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« Il velieroL'ultima profezia - parte 4^ - »

Il principe e l'oca d'argento

Post n°507 pubblicato il 23 Gennaio 2018 da roby.floyd

 

C'era un antico Principe indiano di nome Aryaman.
Egli era ricco come il mare, desideroso di costruire un palazzo di fronte a quello del Re, che si chiamava Ratnavat, ma ancora più bello.
Passarono alcuni mesi e poi, finita l'opera, fece scrivere sulla facciata 'il denaro fa tutto'.
Il Re, uscendo, vide la scritta e fece immediatamente  chiamare il Principe, che non era mai stato a Corte essendo nuovo di città: "Bravo" gli disse Ratnavat, "il tuo palazzo è meraviglioso: al confronto il mio sembra una stamberga! Ma dimmi, sei stato tu a scrivere che il denaro può tutto?"
Aryaman cominciò a pensare di esser stato forse troppo ambizioso: "Signorsì", rispose, " ma se Vostra Maestà non gradisce faccio presto a levare la scritta!"
"Non pretendo questo: volevo soltanto che tu mi dicessi che cosa intendevi dire con quella frase... Credi forse, col tuo denaro, di potermi uccidere?"
Il Principe capì che le cose per lui si mettevano male: "Oh, mi perdoni Maestà...Provvedo subito a cancellare quella scritta! E se il palazzo non Le piace, me lo dica che lo faccio demolire".
"Invece io ti dico di no...Lascia stare ogni cosa. Visto però che affermi di potere tutto col denaro, dimostramelo! Ti do 3 giorni di tempo per riuscire a parlare con mia figlia Kumira; se ci riesci, bene, la sposi...se no ti faccio decapitare, d'accordo?"
Aryaman precipitò nell'angoscia: cessò di mangiare e bere, sopravvenne l'insonnia.
Pensava soltanto, notte e giorno, a come salvare la pelle.
Il secondo giorno, ormai sicuro di non venirne a capo, decise di andare dal notaio per fare testamento.
Ormai non c'era più speranza: la figlia di Ratnavat era stata rinchiusa in un castello fuori città, con 100 guardie intorno.
Il Principe,pallido e floscio come uno straccio, era rassegnato a morire.
L'indomani venne a fargli visita la sua balia, Jarsevika, una vecchia bacucca che lo aveva allattato quand'era bambino e che egli teneva ancora al suo servizio.
Vedendolo in quello stato, gli chiese cosa gli fosse capitato ed egli raccontò la sua vicenda.
"E allora?!" Disse Jarsevika, "Ti vuoi dare per vinto? Neanche per sogno...Ci penso io!"
Uscita di fretta dal palazzo, corse zoppicando dal più importante orefice della città e gli ordinò un'oca tutta d'argento che aprisse e chiudesse il becco, ma grande come un uomo e vuota dentro: "Deve esser pronta per domani".
"Per domani?! Ma è impossibile!" Esclamò il bravo orefice.
"Ho detto per domani!" E la vecchia tirò fuori un sacco di monete d'oro: "Pensateci: questa è la caparra e domani, alla consegna, vi do il resto".
Davanti a quel sacco l'orefice era rimasto a bocca aperta: "Allora è un'altra faccenda", disse, "Posso provarci..."
Lavorò giorno  e notte e l'indomani l'oca era pronta: era proprio una meraviglia!
Jarsevika disse ad Aryaman: "prendi il tuo aerofono ed entra nell'oca; appena siamo in strada, comincia a suonare".
Presero ad andare per la città: la vecchia balia si tirava dietro l'oca d'argento, il Principe, dentro, suonava l'aerofono.
La gente faceva ala a bocca aperta, correvano tutti a vederla e sentirla.
La voce corse fino al castello dove era rinchiusa la figlia del Re, la quale chiese a suo padre il permesso di assistere allo spettacolo.
Il Re disse: "Domani scade il termine per quel fanfarone di Aryaman e tu potrai uscire e vedere l'oca".
La figlia, però, aveva sentito dire che Jarsevika con l'oca avrebbe l'indomani lasciato la città; allora Ratnavat diede il permesso che l'oca fosse portata nel castello affinchè Kumira potesse vederla e sentirla.
Era quel che la vecchia aspettava.
Quando la Principessa fu sola con l'oca d'argento, mentre stava ad ascoltare incantata quella musica che usciva dal suo becco, vide tutto ad un tratto l'oca aprirsi e saltar fuori un uomo.
"Non abbiate paura" disse l'uomo, "Sono il Principe Aryaman e devo potervi parlare per non essere decapitato da vostro padre domattina. Voi potrete dire d'avermi parlato e salvarmi!"
L'indomani il Re fece chiamare il Principe:"Allora, ti è servito il tuo denaro per parlare a mia figlia".
"Si, Maestà" rispose il Principe.
"Come? Vuoi dire che le hai parlato?"
"Domandatelo a lei!"
La figlia, chiamata, disse come il Principe era nell'oca d'argento che il Re stesso aveva fatto portare nel castello.
Il Re allora si tolse dal capo la corona e la mise in testa al Principe:"Questo vuol dire che non hai solo i denari, ma anche il cervello fino! Sii contento, perchè ti do mia figlia in sposa".

 
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