Creato da x.paoletta il 13/05/2009

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La verità è come luce in una stanza buia…

Post n°1 pubblicato il 13 Maggio 2009 da x.paoletta

La mia storia potrebbe servire a qualcuno per riconoscere di essere in trappola e per vedere quello che succede se si rimane nella trappola.. è un po’ lunga, ma già così è ridotta all’osso.. ci vorranno alcuni post…

Amavo la nonna, mi raccontava le favole, mi teneva in braccio alla finestra, a guardare le rondini. Era la nonna paterna, e mia madre la odiava. Perciò mi staccò da lei, e mi ritrovai nel silenzio. Avevo 4 anni.

Un mio bisnonno compì un abuso su di me (a 7 anni). Mia madre mi ordinò di non parlarne con nessuno. Io non mi sentii mai in colpa, anzi esprimevo a mia madre il mio disprezzo per quella persona. Lei però ricominciò subito a farcelo frequentare (io me ne stavo a debita distanza): è potente e ricco, avremo una grossa eredità, mi disse. Io non voglio un soldo da lui, mai, le risposi e le ripetei sempre. Così, lei cominciò a vedermi come nemica: ma io non lo sapevo, perché lo nascondeva. Mi sono ritrovata con una madre irraggiungibile, che amavo moltissimo e mi faceva sentire sempre ‘sbagliata’. Musi e improvvise affettuosità, frasi taglienti, elogi e critiche. Così….

 

 

 
 
 

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Post n°2 pubblicato il 13 Maggio 2009 da x.paoletta

 Da sempre, vivo tra il desiderio di ‘non deludere’ e la spinta all’indipendenza; tra il voler vivere l’amore con i miei genitori e fratelli ed il dissociarmi da dinamiche di guerriglia;  tra il sogno di farmi una mia famiglia libera da comportamenti opprimenti  e il desiderio di ‘riconquistare’ tutti gli affetti della mia famiglia di origine comportandomi in modo ‘conforme’ ai requisiti di mia madre  che si fanno con l’andar del tempo sempre più ineffabili, imperscrutabili. Niente le va mai bene. Tutta la vita creerà di continuo situazioni di conflitto tra noi:  figli, nuore, generi, cugini … ogni evento (Pasqua e Natale, matrimoni, battesimi e funerali) sarà un incubo di liti, scene,musi, pianti, di astio contro molte persone … Percepisco presto che accontentare mia madre significa diventare come lei: in parte mi affascina e ne copio i comportamenti, ma in parte non mi piace e li rifiuto.

Quando incontro quello che sarà mio marito, abituata a comportamenti deviati (dall’esterno ottime famiglie, stimati professionisti, cultura, patrimonio, ecc), non riconosco come malati i suoi comportamenti (musi, sbalzi d’umore, vittimismo e permalosità …) semplicemente perché sono gli stessi di mia madre, quindi per me normali. Mi pare solo che il mio ragazzo sia‘diverso’ da mia madre nelle cose limitanti, lui mi pare disponibile, geniale, entusiasta, buono: dialogo infinito, intesa fisica … con lui costruirò la mia famiglia sana, basata sull’amore –profondissimo- che provo per lui. Ma…

 
 
 

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Post n°3 pubblicato il 13 Maggio 2009 da x.paoletta

Cose analoghe a quelle della mia famiglia ci sono in quella di mio marito: mio suocero è il tipico padre-padrone. Perciò io concentro tutte le mie forze dentro la mia famiglia: figli, casa, lavoro (per il marito professionista, senza contributi …. risultato: non ho la pensione). Mi pongo due linee guida con i miei figli, opposte a quelle di mia madre e di mio suocero: non metterli mai uno contro l’altro (appiano gelosie, rivalità, ecc) e non costringerli in pre-concetti e pre-giudizi. Vivo grandi felicità: amore per i figli, ma anche per mio marito. Ci sono musi inspiegabili, liti per nulla, ma ogni volta che riconquisto la pace con lui, è un idillio. Man mano, elimino dal mio comportamento gli atteggiamenti villani ed oppressivi copiati da quelli di mia madre con mio padre. Do a mio marito dialogo, attenzioni, gioco di squadra.

Ci sono però difficoltà economiche, mio marito ha pessimi rapporti sul lavoro. Peggiora: sbalzi di umore, musi, liti cervellotiche e gelosia si intensificano. La vita diventa il tipico inferno/paradiso. Non so mai se il minuto o il giorno o il mese successivo vivrò nell’angoscia o nella felicità.  Un nonnulla scatena l’inferno. Lui urla,accusa, insulta, mi toglie il saluto per giorni, mesi.

Resto ferma nell’impedirgli di far scenate davanti ai  figli e di applicare su di loro i metodi violenti di suo padre, e mi faccio in quattro per proteggerli e creare senso, serenità, allegria.

 
 
 

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Post n°4 pubblicato il 13 Maggio 2009 da x.paoletta

Le scenate peggiorano, sono soffocata da insulti e offese, discussioni in cui si perde il senso. Non ho l’appoggio della mia famiglia, ho tre figli,  eppure comincio a pensare alla separazione, ma vengo addirittura minacciata da un prete-‘amico’ che è il mio unico contatto col mondo: ‘Levatelo dalla testa, il matrimonio è indissolubile. Ti do il compito di vedere i lati belli di tuo marito’. Senza appoggi, isolata, con lo spauracchio dell’inferno,  mi ritrovo chiusa nel lager con l’aguzzino (internet non c’è ancora), senza poter chiedere aiuto (non ci sono centri di assistenza). Di psicologi non se ne parla e comunque non ho né tempo né soldi. Tasto qualche altro prete, con lo stesso risultato. Non mi resta altro che puntare tutto sull’amore, sui sogni da fidanzati, sulla mia buona volontà. Mio marito sa di aver passato i limiti,ma vede che non mi separo e che gli propongo amore, progetto, gioia, e ciò gli dà motivo per ritenere il suo comportamento vincente, e in breve lo intensifica ancor di più.  Un po’ gli tengo testa con forza, un po’ mi lascio invischiare nei suoi ragionamenti folli, mi spavento per le urla, le minacce. Non mi resta che proteggere i figli come posso: mi arrampico sui vetri per creare una quotidianità serena. Con lui si susseguono periodi neri, anche di mesi; a volte mi fa regali per riconquistarmi, ma la pace dura poco, dopodiché mi dà della prostituta per essermi ‘concessa’ in cambio di un regalo.  La vita di relazione all’esterno è inesistente; dubito di me, pur di riconquistare la pace arrivo a ‘dargli ragione’: non so nemmeno su che cosa. Nei periodi belli ritrovo entusiasmo, dialogo, progetto. Poi tutto salta subito, per un nonnulla.

 
 
 

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Post n°5 pubblicato il 13 Maggio 2009 da x.paoletta

Mia  madre intanto intensifica le critiche per come tiro su i miei figli.Non le va mai bene niente, inventa falsità e ne convince i miei fratelli, i cognati, i cugini, gli zii, mio padre; con un incessante, instancabile lavoro di ribaltamento di tutte le mie motivazioni, delle mie intenzioni mi circonda di sospetto, di diffidenza. Se uno dei fratelli non le crede, lei si allea con altri due per convincerlo. Poi fa lo stesso con mio padre. Se uno zio, una cugina non le crede, lei lo punta come un nemico, e gli gira contro gli altri. Litiga con le nuore, sparla del genero, bega con i miei fratelli, si fa alleata mia sorella. Se cerco di riunire la famiglia con pranzi di natale & simili, lei si offende ed è gelosa; se mi allontano e limito i rapporti, per salvaguardare la mia famiglia, è peggio: figlia degenere, ingrata, pericolosa. Ottengo il  titolo di ‘Pecora Nera’ quando rifiuto di  partecipare attivamente all’esclusione e alla sopraffazione economica della vedova (con 3 bambini) di uno zio che amavo. Lui è morto e io non posso (pardon: non voglio) far soffrire le persone che lui amava.  Mia madre si infuria definitivamente con me. Con un lavorìo costante, anno dopo anno, convince definitivamente prima i fratelli poi mio padre che sono un mostro, avida, cattiva, che voglio potere in famiglia e controllo sui soldi. Mi tagliano del tutto le comunicazioni, tutte: e intanto agiscono sul piano patrimoniale, con avvocati.

 
 
 

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Post n°6 pubblicato il 13 Maggio 2009 da x.paoletta

Soffro:  se è difficile ‘spostare il piede’ quando a pestarcelo è il compagno o marito, riuscirci con una madre è quasi impossibile. A un marito o a un compagno si può togliere la ‘carica’ del suo ruolo, separarsi  e farlo rientrare nella categoria  delle persone estranee e indesiderate, ma una madre resta sempre madre, l’unica persona al mondo da cui aspettarmi incondizionato amore, almeno un po’, e un po’ di indulgenza nel giudizio … ma se lei, proprio lei, se perfino mia madre mi dice che sono un mostro mentre io cerco di fare del mio meglio, se lei che è mia madre mi dice che era meglio se non nascevo, se mi perseguita per anni, se mi mette contro  fratelli,  cugini,  persino papà,  allora forse  io sono un mostro davvero.  Ma … se io non fossi un mostro, lei che cosa sarebbe? Dentro di me, mentre cerco di dare ai miei figli ormai grandi indipendenza e consapevolezza (chissà quanti errori ho fatto … ma sono certo meno di quelli che avrei fatto se mi fossi adeguata a madre e marito, anche se di più di quelli che avrei fatto se avessi troncato con entrambi), ho un coltello piantato dentro al  cuore: se ha ragione lei, io sono un mostro. Proprio quello che Luna ha descritto rispondendomi, anche se io provo qualcosa di peggio della paura, è una sensazione di vuoto nero, vertigine sul nulla.

 
 
 

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Post n°7 pubblicato il 13 Maggio 2009 da x.paoletta

Intanto  mio marito si squilibra sempre più: nella sua famiglia di origine, mio suocero si comporta esattamente come mia madre  (o è lei a comportarsi come lui). Si copiano, si consigliano a vicenda. Se prima agivano d’istinto, altalenanti, ora consolidano il loro comportamento: lucidi, elaborano strategie, dichiarano le guerre; creano schieramenti amici-nemici tra i figli, mettono alle corde il rispettivo coniuge (mio padre e mia suocera avevano le sostanze), con tattica precisa assumono il controllo totale dei patrimoni (cospicui). Architettano manovre complesse e strutturate, a colpi di notai e avvocati, con utilizzo di ricatti affettivi ed economici, di tecniche psicologiche, ideologiche e religiose. Mio suocero, ironico e tagliente, sbandiera il suo ateismo e le sue teorie derivanti dal fascismo; pure mia madre si rifà costantemente al fascismo, ma veste i panni pii della devozione ed ottiene dai preti la benedizione ad agire. Mia suocera muore presto, mio padre si ammala.
Con le due famiglie d’origine squassate, cerco ancor di più di proteggere la mia (e così rinforzo la trappola di mio marito). Io lavoro, tengo la casa, curo i figli e  impedisco che lui li coinvolga in scenate. Geloso, sospettoso, pretende l’impossibile sul lavoro. La mia vita si restringe: niente amici (se ne esprimo il desiderio, scateno le accuse: non sono una brava moglie e madre, sono una poco di buono, non mi accontento dell’amore di mio marito). Uso tutte le mie forze per farcela; non so come sia: soffro eppure mi sento profondamente felice. Ma a tratti le scenate di mio marito mi portano alla prostrazione: non è più solo mia madre a darmi del mostro … Eppure qualcosa di me resta vivo, nei ritagli di tempo dipingo, leggo.

 
 
 

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Post n°8 pubblicato il 13 Maggio 2009 da x.paoletta

Arriva internet: finalmente posso comunicare con qualcuno ‘là fuori’: trovo amici con cui parlare, scambiare idee. Attualità, religione, etica, opinioni ... niente di più, ma mio marito ne è gelosissimo lo stesso, anche se lo coinvolgo negli argomenti che trattiamo.
Mio marito, professionista, litiga con i nostri più grossi clienti e li perde. In breve la sua instabilità depressiva ed aggressiva si trasforma:  sceglie di essere come suo padre, come mia madre. Lo dice. Chissà, forse li ha visti come vittoriosi, col pieno controllo sui figli, sui coniugi e sul patrimonio. Interrompe dichiaratamente la comunicazione tra noi. Si infervora di politica, gli viene la manìa religiosa: tutta notte, per anni,  tiene  nell’orecchio l’auricolare con Radio Maria, si fa amico di alcuni preti, tiene addosso rosari e medagliette, va a pellegrinaggi (o almeno, così dice), regala libri sacri e immaginette ai figli e a me, parla a mezzo citazioni bibliche. Comincia anche ad agire sui figli: elucubrazioni, interpretazioni, insinuazioni …. Ma io lo verrò a sapere molto dopo. I miei figli, impressionati, non mi dicono niente.
Lui a
vvia strategie patrimoniali contro di me (lo so solo oggi, le nascondeva bene). Lui acquista potere, mentre le mie forze si estinguono. Avevo provato a rivolgermi a consultori e psicologi: ogni volta mio marito arrivava alla lite con loro e sbatteva la porta tra insulti e minacce. Si rifugia però in una sua cliente-amica- ex psicologa: anziana, malata e impreparata non si accorge che lui le mente. Non la paga, la abbindola, la convince che lui mi ama e che io lo tradisco (non è vero) e che lo voglio cacciare. Lei lo compatisce, ore al telefono ogni giorno, lo coccola, gli dà strumenti contro di me: lui torna a casa e 'fa esperimenti', si impunta, nega e poi afferma qualunque cosa indifferentemente (idee politiche o religiose contraddittorie, fatti del nostro passato, ecc), ripete ritornelli, frasi fatte. Lei mi ha catalogato nel cliché della moglie opprimente e legata agli schemi ... io sono l'opposto, detesto gli schemi, ma intanto lui si scatena. Se taccio, fa peggio; se lo metto di fronte all'evidenza, lui si chiude e poi mi fa avere scritti in cui rivolta completamente il passato, e poi li usa come citazione, come 'prova' nelle successive discussioni. Fa scenate davanti ai figli, li coinvolge, diventa volgare, loro me ne chiedono ragione. Per un po’ tento di spiegare, ma vedo che è peggio.

 
 
 

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Post n°9 pubblicato il 13 Maggio 2009 da x.paoletta

Il cuore mi fa male ad ogni respiro. Percepisco una spaccatura che sta dividendo a metà ogni mia singola cellula: forse sono un mostro, come dicono lui e mia madre. Lui un giorno mi riempie di pugni, per niente. Commetto l’errore di non denunciarlo per non danneggiare i figli (avrebbero sofferto molto meno). Dopo l'ultima rappacificazione, seguita ad un inferno di un paio di mesi, prometto a me stessa: non lo contraddirò mai più, dirò sempre sì: forse starà buono. Macché.. e all' ennesimo episodio, i tempi sono cambiati: ho aiuto psicologico in un consultorio, supero lo sbarramento 'matrimonio indissolubile' e le minacce di perdizione eterna: lo caccio di casa. La liberazione, finalmente! Sbagliando (mai mollare sui propri diritti), pur di liberarmi, accetto un suo amico avvocato e una cifra mensile minima; lui non mi paga nemmeno quella, e mi mette contro i figli ormai adulti: non solo io ho vissuto proteggendoli e ‘nascondendo il mostro’, ma lui negli ultimi tempi,col comportamento doppio tipico di suo padre con sua madre,  davanti ai figli faceva il premuroso, mi proponeva viaggi, mi faceva (piccoli) regali; quando eravamo soli mi insultava, mi aggrediva. Se cercavo di parlare, mi spostava prendendomi per le ascelle e se ne andava. Così, dopo la separazione, gli è facile allungare assegni ai figli (comunque lo deve fare), far la vittima e convincerli di una verità completamente rivoltata. Tanto gravi sono le cose che inventa su di me, che i figli sono a un bivio: o la mamma è un mostro, o papà è pazzo. Provo a difendermi, ma non insisto per non pressarli : soffrono...
Torna, in peggio, lo stesso orrore vissuto con mia madre: lei mi aveva tolto fratelli e padre, (non vedo né sento nessuno, da 14 anni. Se provavo a chiamare papà, molto malato, lui mi rispondeva che era oberato dagli impegni,ma sentivo i suggerimenti di mia madre, accanto. Ora è morto, e ci siamo ricongiunti nei suoi ultimi minuti di vita: “Grazie, grazie,grazie” mi ha detto). L’ex marito, il mostro che io stessa ho nascosto ai miei figli per 30 anni, li convince che il mostro sia io e, per farlo, si avvale della ‘testimonianza’ nientemeno che di mia madre e del suo metodo semplice, infallibile: la calunnia.

 
 
 

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Post n°10 pubblicato il 13 Maggio 2009 da x.paoletta

Vivo l’allucinante esperienza di venire accusata dai miei figli di aver commesso sul loro padre le violenze che invece ho sopportato io e di averlo cacciato di casa, ‘poverino’.  Idem per quanto riguarda mia madre. Lei e mio marito di-mostrano ai miei figli il mostro: me. Lui costruisce ‘prove’, pretesti, incidenti. Frequenta i miei cugini, fa la vittima. Convince i figli a temermi e perciò a tagliare anche la minima comunicazione con me: non ho mezzo di difendermi. Mente spudoratamente, a voce e per scritto. Ripercorre tutto il passato, rivoltandolo: estirpa l’amore dal cuore dei miei figli sporcando ogni ricordo, rivoltando tutte le mie intenzioni.
Ad uno ad uno perdo i miei figli: mio marito comincia dalla minore, la più debole. Poi, in due lavorano il secondo, e tutti insieme la maggiore che alla fine cade, con un percorso che mi lascia spossata. Io non insisto, per non farli soffrire. Provo solo a parlare con la maggiore (ha 33 anni) , ma ormai le cose non funzionano più: rilegge al contrario tutta la mia vita. O ammetto di essere un mostro, e allora è giusto che io venga esclusa; oppure, se tento di difendermi, sono ‘troppo razionale’, ‘pretendo di aver ragione’ e quindi è giusto che io venga esclusa. Per lei, non solo dovrei accettare l’esclusione, ma anche ammetterne i motivi, dichiararmi colpevole delle accuse  e avvallare la condanna all’emarginazione. Nelle  rarissime occasioni di contatto i miei figli in pratica mi trattano come faceva il loro padre: mi insultano, mi accusano. Mi escludono, mi impediscono totalmente di vedere i miei nipotini.
Da loro non lo accetto: siete liberi di non vedermi, ma non di trattarmi male. La rottura è totale.
Vedere i propri figli soffrire è tremendo: il danno vero è stato fatto a loro … sono stati usati, a loro sono stati rubati i ricordi belli dell’infanzia, e rivoltati i significati, a loro è stata cancellata  la mamma. Eliminata, depennata, inesistente. A loro sono stati passati i comportamenti malati … è come un’infezione.

 
 
 

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Post n°11 pubblicato il 13 Maggio 2009 da x.paoletta

Dopo una tortura di decenni, sempre più dolorosa, questo è il colpo di grazia.

Dentro di me, il dubbio affonda; forse è vero: io sono il mostro. Il coltello sta per tagliarmi definitivamente in due. Mangiare? Dormire? Morire?

Sono disintegrata. Mi aggrappo a una cosa qui, una là: cose minime. E non per sopravvivere, io non ne ho più voglia, ma per la folle idea che non voglio caricare sui miei figli la colpa di aver contribuito a distruggere la loro mamma. Amo la montagna, cammino. Mi piace leggere, leggo. Amo dipingere, dipingo. Lo faccio col cuore che mi si spezza, ma pennellata dopo pennellata riordino i pensieri, affronto i sentimenti.

Senza più chiedermi un perché che non trovo, mangio. E cerco di farlo in modo sano. Ho  smesso di fumare da 15 anni: non ricomincio (l’ex marito e mia madre ne sarebbero felici), né mi butto su alcol o pasticcini o sonniferi (ne sarebbero anche più felici).

Dipingo, dipingo, dipingo: anche se il cuore mi fa tanto male da rischiare di saltare. Ho amici: un modo nuovo di farmi amici. Per scelta, dichiarata. Amicizie libere, senza  inghippi formali.

Frequentando nuovi ambienti, alcuni uomini  mi fanno il filo, ma io ora riconosco  i comportamenti. Uno ‘ mi spiega quello che penso’, un altro mi illustra le mie intenzioni, un altro mi dice quello di cui ho bisogno, un altro si dà arie perché ‘ama la perfezione della donna’: resto stupefatta io stessa della mia determinazione nel decidere di tagliarli fuori, senza appello e senza alcun tentennamento. E, soprattutto, senza soffrirne minimamente.

Il dolore per i miei figli e nipotini è immenso: i due torturatori, mia madre e l’ex marito agiscono di continuo (il padre di mio marito è defunto) e mantengono la spaccatura, anzi utilizzano ogni cosa per aggravarla (nascite, lauree, matrimoni, funerali…). Sono così stanca, ed il dolore è tale che decido di non volere più nessuno accanto a me. Me ne starò da sola.

È come se, lucidamente, io mi crei attorno un'anestetica bolla di vuoto.

 
 
 

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Post n°12 pubblicato il 13 Maggio 2009 da x.paoletta

Ma  un giorno, un uomo mi dice: “Non capisco proprio che gusto ci si provi a far fare a qualcuno qualcosa che non vuole fare”.

È  il contrario di tutto quello che ho incontrato finora.

 Accettare di giocarsi su un sogno, dopo decenni di tortura, è molto difficile: ma prendo tutto il mio passato e mi dico che, se sono uscita da un simile inferno senza abbruttirmi e spegnermi, sono davvero in gamba. Mi dico che ai miei figli, che non mi vogliono né vedere, né parlare, ‘servirà’ di più una madre viva, che ama ed è amata, piuttosto che una madre morta di crepacuore nella depressione.

Mai mi sarei immaginata che avrei vissuto dopo i 50 anni quello che non avevo vissuto nemmeno da giovane: amore che è libertà, che allarga il respiro, che commuove, che con delicatezza toglie il coltello dell’odio altrui ficcato nel cuore e ripara la ferita del dubbio su di sé, quello che divide in due.

In tre anni, non abbiamo mai litigato. Parliamo moltissimo, ma ci godiamo molto silenzio di cui, anche, abbiamo entrambi bisogno. Abbiamo idee un po’ uguali e un po’ diverse: ce le diciamo;  amiamo un po’ le stesse cose e un po’ cose diverse: le facciamo. Abbiamo amici: molti, nuovi e vecchi, alcuni in comune altri no. Amicizie diverse: profondità e, allo stesso tempo, leggerezza. Ci scegliamo la vita semplice che amiamo: piccole cose, bellissime. Problemi economici passano in secondo piano, mentre lavoriamo per i nostri progetti. Pace, tutto il giorno, tutti i giorni.

Il dolore per l’assenza totale dei miei figli resta immenso. In un centro antiviolenza ho un supporto psicologico ed anche legale: l’unica cosa da fare è far rispettare me e i miei diritti e reagisco con fermezza alle manovre legali dell’ex marito. Vedremo come andrà.

Alcuni parenti, un po’ alla volta, dopo silenzi di decenni stanno riavvicinandosi: mia madre ha perseguitato anche loro, e capiscono che quello che lei diceva di me non era vero.

I miei quadri girano per le mostre, ne dipingo tre o quattro insieme ed altri mille mi esplodono in testa. Mi manca solo il tempo per farli tutti. Sto scrivendo un libro.

 ‘Ti amo perché sei così, proprio così’ mi dice lui, con la sua testa pelata ed i pochi capelli d’argento.

‘Ti amo perché sei così, esattamente così’ gli dico io, con le mie rughettine intorno agli occhi che sono rimasti azzurri. E azzurri  rimangono, anche se a volte si riempiono di lacrime.

 Come domenica, che era la festa della mamma.

 
 
 

Come promesso ...

Post n°13 pubblicato il 16 Maggio 2009 da x.paoletta
Foto di x.paoletta

... alle mie amiche del forum, ecco il quadro per una esposizione in occasione di una regata di barche d'epoca. Finalmente sono riuscita a ridurre drasticamente i tempi ... l'ho fatto in 7 giorni e ne sono davvero felice    e devo ringraziarne anche voi!!

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Mariquita a Pendower Beach
Olio su tela, 70x60

 
 
 

A Luna :)

Post n°14 pubblicato il 17 Maggio 2009 da x.paoletta
Foto di x.paoletta

Isolarsi?

Noi nella vita,
isole in un mare che
sommerge ogni barriera

impossibile isolarsi

e poi, perché?

 

Olio su tela; 120x80 cm.

 
 
 

Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 20 Maggio 2009 da x.paoletta
Foto di x.paoletta

Vento dall'est

Un mattino, da oriente una tempesta
Un risveglio, presagi

Poi, ci sarà luce

ed Esseri Diversi
saranno liberi

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Olio su  tela, 120x80 cm

 
 
 

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