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Messaggi di Giugno 2016

Ultramaratoneta di nome Filippide

Post n°742 pubblicato il 14 Giugno 2016 da feliperun
 

La storia di Filippide si svolge tra agosto e settembre del 490 a.C. , quando giunge la notizia che l'enorme esercito persiano si sta avvicinando alle coste dell'Attica pronto ad invadere la Grecia iniziando da Atene.
A quel tempo il modo più rapido di spostarsi, considerata l'orografia della Grecia e l'assenza di un sistema viario organizzato, non era nè a cavallo nè in carrozza, ma a piedi.
Milziade allora provvede ad inviare messaggeri presso le altre città stato alla ricerca di alleati, Filippide era il più valido degli emerodromi e uno dei pochi in grado di coprire rapidamente la distanza tra Sparta ed Atene in modo tale da consentire anche l'arrivo dell'esercito spartano.
Filippide copre i circa 230 km nell'arco di 24 ore ed una volta ricevuta la notizia negativa riparte per Atene. Filippide non aveva scarpe ammortizzate, non aveva calzettoni a compressione, non aveva orologio, non aveva gps, non c'erano i km segnati, non aveva integratori speciali ad eccezione di mandorle, fichi, e uva da recuperare sentier facendo, ma giunse ad Atene per riferire a Milziade che gli Spartani non sarebbero arrivati e non restava altro da fare che andare sul luogo dello sbarco con tutte le forze disponibili (altre città avevano inviati nel frattempo le loro truppe) a Maratona.
La battaglia fu estremamente cruenta, ma la strategia di Milziade fu vincente e l'esercito persiano in rotta cercò rifugio sulle navi per un'ultima azione temeraria, arrivare ad Atene e sorprenderla sguarnita.
Questo fu il motivo per cui era fondamentale che la notizia della vittoria giungesse prima delle navi persiane, così da chiudere le porte della città e difenderla quel tanto che bastava per permettere il ritorno dell'esercito vittorioso.
Era il compito di Filippide 40 km circa ed arrivare prima dei persiani in nave (a remi... e solo un po' di vela in caso di vento favorevole).
La leggenda racconta che Filippide spirò pronunciando le parole Νενικήκαμεν, Nenikèkamen "abbiamo vinto"! Era arrivato prima della residua flotta persiana, Atene era salva. (Felipe

 
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Aria di pista, podista sgomento

Post n°741 pubblicato il 14 Giugno 2016 da feliperun
 

Chissà perché i campionati di società master su pista sono così poco frequentati?
A Palermo, in concomitanza in quasi tutte le regioni, si disputavano durante il fine settimana le gare per accedere alla fase nazionale, ma in pochi hanno colto l'occasione di assaggiare la pista.
Potrebbe darsi che le gare su strada nelle stesse date esercitino un fascino particolare, oppure che manchi il sostegno delle società sportive alla partecipazione.
Eppure si tratterebbe di una occasione ghiotta per provare alcune specialità dell'atletica.
Certo cimentarsi negli ostacoli senza averli mai valicati prima o se si ha paura a saltare una buca lungo la strada appare un po' azzardato, ma anche scagliare un martello se si barcolla anche accennando ad un giro di valzer al matrimonio del cugino assomiglia ad un bel salto nel buio.
In questi casi un pochino di accortezza e qualche prova sotto lo sguardo di qualcuno che abbia idea di cosa fare sarebbe un ottimo punto di partenza.
Ben diversa è la condizione di podisti che si cimentano abitualmente in gare di corsa.
Alcuni amatori mettono subito le mani avanti: -no, io non sono un velocista, il 5000 m è troppo veloce, e non vorrei farmi male.-
In questi modo più che palesare la propria attitudine alla maratona testimoniano di non avere mai visto neppur un Golden Gala in televisione e aver guardato con sospetto il getto del peso alle Olimpiadi.
E magari sono gli stessi che in settimana si sono massacrati in ripetute di 1000 m. E quindi cosa li trattiene dal provare gli 800 o i 1500? Discipline del mezzofondo che potrebbero essere l'occasione utilissima per testare la propria condizione e magari innescare anche qualche nuovo allenamento e "svegliare" il proprio organismo con una cosa diversa dal solito.
Ed invece è meglio il solito, è più rassicurante, meno rischi di brutta figura, meno rischi di farsi male (ma il più delle volte il farsi male dipende da errori marchiani che si ripetono tutte le volte).
Peccato però non provare neppure a vedere, coinvolgendo gli amici della propria società sportiva (uomini e donne che hanno praticato mille sport e sanno scagliare un giavellotto o hanno voglia di provare a fare il salto il lungo ed i cambi in staffetta), se si riesce a qualificarsi per la finale nazionale...

 
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