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Ennio Morricone "My Name is Nobody":

Post n°4029 pubblicato il 10 Dicembre 2014 da ottimistasempreecomu

Son rientrato ieri da un breve viaggio, una piccola vacanza che mi son concessa al termine di un periodo lavorativo alquanto tumultuoso...

Sono andato a trovare una persona a me carissima, che reputo straordinaria per intelligenza ed onestà: non le manda a dire e, se c'è da litigare, si litiga...mi piace soprattutto per questo!

Mi son sentito dire, nel corso di una conversazione, che non dovevo essere diverso da quello che ero...una persona "antica"... (detto in senso positivo, portatrice, cioè, di abitudini ed attitudini e valori che si fanno sempre più rarefatti)...si parlava di musica, ma il discorso avrebbe potuto allargarsi a qualsiasi campo...

Questa osservazione mi è tornata in mente al rientro, osservando - in un étagère a casa mia - una enciclopedia che mio padre mi comprò quando frequentavo le medie (all'epoca di Quintiliano)...

Ricordo che la divoravo letteralmente... vi erano sezioni dedicate a tutto: letteratura italiana e straniera, grammatica, favole, faidate, giochi, e via discorrendo in una fantasmagoria di titoli ed argomenti racchiusa in otto volumoni...credo di aver letto tutto di quei volumi!

Il passato!...l'importanza che ha per noi, come società e come individui... mi si chiede di svecchiarmi intellettualmente e al contempo di mantenere la mia "antichità"...

Un 'operazione non facile...

Adoro, ad esempio, la carta stampata - in epoca di tabloid e libri scaricati può sembrare obsoleto - ma non riesco a leggere su qualcosa che sia diversa da un foglio...

Ricordo la mia tesi di laurea, battuta faticosamente a macchina (una Olivetti 44) da me...la portai a rilegare da un vecchio tipografo conosciuto in città col nome di "papà Carbone"...la sua bottega sembrava venir fuori da una sceneggiatura di un film, i macchinari erano - davano l'impressione di essere - quelli sui quali Mazzini stampava i suoi proclami...e lui stesso sembrava il fratello minore di Gutemberg...ovunque, l'odore di inchiostro e carta e colla...caratteri di piombo di varie dimensioni collocate ordinatamente in cassettoni di un legno il cui colore era divenuto indecifrabile, per il tempo e l'illuminazione fioca dei locali... Però, ci andavo felice di andarci...mi affascinava l'atmosfera di quel mondo...

Di "mondi paralleli" siamo pieni anche oggi, ma sono mondi senza atmosfera... asettici e lindi, in cui però occorre immergersi col respiratore, non essendoci più un'aria da respirare...

E ritorno, ogni tanto, felice, al mio "Tesoro" (era questo il nome dell'enciclopedia)...e alla mia "antichità"...

Serena settimana a tutti!

 
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Commenti al Post:
trasparente63
trasparente63 il 10/12/14 alle 15:30 via WEB
Ciao Nicola, credo che noi possiamo considerarci fortunati ad essere passati attraverso i cambiamenti, taluni straordinari e sorprendenti, che si sono succeduti in quest'ultima sessantina d'anni ... abbiamo avuto, ed abbiamo, la possibilità di poter fare confronti ... e poi che bello rileggere quel vocabolo "ètagère"! Rimani come sei. Trascorri al meglio quel che resta del giorno ... un caro saluto
(Rispondi)
 
ottimistasempreecomu
ottimistasempreecomu il 10/12/14 alle 15:52 via WEB
Ciao, carissima! A volte ripenso a quando, scolaretto, sognavo una macchina da mettere in tasca per fare i calcoletti (sempre stato una frana, in matematica, io!)...uno dei primi apparecchi telefonici al paesello fu a casa mia (frequentavo le medie)...i confronti sono, secondo me, improponibili...ci rimane il lusso di utilizzare vocaboli ormai desueti e quello - infinitamente più importante - di aver imparato a leggere nelle persone...Avrai notato che non esistono più i medici che, osservando l'albume degli occhi, ti sapevano dire anche che numero di scarpe indossavi...Mi chiedo: sono nostalgie o, nell'evoluzione tecnologica abbiamo perso qualcosa? Nel dubbio, mi vivo serenamente "quel che resta del giorno"...sperando che il tramonto duri a lungo!!! Serenità ed un saluto affettuoso per te!
(Rispondi)
isolde6
isolde6 il 14/12/14 alle 17:10 via WEB
Sai, anche io ho battuto la tesi a macchina su una piccola Olivetti (una portatile, proprio piccina) e l'ho fatta rilegare in una botteguccia di Napoli, cupa (ricordo di aver scelto la tela celeste e i caratteri d'oro, e mi sembrava una magia). Che dire, erano proprio altri tempi, quando il telefono era nell'ingresso di casa, e bisognava stare lì a parlare non lontano dalla porta. Ma una logica c'era: come per non far accedere gli estanei nel cuore della casa... tutto il contrario di ora, praticamente. Ciao, buona domenica a te :-)
(Rispondi)
 
ottimistasempreecomu
ottimistasempreecomu il 16/12/14 alle 09:53 via WEB
Bah... a volte, al di là delle apparenze, pare che al cuore vi fosse più facilità di accesso allora, che oggi! Ma spero di sbagliarmi!!! Serena giornata a te :-)
(Rispondi)
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