AZZURRI A CITTADELLA

BLOG DI FORZA ITALIA A CITTADELLA ( PDL )- QUELLA VERA!!

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Il nostro assessore allo sport fa proprio cilecca!!! ......
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STIAMO PER TORNARE

Post n°138 pubblicato il 29 Dicembre 2008 da cittadellainforma
 
Foto di cittadellainforma

DAI PRIMI GIORNI DEL 2009 IL BLOG RITORNA ALL'ATTIVITA'.

TENETEVI PRONTI.

STIAMO PER ARRIVARE.....................

E SARANNO C***I AMARI PER TUTTI!

 
 
 

SOSPENSIONE MOMENTANEA DEL BLOG

Post n°137 pubblicato il 03 Novembre 2008 da cittadellainforma

SI SOSPENDE MOMENTANEAMENTE QUESTO BLOG.

SI RIPRENDERA' APPENA POSSIBILE SI PRESUME QUANDO INIZIERA' L'ATTIVITA' ELETTORALE

VI TERREMO INFORMATI

CITTADELLA INFORMA

 
 
 

Post N° 136

Post n°136 pubblicato il 11 Luglio 2008 da roshengel

Sia luminosissima e piena di rose la tuagiornata!!!!! mille sorrisi dal cielo!!!!

 
 
 

PICCOLI PROGETTI CRESCONO

Post n°135 pubblicato il 10 Luglio 2008 da cittadellainforma

Venezia
In attesa del federalismo fiscale, il Veneto si ...
Venezia

In attesa del federalismo fiscale, il Veneto si accontenta del federalismo alimentare. Lo prevede la legge sulla promozione del consumo di prodotti agricoli veneti nelle mense e sulle tavole della ristorazione, nei mercati di piazza e nei supermercati approvata ieri dal consiglio regionale con 33 voti favorevoli e 16 astensioni. Si tratta di un progetto di iniziativa popolare promosso dalla Coldiretti e supportato da 25 mila firme di cittadini veneti sul quale la commissione agricoltura, presieduta da Clodovaldo Ruffato, non ha potuto mettere mano per regolamento e che ha quindi costretto l'aula a un complessa manovra emendativa per correggere parecchi dubbi di natura costituzionale e di conformità con le norme europee, tanto che l'articolo finale del testo approvato precisa che gli effetti della legge sono subordinati all'acquisizione del parere positivo di compatibilità da parte della Commissione europea.

La legge stabilisce, in primo luogo, che i gestori della ristorazione collettiva affidata da pubbliche amministrazioni (mense scolastiche, ospedali, comunità, ecc.) garantiscano nella preparazione dei pasti l'utilizzo di prodotti agricoli di origine veneta in misura non inferiore al 50 per cento, in termini di valore, di quelli usati complessivamente ogni anno. Nelle gare d'appalto, inoltre, costituirà titolo preferenziale per l'aggiudicazione l'utilizzo di prodotti regionali in misura superiore al 50 per cento. Quanto alla commercializzazione dei prodotti, per favorire l'incontro tra domanda e offerta e magari contenere i prezzi la legge facilita la vendita diretta al pubblico da parte dei produttori, cioè il cosiddetto farmer market. A questo scopo stabilisce che i Comuni possano riservare ai banchi degli agricoltori il 20 per cento del totale dei posti nei mercati al dettaglio nelle aree pubbliche per la vendita di prodotti regionali; e nel caso che tutti gli spazi siano già assegnati, i Comuni possono, in deroga alla legge 10/2001 sul commercio su aree pubbliche, istituire nuovi posteggi per venditori fino al raggiungimento della percentuale indicata.

La promozione del prodotto veneto avverrà anche in ristoranti, alberghi e negozi. Agli esercizi che si approvvigionino per almeno il 30 per cento di prodotti veneti la Regione assegnerà un apposito contrassegno, che garantirà ai clienti la presenza di prodotti del territorio. La legge approvata detta norme anche alla grande distribuzione strutture di vendita che dal 1. gennaio 2009 dovranno prevedere "appositi ed esclusivi" spazi per la vendita di prodotti agricoli regionali nel reparto dedicato al settore alimentare.

Plaude naturalmente la Coldiretti Veneto a quella che aveva battezzato come "legge del km zero". «È la prima norma in tutta Italia a sancire la preferenza ai prodotti regionali in mense collettive, ristorazione privata e grande distribuzione sottolinea il presidente Giorgio Piazza Le percentuali previste discriminano il prodotto di origine extraregionale o straniera ma valorizzano le tipicità locali consentendo ai consumatori di fare scelte consapevoli, sostenibili in termini di prezzo e meno impattanti sull'ambiente. E la Coldiretti segnala la sensibilità espressa da diverse amministrazioni comunali (Galliera Veneta, Tombolo, Porto Viro, Rosolina e Vittorio Veneto) che per i pasti degli alunni in mensa hanno disposto bandi coerenti agli obiettivi della legge.

Articolata la discussione in aula. Se Diego Cancian (Progetto Nordest) ha bollato la legge come «una stupidaggine», Nicola Atalmi e Pietrangelo Pettenò (Sinistra Arcobaleno) l'hanno definita «un buon segnale in direzione del coinvolgimento dei produttori e dei consumatori». «Astensione benevola» da parte di Raffaele Grazia (Veneto-Ppe), voto a favore di Gustavo Franchetto (Italia dei valori) «per premiare le buone intenzioni». Astenuto anche Nereo Laroni (Nuovo Psi) perché «a propositi condivisibili nel testo seguono strumenti inaccettabili che stanno a metà strada tra una visione kolkoziana di stampo sovietico e un'ispirazione autarchica da "ventennio" fascista». Raffaele Zanon ha annunciato il voto favorevole del gruppo di An, mentre quello del Pd, Giovanni Gallo, ha parlato di un'astensione «molto critica». Favorevoli Francesco Piccolo (Movimento popolare veneto), Carlo Covi (Pse) e Onorio De Boni (Udc) mentre Marco Zabotti (Per il Veneto con Carraro) ha parlato di «una piccola, grande occasione perduta». «Con questa legge, la prima approvata da una Regione italiana - ha concluso Dario Bond (Forza Italia) relatore del provvedimento - siamo agli inizi di un percorso legislativo che intende aiutare da una parte i produttori agricoli veneti e dall'altra i consumatori». Europa permettendo.

Giuseppe Tedesco

 
 
 

VIVETECI VOI, ALLORA...............

Post n°134 pubblicato il 10 Luglio 2008 da cittadellainforma

L’Esercito in arrivo
Contrordine compagni, Padova è sicura
(rp) Fermi tutti. Ieri leggendo i giornali abbiamo scoperto che a Padova, secondo taluni, non c'è un problema sicurezza e che l'esigenza di un maggior controllo del territorio è una bizzarra fantasia di qualcuno. Sul territorio padovano, ci hanno spiegato costoro, sono schierate forze di polizia in numero più che adeguato alle esigenze, solo che non sono capaci di coordinarsi (insomma è colpa loro). Ovvia conclusione: i militari che il governo ha deciso di inviare a Padova per garantire un maggior controllo della città sarebbero del tutto inutili. Anzi il loro invio, come ha chiosato l'ineffabile assessore Ruffini (ma non solo lei, purtroppo), è un'operazione di pura propaganda. Li mandino al Sud, ha suggerito la solerte amministratrice, che lì invece servono davvero. Nulla di nuovo sotto il sole verrebbe da dire ricordando che costoro che oggi etichettano come bischerata l'invio dei militari a Padova, sono gli stessi che cercarono di spiegarci che quello eretto in via Anelli non era un vero Muro ma, al massimo, una barriera e che neppure lì, in fondo, c'era una vera emergenza. Ce ne facciamo una ragione: non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere. A noi che cerchiamo di guardare la realtà per quella che è e non attraverso i filtri dell'ideologia e degli interessi elettorali, sembra che a Padova un problema sicurezza esista. E sia sotto gli occhi di tutti. Anche, per fortuna, del sindaco Zanonato. Per questo i militari che arriveranno in città non possono che essere benvenuti. Tanti (meglio) o pochi che siano.

 
 
 

ma le ronde padane sono andate al mare?

Post n°133 pubblicato il 24 Giugno 2008 da cittadellainforma

Cittadella
Un tombino scagliato ...
Cittadella

Un tombino scagliato contro la vetrata del locale. Una tecnica di scasso che ormai è diventata "firma d'autore". Banda del tombino in azione anche domenica notte. A farne le spese, questa volta, il bar "Stazione fs", che si trova a fianco della stazione ferroviaria. «Avevamo chiuso all'una - racconta il titolare Giuseppe Beltramello - Alle due e mezza è suonato l'allarme. È collegato al telefono di casa. Ci siamo precipitati nel locale, siamo arrivati assieme ai carabinieri. Ma i ladri se l'erano già squagliata. Sono bastati dieci minuti. Hanno forzato le inferiate con un piede di porco, e per entrare si sono fatti strada frantumando la vetrata con un tombino. Avevano dei sacchi, li hanno riempiti di sigarette, e di biglietti del "Gratta e vinci". Hanno aperto la cassa e portato via tutti i soldi che c'erano dentro. Non era chiusa a chiave. La lascio aperta tutte le sere. Per evitare che in caso di furto i ladri oltre a portare via i soldi mi rompano anche la cassa, costringendomi a comprarne una nuova, come è successo due anni fa». Secondo la testimonianza di un amico di Beltramello, che abita lì vicino, i malviventi sarebbero stati quattro o cinque. Sono entrati attraverso la porta del bar che si trova dalla parte dei binari, per essere più nascosti. È la parte più buia della zona, la stessa per la quale sarebbero poi fuggiti. A piedi, verso Borgo Padova, o Borgo Musiletto. «Il bottino è di circa tremila euro - afferma Beltramello -. Più i danni al locale, altri duemila euro. Ormai è diventato un disastro. È impossibile difendersi. Non so più cosa fare, sono blindato come una banca ma riescono a entrare lo stesso. Ormai non passa un giorno senza un colpo della banda del tombino».

nota del rompitesta: dobbiamo tornare a riappropriarci del nostro territorio non solo a slogan o a proclami. SIATE VIGILI.

 
 
 

COLONNA SONORA DE LA MIA AFRICA

Post n°132 pubblicato il 23 Giugno 2008 da cittadellainforma

non vi sembra che forse un po' d'Africa non ci farebbe male?

 
 
 

due giornali, due versioni; chi ha ragione?

Post n°131 pubblicato il 23 Giugno 2008 da cittadellainforma
Foto di cittadellainforma

il mattino

IL CASO DI DON STANTE SGUOTTI

Cronista cacciato
Mattiazzo: «In chiesa comando io. Fuori»

Cacciato prima dell'inizio della celebrazione. E accompagnato da monsignor Antonio Mattiazzo fino alla porta della chiesa di San Bartolomeo. Gianni Biasetto, collaboratore del nostro giornale, era seduto insieme alla moglie su una delle panche laterali per assistere alla messa del presule, venuto a Monterosso per calare definitivamente il sipario sulla vicenda che ha coinvolto l'ex parroco della comunità. Poco prima delle 10 il vescovo entra in chiesa dal portone principale assieme al suo segretario-cerimoniere e al parroco di Monterosso, don Danilo Zanella. Viene applaudito dai fedeli. Giunto a metà della navata si ferma e, guardandosi attorno, chiede: «Dov'è Biasetto? C'è Biasetto?». In chiesa cala il silenzio.

Biasetto si alza e, passando tra i banchi, gli va incontro. «Lei deve uscire dalla chiesa», gli intima subito il presule. Il giornalista gli fa notare che si trova in chiesa per assistere alla messa, ma pronta arriva la replica. «In chiesa comando io, lei va fuori», ribatte autoritario. Mentre alle sue spalle compare un carabiniere, pronto a dare il suo supporto. Ma il presule accompagna direttamente Biasetto fino all'uscita, tenendolo per un braccio. E giunto alla porta della chiesa ribadisce ad alta voce, ammonendolo con il dito alzato a non rientrare. «Lei deve uscire, qui comando io». Con Biasetto escono anche tre fedeli. Uno è un componente il Consiglio pastorale, indignato per l'accaduto. «Mi sono sentito offeso ed umiliato - commenta Biasetto - Sono un cattolico praticante e quanto è successo mi imbarazza molto, in quanto sono stato additato come non degno di stare in chiesa davanti a tutta la comunità. La mia sola colpa, se lo è, è di aver fatto il mio lavoro ed aver scritto la verità».
il gazzettino
ABANO Monsignor Mattiazzo celebra la messa a Monterosso assieme a don Danilo Zanella: «In questa chiesa adesso è tornata la luce»
Il vescovo benedice il parroco del dopo Sante
Cala il sipario sul prete innamorato. Ma il presule attacca duramente i giornalisti ed "espelle" un cronista dalla funzione
Abano Terme

"Le forze delle tenebre si sono scatenate utilizzando l'inganno e la menzogna ma non hanno vinto. Alla fine anche la parrocchia di Monterosso ha visto la luce del Signore e anche qui la verità è tornata a splendere". Le parole del vescovo Antonio Mattiazzo non sono certo casuali. Tanto più ad un anno esatto di distanza dall'esplosione dello scandalo don Sante. Ed è quasi per apporre ancora una volta il "marchio" della Curia che il vescovo ha deciso di celebrare ieri mattina la messa domenicale nella parrocchia di Monterosso. Di fronte a lui la chiesa gremita di fedeli. Solo di fedeli visto che, come spesso accade, il vescovo non ha permesso la partecipazione alla funzione di giornalisti e fotografi. Anzi, prima della messa Mattiazzo ha chiesto se tra i presenti vi fosse il giornalista di un'altra testata, che come noi, aveva seguito la vicenda dell'ex parroco Sante Sguotti. Quindi lo ha preso sottobraccio accompagnandolo fuori dalla chiesa."Ho voluto venire per dimostrare ancora una volta - ha poi continuato - che io ho seguito questa parrocchia e le sue vicende e che la continuo a seguire attraverso le preghiere, ma anche perseguendo la chiarezza, la serietà e la fortezza d'animo".

Quella "chiarezza, serietà e fortezza d'animo" che ha portato il vescovo ad allontanare don Sante Sguotti dalla parrocchia a seguito di alcune voci (poi confermate anche dallo stesso prete) di una sua paternità. Il vescovo è tornato a Monterosso insomma nel primo anniversario dai primi colloqui che avevano portato l'allora parroco di Monterosso a spiegare in Curia il perché di alcune voci e pareri che da tempo giravano di bocca in bocca in paese. Il caso don Sante è poi esploso nell'agosto dello scorso anno con l'uscita allo scoperto dello stesso prete. Da allora per la comunità di Monterosso si è aperto un periodo che ha messo a dura prova la propria fede è che è si è risolto solo con l'arrivo, nello scorso ottobre, di don Giovanni Brusegan e in tempi più recenti (lo scorso aprile) di don Danilo Zanella.

Ora la comunità sembra aver recuperato la sua serenità ma le cicatrici di una vicenda che indubbiamente ha fatto soffrire molti fedeli ancora sono ben visibili. E proprio di questo il vescovo Mattiazzo ha scelto di parlare nell'omelia domenicale. "Qui abbiamo imparato a superare le divisioni, a recuperare l'unità - ha continuato il vescovo - e ciò ha significato anche recuperare la comunione con il vescovo e con il Papa (autorità che lo stesso don Sante in più occasioni ha dimostrato di non voler rispettare, ndr)". Mattiazzo dal pulpito è poi tornato a puntare il dito contro i giornalisti e i media, argomento non nuovo per il vescovo che già in passato ha dimostrato la sua sfiducia verso il mondo dell'informazione. "L'80 per cento delle notizie che ogni giorno vediamo nei tg o leggiamo nei giornali - ha continuato - mostrano le cose negative, le brutte notizie e questo ci ricorda quanto male c'è nel mondo. Si tratta di un esercito di virus, di microbi che ogni giorno assaltano il nostro corpo. Noi, esattamente come accade per l'influenza, dobbiamo vaccinarci, dobbiamo vincere la paura e l'incertezza che le brutte notizie fanno nascere in noi e l'unica arma che abbiamo a disposizione è la fede in Dio".

A concelebrare la funzione anche don Danilo Zanella, nominato ufficialmente il nuovo parroco di Monterosso lo scorso aprile. E proprio in compagnia di don Zanella il vescovo, a conclusione delle celebrazione, si è intrattenuto a lungo per discutere della parrocchia, delle iniziative organizzate per i giovani, del modo in cui i fedeli stanno superando il caso don Sante. E d'altra parte non è difficile capire che per molti parrocchiani è stata una vera tortura vedere il proprio amato parroco, quella stessa persona alla quale tante volte hanno confessato i propri peccati, ammettere di essere innamorato, di essere diventato padre e di aver costantemente mentito a tutti nell'ultimo anno.

Riccardo Bastianello


 
 
 

perchè delle volte si preferisce tacere................

Post n°130 pubblicato il 23 Giugno 2008 da cittadellainforma

così quasi per diletto mi sono ricordato di tacere e fare un passo indietro.

Che guerra!

Che battaglia!

tutto covava tra le ceneri..

a quando i primi a soccombere?

intanto si fa la gara a chi fa meno

e il cittadino s'incazza di brutto

e noi a baruffar e inventarsi di tutto per massacrarci

altro che partito unico, questo è il partito UNICUM ( come l'amaro )

a la pr. f.

arderio batagin

 
 
 

ah,ah che avevamo detto? aspettavamo notizie da tempo..............

Post n°129 pubblicato il 23 Giugno 2008 da cittadellainforma

Venezia
Si sta consumando l'idillio ...
dal gazzettino
Venezia

Si sta consumando l'idillio tra Forza Italia e Lega. Più in Veneto che a Roma dove, alla Camera, durante alcune votazioni la maggioranza è stata battuta per l'unico sentire del Carroccio con l'opposizione. A Nordest le polveri le ha accese, settimane fa, il governatore Giancarlo Galan con l'obiettivo di fondare un Partito della Libertà in salsa veneta, con piena autonomia dal partito nazionale e con una linea politica specifica che punti direttamente al federalismo a tutti i livelli, per primo quello fiscale. Terreno di "pascolo" che finora ha avuto un unico proprietario, quella Lega che, parlando di autonomia, è riuscita a portar via consensi a destra e a manca alle ultime elezioni politiche.

Ora Fi ha rialzato la testa. «Vogliamo il Pdl del Veneto, subito» hanno gridato gli azzurri nostrani in faccia al nuovo coordinatore nazionale Denis Verdini. Che pare non aver ben compreso "l'invito" ribadito sabato dal collega veneto Niccolò Ghedini. La discesa in campo di Galan sui temi federalisti, (con l'appoggio di An) ha rimesso in gioco i rapporti con l'amico Giampaolo Gobbo "plenipotenziario" di Bossi. Che ora si sente tagliare l'erba sotto i piedi. E per questo chiede l'intervento immediato del Senatùr.

Affilate le parole di Gobbo che esce allo scoperto legittimando la Lega come unico "partito del federalismo": «Sono stanco delle esternazioni di Galan» afferma riferendosi al progetto galaniano del partito unico del centrodestra su base regionale. E ricorda che «abbiamo fatto un patto per il Veneto con gli amici di Fi e An. Il governatore, però, ora sceglie di fondare un Pdl veneto, solo per cercare e proporre l'antitesi alla Lega. Non vorrei ritentasse il gioco delle divisioni del 1998». Più chiaramente: «Non attacchiamo nessuno, però Galan deve smetterla di girare per la regione lanciando critiche ad ogni presentazione del suo libro: "Il Nordest sono io". Non può denigrare chi sostiene la nostra economia. Adesso sta attaccando il sistema veneto, dopo 13 anni di convivenza: poteva pensarci prima, quando faceva quello che ora critica». Gobbo ironico: «Ricordo che anche Illy, prima delle regionali, ha pubblicato una "autobiografia", poi è andato a casa. Non vorrei che anche Galan... (risata, ndr.) Diciamo che Galan sta soffrendo della sindrome di accerchiamento». Come risultato, il leghista, vede «andare in frantumi lo spirito di compattezza che ha contraddistinto il governo nazionale. Questo grazie ai personalismi di chi si pone a leader di un nuovo partito». La ricetta: «Domani (oggi, per chi legge, ndr.) porterò in consiglio federale a Milano la situazione del Veneto e discuteremo con Bossi il da farsi».

Pronto intervento di uno dei "colonnelli" di Galan, il trevigiano Fabio Gava che domani ufficializzerà l'abbandono dell'assessorato regionale per dedicarsi alla causa veneta alla Camera. Gobbo ce l'ha con voi. «Non capisco questo nervosismo. Il Pdl veneto vuol dire due cose: avere più autonomia da Roma nel selezionare la classe dirigente e nella formazione delle liste elettorali; e questo alla Lega non vedo cosa importi». La seconda cosa? «Questa può dar fastidio alla Lega: una maggiore attenzione a problemi e esigenze locali...». Vuol dire che il Carroccio soffre perché anche voi volete "parlare" di più veneto? «Già. Vede, il federalismo fiscale è complicato da realizzare: per questo mi preoccupo quando registro che ad ogni occasione per fare un piccolo passo avanti si fanno invece passi in direzione opposta». Gava concede che quanto al tema dei rifiuti in Campania «la Lega ha ragione quando dice che è giusto che quella regione restituisca i fondi che otterrà per risolvere il problema evitando disparità con le regioni che pagano di tasca propria». Ancora: «Bene l'abolizione dell'Ici, chiarendo che quest'anno lo Stato garantisce la copertura ma il prossimo anno va garantito ai comuni parte del gettito Irpef...». Vero, il Pdl sta imbarcando il "movimento del 20\%" dei sindaci veneti quelli della Lega esclusi perché hanno disertato l'iniziativa. Quindi? «Questi temi, tradotti in pressanti richieste garantiscono alla Lega una rendita di posizione. Questo contestiamo». Un po' di autocritica, loro forse hanno riempito un vuoto. «Per carità, La Lega fa bene il suo mestiere. Ora non possiamo più permettere che la Lega sia partito di governo e contestualmente di opposizione».

Questo il messaggio che Gava porta nelle stanze romane per arrivare alla legittimazione del Pdl Veneto «che si otterrà solo col Pdl federato, come predica Galan. E se alla Lega disturba, pazienza». Provocazione finale: «Alle amministrarive del 2009, Gobbo è disposto a far correre la Lega con il Pdl in tutti i comuni?».

A Gobbo la risposta.

Giorgio Gasco

 
 
 

GRAN FERMENTO PRE ELETTORALE

Post n°128 pubblicato il 13 Giugno 2008 da cittadellainforma
Foto di cittadellainforma

TUTTI CONTRO TUTTI.

QUESTA E' LA SENSAZIONE

FINITO GIA' IL PERIODO DI ALLEANZE STRATEGICHE?

LA CAMPAGNA ELETTORALE PER LE PROSSIME AMMINISTRATIVE PARTE DA LONTANO

CONTERA' PIU' LA PANCIA O LA MENTE?

STA A NOI SCOPRIRLO

.BUON LAVORO

 
 
 

EL CONDOMINIO RABALTA'

Post n°127 pubblicato il 11 Giugno 2008 da cittadellainforma
Foto di cittadellainforma

IN QUESTI GIORNI SI FA UN GRAN PARLARE DI PATI E ALTRO.

MA ZITTO ZITTO, QUIETO QUIETO E' SORTO IN MEZZO AD UNA ZONA RESIDENZIALE DI BELLE CASETTE, VILLE E PICCOLI CONDOMINI UNO DEI MIGLIORI ESEMPI DI BRUTTURA ARCHITETTONICA SI POSSA VEDERE IN GIRO.... EL CONDOMINIO RABALTA'!

VERO ESEMPIO DI DEMOCRAZIA EDILIZIA.

COMPLIMENTI!

SEGUE FOTO

 
 
 

cos'è il 3° tempo? quello vero!

Post n°126 pubblicato il 09 Giugno 2008 da cittadellainforma
Foto di cittadellainforma

Terzo tempo in un museo dal ns. in viatos Giuseppe Loriggiola ( in foto )
Dopo il test match contro l'Irlanda, gli All Blacks si sono ritrovati al Te Papa, un museo che celebra la storia neozelandese dalle origini della cultura maori. Consegnato il cap ai due esordienti, Tuitakave e Thomson
Il neozelandese Smith nel test match contro l'Irlanda. Reuters
Il neozelandese Smith nel test match contro l'Irlanda. Reuters
WELLINGTON (Nuova Zelanda), 9 giugno 2008 - La conferenza-stampa si tiene nelle viscere del Westpac Stadium: un hangar è stato trasformato in una sala con sedie e tavolone (microfoni e bottiglie di acqua minerale) per gli intervistati, sedie e tavolini (computer) per gli intervistatori, e pannelli di separazione su cui compaiono i nomi degli sponsor. Tutto molto ordinato. Telecamere e operatori stanno alle spalle dei giornalisti. Anche i fotografi sono discreti, non invadono il campo. Appena non ci sono più domande, si va tutti nella zona mista. La zona mista è il luogo dove si può parlare con gli stessi tecnici e giocatori, più tutti gli altri giocatori. E’ di fianco alla sala della conferenza-stampa, con altri pannelli che separano i diversi gruppetti formati da giornalisti, operatori con le telecamere, tecnici e giocatori. Altre domande, stesse risposte, aria più informale. Ma non è aria di festa: gli All Blacks hanno vinto e basta, gli irlandesi hanno perso non solo la partita, ma anche un’occasione d’oro. Prima di risalire sul pullman, uno spiraglio proietta nello stadio: l’erba è zuppa, le platee altissime, il campo immenso.
TE PAPA - Il terzo tempo si tiene in un museo: si chiama Te Papa, che i neozelandesi hanno ribattezzato "our place", il nostro posto, perché lì c’è dentro tutta la loro storia, a cominciare dalla cultura maori. Da pochi giorni è stata inaugurata la mostra "Moving Towards A Balanced Earth", andando verso una terra in equilibrio, lo slogan è "CO2, Kick The Habit!", anidride carbonica, dà un calcio alle tue abitudini. Agli artisti si chiedeva di esplorare nuove visioni e proposte per un mondo sostenibile. Il Te Papa è aperto tutti i giorni dell’anno, anche a Pasqua, anche a Natale, e l’ingresso è libero. Stavolta, invece, l’ingresso è riservato: bisogna mostrare un pass o un braccialetto azzurro.
FESTA - Ascensore. Quarto piano. E’ qui la festa. Un trio suona jazz, cameriere farfalleggiano con calici di vino o bottigliette di birra, peperoncini ripieni di cous cous e tartine con gamberetti, camerieri offrono mini panini con hamburger. Vecchie glorie, giovani donne, dirigenti della Nzru. Finché arrivano i giocatori, divise ufficiali, giacca e cravatta. Carter, Muliaina, Mealamu... O’Gara, Reddan, Horan... Mangiano, bevono, chiacchierano. Poi giunge il momento dei discorsi. Su una sorta di podio, al microfono, prima Richie McCaw e poi Paul O’Connell ringraziano tutti, dagli arbitri agli esordienti, dagli sponsor che continuano a sostenerli agli avversari per il fair play. Applausi.
ESORDIENTI - Poi tocca agli esordienti, i due neozelandesi, Anthony Tuitakave e Adam Thomson, rispettivamente All Black numero 1072 e All Black numero 1073 nella storia della "squadra che tutti vogliono vedere e nessuno incontrare", anche se qualche migliaia, stasera, ha preferito uscire con la moglie o rimanere a casa alla tv. A Tuitakave e a Thomson viene consegnato il "cap", un cappellino verde con strisce gialle, quello della loro prima presenza ufficiale in campo. Thomson ammette che "quando ho ricevuto la maglia e quando ho, non più ascoltato, ma partecipato all’haka, mi sono sentito parte integrante ed eterna di una grande famiglia". Applausi. Infine parla un manager, che sottolinea l’importanza della Iveco Series, confessa che non si parla mai di New Zealand ma di All Blacks, spiega come All Blacks e camion - in fondo - si assomiglino. Applausi. E si ricomincia a mangiare, bere, chiacchierare. Il primo ad andarsene è Leon MacDonald. Trent’anni, estremo, uno dei due All Blacks sotto il numero mille (lui il 995 della storia, l’altro vecchio è Greg Somerville, 30 anni, pilone, numero 991). Per MacDonald è stata la 52ª partita in Nazionale, lui è uno dei 27 All Blacks ad aver collezionato più di 50 presenze. Stavolta è entrato a metà del secondo tempo, a giochi fatti. A occhio, non si è divertito. Né in campo, né al Te Papa. Invece il divertimento comincia adesso.
(4 - continua)
dal nostro inviato ( nel riquadro ) 

 
 
 

scelta dal gazzettino

Post n°125 pubblicato il 09 Giugno 2008 da cittadellainforma
Foto di cittadellainforma

Cremona
NOSTRO INVIATO
La ...
Cremona

NOSTRO INVIATO

La sala stampa dello Zini racchiude una situazione irreale: le gentilissime ragazze che prima della gara ci hanno portato la formazione, piangono tutte. E che pianto. Lacrimoni grigiorossi a go-go. Qualche addetto ai lavori più anziano cerca di consolarle, ma siamo al border line della disperazione.

Arriva la famiglia Gabrielli, il padre Angelo e i figli Piergiorgio e Andrea. In silenzio, il presidentissimo abbraccia uno per uno tutti i giornalisti padovani: un gesto spontaneo, al quale non siamo abituati (anzi...) e che crea unanime commozione. Angelo Gabrielli, che ha seguito l'incontro in panchina, si siede: «Ho perso il fiato e anche la voce. È una emozione grandissima per un Cittadella impostato per arrivare a disputare una prova del genere nella finale. Non ho parole per esprimere il mio plauso per una squadra infinitamente grande in questo campionato. Arrivare al primo posto direttamente sarebbe stato un bel traguardo, ma la soddisfazione è ancora maggiore per l'escalation dimostrata nei play off. Abbiamo superato una Cremonese completa in tutti i suoi carismi. Il Cittadella arriva da una serie di anni programmati, è stato superlativo. Però... non sono ancora convinto di avere vinto la finale».

Scherziamo con il presidente, "confermandogli" il 3-1, e a sua volta Gabrielli scherza: «Beh, adesso che me lo dite voi... La società da oggi sarà all'opera per costruire squadra e collaboratori. Questo successo è strameritato». Quindi, Foscarini sarà l'allenatore del Cittadella anche per il campionato 2008-2009. «Sì, si va avanti tutti. E così vengono smentite certe voci giornalistiche apparse nei giorni scorsi (il tecnico al Pergocrema o all'Albinoleffe, ndr). Sarà un campionato duro, che onoreremo con correttezza e impegno, come sempre abbiamo fatto. È importante dare il buon esempio, soprattutto in tempi come questi».

È l'emozione più intensa? «In settimana ho anche avuto qualche momento di pessimismo per questo partita, che non rientra nel mio carattere: il pubblico della Cremonese, la loro voglia di vincere...». Un collega di Cremona cita a Gabrielli il presidente Giovanni Arvedi. «Certo, lo conosco per motivi di lavoro, e gli auguro di guadagnare la promozione l'anno prossimo». I due primi dirigenti granata e grigiorosso lavorano infatti nello stesso settore siderurgico. «Il momento peggiore della gara - continua il presidente - è stato tra il rigore mancato e la nostra terza rete. I gol - sottolinea - portano la firma di Meggiorini, Coralli e De Gasperi, a dimostrazione che l'attacco sa segnare».

Più bella la serie B conquistata a Cremona o quella di otto anni fa al Bentegodi con il Brescello?. «Non c'è paragone: questa». E con spirito di umorismo mostra il suo abito firmato Lebole: «È la quarta volta che lo indosso apposta per questi incontri di play off, e mi ha sempre portato fortuna. La Lebole credo che non ci sia neppure più». Arriva al cellulare la telefonata di congratulazioni del sindaco di Cittadella, Massimo Bitonci, ad Angelo Gabrielli. Il presidente gli dice: «Questa promozione è un omaggio a tutta la comunità di Cittadella. Grazie, è una immensa felicità».

Felicità strameritata, per un presidente da 42 anni alla guida della società granata. Gli facciamo notare che il progetto triennale con Ezio Glerean ha portato il Cittadella in serie B, e ieri il progetto sposato tre anni fa con Foscarini ha prodotto lo stesso risultato. «È vero, e ora faremo un altro programma».

Per la seconda volta (la prima appunto nel 2000), dal prossimo campionato si presenterà l'anomala situazione di Cittadella (18.000 abitanti, poco più di 20.000 con l'hinterland) in una categoria superiore rispetto al capoluogo Padova, 210.000 la città e 898.000 la provincia. Morale della favola: i progetti non dipendono dal numero degli abitanti. E ci fermiamo qui, perchè è la festa del Cittadella.

Paolo Donà

 
 
 

video di Cittadella in festa per la B

Post n°124 pubblicato il 09 Giugno 2008 da cittadellainforma

 
 
 

siamo in B!

Post n°123 pubblicato il 09 Giugno 2008 da cittadellainforma

siamo in serie B! chi ci credeva oltre a noi cittadellesi ?

Un grazie alla squadra, alla società tutta e al mitico presidentissimo Angelo.

 
 
 

nodi al pettine?

Post n°122 pubblicato il 07 Giugno 2008 da cittadellainforma

Venezia
«La Lega si prepara ...
Venezia

«La Lega si prepara a porre la candidatura di un suo uomo o donna alla guida della Regione». Parole di Giampaolo Gobbo, segretario veneto del Carroccio, pronunciate in quello che fu già nel 1994 dopo il terremoto di Tangentopoli a palazzo Balbi il suo ufficio di vice presidente della giunta regionale, poi passato nel 2005 a Luca Zaia e consegnato ieri al nuovo vice governatore Franco Manzato. Un filotto che tra due anni («ma anche prima» se la ride sornione Gobbo) potrebbe portare la Lega a occupare l'ufficio del piano di sotto, vale a dire quello del presidente. «Tutti si preparano a prendere il mio posto, fanno bene - è stato il commento di circostanza del governatore Giancarlo Galan - Anche quelli del Partito democratico, è normale. Io invece non lo faccio perché non ho bisogno di prepararmi, sono già prontissimo».

Insomma, il pluriannunciato avvicendamento in giunta regionale tra Franco Manzato e Luca Zaia, diventato ministro dell'agricoltura, e tra Sandro Sandri e Francesca Martini, nominata sottosegretario al welfare con delega alla salute, è stato l'occasione per il Carroccio per mostrare i muscoli, rivendicando il successo elettorale di aprile, e aprire una finestra sul futuro. Non a caso, la battaglia mediatica a suon di conferenze stampa convocate e annullate, annunciate prima a palazzo Balbi (sede della giunta) e poi a palazzo Ferro Fini (sede del consiglio regionale) è finita solo ieri mattina quando in fretta e in furia i giornalisti hanno dovuto attraversare il Canal Grande per arrivare alla destinazione finale.

L'ultima scaramuccia l'ha vinta Galan costringendo gli alleati a spostarsi nel "suo" palazzo, ma la Lega ha risposto con uno schieramento di pezzi da novanta: un ministro e un sottosegretario (i quali, tra l'altro, dovevano formalizzare le dimissioni assessori), il segretario regionale, i due subentranti e qualche consigliere. «Abbiamo ristabilito in giunta la situazione sulla base degli equilibri costruiti nel 2005 - ha esordito Gobbo - Portiamo l'esperienza, anche in campo nazionale, dell'ingegner Sandri, personaggio storico della Lega, e quella di Manzato, maturata nel lungo incarico di capogruppo consiliare. E poi c'è la soddisfazione di vedere due nostri esponenti in posti chiave del Governo nazionale». E a chi gli chiedeva il nome del prossimo candidato presidente rispondeva «ne abbiamo tanti, basta guardare ai nostri sindaci, ai nostri giovani militanti in gamba che si stanno formando, ai presidenti di Provincia, ai consiglieri regionali, ai ministri e sottosegretari».

«Per me non cambia nulla, quello che facevo da capogruppo continuerò a farlo da assessore: stare vicino alla gente - si è presentato Manzato - I primi obiettivi saranno, nel turismo, l'approvazione della legge quadro e, in agricoltura, il potenziamento dell'Avepa, la sburocratizzazione delle richieste di contributi e la tutela dei prodotti tipici». Ma era un altro il messaggio da lanciare che stava a cuore al nuovo vice governatore. «Lavoreremo da subito per consolidare il nostro partito anche in Europa - ha annunciato Manzato in vista delle elezioni europee del prossimo anno - Il Veneto è una delle dieci macroaree riconosciute e ci candidiamo a trascinarlo e rappresentarlo». Sul piano delle riforme Manzato vuole aprire un nuovo fronte. «Per ora si è sempre parlato di federalismo fiscale ex art. 119 della Costituzione e di ulteriori condizioni di autonomia ex art. 116 - ha annunciato - Ebbene, io penso anche all'art. 117 della Costituzione che prevede che le Regioni ratifichino intese con altre Regioni per il miglior esercizio delle proprie funzioni anche con individuazione di organi comuni. Penso, per esempio, al campo dell'energia». Insomma, uno schiaffo all'Euroregione transfrontaliera tanto cara a Galan per fare invece una grande Padania. «No, ne abbiamo già parlato» assicura Manzato. «Altrimenti lo leggerà domani nei giornali - interviene Gobbo - A noi basta l'avallo di Bossi».

Per Sandri è stato, invece, il giorno della rivincita: eletto consigliere regionale nel 2005 a Verona si era visto cacciare un anno e mezzo dopo dalla Corte d'appello di Venezia perchè non aveva dato le dimissioni al momento della candidatura da presidente di Veneto Innovazione. Flavio Tosi lo aveva chiamato un anno fa nella giunta comunale di Verona e ora è rientrato dalla porta principale in Regione. «Evidente che sono soddisfatto - ammette - e anche fortunato perchè eredito un settore coperto prima da Tosi e poi dalla Martini in maniera eccellente. Dovrò garantire la continuità e affrontare problemi endemici come quelli delle liste d'attesa e dell'affollamento dei pronto soccorso». E la convivenza con il segretario regionale Giancarlo Ruscitti, uomo di Galan? «Abbiamo due ruoli diversi: il mio politico e il suo tecnico. Sono sicuro che collaboreremo».

Su tanto ben di Dio non poteva mancare la benedizione dei due uomini di Governo. «Sono venuto a salutare e a tenere a battesimo i due nuovi assessori - ha detto il ministro Zaia - È stata premiata la continuità: io non credo ai padrini e sono per la totale autonomia delle persone, Manzato e Sandri hanno davanti quasi due anni, che sono tanti, nel corso dei quali potranno dare il meglio di sè stessi». «Lascio la sanità veneta con un provvedimento storico sul piano organizzativo come quello sulle liste di attesa - ha ricordato la Martini - Altri importanti provvedimenti sono stati invece sin qui bloccati, ma anche da Roma sarò sempre vicina al veneto perchè le deleghe che mi sono state assegnate riguardano proprio i rapporti con le Regioni e la gestione del Fondo sanitario nazionale».

Giuseppe Tedesco

 
 
 

Black Magic Woman

Post n°121 pubblicato il 07 Giugno 2008 da cittadellainforma

 
 
 

Samba pa ti

Post n°120 pubblicato il 07 Giugno 2008 da cittadellainforma

 
 
 

TIREM INNAZ!

Post n°119 pubblicato il 07 Giugno 2008 da cittadellainforma

CITTADELLA Adottato il piano d’assetto del territorio intercomunale che coinvolge cinque comuni e una popolazione di quasi 50 mila abitanti
«Sparita la bretella con la Pedemontana»
Rebellato: «Nessuna attenzione anche per il potenziamento delle linee ferroviarie». Diciassette rose rosse per il debutto di Sabrina Contarin
Cittadella

Diciassette rose rosse per il debutto in Consiglio comunale di Sabrina Contarin, la prima dei non eletti tra le fila della Lega Nord. Un omaggio del consigliere provinciale (e suo fidanzato) Mauro Spigarolo, presente tra il pubblico giovedì. La Contarin, che con i suoi 29 anni è la più giovane di tutto il consiglio, ha preso il posto dell'ex capogruppo della Lega Gianni Toffanello, che si è dimesso per motivi personali.

Platea gremita, dopo il placet della Regione Veneto giovedì scorso è stato adottato il piano di assetto del territorio intercomunale (Pati). Cinque i comuni coinvolti, per una popolazione di quasi 50.000 abitanti. Oltre a Cittadella, anche Campo San Martino, Galliera, Tombolo e Fontaniva. Da ieri i cittadini potranno presentare le loro osservazioni. Poi l'approvazione finale. «Un Pati già sub iudice - osserva il consigliere di Forza Italia Claudio Zanetti - A Fontaniva, infatti, alcuni cittadini hanno presentato ricorso davanti al Tar Veneto. Ci saranno delle conseguenze anche per il nostro comune?».

Ma il sindaco Massimo Bitonci non è preoccupato: «Ci siamo costituiti in giudizio anche noi per difendere le ragioni del comune di Fontaniva». Sarà il secondo Pati ad essere approvato nell'intera provincia di Padova, dopo quello del Piovese. Il decimo di tutta la Regione Veneto.

Ma il partito democratico e le liste civiche riunite non sono d'accordo. «Non è prevista una bretella che colleghi Cittadella con la Pedemontana - afferma Francesco Rebellato - Nessuna attenzione per il potenziamento delle linee ferroviarie, e la questione delle piste ciclabili è affrontata troppo a grandi linee».

«Non mi è stata data la possibilità di conoscere sufficientemente questo strumento - afferma Paolo Parolin -. Quindi non lo posso votare». E il centrosinistra abbandona l'aula prima della votazione. C'è il tempo anche per l'ennesima interrogazione su Borgo Bassano «Che ne sarà di questo nuovo senso unico che non piace a nessuno dei residenti?», chiede Martino Baggio. Bitonci invita ad aspettare la fine dei lavori prima di dare dei giudizi. Ma indietro non si torna.

Giovanna Frigo

 
 
 
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