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I miei vinili: Marillion

Post n°490 pubblicato il 16 Dicembre 2017 da roby.floyd

                                         SCRIPT FOR A JESTER'S TEAR (1983)

"Script" fu il disco più importante per la New Progressive Wave, sicuramente non il primo, ma altrettanto sicuramente quello che portò il movimento fuori dal giro underground e dentro lo status dell'ufficialità.
Album di esordio dei Marillion, si articolava in sole sei composizioni, tutte di innegabile bellezza.
Lo percorreva un'atmosfera unitaria, ben raffigurata dalla splendida copertina, romantica, un pò oscura, carica di simboli e mistero.
L'accusa immediata, da parte di una stampa un pò spiazzata, fu di imitazione delle vecchie cose dei Genesis e di Gabriellismo acuto per la voce del grande Fish.
Può darsi, per certi brani la cosa era innegabile: la title track, "The Web" e "Garden Party" avevano la stessa delicatezza romantica e favolistica dei Genesis di un tempo e Fish cantava proprio come il vecchio Peter...
Insomma, ora che c'era qualcuno che s'azzardava a rifare musica di gran classe  ci si affannava ad attaccarlo!
Ridicolo, tanto più in un periodo in cui di novità in campo musicale ce n'erano poche ed i gruppi più osannati si dedicavano a ben più spudorati riciclaggi.
Ridicolo di nuovo se si prestava un attento ascolto ai brani incriminati: per quanto si rifacessero al vecchio prog , "Script" e "Garden Party" erano suites di una bellezza profonda, capaci di provocare un innamoramento verso il gruppo, che infatti diventò uno dei più popolari dell'Europa degli anni '80.
Da non sottovalutare  poi, brani come "Forgotten Sons" e soprattutto "He Know You Know", altro che imitazione dei Genesis!
Vi brillava uno stile nuovo, esaltante: quel misto tra Progressive/Hard/Pop che sarebbe stato il segno della nascente NPW.

 

 
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