Messaggi del 19/05/2018
Post n°2640 pubblicato il 19 Maggio 2018 da namy0000
“Malala Yousafzai, non ha più paura di niente. È sopravvissuta alle pallottole dei talebani che in Pakistan, il suo Paese, volevano farla tacere. Ora, la coraggiosa 17enne, paladina del diritto all’istruzione femminile nel mondo, è volata in Nigeria per riportare l’attenzione sul dramma delle studentesse rapite, ancora nelle mani di Boko Haram. Malala ha incontrato le ragazze che sono riuscire a fuggire, assicurando il suo impegno per la liberazione delle altre ancora in ostaggio” (luglio 2014). “Malala vive in Inghilterra, dove le hanno rifatto il viso di un tempo, devastato due anni fa, nel 2012, dal talebano che doveva ammazzarla. Da allora, ha continuato a battersi per il diritto all’istruzione: ‹‹Dio mi ha dato una seconda vita che voglio dedicare, attraverso il Malala Fund, alla difesa e al diritto di ogni bambina, non solo pakistana, di ricevere un’istruzione››. Un suo altro sogno è cambiare la vita del suo Paese dove è una colpa nascere femmina. Spera di poter un giorno ritornare in Pakistan per ricoprire una carica politica eletta dal popolo, perché questo fa la differenza. Riuscirà questa indomita ragazza pakistana, candidata al Premio Nobel per la pace, a sconfiggere i talebani?” (Mariapia Bonanate, giornalista, sett. 2014). “Il talebani volevano metterla a tacere, soffocare la sua voce che chiedeva il diritto all’istruzione per tutti i bambini e le bambine in ogni angolo del mondo. La voce di Malala Yousafzai ha risuonato forte e determinata nel giorno del ritiro del Premio Nobel per la pace. la diciassettenne attivista pakistana, la più giovane Nobel della storia, ha ricevuto il premio insieme a Kailash Satyarthi, attivista indiano contro lo sfruttamento del lavoro minorile. I talebani accusano Malala di essere “addestrata dall’Occidente”. Ma lei dichiara di continuare la sua battaglia. Magari un giorno, anche nel ruolo di premier del Pakistan, se questo le permetterà di servire meglio il suo Paese” (dic. 2014). |
Post n°2639 pubblicato il 19 Maggio 2018 da namy0000
‹‹Io, ebrea, dico: solo il perdono ci salverà. Ebrei, musulmani, cristiani, drusi. Tutti. Dobbiamo fermarci e pensare. Fermarci e decidere di perdonare, di accoglierci, di abbracciarci››, (Angelica Edna Calò Livné, ebrea, nata Roma, da quasi 40 anni vive in Israele, dove ha dato vita a Beresheet LaShalom, una serie di progetti segnati dal dialogo interreligioso, (F C, N. 28-2014). |
Inviato da: Penna_Magica
il 08/02/2024 alle 11:19
Inviato da: cassetta2
il 27/12/2023 alle 17:41
Inviato da: cassetta2
il 11/09/2022 alle 12:06
Inviato da: cassetta2
il 31/08/2022 alle 18:17
Inviato da: cassetta2
il 09/05/2022 alle 07:28