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« Una volta Napoli cantava così29.11.2020 »

Una volta Napoli cantava così ultimo atto

Post n°658 pubblicato il 17 Agosto 2020 da roby.floyd

Alla fine di questo lungo viaggio, tra le molteplici forme della canzone classica partenopea resta la consapevolezza che lo straordinario patrimonio culturale, e non solo musicale di Napoli non possa diventare  un pretesto per nascondere le negligenze, i problemi colpevolmente trascurati e il vittimismo inerte di un popolo che non ha saputo ancora valorizzare l'enorme potenziale a sua disposizione.
Oltre 200 anni dopo Goethe Napoli resta ancora un paradiso abitato da troppi diavoli che ne deturpano l'immagine, ma anche da qualche povero Cristo e molta, moltissima gente per bene che cerca di ricostruire una speranza concreta sulle macerie lasciate dalla criminalità, dall'incuria, dalla mala gestione, ma anche dall'isolamento economico-politico a cui questa capitale del sud è stata relegata da un secolo e mezzo.
E allora mi viene in mente l'Orson Welles de 'Il Terzo Uomo': In Italia sotto i Borgia, per 30 anni hanno avuto guerre, terrore, assassini, massacri e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo Da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, 500 anni di pace e democrazia, e cosa hanno prodotto? Gli orologi a cucù".
Forse i drammi e i fallimenti con cui Napoli si deve quotidianamente misurare sono la contropartita pretesa da un destino cinico per la gloriosa storia artistica, la prestigiosa tradizione teatrale e la sterminata produzione musicale.
Come una condanna, un perpetuo gioco a perdere.
In effetti, Napoli è una continua scommessa persa, un magnifico sogno che muore lentamente nell'eterna attesa che passi " 'a nuttata ".
E ogni volta, per un istante, sembra che l'alba per Napoli stia finalmente arrivando, che le speranze abortite stiano per rinascere dalle proprie ceneri.
Basta uno squarcio di veduta da Posillipo, un'antica melodia, uno sketch teatrale o un giro per le stazioni 'artistiche' della metropolitana.
Bastano il Caravaggio delle Opere di Misericordia, il Guido Reni di S. Martino e il Tiziano di Capodimonte.
A questo paradiso perduto e, talvolta sperduto, per riscattare la propria disperata condizione non occorrerebbe altro che la bellezza di cui già è circondato.
Tanti Napoletani non l'hanno capito o non l'hanno voluto capire.
A tutti gli altri, ai Napoletani che, nonostante tutto, continuano a credere nel potere salvifico della bellezza, nonchè a tutti coloro che mi hanno seguito e accompagnato in questa 'cavalcata' musicale, per me è stato bello (per tutti voi che mi avete seguito lo spero) rivivere, riscoprire  certi motivi ascoltati volendo o non volendo durante l'infanzia e la mia gioventù  comprendendo adesso, ancora più a fondo l'importanza, il ruolo e l'influenza che ha avuto la canzone classica napoletana nella musica.
Grazie.

 

 

 Regalo per Jigen, da conservare nel tuo archivio...anche se non è radiorai...

 
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Commenti al Post:
jigendaisuke
jigendaisuke il 17/08/20 alle 22:45 via WEB
Per citare quel bravissimo cronista che era Luigi Necco, purtroppo ricordato quasi solo per il mitico 90° minuto, dico "Roby chiama, Jigen risponde": https://www.youtube.com/watch?v=7p8_nC1V1eM E la bella ountata di "di là dal fiume e fra gli alberi" dedicata a Napoli, con una buona analisi delle sue luci e delle sue ombre, senza nessun folclorismo: https://www.raiplay.it/video/2019/04/Di-la-dal-fiume-e-tra-gli-alberi---E12-dad5b616-49e0-4983-878d-cdb3cf79f2fa.html
(Rispondi)
jigendaisuke
jigendaisuke il 17/08/20 alle 22:51 via WEB
"Napuke è" secondo me, è una delle più belle canzoni degli ultimi tp anni. Una splendida dedica a Napoli, con il bello e il brutto di questa città, a cui sono affezionato per motivi famigliari e culturali. E Pino aveva solo una ventina d'anni quando la scrisse e la registrò. A proposito, davvero un bel regalo quello della prima volta in cui ha cantato in pubblico Napuke è
(Rispondi)
 
several1
several1 il 18/08/20 alle 17:15 via WEB
Piace molto anche a me questa canzone... per una volta sono d'accordo con J (pur se non sono legata a questa cittá)
(Rispondi)
jigendaisuke
jigendaisuke il 17/08/20 alle 22:56 via WEB
E così sei arrivato alla fine di questo ruo sentito omaggio a Napoli e alla sua cultura musicale. E mi ttovi completamente d'accordo su quanto hai scritto in questo post. Vabbè, dobbiamo aapettare. Ha da passà 'a nuttata. Ma quando passa??
(Rispondi)
Cherrysl
Cherrysl il 18/08/20 alle 19:14 via WEB
È stato molto interessante questo viaggio musicale . Mi hai reso definitivamente più evidente che realmente tutto il mondo ama la canzoni napoletane...
(Rispondi)
ditantestelle
ditantestelle il 20/08/20 alle 17:28 via WEB
.. a me, hai permesso di far conoscere delle storie o delle canzoni mai sentite o di riascoltarne altre che non ascoltavo da un pezzo.. in più, qualche mio cassetto, sepolto nella memoria si è aperto e non mi ha fatto che piacere :)
Sei stato bravo, concretamente obiettivo e molto, molto sul 'pezzo', come dice la tua omonima amica nostra :) GRAZIE Roberto :)*
(Rispondi)
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 27/08/20 alle 21:48 via WEB
Caro Roberto, non potevi scrivere meglio: bravissimo!!! E sai, che lo dico con sincero entusiasmo. Bellissimo scritto degno di un giornale. Peraltro, nella storia che hai magistralmente descritto di Napoli, hai descritto anche la storia dell'Italia tutta!!! Non so.. forse troppe dominazioni, troppa bellezza che non regge il bilanciamento del contraccolpo, troppa pasta, troppa pizza!! forse la mafia, la posizione strategica nello scacchiere geografico, forse la perdita della guerra più brutta, il fascismo, e mi fermo qui... Chi troppo è stato dovrebbe però quantomeno riequilibrarsi, invece siamo diventati un popolo di incompetenti plastificati futili e vacui, imbevuti di niente che pontifichiamo su tutto, e non sappiamo attingere dagli insegnamenti, capaci solo di scrivere burocrazie, e niente altro più. BRAVISSIMO. E non diventare rosso, dico davvero, è nero su bianco :-)
(Rispondi)
cassetta2
cassetta2 il 12/10/20 alle 09:33 via WEB
Il vecchio Pino non delude mai.
(Rispondi)
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