Creato da namy0000 il 04/04/2010

Un mondo nuovo

Come creare un mondo nuovo

 

Messaggi di Giugno 2018

Investiamo in educazione

Post n°2692 pubblicato il 30 Giugno 2018 da namy0000
 

‹‹Investiamo in educazione, che porta sicurezza, ma pensiamo anche ai ragazzi, quelli che studiano, che apparentemente stanno bene, ma poi, alla sera, una volta alla settimana, cercano quello che chiamo il black out››, dice Mauro Mergola, parroco salesiano.

Black out. Non se ne va dalla mia testa, questa semplice espressione. Continuo a pensare a quanto sia efficace, rispetto a uno dei comportamenti di massa di una generazione, quella dei millennians, dei nativi digitali, che è sempre connessa: ma connessa a cosa? … Ma, a qualunque contenuto (altra parola che m’infastidisce: contenuto? Ma che cosa contiene davvero quel mare di parole scritte a vanvera in cui ci s’imbatte spiando qualche blog?) un giovane sia collegato, un fatto è certo. Il black out avviene. Il parroco, in un’inchiesta che ho fatto per Repubblica, la racconta così ‹‹Si stordiscono, con alcol e altro. È a questi che noi, qui a San Salvario, diciamo “dai un senso alla sera”, non ti giudichiamo, ma ti lasciamo la porta della chiesa aperta, anche solo per affacciarti e sentire il silenzio. Non sono pochi che dicono: “qui non c’è rumore”. E così, anche agli abitanti del quartiere, quelli che la sera vedono arrivare centinaia, migliaia di ragazzi, provo a far capire che dobbiamo avere inquietudine per il male che si fanno, non per il rumore che fanno››.

E se Mergola avesse visto giusto? Se questa rischiasse di diventare una generazione black out?

Detto spassionatamente e sinceramente, un po’ li comprendo. La fuga non è mai stata un’opzione, l’oblio magari può aiutarci in qualche momento, ma se non siamo Beaudelaire, se non stiamo dentro i Fiori del male, se non siamo tossicomani, se non siamo vittime dell’eroina quando ci svegliamo ritroviamo quello che abbiamo lasciato. Senza sconti.

E lo sanno anche questi ragazzi, che sono stravolti dalle incertezze, sudano su libri e libri, in università sempre più selettive e sanno che le prospettive sono nebulose. Alcuni vengono da famiglie indebitate, sono figli di chi ha perso il lavoro, di esodati, di angosciati. Come possono resistere? E così ogni tanto il black out diventa una facile conseguenza: e forse noi genitori, come fa don Mergola, dovremmo tenere aperte le porte. Sempre. Essere oggi genitori significa giudicare un po’ meno severamente, aiutare un po’ più amorevolmente. A volte, viene a pensare, che il black out non è solo dei giovani, c’è stato un black out anche nel ruolo dei padri e delle madri. Molti non sanno dire No. Ma occorre farlo. C’è un sovraccarico di corrente, aiutiamoli a tarare meglio il contatore delle energie di questi figli iper-connessi, degli amici dipendenti dai social, dei perditempo di facebook. Se possiamo, ovvio. Se anche noi non viviamo in un altro black out: quello dell’attenzione (Piero Colaprico, giornalista e scrittore, Scarp de’ tenis, dic. 2017-genn. 2018).

 
 
 

Sono stata arrestata

Post n°2691 pubblicato il 30 Giugno 2018 da namy0000
 

2018, Lettera 43, 29 giugno.

L'attrice Susan Sarandon è stata arrestata insieme ad altre circa 600 donne durante un sit-in a sostegno dei migranti a Washington. Le manifestanti protestano per le politiche dell'amministrazione Trump al confine con il Messico, dove in molti casi i bambini sono stati separati dalle loro famiglie. «Sono stata arrestata. Resto forte. Continuo a lottare», ha cinguettato la Sarandon dopo il rilascio. «Un'azione potente, bella con centinaia di donne che chiedono la riunificazione delle famiglie separate dalla politica immorale dell'agenzia per l'immigrazione. La democrazia assomiglia a questo», ha aggiunto.

 
 
 

Da schiava ad eroe

Post n°2690 pubblicato il 30 Giugno 2018 da namy0000
 

Da schiava a eroe. Blessing Okoedion, giovane donna nigeriana trafficata e messa su una strada del nostro Paese, è stata riconosciuta ieri a Washington "eroe" contro la tratta dal segretario di Stato americano, Michael Richard Pompeo. La cerimonia si è svolta in occasione della presentazione del Rapporto annuale sul traffico di esseri umani (Tip Report) del Dipartimento di Stato americano, che rappresenta un punto di riferimento per tutti coloro che nel mondo si occupano del fenomeno della tratta e delle nuove schiavitù.

Blessing Okoedion è oggi una testimone straordinaria di questa lotta. Perché ha avuto il coraggio di ribellarsi e di denunciare i suoi sfruttatori, ma anche la fortuna di fare un percorso di riappropriazione della propria libertà e dignità grazie alle religiose Orsoline di Casa Rut di Caserta. Oggi lavora come mediatrice culturale e aiuta altre ragazze a liberarsi dalla schiavitù della prostituzione coatta. Ha scritto anche un libro in cui racconta la sua esperienza, Il coraggio della libertà (Paoline) che è appena uscito in edizione speciale inglese per l’Italia (The Courage of Freedom) perché possa aiutare altre donne che stanno vivendo la sua stessa, drammatica esperienza a trovare anche loro il coraggio di liberarsi. (A.P.) (Avvenire, 29 giugno 2018).

 
 
 

Se le scarpe avessero gli occhi

Post n°2689 pubblicato il 29 Giugno 2018 da namy0000
 

Se le scarpe avessero gli occhi vedrebbero finalmente dove sto andando, che  a me ultimamente pare un chissà chi lo sa. E, se potessero anche parlare, allora sì che ci sarebbe da divertirsi. Direbbero: ‹‹Ehi tu cagnaccio, fatti più in là, non siamo qui per te. Già dobbiamo fare lo slalom in questa città bella e trascurata (Napoli) in questi vicoli belli, vissuti e monnezzosi››.

Ho fatto loro percorrere certe strade. È vero che ogni tanto si strusciavano sulla moquette delle sale d’incisione oppure si divertivano con acceleratore e freno, altre volte d’estate o inverno, col sole o la luna, asciutte o bagnate dovevano portarmi a soddisfare i miei vizi.

E poi hanno visto terre le più varie, sia l’umido nordico che il secco del deserto e, hanno sentito le lingue più diverse e i dialetti più stretti. Insomma sono sicuro, se le mie scarpe avessero occhi, bocca e orecchie ne saprebbero più di me.

Saprebbero di più della strada che conduce all’essere umano. Una strada che pochi percorrono, siamo tutti umani: a differenza delle creature del regno animale viviamo sentimenti unici nella loro profondità e complessità, ma molto spesso li temiamo, abbiamo paura di mostrare troppo amore o troppo odio; di dire la verità o una plateale bugia; stiamo sempre lì a mediare.

Povera intelligenza. Dare all’uomo tanta possibilità e poi vedere che sa solo usarla per prevaricare, opprimere, fare guerra a qualcuno che usa la sua umanità in modo diverso. Ne abbiamo strada da fare prima di diventare uomini veri, uomini umani – Bruno Limone (Scarp de’ tenis, nov. 2017).

 
 
 

Questo sì che è un dramma

Post n°2688 pubblicato il 28 Giugno 2018 da namy0000
 

L’arte di essere fragili, non è solo il quarto libro di Alessandro D’Avenia, è anche il suo manifesto-pensiero. Alle soglie dei 40 anni (è nato il 2 maggio 1977), continua a sentire il bisogno di percepire dentro di sé l’infinito: la promessa di bellezza che può diventare il destino di ognuno di noi. La fragilità, ci racconta nel libro, non è una mancanza, ma ricchezza interiore: perché proprio il suo “inciampare” dentro la vita, può indicarcene il senso profondo. Difficile sostenerlo con la sua platea di lettori forti, gli adolescenti. Oggi, per loro, la fragilità è spesso motivo di scherno, senso di inadeguatezza: fragilità uguale debolezza. Eppure ce l’ha fatta D’Avenia: è riuscito ad arrivare al cuore e al cervello di questi ragazzi facendo intravedere dei buoni motivi per coltivare, e non soffocare, la fragilità. E da chi poteva trarre esempio e sostanza lo scrittore siciliano se non da colui che contiene in sé tutti i semi della fragilità? Il poeta Giacomo Leopardi. Paradossalmente – è di questo paradosso che si nutre il libro edito da Mondadori – è in quella fragilità che – Leopardi manifestava la forza dell’infinito. ‹‹Il dono che mi ha fatto questo libro è stato proprio quello di rivedere questa parola: Fragilità. Oggi è percepita come negativa perché siamo in un’epoca in cui il paradigma di giudizio di una persona sono i risultati, e non la persona stessa. E quindi, se il parametro della felicità è la performance, è chiaro che chi non riesce tutti i giorni a essere perfetto, è tagliato fuori. Fragilità viene dal latino fragilis, “che si spezza facilmente”. A Leopardi la vita aveva spezzato ogni cosa. Il padre non capiva il suo talento, i contemporanei idem, la progressiva cecità, la mancanza di amore. A 39 anni esce di scena. Eppure, memore di questa sua fragilità, che non usò mai come alibi, ha lottato per cercare l’occasione per mettersi faccia a faccia con la vita e creare ciò che poi l’ha reso il più grande poeta moderno italiano››.

Si può donare agli altri la ricerca della bellezza. ‹‹Certo che si può, lo vedo a scuola, tutti i giorni. Ed è quello che sta succedendo nel racconto teatrale tratto dal libro che sto portando in giro: tante persone restano fuori perché i biglietti non bastano. Ma io faccio solo una lezione su Leopardi. Racconto che la bellezza ricevuta e creata è la risposta che l’uomo ha di fronte alla tentazione del nulla››.

Tanti giovani che ti scrivono ogni giorno. Cosa ti sorprende di loro? ‹‹Questa fame straordinaria di felicità, di vocazione. Io che cavolo ci sto a fare qui? Qualcuno mi dica se la mia vita è importante, se serve a qualcosa. E lo smarrimento. Perché li abbiamo generati biologicamente, ma non riusciamo a generarli culturalmente, simbolicamente, cioè non li inseriamo in una narrazione più grande che dica loro: la vita è un progetto in cui fare qualche cosa di bello. Mi sorprende la grande solitudine: si aprono con me, con uno scrittore di cui hanno magari letto un libro, dicendo cose intime e profondissime. Mi chiedo: ma tu non hai nessuno che ti guarda in faccia? Ragazzi che mi scrivono perché hanno dei problemi enormi, bulimia, anoressia, bullismo, chi si taglia, chi è a un passo dal volersi cancellare. Questi ragazzi non possono essere invisibili, ma noi dove guardiamo? E mi sorprende la gratitudine, che è qualcosa che fa parte del cuore dei ragazzi››.

I nostri ragazzi hanno ancora la voglia di immaginarsi il futuro, di cercare l’infinito? ‹‹Certo, ce l’hanno ancora perché ce l’ha ogni uomo. Ma se hanno intorno a loro persone che quando sono disperati li risarciscono comprando oggetti, consumando oggetti, poi la speranza dell’altezza si spegne. Bisogna riattivare la vita interiore delle persone, e la poesia ha in sé questo dono. Se una persona non si coltiva dentro, non si ama da dentro, non si conosce né si possiede, se è in balia degli oggetti, dello sguardo degli altri, allora sì la vita diventa una prigione perché non puoi esercitare la libertà se non sai cosa sei venuto a trovare al mondo. Quindi poi i copioni che la cultura dominante detta diventano le nostre biografie. E questo sì che è un dramma››.

Eppure spesso la scuola oggi si risolve con una frase: siete troppi… ‹‹E sono proprio i più fragili a farne le spese. La scuola italiana oggi ha un 20% di insegnanti che reggono la scuola e conservano passione. Un altro 20% sono “delinquenti” che andrebbero cacciati perché in classe non fanno lezione, non fanno niente. Ricevo racconti da parte dei ragazzi da rabbrividire. Però in questi casi si deve reagire. Non in modo scomposto. Ma non bisogna tacere. E infine c’è un 60% di insegnanti che era partito con il fuoco iniziale e che poi la vita, il mestiere logorante, lo stipendio, la fatica, hanno spento. Nel mio piccolo ci provo a risvegliare quel 60% perché senza il fuoco non vai avanti. Non dai niente ai ragazzi. Insegnare è prendersi carico delle persone, ma spesso non li guardano neppure. E allora se non ho voglia di farmene carico, l’unica cosa che resta è il “siete troppi, vi ridurremo”. Altri si rifugiano nella burocrazia: non ci vogliamo mettere in gioco e creiamo sistemi per rendere anonime le persone››” (Scarp de’ tenis, febbr. 2017).

 
 
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2018 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30  
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 3
 

ULTIME VISITE AL BLOG

namy0000cassetta2lcacremaprefazione09annamatrigianonoctis_imagoacer.250karen_71m12ps12Penna_Magicanonnoinpensione0donmarco.baroncinilisa.dagli_occhi_bluoranginellaninettodgl19
 

ULTIMI COMMENTI

Grazie per aver condiviso questa esperienza così intensa e...
Inviato da: Penna_Magica
il 08/02/2024 alle 11:19
 
RIP
Inviato da: cassetta2
il 27/12/2023 alle 17:41
 
Siete pronti ad ascoltare il 26 settembre le dichiarazioni...
Inviato da: cassetta2
il 11/09/2022 alle 12:06
 
C'è chi per stare bene ha bisogno che stiano bene...
Inviato da: cassetta2
il 31/08/2022 alle 18:17
 
Ottimo articolo da leggere sul divano sorseggiando gin...
Inviato da: cassetta2
il 09/05/2022 alle 07:28
 
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963