Creato da namy0000 il 04/04/2010

Un mondo nuovo

Come creare un mondo nuovo

 

Messaggi di Marzo 2018

Bugia

Post n°2580 pubblicato il 30 Marzo 2018 da namy0000
 

“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità” (Joseph Goebbels, ministro della Propaganda del terzo reich).

 
 
 

Fratel missionario

Post n°2579 pubblicato il 30 Marzo 2018 da namy0000
 

Biagio Conte, “fratel, il missionario laico, l’eremita, il pellegrino che a Palermo dagli anni 1980 offre accoglienza e nuovi motivi di vivere ai senzatetto della città, ospitandoli nelle case della Missione “Speranza e carità”, ha trascorso dieci giorni e dieci notti di digiuno e preghiera, sotto il colonnato delle Poste centrali di via Roma a Palermo, coricato su un giaciglio buttato sul freddo lastricato. Proprio lì qualche tempo fa trovarono morto Vincenzo, un senza fissa dimora che era stato assistito dalla Missione, e dove tanti altri senzatetto bivaccano anche oggi cercando un po’ di protezione dalle ingiurie dell’inverno e de passanti. Lo ha fatto per scuotere le coscienze insensibili di fronte alle esigenze dei più bisognosi che in città sono sempre numerosi. ‹‹Ma come è possibile››, ci dice, ‹‹che nel 2018 in una grande città come Palermo, come in tutte le altre, con le risorse e la tecnologia che oggi possediamo, si possa ancora morire di stenti per strada, abbandonati da tutti?››. ‹‹Ritornando in Sicilia, a settembre, dopo un lungo pellegrinaggio per l’Italia a portare la Croce di Gesù nelle piazze, ho visto le nostre case d’accoglienza strapiene. Ma per i mille senzatetto che ospitiamo, almeno altri cinquecento sono nelle condizioni di dormire all’addiaccio e magari morire per strada››, racconta il missionario. L’ultimo è stato Giuseppe, un palermitano di 57 anni, accolto alla Missione allo stremo delle forze e morto dopo nove giorni d’agonia in una stanza d’ospedale. ‹‹Così ho iniziato il digiuno, per scuotere le coscienze di tutti. Per schiaffeggiare l’indifferenza verso questi fratelli. Perché ognuno faccia la sua parte››. Aveva già fatto un digiuno, fratel Biagio, nel 1992, quando scelse la Stazione Centrale, dove si erano rifugiati una settantina di clochard. ‹‹L’intento era lo stesso: gridare alla città intera che non poteva più far finta di nulla, dimenticarsi di chi viveva senza più speranze ai suoi angoli››. E poi un’altra volta ancora, davanti al vecchio “disinfettatoio comunale” in rovina, per altri 13 giorni, fino a quando l’amministrazione decise di concedergli lo stabile di via Archirafi 31 per aprire la prima delle case d’accoglienza della Missione. ‹‹Quello che è accaduto nei giorni scorsi a Palermo sotto i portici delle Poste è stato un vero miracolo e noi lo possiamo testimoniare››, dice Riccardo R., giornalista freelance, uno dei volontari storici della Missione che ha dormito accanto a fratel Biagio le notti scorse, mettendo a repentaglio la salute minata da seri problemi respiratori, sperimentando con lui ‹‹l’umiliazione di quando ti negano di entrare in una toilette, ma soprattutto l’enorme solidarietà dei tantissimi che ci hanno fatto compagnia e con la loro presenza ci hanno detto di tener duro››. Migliaia di palermitani sono andati a portare un saluto al missionario, una parola, una stretta di mano, un grazie. Tra di essi tanti senzatetto: ‹‹Loro m’hanno insegnato a costruirmi il giaciglio con le scatole di cartoni e le coperte di pile››, dice il missionario. Loro sono andati ad asciugare l’acqua piovana sul porticato, a dargli un bacio prima di tornare sulle strade a chiedere l’elemosina. A visitare Conte è stato un lento solidale fiume umano che nell’ultimo giorno fino alle due di notte ha quasi travolto fisicamente il fondatore di “Speranza e carità”, stremato dal digiuno. Gente comune, giovani, anziani, religiosi e autorità: da una delegazione del Parlamento Belga, all’arcivescovo di Palermo, che alla seconda visita ha voluto portare con sé, dalla cattedrale, centinaia di giovani. ‹‹Ho visto tanti commuoversi e piangere, altri pregare con lui, anche di diverse fedi o non credenti. Qualcuno perfino convertirsi, davanti alla forza spirituale del missionario››, afferma Rossi. Come quel giovane di Enna, racconta Riccardo, che ha confessato a Biagio di aver perseguitato a lungo un alcolista, per puro bullismo. Ora ha deciso di ospitarlo in casa propria. ‹‹Anche Giuseppe, dopo aver girato attorno al missionario che digiunava per ore, alla fine ha preso coraggio e lo ha avvicinato. E adesso aprirà la sua abitazione ai senzatetto››, racconta Rossi. Biagio Conte rammenta un altro incontro: ‹‹Un giovane padre, disoccupato e senzatetto, s’è inginocchiato davanti a me per salutarmi, Alla fine, prima di rialzarsi, ha messo le mani in tasca. Ci stavano solo 30 centesimi. “Tienili, Biagio, è tutto quello che ho”, mi ha detto. Era l’evangelico obolo della vedova. Ma se un povero fa questo, cosa può fare una città intera per i suoi ultimi?››, commenta il missionario. ‹‹Anche per questi gesti intimi di solidarietà ho deciso di smettere il mio digiuno. Ora so che c’è speranza per questi nostri fratelli››. Poi rilancia: ‹‹Si apra un luogo d’accoglienza in ognuno dei 24 quartieri della città. I poveri hanno bisogno del nostro aiuto, ma anche noi abbiamo bisogno di loro, perché solo donando ci si salva››” (FC n. 7 del 18 febbr. 2018).

 
 
 

Bibli-os

Post n°2578 pubblicato il 30 Marzo 2018 da namy0000
 

Bibli-os’ è un’esperienza da copiare. Esiste, dal 2010, nel reparto Pediatria d’Urgenza del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna: una biblioteca per i bambini ricoverati nel reparto. È diventata un’associazione di volontariato che realizza, organizza e gestisce un servizio di biblioteca all’interno del presidio ospedaliero. Oltre 2000 titoli grazie a donazioni di editori e privati. Grazie ai volontari all’interno dell’ospedale, Bibli-os’, all’occorrenza, viaggia su ruote, spostandosi nelle stanze dei piccoli pazienti (Scarp de’ tenis, giugno 2017).

 
 
 

Ancora una volta

Post n°2577 pubblicato il 22 Marzo 2018 da namy0000
 

Africa. “Ancora una volta molti paesi del continente rischiano la bancarotta. Colpa di cattive amministrazioni, del crollo dei prezzi delle materie prime e della sete di profitto dell’occidente.

Il presidente nigeriano Muhammadu Buhari ha promesso che il suo governo farà di tutto per riportare la Nigeria al benessere perso con l’ultima recessione.

Incide moltissimo il costo del debito pubblico.

Il deficit di bilancio è il 14,5 per cento del pil.

Secondo il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), l’eccessivo indebitamento riguarda 6 paesi africani, il doppio del 2017. In almeno altri 10 stati del continente c’è una situazione di rischio elevato.

Due terzi della popolazione del continente vive ancora senza corrente elettrica e più di 300.000.000 di persone non hanno accesso all’acqua potabile.

L’ultima crisi del debito africano risale ad appena una generazione fa… un quarto del bilancio statale era impiegato per pagare gli interessi. Nel 1996 il G7 proclamò la cancellazione di gran parte del debito dei paesi più poveri.

Nel 2007, 16 stati africani hanno contratto prestiti internazionali emettendo titoli di stato. Questo è servito a portare 35 miliardi di dollari nelle casse statali.

Procurarsi finanziamenti così era relativamente semplice… Era evidente che i soldi non sempre venivano investiti in modo oculato.

Quando nel 2014 sono crollati i prezzi delle materie prime, l’euforia si è interrotta bruscamente. A soffrirne in modo particolare sono stati i paesi esportatori di petrolio come Angola, Ghana e Nigeria. C’è l’improvvisa disponibilità degli investitori privati a prestare notevoli somme ai governi africani.

Dopo la crisi finanziaria del 2007-2008… per mantenere margini di profitto, molti investitori sono andati in cerca di alternative… perché c’era in circolazione molto denaro… E i debiti pubblici africani sono rapidamente andati a ruba… Bisogna interrompere il circolo vizioso dell’indebitamento” (Internazionale n. 1247 del 16 marzo 2018).

 
 
 

Il microbioma

Post n°2576 pubblicato il 22 Marzo 2018 da namy0000
 

“Il microbioma, cioè la giungla di batteri nell’intestino nell’essere umano. Queste cellule aliene non sono meno delle cellule che contengono il nostro dna: potrebbero essere dieci volte più numerose.

Larry Smarr, nato nel 1948, fisico americano, considera il corpo una struttura a forma di ciambella con un tunnel nel centro, che è l’apparato gastrointestinale.

L’esofago, lo stomaco, l’intestino tenue, l’intestino crasso e così via. Mentre il cibo e il liquido avanza, le sostanze nutritive sono estratte e gli scarti sono spinti verso il basso. Gran parte di questo lavoro viene fatto dai batteri, un ecosistema di microrganismi quasi impossibili da contare. Oggi Smarr lo fa col computer.

Larry Smarr fa sequenziare geneticamente le sue feci ogni due settimane e trasferisce queste informazioni in un microcomputer che le confronta con le sue variazioni di dieta, peso, farmaci e sintomi…

Quando milioni di persone catalogheranno i dati personali su internet, si avrà il primo modello di corpo umano onnicomprensivo, basato su informazioni concrete e aggiornate in tempo reale. Questo permetterà ai medici di definire le malattie non come un insieme teorico di sintomi ma come l’anomalia fisica di un paziente…

L’interno della nostra pancia è un ammasso di tessuti a forma di spirale che stanno accanto ad altri organi e vasi sanguigni. Il modo in cui si intrecciano non è lo stesso per tutti… “Questa ispezione virtuale”, ha detto la dottoressa Ramamoorthy, “ci ha fatto risparmiare un’ora d’intervento”. È un tempo prezioso…

Quando l’ho conosciuto, Smarr immaginava un nuovo futuro per la diagnosi delle malattie. Oggi lo immagina anche per la chirurgia…” (Internazionale n. 1247 del 16 marzo 2018). 

 
 
 

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