Un mondo nuovo

Ingiustizia è stata fatta

Caso Alpi: Ilaria Alpi, giornalista, e il fotografo Miran Hrovatin non venga archiviata.

Hashi Omar Hassan, il somalo che oggi ha 43 anni e ne aveva 23 quando fu arrestato, il 12 gennaio 1998, non solo ha ottenuto dopo tanti anni la revisione del processo ed è stato assolto “per non aver commesso il fatto”, ma gli è stato anche riconosciuto un risarcimento di 3.181.000 euro per ingiusta detenzione. Hashi vive in Svezia, dove ora ha una moglie e aspetta una figlia.

‹‹Quando mi arrestarono non sapevo quasi nulla della tragica vicenda di Ilaria e Miran. Ora fa parte della mia vita. tornerò di nuovo, l’8 giugno prossimo, quando il magistrato dovrà decidere se far proseguire le indagini sull’assassinio di Mogadiscio oppure no. Anche allora sarò accanto a Luciana, la mamma di Ilaria, che ora sento un po’ anche mia, perché in questi anni mi è sempre stata vicino e ha creduto alla mia innocenza››. ‹‹Ho fatto 17 anni di prigione da innocente. Mi hanno voluto incastrare… Sono vittima di un depistaggio: ma ora pretendo che si trovino gli assassini. Sarò sempre accanto a Luciana Alpi perché sia fatta giustizia››.

Il suo accusatore ha mentito perché pagato dalle istituzioni italiane.

Hashi, dove si trova la forza per sopravvivere a una detenzione ingiusta? ‹‹È difficile. Devi vivere giorno dopo giorno, devi darti una strategia. Se no vai fuori di testa. Io ho svuotato la testa. Non ho comunicato per anni nemmeno con i miei familiari, perché pensare a mia madre, a mio padre, ai miei otto fratelli mi provocava solo dolore. Non devi pensare nemmeno al giorno dopo. Conta solo la giornata. Solo su una cosa mi sono impegnato molto: conoscere la storia per la quale ero finito dentro. Mi sono messo a leggere, tutto quello che potevo. E ho tenuto tutto, tutti gli articoli››. Il suo accusatore Ahmed Alì Rage detto Jelle, nell’intervista alla trasmissione Chi l’ha visto? aveva ammesso di aver mentito perché pagato dalle istituzioni italiane.

‹‹So che sono passati più di 24 anni da quel triste giorno e ancora oggi non è stato assicurato alla giustizia nessuno degli assassini né dei mandanti››.

Passano gli anni. i suoi accusatori, che in realtà al processo di primo grado sono due, scompaiono. Il primo, l’ex autista di Ilaria Alpi, lo aveva accusato fra mille contraddizioni. Tornato in Somalia nel 2003, muore poche settimane dopo in circostanze mai chiarite. L’altro, Ahmed Alì Rage detto Jelle, è già sparito ben pri.a: alla vigilia del processo di primo grado ha lasciato l’Italia e si è reso irreperibile. La sua testimonianza, raccolta sempre dalla Digos di Roma, non è stata nemmeno registrata. Un verbale, niente più… (FC n. 20 del 20 maggio 2018).