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di tutto un po' - «Chi è povero, essendo amato?» (O. Wilde)
 

Grazie.
Semplicemente grazie.
Per essere l'amico speciale che sei.
Per essere l'uomo che non si č arreso mai.
Per essermi sempre cosģ vicino.
Grazie davvero.

Dolce Dany... 

 

 

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Messaggi del 26/09/2012

Ray Charles - In The Evening (When The Sun Goes Down)

Post n°3554 pubblicato il 26 Settembre 2012 da ottimistasempreecomu

Quando arriva la sera, le tensioni si sciolgono....non tutto va a posto, ma rimane la speranza per il giorno seguente...ormai quel che si doveva fare è stato fatto, quel che si doveva dire è stato detto...sarà la nuova alba a farsi carico del fardello....

Quando arriva la sera, si aprono gli spazi della fantasia, dell'immaginazione....

Quando arriva la sera fai pace col mondo reale...o almeno stipuli una tregua...perchè si possa, finalmente, far riposare la mente collocandola in un mondo irreale, fatto di desideri, sogni, speranze....

Un mondo in cui non c'è spazio per le delusioni....non ne è prevista la presenza...

Quelle, se ci saranno, saranno per il nuovo sole....

Serena notte a tutti

 
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L'assoluto e il relativo...

Post n°3552 pubblicato il 26 Settembre 2012 da ottimistasempreecomu

La meravigliosa storia dell'elefante

Un tempo antico in un paese dell'Arabia regnava il califfo Omar, ricco e benvoluto perché era saggio. Era di larghe vedute e non si arrestava all'apparenza delle cose. Prima di esprimere dei giudizi si sforzava sempre di comprendere le relazioni e i legami che ci sono tra i fatti anche se a prima vista potevano apparire isolati e diversi.
Egli era perciò rattristato per la grettezza di spirito dei suoi ministri che non vedevano più in là del loro naso.
"Va in giro per il mio regno" disse un giorno il califfo ad un servo fidato "e trova, se ti riesce, tutti gli uomini sfortunati dalla nascita che non hanno mai potuto vedere e che non hanno mai sentito parlare degli elefanti".
Il servo fedele eseguì l'ordine e dopo qualche tempo ritornò con alcuni ciechi fin dalla nascita. Essi erano cresciuti sperduti in piccoli villaggi tra le montagne perciò degli elefanti non avevano mai sentito parlare e non ne supponevano nemmeno l'esistenza.
Il califfo fece un gran ricevimento con tutti i suoi ministri e alla fine del banchetto fece entrare un grosso elefante da una porta di bronzo e i ciechi da un'altra porta più piccola.
"Mi sapreste dire che cosa è un elefante?" chiese il califfo ai ciechi.
"No, mai sentita questa parola", risposero i ciechi.
"Ebbene, davanti a voi c'è un elefante: toccatelo, cercate di comprendere di che cosa si tratta. Colui che darà la risposta esatta riceverà in premio 100 monete d'oro".
I ciechi si affollarono intorno all'animale e cominciarono a toccarlo con attenzione soffermandosi sulle sensazioni che ricevevano. Un cieco stava lisciando da cima a fondo una zampa, la pelle dura e rugosa gli sembrava pietra e la forma era di un lungo e grosso cilindro.
"L'elefante è una colonna!" esclamò soddisfatto.
"No, è una tromba!" disse il cieco che aveva toccato solo la proboscide.
"Niente affatto, è una corda!" esclamò il cieco che aveva toccato la coda.
"Ma no, è un grosso ventaglio" ribattè chi aveva toccato l'orecchio.
"Vi sbagliate tutti: è un grosso pallone gonfiato!" urlò il cieco che aveva toccato la pancia.
Tra loro c'era il più grande scompiglio e disaccordo perché ciascuno, pur toccando soltanto una parte credeva di conoscere l'intero elefante.
Il califfo, soddisfatto, si rivolse ai suoi ministri:
"Chi non si sforza di avere della realtà una visione più ampia possibile, ma si accontenta degli aspetti separati e parziali senza metterli in relazione tra loro, si comporta come questi ciechi.
Egli potrà conoscere a fondo tutte le righe della zampa dell'elefante, ma non vedrà mai l'animale intero, anzi, non saprà mai che esiste un siffatto animale".



(Fiaba Araba Inviata da Fata Morgana degli amici del Forum di Pinu)

 
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