Creato da Veg.Is.Better il 16/04/2007
Dappertutto, gli animali d’ allevamento sono mantenuti nelle circostanze più terribili e sono sfruttati ai limiti della loro resistenza. Privati della loro libertà, separati dai loro figli, costretti a subire le procedure stressanti e atroci, umiliati, trascurati, abusati, ignorati, sgozzati e poi mangiati. Potete contribuire a fermare tutto questo orrore, leniamo la loro sofferenza, mangiando frutta e verdura anziché carne e derivati-----> scegli di diventare vegan e salverai tante innocenti vite che come te pensano, sentono dolore, provano angoscia, gioia, sentimenti …Tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all'esistenza.
 

Area personale

 

Cucina sana e gustosa

La scelta vegan, filmati "in positivo"

Cosa mangiano i vegan?

video_ricette_veg.rmvb - versione Real Player (circa 2,5 Mbyte)

video_ricette_veg.wmv - versione Windows Media Player (circa 7 Mbyte)

Una carrellata di piatti vegan molto appetitosi: antipasti, primi, secondi, dolci, che fanno vedere le infinite possibilita' della cucina vegan. Tutte le foto sono del sito www.veganriot.it, sul quale potrete trovare anche le ricette per realizzare voi stessi questi piatti! Molto utile per conferenze e presentazioni: la versione ad alta risoluzione e' distribuita sul dvd indicato in fondo a questa pagina.

Rude food

Mai peperoni, asparagi, spaghetti, meloni, piselli, prezzemolo e insalata sono stati cosi' sexy... andate un po' a vedere!

http://www.rudefood.org 

 

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Post N° 42

Post n°42 pubblicato il 14 Novembre 2007 da Veg.Is.Better
 
Tag: DOLCE

Ecco a voi un'altra delizia veg*, questo dolcetto l'ho assaggiato ed è strabuonoooooooooooo!!! Dalla serie "a me me piace un sacco"

Madò ne vorrei ancora altri 10 di questi croccantini alla nocciola slurppp!!

Croccantini alla nocciola 

Ingredienti:

50 grammi di nocciole sgusciate, non tostate (o mandorle o quello che si preferisce) 2 cucchiai (ben pieni) da tavola di zucchero 2 cucchiai da tavola di acqua.

Servono: un padellino basso meglio se antiaderente, con manico lungo un cucchiaio di legno carta da forno: da una striscia di 15 cm, si alzano due lembi lasciando una base di 5-6 cm

versare lo zucchero nel pentolino e l'acqua mettere a fuoco lento agitando in continuazione quando l'acqua è evaporata le lo zucchero inizia a prendere colore versare le nocciole appena il tutto assume un colore abbastanza scuro, ma non troppo togliere dal fuoco (lo zucchero continua a scurirsi) e versare il tutto sulle striscia di carta da forno che avrete posto su un piano di marmo o una piastrelle. Ricordando bene che lo zucchero fuso scotta e resta attaccato alla pelle (nel caso subito sotto l'acqua), dare forma rettangolare e con il cucchiaio di legno stendere in modo omogeneo. Si può ancora modellare per poco tempo, prima che solidifichi. Se piace molto dolce si può aumentare lo zucchero a volontà, resterà un croccante più "diluito".

Ricetta di Okara

 
 
 

Post N° 41

Post n°41 pubblicato il 14 Novembre 2007 da Veg.Is.Better
 

Faccio girare questo bellissimo messaggio, dal blog della bellissima puledrona e grazie per avermelo concesso!


SOLO ALCUNI DEI MOTIVI PER DIRE FINALMENTE STOP alla carne nella dieta dell'uomo:

Perche' anche gli animali gridano di dolore
Se li bruci, lo sentono. Se gli fai l'elettroshock, lo sentono. Gli animali provano dolore nella stessa esatta maniera, e con la stessa intensita' di noi umani.

Perche' non vogliono morire
Gli animali tengono alla propria vita, esattamente come gli umani.

Perche' hanno paura
Gli si rizza il pelo sulla schiena, se la fanno addosso per la paura, tremano, proprio come facciano noi quando siamo pazzi di terrore al pensiero di venire feriti o uccisi.

Perche', per quanto la affetti e la tagli, e' sempre carne
Anche gli altri animali sono fatti di carne, ossa, sangue, proprio come noi, e quindi dire "carne" in senso di cibo e' solo un eufemismo per intendere "animale ammazzato".
 

Perche' il commercio non giustifica la violenza
Le industrie della carne di pollo, di maiale e altre industrie basate sullo sterminio di massa sono enormi, ma e' ora che facciano la stessa fine del commercio degli schiavi (anch'esso aveva forti incentivi economici).

Perche' non e' a questo che servono le ali
I polli e le galline (come anche altri animali d'allevamento) non possono MAI respirare l'aria fresca, sentire il sole sulla pelle, costruire un nido, accudire i loro cuccioli, o fare una qualsiasi altra delle cose che sono nati per fare.

Perche' tutti vogliono essere liberi
Sappiamo che e' vero per gli uccelli lasciati liberi da una gabbia e per i cani portati al parco, ed e' vero, allo stesso modo, per tutti gli animali d'allevamento: desiderano la liberta', proprio come gli umani, anzi, di piu', perche' la loro vita e' nella natura.

Perche' avere il potere non significa avere il diritto
Nel nostro sviluppo morale come specie, abbiamo raggiunto un punto in cui e' ora di riconoscere che le altre specie meritano considerazione, proprio come alla fine abbiamo riconosciuto che la schiavitu' era sbagliata, che le donne hanno il diritto di votare, e che i bambini non vanno picchiati.

Perche' non e' necessario
La sofferenza degli animali e tutti i problemi ambientali dovuti alla produzione di prodotti animali non sono un male necessario. I vegetariani e i vegani sono la dimostrazione vivente che non solo si puo' vivere lo stesso, ma anche con una salute migliore!

PERCHE' TU LO SAI CHE UCCIDERE ANIMALI E' SBAGLIATO!

Ce lo dice il buonsenso, e lo sappiamo, nel nostro cuore, che i nostri compagni animali hanno lo stesso tipo di sensazioni e desideri che abbiamo noi e che non dobbiamo far del male e uccidere degli altri esseri per mangiarli.

 
 
 

Post N° 40

Post n°40 pubblicato il 13 Novembre 2007 da Veg.Is.Better
 

Ogni anno vengono macellati:





48 miliardi di animali

...131 milioni al giorno...

...ovvero 1500 al secondo. 

Vedere questi video e poi sentire gente che dice che non può fare a meno di mangiare carne mi fa capire quanto l'imbecillità sia una prerogativa esclusiva di molti umani. Auguro a chi si ciba di questo orrore di seguirne l'identica sorte.
Aldilà delle motivazioni ipocrite che possono dare.
La sofferenza di migliaia di animali non giustifica i nostri ipocriti bisogni egoistici.
Mostri che sanno solo ingoiare senza ritegno alcuno povere creature disperate...
 








STRAZIANTE....... LO TENGONO FERMO X LE ZAMPE E PER IL COLLO, LO TENDONO BENE, E POI CON UN COLTELLO AFFILATO LO TAGLIANO LENTAMENTE, COSI' DEFLUISCE IL SANGUE SENZA ROVINARE LA CARNE.... E QUANDO LO GETTANO NEL SECCHIO......  E' ANCORA V-I-V-O !!!!!!!!!!!!!





ANCORA UN VIDEO..  ALLUCINANTE.... INFILANO NEGLI ANIMALI VIVI SU X IL SEDERE 
UNA MANO INTERA CON GUANTI DI GOMMA,

POI ESPLORANO COME SE STESSERO CERCANDO 
DENTRO UNA SPORTA DI PLASTICA, 
PROVOCANDO ALL'ANIMALE UN'INFINITA ED INDICIBILE 
TORTURA, X UMILIARLO, X TORTURARLO ANCOR DI PIU',

X SFRUTTARLO SINO IN FONDO, X EVISCERARLO


 E X ASPORTARGLI VIA TUTTE LE VISCERE E TUTTE LE INTERIORA...






 STRAZIANTE.... SI SENTONO LE URLA....

 
 
 

Post N° 39

Post n°39 pubblicato il 12 Novembre 2007 da Veg.Is.Better

Firmiamo le petizioni, perchè servono a molto!!

Grazie simo, sei unica!!


ECCO INTANTO ALCUNE PETIZIONI...E ALCUNI VIDEO... grazie stellina!! smackkk simo

AAA - MAX.MA DIFFUSIONE

URGENTE!!! PETIZIONI DA

FIRMARE E DIFFONDERE!!!

 Questa petizione si trova QUI

PER MAGGIORI INFO  CLICCA QUI

INOLTRE:   

CAMPAGNA LAV X IL VEGETARISMO:  clicca QUI

E INFINE:   CAMPAGNA MENSE...... clicca QUI
PETIZIONI + VIDEO:
ALTRE PETIZIONI (+ VIDEO) X I PIU' SFRUTTATI IN ASSOLUTO
(I POLLI):  QUI
C'E' QUALCOSA, MI PARE DI CAPIRE, ANCHE QUI
E QUI  (da cercare "PETA'S LETTER TO TYSON, etc....").
INOLTRE:

MEET YOUR MEAT.... QUI

NO ALLE UOVA...GALLINE SEPPELLITE VIVE E PULCINI NEL TRITACARNE... QUI

MEET YOUR MEAT POLLI DA CARNE ... QUI

LA SOFFERENZA SILENZIOSA DELLE GALLINE OVAIOLE.... QUI

...RIEPILOGO ALTRI VIDEO... QUI  E QUI

"Secondo Voi è maltrattamento questo oppure no?"

 
 
 

Post N° 38

Post n°38 pubblicato il 12 Novembre 2007 da Veg.Is.Better

Purtroppo molte persone non riescono a diventare vegetariani, per il seplice fatto che non digeriscono alcuni tipi di verdure, o prechè sono troppo amanti della carne...

invece non sanno cosa si perdono, ci sono tanti burger o polpette vegetali, al sapore di carne... si possono trovare anche in commercio, o semplicemente prepararle in casa...  bistecche, dolci ecc. senza uccidere esseri senzienti!!

Ci sono proteine quanto bastano, sono di ottimo sapore, fanno bene alla salute e alla coscienza...

Cosa volete di più??

Non credete che sia ora di evolverci? Non siamo più dei primitivi, quindi perchè continuare a uccidere?? Che senso ha commettere tutti questi scempi inutili??

ARROSTO DI SEITAN CON PATATE

 
 
 

Post N° 37

Post n°37 pubblicato il 12 Novembre 2007 da Veg.Is.Better
 

Ho il cuore gonfio di lacrime, non riesco a esprimere il mio dolore per queste piccole creature che la gente senza alcuna pietà, si mangia, in quanto siamo in un era che per mangiare e vivere in salute, non si ha più bisogno di commettere queste atrocità!! Ma chi vi credete di essere?? Siete solo dei poveri illusi,senza coscienza, siete esseri inferiori che sanno solo distruggere e arrecare sofferenza a chi non ha alcuna possibilità per difendersi!! Vergongatevi siete degli aguzzini!! Non provate pietà per questi piccoli fratelli indifesi, figuriamoci per le persone!!


Dal blog di: simoveganblu

PER NON DIMENTICARE

LE VERGOGNOSE ESECUZIONI SOMMARIE

AI DANNI DELLE CREATURE PIU' INDIFESE.

AMMASSATI UNO SULL'ALTRO, VIVI INSIEME AI MORTI, E APPICCATO IL FUOCO. OPPURE IMBUSTATI VIVI, ... OPPURE GETTATI VIVI IN GIGANTI INCENERITORI, ... OPPURE LASCIATI MORIRE DI STENTI, DI ASFISSIA, IN CAPANNONI SOVRAFFOLLATI SEMPLICEMENTE TOGLIENDO L'OSSIGENO. E PENSARE CHE SAREBBE BASTATO AGGIUNGERE NEL MANGIME UN PO' D'AGLIO!!!!! ... Ma forse valgono così poco che NON è stato donato loro neppure un aglio. MEGLIO UCCIDERLI, MEGLIO PROCEDERE CON DELLE ESECUZIONI SOMMARIE... 

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ANCHE PERCHE' L'ALLARME INFLUENZA AVIARIA NON E' AFFATTO CESSATO... (leggetevi i post precedenti...)

La tragedia non è la paventata epidemia. 

clicca qui 

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La tragedia sono tutte queste vergognose e terribili esecuzioni sommarie ai danni delle creature più indifese.

E mai una parola di compassione. 

 
 
 

Post N° 36

Post n°36 pubblicato il 09 Novembre 2007 da Veg.Is.Better
 

Sformato di spinaci e farina di ceci

Fate lessare gli spinaci in acqua, bastano circa 10 minuti. Scolateli, strizzateli, metteteli in un piatto e tagliuzzateli con coltello e forchetta. Aggiungete sale, pepe, olio d'oliva e mescolate. Metteteli sul fondo di una pirofila. In un piatto fondo mettete qualche cucchiaio di farina di ceci, aggiungete sale e acqua, mescolando man mano con una forchetta fino a formare una pastella non troppo densa. Aggiungete un po' d'olio d'oliva e mescolate ancora. Versate tutto nella pirofila a coprire gli spinaci, mettete in forno ben caldo e lasciate cucinare fino a quando il composto diventa denso (circa 15-20 minuti).

Fonte:VegFacile

 
 
 

Post N° 35

Post n°35 pubblicato il 09 Novembre 2007 da Veg.Is.Better
 

Zucchine ripiene al tofu

Tempo: 40 min.

Porzioni: 4

Ingredienti:

6 zucchine,400 g di tofu, 1 cipolla, 1 cucchiaio di passata di pomodoro,
8 noci sgusciate, pangrattato, olio d'oliva, erbe aromatiche, peperoncino, sale.

Preparzione:

Fate cuocere le zucchine a vapore, tagliatele a metà in senso longitudinale per pochi minuti (fino a quando è possibile svuotarle agevolmente dalla polpa).
Soffriggete nell'olio la cipolla tritata, aggiungete il passato di pomodoro, il peperoncino, il tofu sbriciolato, sale e le erbe aromatiche.
Cuocete il tutto a fuoco vivace, finché sarà ben amalgamato. Lasciate intiepidire, unite le noci a pezzetti e due cucchiai di pangrattato.
Riempite con questo composto le zucchine vuote, spolverizzatele di pangrattato e infornate a calore vivace finché si sarà formata una crosticina dorata.

Fonte: Ricettiamo

 
 
 

Post N° 34

Post n°34 pubblicato il 09 Novembre 2007 da Veg.Is.Better

 Nessuno pensa che i maiali desiderino morire.
Il maiale sente il desiderio di vivere e il dolore per essere ucciso esattamente come gli esseri umani; l'unica differenza è che non puo' dirlo a parole.
Le grida dei maiali mentre vengono uccisi sono terribili.
Si dice che sembrino grida umane.
Con esse i maiali comunicano un grandissimo timore. Recentemente un manzo che veniva portato al mattatoio si imbizzarrì quando giunse abbastanza vicino da sentire le voci angosciate degli animali.
Esso fuggì attraverso la città come un prigioniero condannato a morte.
Il suo improvviso desiderio di libertà indusse tutti¸ persino l'autista del furgone della morte¸ a una pausa di riflessione.
Era giusto mandare a morire un animale che desiderava disperatamente vivere?
Forse si poteva fare un eccezione e risparmiarlo.
Ma che dire degli altri?
Non hanno tutti gli stessi sentimenti?
Se si deve rispettare la resistenza¸ la mancanza di resistenza conferisce un diritto di uccidere?
Noi sappiamo che cosa vuole il manzo: esso vuole vivere.
Non vuole sacrificare se stesso per nessunissima ragione. Quando gli esseri umani rifiutano di infliggere dolore ad altri esseri umani¸ è senza dubbio perchè suppongono che essi sentano.
Noi rispettiamo i limiti fisici di un'altra persona non perchè può pensare¸ nè perchè può ragionare¸ e neppure perchè puoò parlare¸ ma perchè può sentire.........esattamente.. come un animale.

 
 
 

Post N° 33

Post n°33 pubblicato il 09 Novembre 2007 da Veg.Is.Better
 

Mangiando carne contribuisci anche all'inquinamento del pianeta...

--------------------

In Italia gli animali d’allevamento producono

annualmente circa 30 milioni di tonnellate

di deiezioni a scarso contenuto organico,

che non possono essere usate come

fertilizzante. Contengono prodotti chimici

(farmaci, fertilizzanti) di cui gli animali sono

imbottiti.

Calcolando il carico equivalente, ovvero

trasformando il numero di animali in quello

equivalente di popolazione umana che

produrrebbe lo stesso livello di

inquinamento da deiezioni, in totale, in Italia,

gli animali equivalgono ad una popolazione

aggiuntiva di 140 milioni di cittadini, cioè

più del doppio del totale della popolazione.

(Fonte: “Le fabbriche degli animali”, E. Moriconi, Ed.

Cosmopolis, 2001)

Le deiezioni provenienti dagli allevamenti

intensivi USA inquinano l’acqua più di tutte

le altre fonti industriali raggruppate.

(Fonte: Environmental Protection Agency 1996)

Lo spandimento delle deiezioni animali è

strettamente collegato alla “zona morta”

di 7.000 miglia quadrate nel Golfo del

Messico, che non contiene più vita acquatica

(Fonte: Howlett, Debbie “Lakes of Animal Waste Pose

Environmental Risk”, USA Today, 30 Dec. 1997, p. A7.)

Il 16% del metano immesso nell’atmosfera,

una delle cause dell’effetto serra, viene

emesso dagli animali d’allevamento. (Fonte:

World Watch Institute, “State of the World 2004”, p. 74)

 
 
 

Post N° 32

Post n°32 pubblicato il 07 Novembre 2007 da Veg.Is.Better
 

Affettato di seitan con zucchine

Ingredienti

500 gr di zucchine - 100 gr di affettato vegetale di seitan - 1 cipolla - 1 tazzina di vino bianco secco - olio extravergine di oliva - sale - pepe

Preparazione

Lavate e tagliate le zucchine a rondelline molto sottili.
Rosolate la cipolla tritata finemente in poco olio, aggiungete le zucchine, il sale, il pepe e cuocetele a fiamma bassa col coperchio per circa 15 minuti, dopodiché irroratele con il vino bianco secco, mescolatele, copritele e continuate la cottura finché il liquido non è stato assorbito.
Pochi minuti prima di servirle, alzate la fiamma per renderle croccanti, versate l'affettato di seitan tagliato a dadini e un filo d'olio. Mescolate il tutto accuratamente e lasciate sulla fiamma per altri 2 o 3 minuti, poi spegnete e servite caldi. 

Fonte: Ricettiamo

 
 
 

Post N° 31

Post n°31 pubblicato il 07 Novembre 2007 da Veg.Is.Better
 

 Spiedini veg

 Porzioni:4
Tempo:60 minuti 
 
Ingredienti
300 g di funghi,200 g di cipolline, 2 melanzane, 2 peperoni, 2 zucchine,
100 g olive,alloro, aglio, prezzemolo, basilico,olio d'oliva, sale, pepe.
 
Preparazione
Lavare e tagliare a pezzi di media grandezza zucchine, peperoni e melanzane. Mondare i funghi. Pulire le cipolline, porle in una pentolina d' acqua e lessarle per una decina di minuti. Preparare gli spiedini prendendo gli stecchini lunghi di legno ed infilzandovi in modo alternato pezzi di peperone, zucchine, melanzane, olive, foglie di alloro, cipolline, foglie di basilico, funghi. Preparare una salsina di olio, prezzemolo, aglio tritato, sale e pepe. Condire con questa salsina gli spiedini, porli poi in una teglia su carta da forno, salare e pepare. Cuocere in forno ben caldo per una mezz'ora.

 
 
 

Post N° 30

Post n°30 pubblicato il 07 Novembre 2007 da Veg.Is.Better
 

Riprendo il blog dopo un lungo periodo di assenza...

Ora pubblico una ricetta molto slurp, sperando solo che non vi annoierete poichè non sono create da me, ma ben si da altri siti, diciamo che io spesso cucino cose molto semplici, sono abbastanza inbranata a cucinare però sto cercando di imparare e  anche di far pubblicità ai siti animalisti come vegan300, direi proprio che le persone dello staff, sono davvero in gamba, meritano tutta la mia stima.

Vi lascio un bacione, e mi racocmando provate tutte le ricette, gusto assicurato  non ve ne pentirete

alla faccia di chi dice "ma allora cosa mangia solo l'insalata"?

Crocchette di ceci
Ingredienti
Per 4 persone: 4 tazze di ceci cotti - 1 grossa cipolla tritata molto finemente - alcuni cucchiai di farina - salsa di soia (shoyu) o sale - olio per friggere
Preparazione
Frullate i ceci, poi mescolateli in una terrina con la cipolla tritata finissima e qualche cucchiaio di salsa di soia.
Incorporate un po' di farina, sufficiente a formare un impasto piuttosto consistente, e formate delle crocchette ovali e leggermente schiacciate. Fatele dorare in padella da entrambi i lati in olio bollente.

Fonte: Vegan3000

POLPETTE DI CECI CON CAROTE


Ingredienti:
per le polpette: ceci lessati, preparati da voi oppure una o due scatole di ceci già pronti lessi, aglio, un peperoncino, semi di sesamo, origano, sale, pepe, olio.
Per il contorno: carote, margarina vallè, sale.

Preparazione:
Scolare e schiacciare i ceci (con il mixer o una forchetta) e ridurli in purè. Fare imbiondire uno spicchio d'aglio insieme al peperoncino, levare l'aglio se lo spicchio è intero e versare il purè in padella (attenzione che schizza), e farlo rosolare per qualche minuto, unendo origano (o altra erba aromatica a piacere) pepe e sale. Lasciare intiepidire e formare delle palline che schiaccerete tra i palmi delle mani. Adagiare le polpette su una piastra (unta o con un foglio di carta da cucina), cospargere la superficie con un po' di semi e sesamo e un filo di olio e mettere a cuocere in forno per mezz'ora circa ad alta temperatura (220/250 gradi).
Raschiare, lavare a tagliare a rondelle le carote, metterle in padella, coperte di acqua, con una presa di sale e  un cucchiaio di margarina vallè. Non appena l'acqua sarà evaporata è necessario girarle frequentemente per farle dorare. Adagiare le carote sul piatto da portata e versare sopra le polpette.

 
 
 

Post N° 29

Post n°29 pubblicato il 23 Ottobre 2007 da Veg.Is.Better
 

LE LACRIME DEI PESCI 

 

Una ricerca pubblicata su Proceeding of Royal Society e condotta da ricercatori Irlandesi ha sfatato la comune credenza che i pesci non provassero dolore solo perché non lo mostravano…o meglio non lo mostravano come siamo abituati a comunicarlo (e dunque a capirlo) noi… tramite il suono.

26 maggio 2003 - Mi ricordo di una storia che da bambina lessi in un libro, mi sembra, di favole. In questa favola un bambino chiedeva al papà: “Papà, ma i pesci soffrono?” e il papà rispondeva “certo che si!”e allora il bambino sensibile e curioso insisteva dicendo “ma perché allora non piangono?” e il papà con pazienza ed amore aggiungeva “Certo che piangono…piangono ogni volta che un uomo li cattura con l’amo, piangono ogni volta che rimangono impigliati in una rete e capiscono che la vita sfugge, piangono quando l’uomo li chiude in vasche troppo strette dove non riescono neanche a nuotare…piangono, certo, ma tu non vedi le loro lacrime perché si sciolgono nell’acqua”.

Questa storia mi è sempre rimasta nel cuore e da grande ho cercato più volte nel corso dei miei studi, una spiegazione “scientifica” alle lacrime dei pesci e finalmente è arrivata…

Una ricerca pubblicata su Proceeding of Royal Society e condotta da ricercatori Irlandesi ha sfatato la comune credenza che i pesci non provassero dolore solo perché non lo mostravano…o meglio non lo mostravano come siamo abituati a comunicarlo (e dunque a capirlo) noi…tramite il suono.

In un mondo silenzioso come l’acqua, dove ogni suono è ovattato, ogni grido rimarrebbe inascoltato. La prova è semplice: avete mai provato ad urlare sott’acqua? Se avete provato saprete bene che è il vostro grido è assolutamente “silenzioso” non percepito da nessun vicino..dunque perché i pesci per esprimere dolore dovrebbero gridare? Quale forza evolutiva dovrebbe spingere un animale a fare qualche cosa di così inutile? Ma il fatto che non gridino non significa che non soffrano.

Per farla breve, la ricerca di cui parlavo, si è servita di micro-iniezioni di veleno di api e acido acetico iniettate nelle labbra di alcune sfortunate trote. I pesci così trattati, hanno mostrato un comportamento anomalo, hanno cominciato a muoversi con un dondolio, proprio come fanno i mammiferi più evoluti sotto stress.

Come se non bastasse queste trote hanno cominciato a strofinare le labbra contro le pareti della vasca ed hanno rifiutato il cibo per diverse ore.

I pesci piangono eccome!

Se i pesci piangono…pensate a tutte le sofferenze che infliggiamo loro…pensate al terrore che deve provare un pesce all’amo, privo di decidere del suo nuoto, costretto a seguire una forza oscura che lo tira in una direzione per lui assolutamente non naturale. Infatti per il pesce, come per qualsiasi animale, viene spontanea la fuga in direzione opposta al dolore, in direzione opposta alla lenza. Pensate ai minuti che ci vogliono ad un pesce per morire di asfissia, sbattuto sul pontile di un peschereccio o in bella mostra…boccheggiante nella vetrina di una pescheria…passano decine di minuti in cui l’aria ti manca come se avessi un fazzoletto sulla bocca che lascia passare poca aria…troppo poca. Prima o poi muoiono, e la loro sofferenza finisce. Per certi pesci, meno fortunati, l’agonia è più lunga. Sono i pesci che devono arrivare ai mercati…ovviamente più freschi arrivano, meglio è! E così vengono tenuti sotto ghiaccio ritardandone la morte, prolungando la loro asfissia per decine di minuti.

Le ore che dividono un pesce dalla sua morte sono ore di agonia, in un ambiente che non è il loro, con una sola grande colpa…di non saper urlare!

Non dico che bisognerebbe diventare tutti vegetariani, anche se questo sicuramente eliminerebbe gran parte delle loro dolore, ma almeno limitare il più possibile le sofferenze degli animali “condannati”. Gli animali che “devono” morire…almeno che abbiano una morte veloce e priva, per quanto lo possa essere la morte, di sofferenze psicologiche…penso che almeno questo sia loro dovuto.

 

Da "Il Messaggero" del 02/10/03

 

Quanti ricordi nella testa dei pesci rossi

di

Chiara Puri Purini

I PESCI rossi non sono affatto stupidi, come ritiene l'immaginario collettivo. Anzi, sono intelligenti quanto molti altri animali, tanto da essere persino in grado di riconoscere quando sia ora di cena. A spezzare una lancia a favore degli animali da acquario, considerati generalmente non molto di compagnia, è un gruppo di ricercatori dell'Università di Plymouth, nel Sud Ovest dell'Inghilterra. Gli studiosi, guidati dal professor Phil Gee, hanno scoperto che i pesci hanno un cervello molto simile a quello di un piccolo mammifero o di un uccello. Come loro, sono consapevoli del passare delle ore, e la loro memoria non è affatto limitata alle cose accadute negli ultimi tre secondi, ma può arrivare a registrare eventi di tre mesi prima.

Per settimane, Gee e il suo team hanno addestrato i pesci a mangiare ad una precisa ora del giorno. «Gli abbiamo insegnato a spingere una leva nel loro acquario per procurarsi il cibo», ha spiegato il professore. «Poi abbiamo cominciato a distribuire il mangime solo a determinati orari, e i pesci si sono resi conto che se si avvicinavano alla leva intorno a quell'ora potevano mangiare: quando il dosatore smetteva di erogare cibo, si allontanavano», ha raccontato Gee.

Non è la prima volta che gli scienziati rivalutano gli inquilini di vasche ed acquari. Sei mesi fa una ricerca del Roslin Institute di Edimburgo aveva evidenziato che i pesci patiscono lo stress e il dolore proprio come gli esseri umani: davanti a situazioni anomale nuotano in modo irregolare, cambiano comportamento e perdono l'appetito.

 

 

Guerra al mare 

10 miliardi di animali pescati ogni anno in Italia. 

6 milioni di quintali di pesce importati dall'estero. 

Crostacei, aragoste, balene, delfini, tonni, pesci di ogni tipo e misura trasportati vivi, surgelati o inscatolati in tutto il mondo: questa è l'industria della Pesca. 

"Flotte da pesca" 

Ogni paese che si affaccia sul mare trae gran parte della propria ricchezza dal mare, ma oggi con mezzi sempre più sofisticati e pericolosi. 

La pesca intensiva usa sistemi distruttivi di varie specie animali: ad es. in Giappone le enormi reti pescano oltre ai pesci, milioni di uccelli e animali marini. 

La "flotta italiana" 

Nel nostro paese nel Mar Ligure e nel Mar Tirreno la reti pelagiche lunghe decine di chilometri e alte circa 30-40 metri colpiscono, oltre ai pescispada, anche delfini, tartarughe, capidogli e persino balene (che vengono trovati mutilati delle pinne e della coda), nonché esemplari giovani di molte altre specie ittiche, nonostante le proteste di ambientalisti e animalisti.

In Sicilia persiste la tradizionale e sanguinaria mattanza dei tonni che vengono uccisi in un angusto spazio d'acqua.

La sofferenza e l'atroce morte dei mammiferi marini e dei pesci di grossa mole non ci deve far dimenticare la stupida e crudele pesca sportiva e tutte le agonie dei pesci presi all'amo o con le reti per scopi commerciali o ludici. 

Anche i pesci soffrono, il modo migliore per evitare l'agonia è la surgelazione subito dopo la pesca. 

Acquacoltura 

L'acquacoltura tende a fare della pesca ciò che si fa con i vitelli: un allevamento programmato di merce viva da cui trarre il massimo del profitto, stimolandone l'aumento di peso e la proliferazione.

 

Dal sito della L.I.D.A. 

 

 

Links:

http://www.nofishing.net

http://www.fishinghurts.com

http://www.saicosamangi.info

Leggi l’articolo “Escludere il pesce dalla dieta” nella sezione

sul Vegetarismo

 
 
 

Post N° 28

Post n°28 pubblicato il 23 Ottobre 2007 da Veg.Is.Better
 

LA PESCA

 

Quando si parla di caccia, fortunatamente, la maggioranza delle persone riconosce spesso con orrore l'oggettiva assurdità e violenza di quest'assassinio legalizzato - a dispetto delle nostre pretese di civiltà - che ha il solo scopo di uccidere animali inermi e, spesso, tanto piccoli da poter stare comodamente in una mano.

Eppure non esiste soltanto la caccia agli animali terrestri, esiste anche un'altra pratica, totalmente identica nello scopo e perciò ugualmente criminale, la quale viene però ancora largamente accettata anche da coloro che dicono di amare gli animali e di non sopportare la loro sofferenza. La differenza, in questo tipo di caccia, risiede esclusivamente nel tipo e nella provenienza degli animali che si vogliono catturare: gli animali acquatici.

Stiamo parlando ovviamente della Pesca.

La pesca non subisce la stessa condanna da parte dell'opinione pubblica di cui è oggetto la caccia, perché viene identificata con una pratica "innocente" che consente di passare il proprio tempo libero in un ambiente salubre e di trascorrere così qualche ora spensierata in mezzo alla natura.

E' chiaro che, nella realtà, la differenza tra caccia e pesca non esiste affatto, ma è probabile che la diversa considerazione di cui queste due "attività" godono sia dovuta al fatto che tante persone sono convinte che i pesci non provino dolore e, compresi coloro che sanno che le cose non stanno proprio in questo modo, non sono capaci di empatizzare con questi animali perché, sfortunatamente, i pesci non sono in grado di urlare e di esprimere la loro sofferenza attraverso lo sguardo.

I pesci, invece, soffrono esattamente quanto gli altri animali, come potrete approfondire meglio leggendo gli articoli che seguono.

 

IL DOLORE DEI PESCI

 

Fisiologi dell’Università di Utrech smentiscono il luogo comune secondo

cui i pesci non soffrono.

La paura e il dolore di una carpa presa all'amo

 

Nel porsi come dominatore del mondo animale l’uomo infligge spesso dolore fisico alle diverse specie, a vario titolo, e crea situazioni di paura negli animali con cui interagisce.

La condizione di paura è oggettivamente una condizione di sofferenza e va quindi seriamente considerata in un discorso etico sulla sperimentazione sugli animali o sulle altre attività umane che possono indurre questa condizione.

Una definizione della condizione di paura può essere questa: una situazione che viene sollecitata da stimoli specifici che in natura dà normalmente luogo a un comportamento di fuga o di difesa. Gli animali imparano a temere certe situazioni come risultato del dolore o dello stress sperimentato e possono quindi cercare di sottrarvisi o di evitarle.

La condizione di paura si accompagna nell’uomo e negli animali a marcate alterazioni fisiologiche. Il battito cardiaco tende ad aumentare e di conseguenza il ritmo circolatorio: molti neuromediatori vengono a più livelli coinvolti e provocano numerose alterazioni metaboliche.

Gli animali possono mostrare diversi segni caratteristici di paura e di volta in volta possiamo osservare l’emissione di segnali d’allarme, pilo-erezione, espressioni facciali di paura. Possono comparire risposte stereotipate o altre che implicano fuga, aggressività, immobilità fino alla simulazione della morte.

I giovani gabbiani, ad esempio, scelgono quest’ultima strategia quando sono minacciati e impauriti. Corrono al coperto e si fingono morti finché non odono il richiamo di uno dei genitori.

Animali cresciuti in isolamento mostrano con maggior frequenza segni di paura. I macachi, dopo sei mesi di isolamento, non sono più in grado di sviluppare un normale comportamento sociale e rimangono in una condizione costante di paura rispetto agli altri membri del gruppo. In generale la paura, estrema o prolungata, produce una condizione di stress o di alterata emozionalità che può portare a comportamenti anomali.

Ma quanta paura infligge l’uomo alle specie animali con cui interagisce e in quali circostanze? La paura è senza dubbio una delle emozioni basilari degli animali.

Mentre possiamo legittimamente ipotizzare che gli esseri umani abbiano emozioni che virtualmente corrispondono a ogni genere di situazioni, gli animali hanno probabilmente solo emozioni che si riferiscono a problemi essenziali per la loro sopravvivenza e per quali esiste una forte pressione adattativa. La paura può infatti stimolare meccanismi di fuga e quindi aiutare l’animale a sottrarsi al pericolo e salvare la vita.

Molto lavoro è stato svolto sulle condizioni fisiologiche ed emozionali di paura. La condizione di paura è infatti forse l’unica situazione emozionale ben definita in sé e tra le poche in cui gradualmente si sta giungendo a una progressiva comprensione dei meccanismi fisiologici che la sottendono.

Un lavoro recente di un gruppo di fisiologi comparati dell’Università di Utrecht richiama la nostra attenzione su una attività umana a carattere sportivo e utilitaristico allo stesso tempo che può provocare sofferenza e paura negli animali che vi sono, loro malgrado, coinvolti.

L’attività presa in considerazione è generalmente classificata tra le più innocenti, atta a ricreare il fisico e lo spirito di chi la pratica: la pesca sportiva. Il progetto è stato finanziato dalla Società Olandese per la protezione degli animali, il Ministero per l’Agricoltura e Foreste e la Società per la pesca sportiva, che apparentemente sperava in una conferma del luogo comune secondo il quale i pesci non soffrono e non provano paura quando sono agganciati all’amo ma semplicemente prendono una buona boccata d’ossigeno e finiscono di buon grado nel paniere dei pescatori.

Soggetti dell’esperimento sono state le carpe di un anno di età e di una lunghezza media di tredici centimetri.

I pesci erano tenuti in acquari. Gli sperimentatori lasciavano gli ami con l’esca attaccata e valutavano il comportamento del pesce che abboccava.

I pesci agganciati all’amo mostravano palesi segni di sofferenza anche quando il filo era lasciato allentato. Il pesce si muoveva repentinamente, cercava di andare più a fondo, scuoteva la testa come per espellere del cibo non gradito.

Quando il filo veniva invece tenuto teso, la carpa mostrava un comportamento che veniva definito "spitgas", tendeva cioè ad espellere la miscela gassosa nella vescica natatoria.

I pesci che possiedono questo organo regolano la loro profondità di immersione dosando la quantità di gas che trattengono in questa vescica.

Quando infine, dopo aver tenuto teso il filo, i ricercatori lo rallentavano, la carpa tendeva a cadere verso il fondo dell’acquario perché nella fase dello stress aveva espulso la maggior parte della miscela gassosa contenuta nella vescica e non riusciva più a compensare.

La carpa cercava di mettere in atto meccanismi sostitutivi alla regolazione del contenuto gassoso della vescica natatoria arcuando il corpo e facendo movimenti all’indietro, sostenuti dal movimento delle pinne pettorali, mentre il corpo veniva inclinato in avanti.

Quando invece lo sperimentatore non applicava nessuna tensione al filo, la carpa, una volta uncinata all’amo, si muoveva avanti e indietro, scuoteva la testa ma non espelleva la miscela gassosa della vescica natatoria.

In altri esperimenti i ricercatori riuscirono a riprodurre queste due situazioni con altri mezzi, a conferma dei meccanismi fisiologici. Confinando le carpe in piccole vasche o aggiungendo all’acqua dei feromoni - i mediatori chimici solubili nell’acqua, emessi in associazione con situazioni di stress o di sofferenza e atti a informare gli altri membri del gruppo dell’incombente pericolo - si vide che il pesce, pur non essendo sottoposto al dolore causato dall’amo, manifestava i segni e le reazioni fisiologiche in associazione con la condizione di paura.

In pratica si osservò che mentre l’aggancio all’amo produceva i movimenti di avanti-indietro, di immersione, di scuotimento del capo, ma non l’eliminazione della miscela gassosa contenuta nella vescica natatoria, la costrizione e la presenza di feromoni d’allarme provocavano lo svuotamento della vescica e il pesce piombava sul fondo della vasca, incapace a compensare.

Un altro esperimento venne condotto per distinguere ancora meglio dolore fisico, paura e i modelli di comportamento associati a questi due fenomeni. Con elettrodi impiantati nell’arco superiore del palato si provocava una stimolazione d’intensità crescente.

A bassi livelli di stimolo le carpe scuotevano il capo e si muovevano avanti e indietro. A livelli più alti iniziavano a saltare e dopo alcuni minuti di trattamento più intenso si verificava l’espulsione della miscela gassosa della vescica natatoria e la conseguente incapacità a regolare la profondità, così che le carpe cadevano sul fondo delle vasche.

Questo esperimento costituiva la prova che il ritardo tra la stimolazione dolorosa di più alta intensità e l’espulsione della miscela gassosa della vescica natatoria era probabilmente dovuto a una progressiva sequenza di processi fisiologici e biochimici associati con la condizione di paura.

La conclusione a cui i fisiologi olandesi sono giunti è che il dolore che deriva dall’essere agganciato all’amo contribuisce alla sofferenza del pesce meno della condizione di paura in cui il soggetto viene a trovarsi.

Ritornando ad aspetti più generali, sappiamo che nella maggior parte degli organismi provvisti di sistema nervoso centrale la risposta individuale a stimoli provenienti dell’ambiente dipende dalle caratteristiche specifiche di quel sistema nervoso, dalle esperienze e dagli apprendimenti precedenti dai tipi di stimoli con cui viene a contatto il soggetto. 

L’accuratezza della ricerca e la simpatetica attenzione per la sofferenza negli animali presente nei ricercatori mettono in evidenza una distinzione importante e necessaria nei nostri rapporti con gli animali tra i livelli di dolore e di paura che possiamo occasionalmente infliggere.

Questa descrizione strettamente fisiologica della condizione di paura nelle carpe deve rafforzare la nostra attenzione nei rapporti con le specie. Mettere un animale in una condizione inevitabile di paura può essere altrettanto crudele che infliggergli un dolore fisico.

Saper distinguere anche fisiologicamente tra queste due condizioni apre un ulteriore spazio etico nella discussione sul dominio umano sulle specie. Le sanzioni morali e le leggi deliberate dell’uomo sono severe per chi costringe altri individui in una condizione di paura.

Ma quanto lo sono per chi pone in questa condizione soggetti non appartenenti alla nostra specie ma da essa non troppo distanti per le caratteristiche dei loro sistemi nervosi centrali che li abilitano a percepire molto di quanto anche noi sentiamo?

 

Tratto dal sito dell'ENPA

 
 
 

Post N° 27

Post n°27 pubblicato il 17 Ottobre 2007 da Veg.Is.Better

Ciao a tutti, purtroppo non sto partecipando molto al mio blog per vari problemi personali.

Mi piacerebbe trovare una cara persona che sarebbe disponibile a mandare avanti il mio blog con ricette e discutendo sugli argomenti della macellazione di queste povere creature dimenticate da tante persone che se li mangiano.

Inviatemi un messaggio privato se vi interessa diventare membri del mio blog, così vi mando l'invito.

Grazie di cuore a tutti coloro che hanno lasciato un dolce commento, ogni tanto ci vuole specialmente in questo periodo che sto sempre nervosa .

Ciau a tutti.

 
 
 

Post N° 26

Post n°26 pubblicato il 11 Settembre 2007 da Veg.Is.Better
 

Faccio girare questo simpaticissimo articolo di una carissima buongustaia vagana, premetto che io non ho mai assaggiato gli affettati perchè fanno davvero senso, dicono che il loro sapore è molto simile a quello della carne. 

Comunque meglio gli affettati vegetali  che animali morti e sofferenti.

PROSCIUTTO VEGAN

www.erbaviola.com 

Ieri sera, insieme a un gustosissimo melone bio che sapeva proprio di melone, acquistato da TerraCammina (Terracammina, Alimenti da agricoltura biologica e prodotti ecologici - via Caprera 17, Vigevano - Tel 0381.20218) ci siamo regalati questo piatto di affettati vegan che ci ha lasciati deliziati :) Anche gli affettati li abbiamo presi da TerraCammina ma quelli del Muscolo di Grano si posson acquistare anche online, per chi non è in zona. Gli affettati nella foto sono, da sinistra a destra:

  • salame Wheaty (www.wheaty.de): più simile al salame tedesco che a quello italiano, interamente vegetale, leggermente piccante e molto buono. Provato anche con i panini, è ottimo! Come il salame tedesco, è più una via di mezzo tra salame e mortadella per noi italiani. E’ ottimo anche per i non vegani che vogliono togliersi lo sfizio di un panino al salame a bassissimo contenuto calorico, è infatti privo di grassi. Poi magari vi viene anche voglia di continuare a mangiare senza squartare maiali ;)
  • affettato pizzottera affumicato di Muscolo di Grano (www.muscolodigrano.it) E’ tipo una cima genovese, con erbe aromatiche. Le fette sono giganti e spesse, volendo usarle per i panini, basta una fetta per due panini. Completamente vegetale, a base di glutine di frumento, anche quesso a basso contenuto calorico e di grassi, sul sito ci sono le schede complete dei prodotti.
  • affettato arrosto di Muscolo di Grano (www.muscolodigrano.it) come sopra, è un affettato tipo arrosto freddo, con fette spesse e grandi, ottime anche per panini.

Insomma: anche i vegani hanno i loro salumi, non credete a chi dice che mangiamo solo verdura .. non ci crede nemmeno la mia bilancia infatti :-P

Fonte: www.erbaviola.com

 
 
 

Post N° 25

Post n°25 pubblicato il 11 Settembre 2007 da Veg.Is.Better
 

SALUTE

Piccoli vegetariani crescono

di Daniele Fanelli

Il pediatra Luciano Proietti sfata un vecchio pregiudizio. E spiega che anche una dieta priva di carne può assicurare ai bambini il giusto apporto di valori nutrizionali

Luciano Proietti è medico-chirurgo, specializzato in pediatria e chirurgia pediatrica. Ha lavorato per vent'anni all'Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, e dal 1975 collabora a ricerche sulla dieta vegetariana con l'Università di Torino. Con il libro "Figli vegetariani" intende, spiega, "evitare che i genitori contrari alla carne commettano errori".

Quale dieta è ideale per i bambini?

"Una dieta funzionale per la crescita può essere sia carnivora che vegetariana. Nel primo caso, però, non si dovrebbe dare carne ai bambini più di una volta la settimana; e nei piccoli non allattati al seno non più di una volta al giorno. Nel secondo caso, invece, occorre evitare un eccesso di fibre, e sopperire ad alcune carenze vitaminiche. Da tempo, comunque, non c'è più controversia sull'argomento: già nel 1995 l'Accademia Americana di Pediatria ha affermato che una alimentazione vegetariana equilibrata è adatta anche in età pediatrica e consente di evitare molte patologie".

Allora perché quasi nessuno consiglia una dieta vegetariana?

"È un problema innanzitutto culturale. Il nostro ambiente non è pronto a ricevere questo messaggio. Poi esiste una notevole disinformazione, a tutti i livelli. E i pediatri preferiscono non rischiare errori gravi, che li porterebbero in tribunale. Nei bambini è più sicuro eccedere con la carne che diminuirla, anche se si causano obesità e altre malattie".

Pensa che esistano anche conflitti di interessi?

"Certamente. Una ricerca finanziata dalle industrie casearie, per esempio, non potrà certo parlare male di latte e formaggio. E facendo certe affermazioni in televisione si possono mandare in crisi interi settori industriali: si pensi all'influenza aviaria. Io stesso sono andato qualche volta in televisione, e mi hanno sconsigliato di fare certe affermazioni, oppure le hanno tagliate dalla registrazione e non mi hanno più invitato".

È una situazione destinata a cambiare?

"Ho sempre pensato che la verità vada avanti da sola. Ma ci vuole tempo perché i dati scientifici siano accolti dalla medicina accademica, poi dai medici operanti e infine dalla gente. In trent'anni, comunque, c'è stata una rivoluzione alimentare straordinaria. Oggi tutti consigliano più vegetali e meno cibo animale. E il formaggio non è più considerato un fine-pasto, ma un secondo piatto. Occorre continuare a dare un'informazione corretta, e piano piano arriverà a tutti".

Fonte: L'esperesso

 
 
 

Post N° 24

Post n°24 pubblicato il 18 Agosto 2007 da Veg.Is.Better
 

Le uova si possono sostituire con

(dosi per uovo da sostituire):

60 gr di tofu tenero miscelato con dell'acqua,

può essere usato per dare consistenza,

o la stessa quantità di purea di fagioli o di patate, o di burro di noci.

Nei dolci le uova, in alcune preparazioni (ad es. nelle torte),

possono essere sostituite con le banane (1 uovo = 1 banana spappolata). Un altro possibile sostituto è il kuzu, una polvere bianca ricavata dalla radice di una pianta: sciogliendola nell'acqua calda diventa una specie di gelatina appiccicosa che funziona da legante nelle ricette. O ancora, è possibile sostituire ogni uovo con 2 cucchiai di amido di granoturco, oppure con 2 cucchiai di fecola di patate, con semi di lino triturati o con farina di ceci, arrow root (amido di maranta arundinacea), polvere di latte di soia, tofu schiacciato.

Oppure con la purea di una mezza banana o un quarto di tazza di purea di mele o di altra frutta.

Si può anche mescolare un cucchiaio di semi di lino

(si trovano nei negozi di alimentazione naturale)

con tre cucchiai di acqua e farli bollire per 10 minuti o comunque

finché non si ottiene la consistenza desiderata.

Infine un cucchiaino di farina di soia e un cucchiaio di acqua possono sostituire un uovo.
Le uova possono spesso essere semplicemente omesse, nelle torte ad esempio non sono sempre essenziali. Ad ogni modo si possono sostituire anche con una pastella di acqua e:

  • farina di ceci
  • arrow root (amido di amaranta arundinacea)
  • fecola di patate
  • polvere di latte di soia

Oppure, dal sito di ricette Vegan3000  “ Il kuzu è una polvere bianca ricavata dalla radice di una pianta: sciogliendola nell'acqua calda diventa una specie di gelatina appiccicosa che funziona da legante nelle ricette”

 
 
 

Post N° 23

Post n°23 pubblicato il 18 Agosto 2007 da Veg.Is.Better

Per avere delle galline ovaiole sono necessarie delle uova fertili; dalla metà di queste uova nasceranno però anche pulcini maschi. Questi vengono uccisi immediatamente o allevati per ottenere galletti (generalmente in allevamenti intensivi) che saranno macellati non appena raggiungono un peso economicamente favorevole. Quindi per ogni gallina che gironzola felicemente nell'aia di qualche fattoria o nel giardino di qualche contadino pagando l'affitto con un uovo non fertile al giorno (certo, se sapesse mercanteggiare...), un galletto della stessa covata sta trascorrendo la sua straziante vita in un allevamento intensivo o è già stato ucciso oppure semplicemente gettato via, come spazzatura. Ogni anno solamente in Gran Bretagna vengono uccisi oltre trentacinque milioni di pulcini di un giorno di vita: sono usati principalmente come fertilizzante o scaricati in qualche interramento. Le stesse galline vengono uccise non appena la loro produzione decresce. Bisogna inoltre considerare il fatto che molte galline che si pensa vengano allevate a terra vivono invece in condizioni ben diverse: sono rinchiuse in enormi capannoni dove hanno effettivamente la possibilità di uscire all'aria aperta, ma in realtà, dal momento che il cibo e la luce sono all'interno, le galline non si avventurano mai fuori dal capannone.

Uova da batteria

immagine

Un destino ancora peggiore attende le galline costrette negli allevamenti in batteria, ed è da queste che si ottengono la stragrande maggioranza delle uova vendute e praticamente tutte le uova utilizzate nella preparazione di paste dolci ecc. Le galline in batteria sono degli uccelli frustrati, ansiosi e tormentati, ammassate per dieci o dodici mesi in piccole gabbie di ferro assieme anche ad altre nove galline. In capannoni bui ed oscuri si trovano numerose file di queste gabbie che contengono da 50 a 125 mila uccelli. Sono rinchiuse per tutta la loro vita, senza la possibilità di muoversi e, a causa della perdita di calcio utilizzato per formare il guscio delle uova, sviluppano una grave forma di osteoporosi dovuta all'imprigionamento conosciuta come sfinimento della gallina ovaiola. Completamente prive di calcio, milioni di galline finiscono paralizzate e muoiono di fame e sete a pochi centimetri dal cibo e dall'acqua. Alle galline in batteria viene tagliato il becco con una macchina dotata di una lama rovente una o due volte durante la loro vita; la prima volta quando hanno un giorno di vita e poi a sette settimane poiché il becco di un animale giovane può ricrescere. Il taglio del becco provoca fortissimi dolori cronici che alcuni ricercatori paragonano al dolore dell'arto fantasma o di un arto monco. Tra la parte cornea e l'osso del becco si trova uno strato spesso di tessuto estremamente sensibile. La lama rovente passa attraverso questo tessuto rendendo disabile la gallina, che non è più in grado di mangiare, bere, pulirsi il becco e lisciarsi le piume normalmente. Il taglio del becco viene effettuato per limitare gli effetti del frenetico beccarsi che a volte manifestano le galline, animali creati dalla natura per vagare liberi, graffiare e becchettare il terreno tutto il giorno, e non per essere imprigionate a vita. Gli animali privati di parte del becco non sono in grado di alimentarsi normalmente e patiscono continuamente dolori e stress, mangiano quindi meno, non sprecano il mangime, e consumano meno energia che gli uccelli integri.

La razza delle galline ovaiole è selezionata per le uova, e le norme comunitarie europee stabiliscono che i pulcini maschi devono essere soppressi alla nascita - gasati oppure tritati vivi. Solo in Italia vengono uccisi ogni anno centinaia di milioni di pulcini maschi di galline ovaiole, quasi tutti nati in due grandi allevamenti di cui uno a Cocconato d'Asti. E' una quantità così grande che rende impossibile lo smaltimento, e le farine animali prodotte vengono in parte utilizzate come cibo per altri animali.

 
 
 
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