rupe Tarpea, a Roma: da questa rupe venivano talora gettati i bambini indesiderati per i più svariati motivi. Un esempio di questa cultura è la leggenda di Romolo e Remo: per la tradizione due bambini esposti e nutriti, prodigiosamente, invece che uccisi, da una lupa.

Il grande filosofo romano pagano Seneca riteneva l’annegamento dei bambini alla nascita un evento ordinario e ragionevole se costoro erano malformati. Tacito accusava i giudei ai quali “è proibito sopprimere uno dei figli dopo il primogenito”, ritenendola un’altra delle loro usanze “sinistre e laide”. Nell’antica Sparta, per fare un altro esempio, i neonati venivano portati davanti al padre o al consiglio degli anziani. Se perfettamente sani, di solito, venivano riconosciuti, altrimenti venivano portati sul monte Taigeto e lì lasciati morire. Platone e Aristotele erano entrambi favorevoli, in determinati casi, all’infanticidio e all’aborto.
Ma l’infanticidio non fu praticato soltanto a Roma, o in Grecia, ma in tutto il mondo antico. La leggenda del Minotauro ci ricorda i fanciulli sacrificati in ambito medio orientale (cartaginesi e fenici) al dio Moloch e Baal, mentre l’abbandono o il sacrificio agli dei di infanti è attestato tra i Celti, i Galli, gli Scandinavi, gli Egizi…
Il celebre bioeticista animalista e laico Peter Singer, consigliere dell’ex premier socialista spagnolo Zapatero in questioni etiche, docente a Princeton, sostiene con forza l’idea che l’ antica consuetudine dell’infanticidio sia da riscoprire anche oggi, insieme all’aborto legale: infatti, se è vero che solo i cristiani la respinsero con forza, argomenta Singer, vogliamo credere che essi siano stati gli unici ad aver ragione, mentre tutti gli altri popoli e religioni del passato, avrebbero avuto torto?
“L’uccisione dei neonati indesiderati- scrive Singer nel suo “Ripensare la vita” - o l’uso di lasciarli morire, è stata prassi normale in moltissime società, in tutto il corso della preistoria e della storia. La troviamo per esempio nell’antica Grecia, dove i bambini handicappati venivano esposti sui pendii delle montagne. La troviamo in tribù nomadi, come quella dei Kung del deserto del Kalahari, dove le donne uccidono tutti i bambini nati, quando ci sia un figlio più grande non ancora in grado di camminare. L’infanticidio era prassi corrente anche su isole polinesiane come Tikopia, dove l’equilibrio tra risorse alimentari e popolazione veniva mantenuto soffocando i bambini indesiderati dopo la nascita. In Giappone, prima dell’occidentalizzazione, il ‘mabiki’, parola nata dalla prassi di sfoltire le piantine di riso per consentire a tutte quelle restanti di fiorire, ma che finì per indicare anche l’infanticidio, era ampiamente praticato non solo dai contadini, che potevano contare su modesti appezzamenti di terreno, ma anche dai benestanti”.
Con la diffusione del cristianesimo, dunque, in buona parte del mondo, aborto e infanticidio divennero culturalmente inaccettabili, e quindi fenomeni molto più rari e circoscritti; si svilupparono opere di carità e di assistenza per i bambini abbandonati e per le famiglie in difficoltà (nacquero orfanotrofi, brefotrofi, ruote degli esposti…); inoltre le legislazioni, a partire da Costantino, vietarono l’infanticidio e intervennero affinché le famiglie bisognose, aiutate dallo Stato, non ricorressero all’infanticidio o alla vendita dei loro figli per motivi economici. Nel 374 d. C. il padre di un bambino esposto poteva essere condannato alla pena capitale: incredibile ribaltamento della cultura pagana, in cui il padre era intoccabile e il figlio un oggetto!

Ecco alcune frasi scritte dai primi cristiani:
• Un documento molto importante del cristianesimo del II secolo, proveniente dall’Asia Minore, la Lettera a Diogneto, afferma: «I cristiani… si sposano come tutti e generano figli, ma non gettano i neonati».
• San Giustino, nella sua Apologia prima, al capitolo XXVII afferma: «A noi [cristiani], per non commettere alcuna ingiustizia o empietà, è stato insegnato che è proprio dei malvagi esporre i neonati: prima di tutto, perché vediamo che sono tutti avviati alla prostituzione, e non solo le fanciulle, ma anche i giovinetti; e, come si dice che gli antichi allevassero greggi di buoi o di capre o di pecore o di cavalli, così ora allevano anche fanciulli solo per farne un uso vergognoso».
• Nella Didachè, un documento della Chiesa del I secolo, si legge: «Tu non ucciderai con l’aborto il frutto del tuo grembo, né farai perire il bambino già nato».

E’ importante ricordare, per comprendere questo immenso cambiamento culturale, che il cristianesimo si presenta come la religione del Dio che si è fatto Bambino.

L’attenzione verso i fanciulli ha portato la civiltà cristiana a costruire le ruote degli esposti (foto in alto), dove i genitori senza mezzi potevano lasciare i loro bambini, certi che sarebbero stati accolti, amati ed educati da altri, e gli orfanotrofi. La ruota vera e propria, che diverrà il metodo più diffuso per raccogliere gli esposti, risale, a quanto sembra, a Papa Innocenzo III, il protettore dell’Ospedale di Santo Spirito (1214), che la sponsorizzò come mezzo per salvare bambini gettati nel Tevere o in mezzo al letame da genitori disperati: essa veniva annessa a molti conventi e talora alle chiese e agli ospedali. Quanto agli orfanotrofi, già nel V secolo Galla Placidia, figlia dell’imperatore cattolico Teodosio, accoglieva nel suo palazzo di Ravenna bambini abbandonati nelle strade e sui sagrati delle chiese. Nello stesso periodo, a Lione, tale Giberto apriva un asilo per bambini abbandonati. Nel 787, a Milano, l’arciprete Dateo accoglieva i bambini abbandonati in una sorta di conchiglia sulla porta della chiesa, e si dedicava ad allevare, con l’aiuto di balie, bambini raccolti “per cloacas et sterquilinia fluminaque”. All’incirca negli stessi anni, nelle chiese di Tours e di Angers, “c’erano vasche di marmo destinate a ricevere bambini che venivano deposti lì dai loro genitori”. Più avanti nel tempo, a Firenze, sarebbe nato il celeberrimo Spedale degli Innocenti (nella foto a destra un particolare), che nei secoli ha salvato la vita di decine di migliaia di fanciulli e fanciulle. Tra i più importanti orfanatrofi medievali italiani si possono ricordare l’Ospedale Rodolfo Tanzi, di Parma (1202); l’Ospizio dei Trovatelli, istituito a Pisa dal monaco camaldolese Domenico Vernagalli, prima del 1218; l’Ospizio dei Bastardelli, fondato a Vicenza, nel 1233, dalla famiglia Porto; il famoso “Pio Ospedale della Pietà”, o “Santa Maria della Pietà”, ideato dal frate francescano Petruccio d’Assisi, che accorgendosi dell’aumento dei fanciulli abbandonati prima prese in affitto, con i soldi delle elemosine che raccoglieva gridando “pietà, pietà”, diciassette casette per i suoi assistiti, poi ottenne l’aiuto di donatori privati e persino del senato della Serenissima Repubblica (1346).
Dove però il cristianesimo non ha modellato profondamente la cultura, l’infanticidio è purtroppo praticato ampiamente, e, soprattutto, ritenuto accettabile dalla società: in alcuni paesi africani, in Cina, in India… In particolare, tra Cina ed India mancano oggi all’appello circa 100 milioni di bambine, uccise con l’aborto selettivo, o anche dopo la nascita.

«Prima degli anni Ottanta, alle bambine indiane veniva riempita la bocca di troppo riso, per soffocarle, oppure finivano ammazzate con grandi dosi di oppio. O anche, semplicemente, gettate via, o lasciate morire di fame. Poi è arrivata l’ecografia. Oggi è possibile fare diagnosi ecografiche persino nei villaggi ancora privi di acqua potabile o di aspirine. “Nel Punjab, Monica Das Gupta della Banca mondiale ha scoperto che le seconde e terze figlie femmine di madri ricche e istruite morivano in misura maggiore entro il quinto giorno dei loro fratelli”, racconta l’Economist. Lo scenario è apocalittico. “Così come nel corso della storia gli eufemismi sono stati usati per mascherare l’assassinio di massa, termini come ‘feticidio femminile’, ‘preferenza maschile’ e ‘selezione sessuale’ sono oggi coperture per omicidi su larga scala”, dice il dottor Puneet Bedi, consulente del governo indiano. Le chiamano “kudi-maar”, omicidii di bambine. Quando nel Punjab venne introdotta la prima macchina per l’ecografia, nel 1979, c’erano 925 femmine ogni 1.000 maschi. Nel 1991 erano scese a 875 e nel 2001 addirittura a 793. E’ in India che il fenomeno ha acquisito una dimensione in grado di oscurare il futuro stesso del continente e responsabile della scomparsa di un sesto della popolazione mondiale…» (Il Foglio, 5 marzo, 2010).
In tutto il mondo, però, l’idea del rispetto dei bambini è stata portata, soprattutto dai missionari, che hanno costruito dovunque orfanatrofi e scuole, come fece Madre Teresa .

Se la civiltà occidentale, oggi, non conosce più l’infanticidio, o quantomeno lo vitupera, rendendolo marginale, ha però visto l’introduzione in molte legislazioni, dell’aborto (anche sino al nono mese, come in alcuni stati degli Usa). I primi a legalizzare l’aborto sono stati i regimi atei e materialisti del Novecento: il comunismo sovietico di Lenin e il nazionalsocialismo di Hitler. Fino alla legalizzazione, avvenuta nel secondo dopo guerra, in moltissimi paesi dell’Occidente e del mondo (Inghilterra 1968, Usa 1973, Italia 1978…). Eppure oggi, grazie alla scienza e alla tecnica, sappiamo molto bene chi sia un feto nell’utero materno: qualcuno, non qualcosa. Non un “grumo di cellule”, da estirpare con i ferri del chirurgo, ma un figlio.

Oggi disposizione delle mamme e dei padri in difficoltà, in Italia, vi sono i Centri di Aiuto alla Vita, il Progetto Gemma, il telefono Verde SOS Vita (8008-13000) e varie altre associazioni, come Il dono (www.il-dono.org), La quercia millenaria, le Case Famiglia della Comunità Papa Giovanni XIII (numero verde per maternità difficili: 800 035 036) ecc..
Libertà e persona (www.libertaepersona.org) - Se vuoi sostenerci: Associazione Libertà e Persona, Banca Popolare dell’Alto Adige, Filiale 83, IBAN IT57 S058 5601 8010 8357 1133 346, BIC BPAAIT2B083

 
 
 

L'OMOSESSUALITA' E' SECONDO NATURA SEMPLICEMENTE PERCHE' LA PRATICANO ANCHE GLI ANIMALI?

Post n°7250 pubblicato il 23 Giugno 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Se è per questo tra gli animali si trovano anche la pedofilia, la necrofilia, gli stupri di gruppo, la divorazione del partner a rapporto avvenuto, ecc.

Prendere a modello la "naturalità" degli animali per inquinare di meno e imparare la tolleranza verso i sessualmente "diversi". Lo predicano etologi come Giorgio Celli e siti internet come www.gay.tv. Si fa notare che comportamenti omosessuali sono stati osservati in 450 specie animali diverse, comprese giraffe, leoni, scimmie bonobo (bisessuali al 100 per cento), pappagalli (il cacatua rosa avrebbe un tasso di omosessualità del 44 per cento), eccetera. E ciò dimostrerebbe che l'omosessualità è un comportamento perfettamente naturale. Se lo fanno gli animali, perché dovrebbero farsi dei problemi i bipedi umani, che sono animali pure loro? Il sillogismo non fa una grinza: gli animali fan così e cosà, gli umani sono animali, dunque anche gli umani faran così e cosà. Vediamo allora cosa sarebbero legittimati a fare gli umani, limitandoci ai comportamenti sessuali, in base al principio della naturale imitazione di quel che fanno gli altri animali.
Gli umani pedofili potrebbero ben rivendicare la naturalità delle loro pratiche: hanno l'abitudine di accoppiarsi con esemplari non ancora sessualmente maturi sia le talpe che gli ermellini. E lo stesso potrebbero fare gli stupratori, dato che il sesso forzato è molto diffuso in natura. È praticato sia fra gli insetti (da alcune varietà di ragni) che fra i mammiferi (da erbivori che presentano una forte differenza di stazza fra il maschio e la femmina). Per non parlare degli uccelli: soprattutto oche e anatre arrivano al rapporto sessuale vero e proprio con una serie di violenti assalti alla femmina. Fra gli scarabei d'acqua non esiste nessun sistema di corteggiamento, lo stupro è sistematico. I maschi quasi affogano le loro compagne, tenendole ferme sotto il pelo dell'acqua fino allo sfinimento. Quando si accorgono che la femmina sta per morire la lasciano un po' in pace a respirare, ma vigilando che non riprenda abbastanza forze da potersi accoppiare con altri maschi.
Perfino lo stupro di gruppo ha i suoi estimatori nel regno animale: i delfini dal naso a collo di bottiglia inseguono in gruppo per settimane una sola femmina, e quando sono convinti che è arrivato il momento giusto, la sottomettono a turno alle loro voglie dopo averle chiuso ogni via di fuga. Colmo della perversione, i tempi morti del lungo inseguimento possono essere allietati da rapporti omosessuali fra i delfini maschi (spesso si tratta di una coppia). Gli stupri possono avvenire anche fra specie: dagli inizi degli anni Novanta nel Parco nazionale di Pilaneberg nella riserva naturale di Hluhluwe-Umfolozi Game Reserve in Sudafrica si registrano violenze sessuali da parte di giovani elefanti maschi ai danni di rinoceronti, spesso uccisi dopo l'atto. Altre riserve della regione hanno registrato casi analoghi.
Il cannibalismo sessuale è un'altra pratica piuttosto diffusa nel mondo animale. In particolare fra i ragni e le mantidi l'uccisione e la divorazione del partner a rapporto avvenuto è molto comune: le femmine aracnidi, se non sono state opportunamente sedotte con doni alimentari o più banalmente immobilizzate con vari accorgimenti, tendono a uccidere e mangiarsi il partner maschio. Sia nel caso dei ragni che degli anfipodi (come per esempio la pulce d'acqua) la divorazione del maschio può avvenire sia durante che al termine della copula.
Infine persino la necrofilia non è per nulla sconosciuta nel regno animale. Un famoso caso di tale pratica è stato osservato dall'etologo Kees Moeliker del Museo di storia naturale di Rotterdam a proposito di una coppia di germani reali. Una coppia di questi animali si schiantò in volo contro una vetrata del museo durante uno di quegli inseguimenti amorosi fra anatre che si concludono con lo stupro della femmina da parte del maschio. Moeliker uscì dal suo ufficio e osservò la seguente scena: dopo avere beccato più volte il germano deceduto a causa dell'incidente senza reazioni da parte di quest'ultimo, il germano sopravvissuto si unì carnalmente al morto ed ebbe un rapporto completo. L'atto di necrofilia durò 75 minuti, durante i quali l'anatra sospese la sua azione per due brevi intervalli per poi riprenderla. Una volta allontanatosi l'animale a rapporto consumato, un'ispezione del cadavere dell'anatra penetrata rivelò trattarsi di un maschio: trattavasi dunque di atto non solo necrofilo, ma omosessuale. Un altro animale sorpreso in connubi necrofili è il rospo delle canne, che oltre a unirsi a rospe defunte fa pure sesso con oggetti inanimati.
Bisogna poi dire che anche alcuni degli animali con abitudini omosessuali dimostrano, come certi omosessuali umani, intense aspirazioni genitoriali. Non consiglieremmo però a tutti di realizzarle nello stesso modo. Per esempio ci sono coppie di cigni maschi australiani che attivano una relazione a tre con una femmina e poi, dopo che hanno ottenuto da lei la deposizione di uova, la cacciano dal nido e si occupano loro della cova e poi dell'accudimento dei piccoli. Coppie di pinguini gay dello zoo centrale di New York hanno ugualmente covato con successo uova rubate dal nido di pinguine femmine. Negli zoo di Giappone e Germania coppie di maschi omosex si sono più modestamente limitate a covare un sasso.
Fra i maschi umani c'è poi chi invidia l'elefante marino: un esemplare di due tonnellate può conquistarsi un harem di cento femmine con le quali, nei tre mesi dell'accoppiamento, si unisce carnalmente senza tante cerimonie otto-dieci volte al giorno. C'è però un problema: solo gli elefanti marini più forzuti riescono a realizzare il loro sogno erotico, a prezzo di continue risse e battaglie coi maschi concorrenti. I quali alla fine restano, si può ben dire, con un palmo di naso. Morale: soltanto l'1 per cento dei maschi dell'elefante marino alla fine possono dire di aver avuto rapporti sessuali, contro praticamente il 100 per cento delle femmine.
Qualcosa di simile alle orge è invece segnalato fra abitatori del mare che vanno dai delfini ai cavallucci marini, a lungo erroneamente considerati un modello di fedeltà coniugale fra gli animali, e fra primati come lo scimpanzé e il già citato bonobo. Per la serie "amore e morte", va infine ricordato che alcuni mammiferi uccidono i piccoli di primo letto della femmina o le provocano l'aborto quando è incinta di un altro maschio, quando intendono prendere il posto di quest'ultimo che nel frattempo è deceduto o scomparso.
Volete davvero prendere a modello la sessualità del mondo animale per giustificare la pretesa di "normalizzare" le coppie omosessuali umane e altro ancora? Andate avanti prima voi, noi restiamo dove siamo.
 
Fonte: di Rodolfo Casadei - Tempi -Pubblicato su BASTABUGIE n.250 -

 
 
 

PISAPIA CEDE ALLA CINA SUL DALAI LAMA: E SE AVESSERO INTERFERITO GLI AMERICANI CASA SAREBBE SUCCESSO?

Post n°7249 pubblicato il 23 Giugno 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Immaginate se il Consiglio comunale di Milano decidesse ci conferire la cittadinanza onoraria a uno di quei condannati a morte che aspettano per anni l’esecuzione capitale nelle carceri americane. Uno di quei condannati ai quali non sono stati garantiti tutti i diritti di difesa, uno la cui colpevolezza non è certa ma nemmeno l’innocenza lo è, uno che magari qualche reato l’ha compiuto ma giura di non aver ammazzato nessuno, e comunque noi milanesi siamo contro la pena di morte per un fatto di civiltà.

E adesso immaginate che il console degli Stati Uniti a Milano minacci di boicottare l’Expo 2015 per rappresaglia, che eserciti pressioni sul Consiglio comunale, eccetera. Cosa succederebbe? Beh, intanto sindaco, assessori e consiglio comunale non farebbero un passo indietro, anzi rilascerebbero qualche dichiarazione grondante fermezza e coraggio civile. Poi i Centri sociali, le organizzazioni giovanili dei partiti di sinistra, il movimento per la pace, ecc. organizzerebbero sit-in davanti al consolato con bandiere arcobaleno e canzoni di protesta. Fiaccolate perfuse di note struggenti attraverserebbero la città. Comuni e province della Lombardia e probabilmente di tutta Italia farebbero a gara a riconoscere anche loro la cittadinanza onoraria al condannato. Si parlerebbe di “odioso ricatto” e di “barbarie politica”.

Ma una cosa del genere non è, per ora, successa. È successo invece che il Consiglio comunale di Milano con un documento firmato dai capigruppo di tutti i partiti abbia gettato le basi per la cittadinanza onoraria al Dalai Lama, autorità politico-religiosa rigorosamente non violenta di un paese, il Tibet, spazzato via dalla carta geografica 61 anni fa dalla Cina con la forza. È successo che il console cinese abbia fatto pressione su sindaco e Consiglio comunale contro il riconoscimento (e pare che pure il ministero degli Esteri si sia espresso contro, ma attendiamo notizie precise). È successo che il sindaco e quasi tutta la maggioranza consiliare che lo sostiene abbiano deciso di rinunciare all’atto. Per non «creare inimicizia». Altro che sussulto di dignità democratica, altro che proteste per strada, altro che reazione all’odioso ricatto: Pisapia si è sottomesso al dragone cinese, e con lui la maggior parte dei suoi consiglieri.

Il motivo asserito di tanta cedevolezza è che Milano e l’Italia non possono in questo momento creare una crisi con un grande partner economico come la Cina, da trattare con riguardo anche se gli difettano la tolleranza e lo spirito liberale e democratico. Una motivazione del genere non verrebbe mai addotta per una questione riguardante gli Stati Uniti, paese col quale abbiamo un attivo di bilancia commerciale (quello che esportiamo è più di quello che importiamo). Invece la si tira fuori con la Cina, paese col quale la nostra bilancia commerciale è in passivo: importiamo prodotti e servizi per 29 miliardi di euro, ne esportiamo per 10. In caso di sanzioni commerciali, a perderci sarebbe la Cina, non l’Italia. L’idea poi che la Cina sia una grande potenza permalosa disposta a mandare a monte gli affari per questioni di principio è, almeno dopo la fine del maoismo, del tutto campata per aria: i cinesi inseguono sempre e comunque il profitto, se l’Italia fosse un mercato attraente Pechino investirebbe di più, senza badare al trattamento riservato dai Consigli comunali italiani al Dalai Lama. Città come Roma, Torino, Bologna, Venezia, Palermo e persino la piccola Assago (che confina col comune di Milano) hanno concesso la cittadinanza onoraria al Dalai Lama senza che i loro imprenditori venissero espulsi dal suolo cinese o contratti italo-cinesi disdetti.

Ma allora, mi chiederete, perché i cinesi fanno queste sceneggiate? E che diamine, ma per mettere alla prova i loro interlocutori! Per vedere chi ha i coglioni e chi no. Per capire fin dove possono spingersi nelle trattative. E anche per cercare di fare carriera: certamente la console cinese che ha fatto cambiare idea a Pisapia farà più carriera nei ranghi della diplomazia dei consoli che nelle altre grandi città italiane non sono riusciti ad averla vinta. Ma state certi che nei confronti del sindaco milanese il suo sentimento principale – che manterrà rigorosamente riservato dietro un imperturbabile sorriso orientale – non sarà la gratitudine. Sarà il disprezzo per la debolezza mostrata.

- www.tempi.it -  Rodolfo Casadei -

 
 
 

MEDJUGORJE, RIFUGIO DEI "TESTIMONI" DI FEDE

Post n°7248 pubblicato il 21 Giugno 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

«Medjugorje. E dopo?» di Gianni Romolotti (Sugarco Edizioni) si svolge tra due parametri: uno di Andrea Tornielli nella prefazione, l'altro, la «Sberla», dell'autore che ci spiega perch´ ha diviso il libro in tre parti.

Un «Prima», un «Dopo» e in mezzo l'esperienza che gli cambiò la vita: la foto riprodotta in copertina, di cui conserva geloso il negativo, e che rivela la figura di Maria sullo sfondo del cielo. La scattò 25 anni fa, il primo maggio nel 1987, andando a Medjugorje per fotografare il fenomeno del sole roteante. Si accorse della misteriosa parvenza solo sviluppandola, ad occhio nudo non l'aveva percepita.
Tornielli nella prefazione scrive di avere amici devoti di Medjugorje ma d'essersi sempre accontentato di leggerne fino al marzo scorso quando partecipò ad un pellegrinaggio in una svolta di vita professionale, con il passaggio dal Giornale alla Stampa. Compì un tour di tre giorni: uno di marcia forzata in pullman da Milano alla località dell'Erzegovina, due di «full immersion» tra i pellegrini. Si è sentito colpito dai tanti «testimoni» di fede. È proprio nelle conversioni del cuore il miracolo più grande dei luoghi a «Firma di Maria». Questo è il titolo di un altro libro di fede, in cui Padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, e Saverio Gaeta constatano che le apparizioni della Madonna disegnano sull'Europa una grande «M» in corsivo, iniziando da Pontmain in Bretagna, passando per Fatima, Lourdes, Pelleoisin, Parigi, La Salette, Banneux e Beauraing, Roma e Civitavecchia, Siracusa, per concludere a Medjugorje.
Tornielli, da buon vaticanista, dice «Attendo il giudizio della Chiesa», ma è conquistato dall'esperienza comunitaria che si svolge a Medjugorje, come in altri luoghi mariani. Lì si può piangere in libertà, riconsiderarsi, sperare in un futuro cristiano, pur se il precristiano Seneca scriveva nelle Lettere: «Tutti vivono con lo sguardo rivolto al domani. Un male immenso. Non vivono, sempre in attesa di vivere, rimandando tutto al futuro».

Invece per Romolotti - ed è l'altro parametro, l'hic et nunc della sfida che Cristo ha dato all'esser uomo di ognuno - accade quella «Sberla di Dio» dell'incredibile foto. E di qui la domanda: «Perch´ proprio a me?».
Di qui uno sguardo critico su un «Prima» della sua vita, niente male però come si legge anche in un'intervista di Stefano Lorenzetto, non a caso insignito del Guinness per le sue «Interviste» a tutta pagina: Lorenzetto è un turbo-escavatore di umanità profonda. Quel suo articolo ha per titolo: «Faceva gli spot con Frank Sinatra, poi ha fotografato la Madonna a Medjugorje». Romolotti è del 1936 e la sua umanità consta di ricordi di guerra, come «Littoria e Reggio Emilia», come i terribili anni nel Triangolo Rosso, fino alla «vittoria della civiltà», le elezioni del 18 aprile 1948. Ci salvarono dal finire comunisti sovietizzati. C'è il suo approdo professionale a Milano, «finalmente!», dopo la gavetta in provincia (alla Gazzetta di Parma, Gazzetta di Pavia): Milano, allora grande e generosa!
Il «Dopo» è fatto di «Incontri». Con Padre Slavko, il burbero frate guerriero capace di credere da subito nei veggenti e di ammonire della futura guerra in Bosnia, profetizzata dalla Madonna. Gli «Incontri» sono con i Gruppi di Preghiera al Palatrussardi, con Radio Maria, con i Pellegrinaggi nei luoghi mariani. In questo «Dopo» arriva il dolore nello scontro con un melanoma e tre infarti, ma Maria è la madre che si fa vicina al figlio quando ha bisogno. Lo affianca ma gli chiede di portare la croce.
L'«Incontro» è anche con i Santi, quelli storici e del nostro tempo come la giovane Chiara Badano del Sassello, morta nel '90, ora «Beata». Ecco ancora l'«Incontro» a Giustenice di Pietra Ligure con la comunità di recupero per tossicodipendenti, di Suor Elvira e Suor Piera. Vi si lavora e non si prende metadone neanche per disintossicarsi. E Romolotti ci racconta la storia della mamma di Mauro, un ragazzo in via di recupero.
La droga ha distrutto la microattività familiare di vendita di calzature, ha alienato la casa di proprietà. Poi la rinascita in comunità, perfino la voglia della madre di aiutare gli altri, magari un malato, perch´ lei è brava nei lavori a maglia.
«Capito Pannella?» chiede l'autore, associandogli la Bonino, la Turco, il don Gallo.
Ricordo che Colette Rosselli, moglie di Montanelli, l'indimenticabile «Donna Letizia», di Pannella scrisse di non perdonargli la «triste sceneggiata» di aver fumato uno spinello ad un raduno di ragazzi. «Diritti dei laici: Aborto, Divorzio, Pornografia, Commercio d'Embrioni, Eutanasia?». Secondo Romolotti, distruttive false libertà: una devastazione demoniaca del mondo contro il messaggio di Maria che continua a pregare per noi tutti.

- ilgiornale.it/genova/medjugorje -

 
 
 

DECIDERSI A COMINCIARE UNA VITA IMPRONTATA SULLA CONVERSIONE PERSONALE

Post n°7247 pubblicato il 21 Giugno 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Molti cercano le consolazioni di Gesù, pochi cercano Gesù che dà consolazioni. E i molti rimarranno sempre in questa condizione precaria, almeno fino a quando non decideranno di cominciare una vita improntata sulla conversione personale.

Ho già scritto che pochi conoscono cosa avviene durante la Santa Messa e si lasciano spesso indottrinare dalle eresie protestanti che circolano con facilità nelle parrocchie. Eppure, basterebbe solamente meditare qualche libro per scoprire l’infinito tesoro che racchiude una Santa Messa. È bellissima la rivelazione alla mistica Catalina Rivas, nel mio sito potete trovare un libro che spiega il Sacrificio Eucaristico. http://www.gesuemaria.it/i-nostri-libri.html

Anche a Gloria Polo sono state rivelate nozioni sulla Santa Messa. Gloria Polo è la donna praticamente ritornata in vita dopo essere rimasta colpita da un fulmine che l’ha bruciata. Leggiamo una sua breve testimonianza sull’avvenimento che ha trasformato la sua esistenza e le ha fatto scoprire la ricchezza della Santa Messa. Lei racconta in tutto il mondo l’inizio del miracolo, descrivendo minuziosamente quanto ha visto e sentito. Una testimonianza da leggere al più presto.

Come è successo a diverse persone durante una malattia gravissima o nell’agonia finale, si sono ritrovate davanti a Gesù per ricevere il Giudizio e hanno sentito dal Signore ammonimenti sulla vita dissipata, anche insegnamenti chiari e forti. Il miracolo veramente grandioso è la guarigione da malattie incurabili e spesso inspiegabili. http://www.gesuemaria.it/sono-stata-alle-porte-del-cielo-e-dellinferno.html

«… Quanto a me, il fulmine mi entrò dal braccio, bruciando spaventosamente tutto il corpo, sia fuori che dentro: in pratica sparì la mia carne; così anche i seni, specialmente il sinistro, al posto del quale rimase un buco. Fece sparire la carne del mio ventre, delle gambe, delle costole, carbonizzò il fegato, bruciò gravemente i reni, i polmoni, le ovaie… e uscì dal piede destro.

Per la mia contraccezione, facevo uso della spirale, (un dispositivo intra-uterino a forma di T), e poiché il materiale di cui è fatto (il rame) è un buon conduttore elettrico, il fulmine carbonizzò e polverizzò anche le ovaie, che diventarono come due acini d’uva passa.

Rimasi in arresto cardiaco, praticamente senza vita, con il corpo che saltava a causa dell’elettricità ancora presente in quel luogo. Questo corpo che voi vedete qui, adesso, questo corpo ricostruito, è frutto della misericordia di Nostro Signore.

Ma questa è solo la parte fisica… Il bello è che, mentre il mio corpo rimaneva lì carbonizzato, in quello stesso istante io mi ritrovai dentro un bellissimo tunnel bianco di luce, una luce meravigliosa, che mi faceva sentire una gioia, una pace, una felicità che non ho parole per descrivere la grandezza di quel momento. Fu una vera estasi. Guardai, e nel fondo di questo tunnel vidi una luce bianca, come un sole, una luce bellissima… Dico bianca per dirvi un colore, ma si tratta di colori che non si possono paragonare a quelli che esistono sulla terra. Era una luce stupenda: sentii attraverso di essa come una fonte di pace, di amore, di luce… Quando salii per questo tunnel verso la luce, mi dissi: “Sono morta !”… ».

Gloria Polo era dentista e aveva condotto una vita amorale, trasgrediva i Comandamenti e spingeva le sue amiche alla vita libertina. Una vita che non meritava alcuna ricompensa, infatti, quando fu colpita dal fulmine e rimase carbonizzata sarebbe andata direttamente all’inferno se… moltissime persone non avessero pregato e fatto penitenze per lei. Non meritava una ricompensa da Gesù dopo tutti i peccati commessi, aveva diritto a una condanna, quella condanna che lei con la sua vita aveva preparata.

Oggi Gesù ci parla proprio della ricompensa che meritano i buoni, coloro che compiono azioni caritative spinti dall’amore e non dall’ostentazione. I buoni che pregano con amore e raccoglimento, senza simulare un falso misticismo e senza esibire una spiritualità che non posseggono. Quelli che amano, pregano nel silenzio per parlare con Gesù ed ascoltare il soffio del suo Spirito che è presente e rimane silenziosamente accanto per poi santificarli.

La vera preghiera si deve sentire dentro, non è una formula da recitare, è una gioia da assaporare mentre si prega. Più alto è il raccoglimento, più ci si sente avvolti dallo Spirito Santo. Ci sono altri momenti liturgici in cui si canta e si partecipa attivamente alla Santa Messa, ma la preghiera personale deve sempre avvenire nell’intimità con Dio.

Noi siamo convinti che Gesù ci vede sempre e conosce tutto di noi, anche i nostri pensieri li conosce perfettamente.

Questo lo insegna Gesù, ma quasi tutti i teologi cattolici la pensano diversamente da Gesù e dicono di evitare proprio questa preghiera raccolta ed intima. Con queste parole svelano che non pregano mai e non conoscono la vera preghiera, non hanno mai fatto l’incontro con Gesù.

La nostra guida è il Vangelo storico, le vere parole di Gesù, il resto se non concorda non ci interessa.

Padre Giulio Maria Scozzaro - www.gesuemaria.it -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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