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Messaggi di Luglio 2016
In un piccolo paese delle Madonie (Bompietro) il 30 luglio si corre. Ma a differenza di molte manifestazioni podistiche che si disputano nei paesi in estate, non si percorre un circuito cittadino più e più volte, bensì un anello lungo quasi 10 km che unisce il paese con la frazione di Locati ricco di scorci dell'abitato e tratti di sentiero con panorami e pieni del profumo della campagna d'estate.
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il Cassaro immerso nel silenzio da assenza di auto e nel caldo di metà luglio, un drappello di podisti a contendersi a suon di volate feroci il primo palio di Santa Rosalia, è quello a cui hanno assistito un po' sorpresi i passanti ed i turisti ieri pomeriggio. Le gare ad eliminazione non hanno mai esito scontato e basta un attimo di distrazione o una errata valutazione e ci si ritrova in fondo al gruppo, ma nessuno dei podisti ne ha fatto un dramma ed in un attimo si è trasformato da concorrente a sostenitore. Mentre gli acrobati provavano sospesi in aria le evoluzioni organizzate per la processione, i giri si susseguivano con volate ad intensità crescente ogni volta Salvo con la sua handbike lasciava a briglia sciolta il drappello assottigliato e competitivo. Ne rimasero solo 8 a contendersi il titolo e così il I Palio ebbe primo meritevole vincitore, e tutti furono sudati e contenti!
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Sul far della sera si mossero i passi lungo il selciato della Scala Vecchia. Senza cronometri, senza fretta, si camminava e si parlava. Intorno tutte le tonalità lasciate dal fuoco tra gli estremi del nero del carbone al bianco della cenere, in mezzo tutti rossastri i marroni i beige. Ma anche il verde ostinato che ha resistito al fuoco e quello che è spuntato alle prime gocce di pioggia. Quei ciuffi di penniseto erano verdi come le magliette di molti dei camminatori.
Salendo piano ci si accorge di mille particolari e da lassù anche la città appare diversa...
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L'Etna Trail 2016 si fa in tre, di tre taglie diverse
Una small da 12 km, una sorta di assaggio etneo da 12 km e 650 m D+, che si snoda intorno a Piano Provenzana dove si alternano il nero delle colate relativamente recenti, la vegetazione che ha resistito allo potenza del vulcano e quella che è pronta ad approfittare dei nuovi spazi.
Una medium da 24 km e un consistente 1250 m D+. Una porzione di "Montagna" già per chi è avvezzo al trail e si vuole misurare col vulcano ed alcuni dei sui estremi, tra cui la quota massima raggiunta (2800 m slm) alcune difficoltà tecniche per via di alcuni tratti di discesa impegnativi (le salite sono solo faticose).
Ed una taglia XXL ben 90 km e 4700 m D+! I numeri sono da trail di alto livello, con ragguardevole impegno organizzativo e un sistema di cancelli per tenere in limite definito i concorrenti alla prova del Mongibello. Si parte da Linguaglossa e quindi dalle pendici coperte da boschi sontusosi si andrà verso le quote più elevate e gli ambienti più estremi. Ci sono tre vette da conquistare tutte oltre 2800 metri sul livello del mare ed infine una lunga e ripida discesa dove mettere alla prova scarpe e muscoli già abbondantemente collaudati nei km precedenti.
Ad ognuno il suo trail dell'Etna il 23 luglio...
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Prima che venisse realizzata la Scala Vecchia (quindi c’è stato un momento in cui era Nuova) per salire a Monte Pellegrino la via più diretta era il sentiero della Valle del Porco.
Ma poi a seguito dell’importanza assunta dal ritrovamento delle reliquie di Santa Rosalia, la necessità di dotare monte Pellegrino di una via di ascesa più agevole era diventata pressante.
Il selciato fu realizzato con pietra locale, una via larga abbastanza per le processioni dei devoti, e con delle stazioni per la sosta (e la preghiera).
Se guardate le vecchie stampe, anche quelle dei primi del novecento, monte Pellegrino vi apparirà spoglio, brullo a parte forse qualche raro alberello nelle zone più inaccessibili. L’effetto era dovuto alla enorme pressione del pascolo, oltre che all’utilizzo senza regola dei boschi pressoché scomparsi tra i monti della Conca d’Oro. Ma da quei monti così brulli ad ogni pioggia scendevano fango e sassi più o meno grandi ed in grado di travolgere ogni cosa incontrassero.
Fu così che decisero di iniziare delle campagne di imboschimento utilizzando per lo più conifere mediterranee.
Monte Pellegrino come lo conosciamo oggi è il risultato della evoluzione dei discendenti degli alberi (es leccio) e delle macchie (es lentisco) nascoste nelle zone più remote, cresciuti all’ombra dei pini, che hanno continuato a svilupparsi fino a schiantare o a diventare facile preda degli incendi, ma anche delle specie venute da lontanto per caso o per volontà dell’uomo (agavi, fico d’india), quel che rimane delle specie da frutto o oggetto di coltivazione (sommacco, terebinto, gelso, agrumi, fico e molte molte altre specie). Adesso vediamo quelle piante bruciate e ci dispiace, nel frattempo è tutto un lavorio di semi e di germogli che aspettano il momento giusto per ricominciare a crescere, aspettano le condizioni più favorevoli per svilupparsi. Chissà magari il 12 luglio apprezzeranno il sostegno di chi “acchiana”!
il 12 luglio alle ore 19,30 si acchiana, senza fretta, senza gara, si sale.
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Inviato da: amistad.siempre
il 01/02/2023 alle 21:32
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