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ANDREA BOCELLI, LA MADRE, LA LEGGE CHE NON C'ERA

 

SPOT NAPOLI PULITA: UNA FURBATA!

Da qualche giorno in tv gira una pubblicità che ricorda a tutti gli italiani che il governo ha ripulito Napoli e che invita gli stessi a tenerla pulita.

E' chiaro: trattasi di una furbata! Una furbata perchè Napoli non è mai stata ripulita, in quanto mentre hanno provveduto a togliere la sporcizia dal centro, hanno lasciato la periferia invasa dall'immondizia. Una furbata anche perchè mettere questa pubblixcità a poco più di due mesi dalle europee equivale a farsi pubblicità (che come abbiamo detto prima è inveritiera.

Nella prima parte del video sottostante c'è la pubblicità in questione interpretata dall'attrice Elena Russo (raccomandata da Berlusconi come le intercettazioni ci hanno fatto scoprire); poi segue una breve spiegazione della vera situazione del napoletano.

 

3193 280409 BIGNARDI - BRUNETTA

Francamente credevo che con quello che avevo scritto qualche post fa sulla sesta puntata di L'Era glaciale ci chiudere l'argomento. Mi riferisco all'intervista che la Bignardi ha fatto a Brunetta. Ma mi accorgo, invece, che in questi giorni non si fa altro che parlare di questo sia sui giornali, che in internet.

Io la mia l'ho già detta e francamente ho trovato Brunetta molto arrogante e non mi sento di rimproverare alla Bignardi di essere sbottata in più di un occasione. Perchè tutto ciò è umano. Noto invece che mentre chi è a favore della Bignardi argomenta (leggere ad esempio il mio pensiero nei commenti del post in questione); chi è favorevole a Brunetta lo fa d'ufficio in quanto elettore del centro destra. E ci capisce da quello che scrive. Ma l'apice l'ha toccato un signore che evidentemente oltre ad essere elettore del centrodestra è anche fan della Bignardi che ha argomentato che i toni devono essere sveleniti da entrambe le parti e che comunque la Bignardi da un anno a questa parte non è più la stessa. 

Che tristezza! Ecco dove va a finire la libera informazione...

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Messaggi del 02/12/2014

Stato palestinese, il Parlamento francese vota sì al riconoscimento

Post n°5156 pubblicato il 02 Dicembre 2014 da lo_snorki
 

Due Parlamenti euromediterranei si pronunciano per il riconoscimento dello Stato di Palestina. Dopo la Spagna, è ora la volta della Francia. L’Assemblea nazionale francese ha approvato la mozione che chiede al governo di riconoscere lo Stato della Palestina, con 339 voti favorevoli, 151 contrari e 16 astensioni. Il testo non ha valore vincolante per il governo, ma la sua valenza politica è indubitabile, tanto più che questo pronunciamento avviene a poche settimane da quelli, di analogo segno, espressi dal Parlamento spagnolo e prim’ancora da quello britannico. Ancora più avanti si è spinto il governo svedese che ha riconosciuto ufficialmente lo Stato di Palestina. Il testo approvato dal Parlamento francese "invita il governo francese a fare del riconoscimento dello Stato della Palestina uno strumento per ottenere una soluzione definitiva del conflitto".

Concetto ribadito da Elisabeth Guigou, parlamentare socialista che ha redatto il testo: l’obiettivo della mozione, spiega è riaffermare che "la soluzione dei due Stati è la migliore garanzia per la pace". Al voto non era presente il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, a Bruxelles per il vertice Nato. A rappresentare il Quai d’Orsay c’era il sottosegretario agli Affari europei, Harlem Desir, già segretario generale del Ps francese che, quando sedeva sui banchi dell’Europarlamento, si era battuto per il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di Bruxelles perché, spiegava “solo così è possibile convincere Israele che la pace, quella giusta, duratura, deve essere una pace tra pari”. "Il voto del Parlamento francese è di straordinaria importanza per il momento in cui avviene e perché può servire come esempio per altri Paesi europei e per l’Unione stessa”, dice all’Huffington Post Saeb Erekat, capo negoziatore dell’Autorità nazionale palestinese. “Quel voto – aggiunge Erekat – si muove nella direzione del rispetto della legalità internazionale, delle risoluzioni Onu e della stessa Road Map (il piano di pace messo a punto da Usa, Russia, Onu e Ue, ndr).

Di segno opposto è la reazione d’Israele, secondo cui il voto francese indebolirà ulteriormente il processo di pace. A darne conto è prima una nota dell’ufficio del primo ministro Netanyahu e subito dopo un comunicato ufficiale dell’ambasciata israeliana a Parigi, secondo cui il voto del Parlamento francese “ridurrà le possibilità di raggiungere un accordo tra Israele e i palestinesi - si legge - Decisioni simili irrigidiscono la posizione palestinese e mandano il messaggio sbagliato alle persone e ai leader della regione", mentre una soluzione al conflitto israelo-palestinese si potrà ottenere "solo con negoziati onesti e diretti tra le parti e non con misure unilaterali presa da una delle parti o da terzi". Lo scorso 18 novembre il Parlamento spagnolo aveva approvato all’unanimità una risoluzione che impegna il governo a “riconoscere la Palestina come Stato, soggetto di diritto internazionale“, riaffermando “la convinzione che l’unica soluzione possibile per il conflitto è la coesistenza di due Stati, Israele e Palestina”. Attualmente i Paesi che riconoscono lo Stato palestinese sono 135.

 
 
 

Uruguay, Tabarè Vazquez è presidente

Post n°5155 pubblicato il 02 Dicembre 2014 da lo_snorki
 

Tabaré Vazquez, oncologo di 74 anni, è il nuovo presidente dell’Uruguay, il terzo premier consecutivo del Frente Amplio, la coalizione di sinistra al governo a Montevideo dal 2005, dopo aver battuto con il 53,6 per cento lo sfidante del Partito Nazionale (o “blanco”) Luis Lacalle Pou, il giovane astro nascente della destra, con un vantaggio di oltre 10 punti nel ballottaggio disputato domenica. Anche se dello stesso partito di José ‘Pepe’ Mujica, presidente molto amato e famoso all’estero per il suo stile di vita austero, e per aver legalizzato la marijuana, l’aborto e i matrimoni gay, finisce comunque un’era, visto che l’orientamento del nuovo presidente è più centrista e meno radicale. Questa vittoria rappresenta inoltre un notevole risultato per il Paese sudamericano e un notevole successo personale per questo oncologo che non ha mai smesso di esercitare la sua professione anche durante il primo mandato, che è stato il primo presidente della storia dell’Uruguay non proveniente dai cosiddetti “partiti tradizionali”, il “blanco” e il Partito Colorado (“rosso”). Smentendo le previsioni dei sondaggi, Vazquez – accompagnato nel ticket presidenziale da Raul Sendic, il figlio omonimo del fondatore dei Tupamaros negli anni ’60 – ha inoltre garantito al Frente Amplio la sua terza maggioranza consecutiva nelle due camere del Parlamento, un altro record storico, nelle elezioni politiche svoltesi contemporaneamente al primo turno delle presidenziali, lo scorso 26 ottobre.

La vittoria di Vazquez consolida così l’appoggio popolare al Frente Amplio, che ha associato politiche di solidarietà e riforme di stampo progressiste con una politica economica rigorosa e ortodossa, mantenendo le distanze sia dal cosiddetto asse bolivariano -Venezuela, Bolivia, Ecuador e Nicaragua – che dal Brasile di Lula e Dilma e l’Argentina dei Kirchner. Tuttavia Vazquez arriva a questo secondo mandato in circostanze molto diverse dal primo. Nel 2005 l’Uruguay stava uscendo dalla peggiore crisi economica della sua storia, mentre oggi, dopo 10 anni di boom economico, non ci sono nubi all’orizzonte che minacciano questo stato di cose dall’esterno. Le principali sfide saranno sul fronte interno, visto che la società uruguayana è molto divisa. Ecco perché ha già annunciato che convocherà un grande incontro anche con gli altri partiti, per disegnare l’Uruguay del futuro, dove le vere priorità sono rappresentate dal sistema educativo e la sicurezza, su cui il neo-presidente ha annunciato investimenti e riforme.

 
 
 

Primarie Pd Puglia e Veneto: vincono Emiliano e Moretti

Post n°5154 pubblicato il 02 Dicembre 2014 da lo_snorki
 

Primarie Pd Puglia e Veneto: vincono Emiliano e Moretti

I pugliesi hanno risposto all'appello del centrosinistra e non hanno disertato le urne per scegliere Michele Emiliano candidato alle Regionali del 2015, che raccoglie il 67 per cento dei voti con un terzo delle schede scrutinate. Malgrado le fibrillazioni e le liti della vigilia, nessuna sorpresa per le primarie del centrosinistra in Puglia: è Emiliano, magistrato, ex sindaco di Bari e segretario regionale del Pd, il candidato della coalizione per la successione a Nichi Vendola nella guida della Regione. Con percentuali che superano il 67%. Emiliano ha staccato di gran lunga i suoi avversari: Dario Stefano, ex assessore regionale e senatore sostenuto da Sel, si attesta sul 22,5%, mentre l'assessore regionale alla legalità, Guglielmo Minervini anche lui del Pd, si è fermato al 10,5%.

In Veneto l’eurodeputata Alessandra Moretti ha vinto con il 66% dei voti. A scrutinio ultimato l’eurodeputata del Pd ha ricevuto 25920 voti su 39619, seguita dalla deputata Simonetta Rubinato, che si è fermata appena sotto il 30% e da Antonino Pipitone dell’Idv, che si è fermato al 4,27%. L’eurodeputata si carica sulle spalle un compito non facile, vista anche la tradizione politica del Veneto: sfidare il governatore uscente Luca Zaia: «È la certezza del merito: il Veneto merita questa vittoria. A vincere non sono io, ma tutti noi veneti», dichiara. È la prima volta che una donna concorre nel confronto diretto per la guida della Regione. «Il desiderio di cambiamento dei cittadini - dice Roger De Menech, segretario regionale del Pd - è stato predominante rispetto alla tentazione dell’astensionismo. chi prevedeva un flop è rimasto deluso». L'affluenza, fatti due conti, è stata buona anche se non eccezionale: dipende dal dato con cui la si raffronta. Hanno votato in 39.619. Il doppio degli iscritti al Pd (20.600), e nel partito molti fanno notare che nell'Emilia tragica hanno votato sì in 50 mila ma con 60 mila iscritti. Ma comunque è un bagno di sangue se si confronta il dato con le primarie Renzi-Bersani del 2012 (170 mila persone) o con quelle per la scelta dei parlamentari nel 2013 (100 mila). Il segretario Roger De Menech è soddisfatto: «Lo spettro dell'Emilia è superato».

 
 
 

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BERLUSCONI SU TELEVISIONI E SCUOLE SUPERIORI

Guardate un pò cosa riesce a dire il Berlusconi davanti a un D'Alema e un Rutelli increduli. Per Berlusconi infatti scuole superiori e televisioni (ma non solo) sono in mano alla sinistra ...

Per non dimenticare

 

DEBORA SERRACCHIANI, IL VOLTO NUOVO DEL PD

Debora Serracchiani: trentotto anni, avvocato. E' la giovane che all'assemblea dei circoli del Pd ha scosso con un discorso infuocato i tremila delegati del cosiddetto 'territorio'. 

“Chiedo al mio segretario di dirci convintamente che il cambiamento che abbiamo avvertito da quando ha dato le dimissioni Veltroni non è la paura perché abbiamo toccato il fondo, ma è una strategia, che abbiamo la linea di sintesi”. Altri applausi. “Fino ad ora mai una linea netta, mai una linea unica”, incalza. E le mani dei delegati battono più intensamente.

“E' un errore assoluto quello di aver indicato come capogruppo della commissione Sanità chi non rappresenta l'opinione prevalente del partito”. Franceschini sorride. Non sembra affatto preoccupato. Lei prosegue: “Ne ho per tutti”. “E' intollerabile che dopo aver dato mandato all'allora vice segreterio di chiudere l’accordo sulla legge per le Europee, escano il giorno dopo critiche sul giornale”.

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2138 11.02.07 IO DI.CO. DI SI!

Dico Pacs. Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi. Il Consiglio dei Ministri ha varato il decreto legislativo sulle coppie di fatto: non più pacs ma dico. Appena sentita la notizia ho pensato: finalmente il governo di centrocentrocentrocentrosinistra ha fatto qualcosa per i diritti civili. Poi mi sono soffermato sulla prima dichiarazione di RutelliRuini: "e' stata una scelta alta di riconciliazione". E mi sono preoccupato.

Di quale alta riconciliazione si tratta?. Via la dichiarazione congiunta. Una dichiarazione disgiunta che neppure il 730...Il convivente ha l'onere di dare comunicazione all'ignaro convivente numero due con raccomandata con ricevuta di ritorno. Il postino vestito in livrea?.

Alta riconciliazione. Successione: 9 anni. Quanto dura un matrimonio moderno?

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