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VIII - Morbidi flutti

Post n°19 pubblicato il 10 Ottobre 2006 da AracnoMania
 

Motanga continuava a scivolare sulle onde vorticose, si abbattè su un lato, ma continuava a galleggiare. Otto ancora incosciente rischiava di cadere in acqua. Sbrillo perse l'equilibrio, ma si riuscì ad aggrappare ad una cima e rimase sull'imbarcazione. Carponi si avvicinò all'amico e lo legò all'albero in attesa degli eventi. Improvvisamente la nave smise di girare intorno al centro del vortice, mille mani bianche, fatte di salsedine la stavano tenendo sollevata e con forza misteriosa avevano bloccato la sua lenta corsa verso il baratro. Sbrillo incredulo si affacciò da poppa per capire meglio, ma non riuscì a capire cosa avesse bloccato la sua missione.

 

Edera, ritirandosi nel suo appartamento trovò un libellula dorata che l'attendeva. Un messaggio << Madre, sono a conoscenza di un complotto ordito dal mago Rune e la nostra sorella Libertà. Cerca il mago Etzbuol, lui conosce l'alchimista. Ti prego di riporre in me la massima fiducia, riunendo tutte le sorelle e convogliando le vostre forze in me potrò contrastare le avversità. Vaporizzate l'acqua delle grotte così che la nostra dimora non sarà più abitabile e i nostri poteri conferiti alle acque. Salmodiate preghiere in modo che la nostra parola vibri nell'aria senza sosta. Ho con me una gran forza di volontà, tengo alla vita del nostro mondo, ma non voglio che un altro scompaia. Ho scelto Libertà come accompagnatrice per farle vedere cosa vuol significa amare, solo così potrà tornare in se. Vento. >> 

Notte accarezzava con tenerezza il suo Grifone, lo coccolava e vezzeggiava ed il fiero amico la ricambiava con dolcezza. Libertà controllava le provviste con atteggiamento altero e distaccato. Vento guardava nel cristallo nero…Sbrillo era tra i flutti del vortice, a pochi minuti dall'apertura dell'altro mondo. Fra se e se disse << Voglia Triomax che sorella Onda lo stia proteggendo da eventuali attacchi. Cercò di raggiungerlo con un pensiero di tranquillità, ma quello di disperazione di Sbrillo fu molto più veloce e potente, giunse come un urlo impaurito di un ragazzino << Vento dove sei? >> Una stretta al cuore, incitò le sorelle e si misero in moto <>

 
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LE AVVENTURE DI MOTANGA

Il vento soffiava leggermente da Nord. Sbrillo esausto contemplava il cielo strappato di nuvole, mentre sorseggiava quella bevanda denominata Adrenina, dal sapore dolciastro e il colore purpureo, sedeva su una sedia in una terrazza del centro del paese di Faglie. Dal balconcino si affacciò Otto, era sudato con gli occhi spiritati, aveva avuto una litigata con una delle sue donne e poi l'aveva posseduta per due ore abbondanti. 
<>
Sbrillo aveva capito che Otto voleva la sua pozione magica, magari per concludere in bellezza con la dama o magari per riuscire a dirle che era meglio non vedersi più. Controvoglia preparò l'intruglio, lo assaggiò, e lo mise di fronte alla porta di Otto, bussò e si diresse nuovamente in terrazza. Sapeva che in una decina di minuti sarebbe stato lì accanto a lui e avrebbero deciso finalemente il da farsi.
Erano anni che si frequentavano e si scambiavano opinioni varie, avevano avuto la possibilità di fare alcune traversate insieme, ma adesso si trattava di scegliere se formare una ciurma e rimettere in sesto Motanga o continuare ognuno per la propria strada come sempre.

Passarono altre due ore, l'attesa uccideva Sbrillo che nel frattempo aveva cominciato a mischiare Tequila, Adrenina e il suo personale intruglio a base di Foglia del Diavolo. Decise di muoversi, andò a cercare la Musa dei Cerchi di Fuoco.
Faglie era la città natale di Sbrillo, ma non ci si muoveva a suo agio, preferiva viaggiare e stare continuamente in balia della corrente. Ma si sa: i sogni per realizzarsi hanno bisogno di tempo, vera volontà e fatica.
Per sua fortuna trovare una Musa non era un sogno, sua personale confidente era entrata nella vita del giovane Sbrillo poco tempo prima ed aveva occupato immediatamente un ruolo stabilizzante. Infatti Arachiù, così lo conoscevano in paese, era solito avere momenti di follia incontrollabile che manifestava con un arrossamento del viso (diventava magenta in alcuni casi) e un'insaziabile bisogno di sputare veleno e acido citrico su chiunque fosse alla portata della sua voce. Il compito che la Musa assolveva con tenerezza era quello di portarlo nuovamente nel mondo razionale che solitamente ordinava il giovane marinaio.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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