Messaggi del 26/09/2017
Post n°2347 pubblicato il 26 Settembre 2017 da namy0000
“Quando nella vita abbiamo coltivato una grande illusione, la gestione della delusione è sempre molto complicata ed estremamente dolorosa. Se poi il tempo dell’illusione è stato vissuto in buona fede e per molti anni, quando si intravvede arrivare il possibile giorno della delusione, quasi sempre preferiamo restare illusi. Perché chiamare l’illusione con il suo vero nome significa dover pronunciare parole troppo dolorose per poterle dirle fino in fondo: fallimento, (auto)inganno, immaturità, manipolazione. E invece basterebbe capire che la delusione è la sola fioritura buona dell’illusione, e viverla come un passaggio benedetto per portare buoni frutti, e poi concludere nella verità il nostro viaggio sotto il sole. Nella lotta tra illusione e delusione – e di autentica agonia si tratta, soprattutto nelle persone giuste e oneste – l’esito dipende decisamente da chi ci ritroviamo accanto nell’agone. Se per compagno abbiamo uno o più falsi profeti, restiamo imprigionati nell’illusione, continuiamo a negare la realtà, anche quando è ovvia e evidente a tutti. Perché i falsi profeti sono maestri nel presentare i fatti contrari alla loro ideologia come l’ultima prova da superare per essere finalmente pronti per la vera salvezza. Se invece nella lotta incontriamo un profeta vero, l’età dell’illusione può finalmente terminare, e il dolore cattivo e oppressore trasformarsi nel buon travaglio delle liberazioni. Di fronte al crollo totale e definitivo di quella che ci era sembrata per tanto tempo la vita più bella e vera sulla terra e in cielo, la sola salvezza possibile sta nell’accogliere docilmente la delusione. Invitarla a cena, mettere le tovaglie e le posate più belle, stappare il vino migliore in cantina. E poi far festa insieme, invitando i pochi amici veri e i pochissimi profeti. Senza questa cena di riconciliazione non possiamo scoprire, un giorno, che quella vita era bella davvero, forse più bella ancora di come l’avevamo immaginata”. () |
Post n°2346 pubblicato il 26 Settembre 2017 da namy0000
La meditazione, dal latino meditari, rinvia all’idea di esercizio, di ripetizione che conduce alla memorizzazione, all’assimilazione di una Parola che non deve semplicemente essere capita a livello intellettuale, ma vissuta, incarnata. Per gli antichi meditare è leggere un testo e impararlo a memoria con tutto il proprio essere.: con il corpo poiché la bocca lo pronuncia, con la memoria che lo fissa, con l’intelligenza che ne comprende il senso, con la volontà che desidera metterlo in pratica. La meditazione muove dalla lettura, ma evolve verso la preghiera e la contemplazione. |
Inviato da: Penna_Magica
il 08/02/2024 alle 11:19
Inviato da: cassetta2
il 27/12/2023 alle 17:41
Inviato da: cassetta2
il 11/09/2022 alle 12:06
Inviato da: cassetta2
il 31/08/2022 alle 18:17
Inviato da: cassetta2
il 09/05/2022 alle 07:28