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« Dissenzio!XIII - Giù con leggerezza »

Capirsi

Post n°37 pubblicato il 13 Marzo 2007 da AracnoMania
 

Vari livelli: tra noi e in noi stessi, con gli altri e con i propri, con l'animato e con l'inanimato, con il superiore e senza il superiore.

Partiamo dalla comunicazione composta dal genere e dal setting, dalla frequenza e dall'intensità, dalla biunivocità, dalla sincerità, dalla ricerca e dall'elevazione

Si passa al pensiero che può assumere forme  visive, uditive, cinestesiche.

Tutto dipende dalla volontà, scegliamo di seguire un percorso, conosciamo i nostri punti di forza e le nostre debolezze, conosciamo le più probabili interferenze (positive o negative).

Scelgo di sbattere contro un muro perchè se si rompe dietro c'è un mare in tempesta, ma adesso il mare è appena mosso, che succederà se nel frattempo mi dedico a guardare con la lente d'ingrandimento gli scarabei rossi che zompettano a ritmo di musica tribale tra un filo d'erba e un fiore appassito? Probabilmente, guarderò ancora il mare e starà frangendo le sue onde sugli scogli acuminati delle Terre del Nord. Allora mi affretto? E' poi così importante uno scarabeo? Mmmm! Mi fermerei, a osservare con gioia il mare in tempesta, per farlo calmare, per fargli sentire che la mia è energia...pura di gioia! Ci vorrà tempo, perchè se ne accorga, ha talmente tanto da esprimere che non bastano tempeste e onde lunghissime, e se perdessi il mio tempo? Perchè il vento è forte e porta via i miei pensieri? Sarà lo stesso, prima o poi faranno il giro e torneranno, magari in quel momento starò cercando piante carnivore sui rami degli alberi, ma questo importa meno.

Besitos

Sbrillo

 
 
 
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LE AVVENTURE DI MOTANGA

Il vento soffiava leggermente da Nord. Sbrillo esausto contemplava il cielo strappato di nuvole, mentre sorseggiava quella bevanda denominata Adrenina, dal sapore dolciastro e il colore purpureo, sedeva su una sedia in una terrazza del centro del paese di Faglie. Dal balconcino si affacciò Otto, era sudato con gli occhi spiritati, aveva avuto una litigata con una delle sue donne e poi l'aveva posseduta per due ore abbondanti. 
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Sbrillo aveva capito che Otto voleva la sua pozione magica, magari per concludere in bellezza con la dama o magari per riuscire a dirle che era meglio non vedersi più. Controvoglia preparò l'intruglio, lo assaggiò, e lo mise di fronte alla porta di Otto, bussò e si diresse nuovamente in terrazza. Sapeva che in una decina di minuti sarebbe stato lì accanto a lui e avrebbero deciso finalemente il da farsi.
Erano anni che si frequentavano e si scambiavano opinioni varie, avevano avuto la possibilità di fare alcune traversate insieme, ma adesso si trattava di scegliere se formare una ciurma e rimettere in sesto Motanga o continuare ognuno per la propria strada come sempre.

Passarono altre due ore, l'attesa uccideva Sbrillo che nel frattempo aveva cominciato a mischiare Tequila, Adrenina e il suo personale intruglio a base di Foglia del Diavolo. Decise di muoversi, andò a cercare la Musa dei Cerchi di Fuoco.
Faglie era la città natale di Sbrillo, ma non ci si muoveva a suo agio, preferiva viaggiare e stare continuamente in balia della corrente. Ma si sa: i sogni per realizzarsi hanno bisogno di tempo, vera volontà e fatica.
Per sua fortuna trovare una Musa non era un sogno, sua personale confidente era entrata nella vita del giovane Sbrillo poco tempo prima ed aveva occupato immediatamente un ruolo stabilizzante. Infatti Arachiù, così lo conoscevano in paese, era solito avere momenti di follia incontrollabile che manifestava con un arrossamento del viso (diventava magenta in alcuni casi) e un'insaziabile bisogno di sputare veleno e acido citrico su chiunque fosse alla portata della sua voce. Il compito che la Musa assolveva con tenerezza era quello di portarlo nuovamente nel mondo razionale che solitamente ordinava il giovane marinaio.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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