Messaggi del 08/07/2017
Post n°2271 pubblicato il 08 Luglio 2017 da namy0000
“Siamo chiamati a compiere grandi cose”. ‹‹In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi›› (Gv 14,12). San Francesco è davvero un santo che ha compiuto qualcosa di “più grande”. E lo ha fatto nella semplicità e nell’umiltà di una fede che ha permesso a Dio di realizzare questa promessa.
I “grandi della storia” li studiamo a scuola, e qualche volta scegliamo di visitare i luoghi in cui hanno vissuto, ma non ci cambiano la vita. I santi, invece, lasciano un segno sia nella storia sia nel cuore. Sono uomini e donne divenuti “fari di luce” per l’umanità. Pensiamo a Francesco e a Chiara d’Assisi. Attirano da sempre chiunque, credenti e non credenti, da ogni parte del mondo. E il loro messaggio continua a parlare in modo eloquente all’uomo di oggi. Davvero hanno “compiuto cose più grandi”. Davvero sono diventati “astri nel mondo” (Fil 2,15) che splendono per l’eternità. E noi tutti come cristiani siamo chiamati a questa vocazione alla santità. Ciascuno di noi può permettere a Dio di compiere grandi cose. Ma perché avvenga dobbiamo avere quell’umiltà che consente a Dio di abitare in pienezza nei nostri cuori. Nel nostro quotidiano, con amore e semplicità, cercando la “perfetta letizia” e seguendo il consiglio di san Francesco: ‹‹Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile››! (don Davide Banzato, FC n. 27 del 2 luglio 2017). |
Post n°2270 pubblicato il 08 Luglio 2017 da namy0000
“Passare dalla musica alla vita quotidiana significa camminare e soprattutto saltare quei muri che strane vicende ci hanno obbligato a costruire, muri fisici e mentali, muri di parole e muri di scelte sbagliate, di compagnie da non frequentare, e alla fine riscoprire il bello che c’è dentro di noi in qualche angolo del nostro animo. Cercate sempre, quell’angolo si trova, lo abbiamo tutti, non svanisce mai. Solo così sarà possibile alzare le vele e ripartire per nuovi lidi. Non c’è mare che non possa essere solcato e non c’è montagna che non possa essere scalata: lo dico dall’alto dei miei 87 anni. Nelle mie notti, spesso insonni, ho letto una frase che vorrei fosse mia e che fosse anche vostra. È tratta da una poesia attribuita al giovane Luigi Pirandello, ma che in realtà sarebbe dello scrittore e poeta calabrese Antonino Massimo Rugolo: ‹‹E l’amore guardò il tempo e rise, perché sapeva di non averne bisogno. Finse di morire per un giorno e di rifiorire alla sera, senza leggi da rispettare. Si addormentò in un angolo del cuore per un tempo che non esisteva. Fuggì senza allontanarsi, ritornò senza essere partito, il tempo moriva e lui restava››. Ecco, questo è lo stato d’animo che mi prende quando penso che tanto tempo della mia vita è passato. Penso che il mio angolo del cuore rimane senza età e mi permette di rimanere eternamente giovane. E vorrei che tutti, nei momenti di sconforto, quando sentono il peso del tempo, ritrovassero quell’angoletto di infinito” (Antonio Mazzi, FC n. 50 del 11 dic. 2016). |
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il 09/05/2022 alle 07:28