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Autismo

Post n°42 pubblicato il 01 Aprile 2014 da roby.floyd
Foto di roby.floyd

 Occorre un cuore aperto per comprendere a fondo il mondo in cui i bambini autistici sono come intrappolati, o come dei " registratori rotti " come dice " la collega" Roberta.
Continuamente sono costretto a ricordare alla persone che il loro particolare comportamento è il risultato di una percezione alterata della realtà e non di fattori psicologici.
Essi si comportano conformemente al proprio modo di percepire l'ambiente ; se noi avessimo le stesse alterazioni sensoriali di cui essi soffrono ci comporteremmo esattamente come loro. 
L'autismo è una patologia troppo spesso ignorata ed ogni persona autistica non ha   
" eguali ", per cui non vi è possibile un vero e proprio ' confronto ' con gli altri, qual grande conforto per qualsiasi genitore.
I genitori di figli non autistici si recano al parco o fuori da scuola, incontrandone tanti altri; si confrontano le loro esperienze, si confidano, magari, le loro incertezze, le paure, ricevendo conforto e consigli.
Invece, i genitori, ma nella maggior parte dei casi, la mamma di un figlio autistico, è raro, molto raro, che vada ai giardinetti; fuori da scuola si apparta e non comunica con nessuno perchè sente la solitudine dovuta all'impossibilità della condivisione.
Le difficoltà che si hanno quando si ha un figlio autistico variano, anche tantissimo, da soggetto a soggetto, ma la solitudine è un comune denominatore a tutte le famiglie, e molto spesso invade e avvelena persino l'interno della famiglia stessa, laddove molti padri scappano via, nel senso che preferiscono divorziare o separarsi, lasciando tutto il gravame che esso comporta per la gestione soltanto alle madri.

L'autismo, non dico che è ignorato, ma è tenuto piuttosto a distanza, quello si, perchè si teme sempre ciò che non si capisce, insomma, ogni famiglia ha esperienze diverse sia col proprio figlio che con la società con cui vive.
Non ci si può permettere di generalizzare, comunque; ove esista una competente comunicazione di cosa sia l'autismo e di come rapportarsi con esso, non ci sono nè chiusure, nè pregiudizi.
La società civile, una volta messa in condizione di " capire " non è mai esclusiva.
Forse non è ancora " inclusiva " nel senso più ampio del termine, in fondo, semplicemente ascoltando, cercando di conoscere e capire, cercando di non isolare, ma al contrario, di coinvolgere le famiglie all'interno delle quali ci sono bambini autistici, sarebbe, a mio parere, un grande aiuto concreto.
Con semplicità e spontaneità.


Queste creature, bambini o adulti che siano, silenziosi o ripetitivi nel parlare, o incomprensibili, sorprendenti nella loro fragilità, strani nei loro gesti inusuali, affascinanti nella serenità della loro tendenza ad isolarsi, paradossalmente straordinari nella forza che sprigionano nelle loro famiglie; queste persone con gravi e compromesse capacità relazionali difficilmente riescono ad avere un loro ambiente sociale senza il supporto di una o più figure adulte di riferimento e, laddove si crea una efficace rete di protezione composta dai genitori in primis, insegnanti, medici, terapisti e compagni di scuola, si possono ottenere esperienze sociali ricche ed appaganti.... si possono...quindi non sempre, complici soprattutto le istituzioni sorde e cieche.

Ripeto, e ci tengo a precisarlo, ogni persona autistica è diversa dall'altra.

Mattia adora la sua scuola ed i suoi compagni; è considerato il bambino della scuola e, a suo modo e con i suoi limiti, in qualche modo riesce a relazionarsi... sicuramente, sempre a suo  modo, si diverte a stare con gli  altri, è attratto dagli altri bambini.
In ogni caso, il collegamento tra genitori è fondamentale per condividere difficoltà e percorsi.

Ad oggi si sconosce cosa determini la sindrome autistica e vi sono diverse cure volte al miglioramento delle loro condizioni, la maggior parte di esse non riconosciute, in ogni caso, dalla scienza mondiale, e, a volte, bisogna fare attenzione a veri e propri ciarlatani.

Nessun genitore si augura di avere un figlio autistico, o in genere disabile, ma è disposto a tutto pur di mutare in meglio lo stato delle cose.
E se questo significa  sacrificare delle ore del proprio tempo ben venga, piuttosto che stare fermi con le mani in mano, attendendo che qualcosa, e non si sa bene cosa, cambi, non si può assolutamente dimenticare  che il non fare condannerebbe questi Angeli inevitabilmente, una volta divenuti adulti, a spender il proprio tempo in un istituto psichiatrico, per cui, NULLA e NIENTE può esser lasciato al caso, si deve lottare, si deve capire e conoscere ogni possibile cura appropriata per arginare i terribili effetti della sindrome  e sviluppare nella maniera giusta i loro maggiori talenti, ed ancora, affrontare un lavoro di recupero lento e faticoso che richiede pazienza e tanta, tanta forza d'animo, ma è in gioco il futuro di un bambino, di un figlio... dei nostri figli.

 

 
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