Creato da roby.floyd il 31/01/2014
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Messaggi del 16/03/2017

Antonio

Post n°409 pubblicato il 16 Marzo 2017 da roby.floyd

A circa 13 anni ero un frequentatore assiduo della parrocchia condividendo il mio entusiasmo adolescenziale e parte del mio tempo insieme con gli altri ragazzi per imparare la vita...
E lì si aggirava una presenza alquanto...inquietante...una persona Down...ma che dico, un... "mongoloide"... già, perchè allora non c'era, tra la gente comune, altro termine per definire correttamente quelle persone, e quando parlavamo, noi ragazzi, di Antonio... lo chiamavamo così, non senza un briciolo di disagio.
Era lì...assente e presente, assorto nel suo mondo allo stesso tempo, forse alla ricerca, con le sue sole forze di quell'integrazione così lontana allora dalla realtà del tempo di cui, forse, avvertiva un intimo bisogno, profeta incompreso di un futuro non poi troppo lontano e che lui non avrebbe conosciuto...d'altronde mica si vedevano persone Down in giro come adesso!
Era il fratello della lattaia e viveva con lei, poteva avere attorno ai 35 anni, un privilegio, se vogliamo, a quei tempi, in cui gran parte delle persone Down e molte persone disabili erano istituzionalizzate.
Penso che viveva una vita relativamente felice: girava da solo per il quartiere, veniva in parrocchia ascoltando la messa tutti i giorni e andava a fare la spesa, si; i negozianti segnavano sul 'libretto' perchè Antonio non conosceva il valore del denaro e la sorella, poi, passava a fine mese a saldare il tutto.
Quando arrivò l'organo in chiesa ed io ebbi un ruolo più attivo, Antonio mi 'scelse' come suo amico, insieme ad un altro ragazzo della mia età esprimendo il suo avere bisogno di amicizia in diversi modi: cantando, chiamandomi  per nome (o per cognome) in un incomprensibile idioma, cercava il contatto fisico, insistente e, a volte anche imbarazzante con quella sua mano 'molliccia' che malcelava la sua ipotomia marcata... con delle parole alquanto fuori luogo (non sapete quante volte mi sono sentito dire 'ti amo Lobbè') ma che esprimevano il suo struggente bisogno d'amicizia, sincero e profondo...
Gli sono stato amico, con semplicità, come ho potuto e saputo fare in rapporto con l'età che avevo ed il tempo in cui vivevo mi consentivano...non respingerlo (come facevano buona parte degli altri ragazzi...e più di qualcuno anche con disprezzo).
Un giorno avvenne, per lui, un episodio molto importante, una cosa inaspettata; come prima accennavo, ascoltava tutti i giorni la messa, arrivando sempre puntuale, anzi, a volte anche mezz'ora prima della funzione e si inginocchiava, a pregare, a modo suo, quindi partecipava alla messa rispondendo, cantando (era stonatissimo ma veniva tollerato), dopodichè si metteva in fila per ricevere l'ostia, ma arrivato davanti al parroco si faceva il segno della croce lasciando lo spazio a chi ne aveva 'diritto'... ritornando al suo posto più compunto e meno distratto di altre persone che avevano ricevuto l'ostia.
Da poco tempo era arrivato un giovane prete che, in considerazione della sua età e delle sue idee progressiste era diventato un pò il nostro eroe dai grandi ideali e... mentre Antonio si faceva da parte, dopo aver fatto la fila per farsi il segno della croce davanti al calice... il giovane prete lo fermò, lo fece tornare indietro... e con il sorriso sulle labbra gli sussurrò qualche parola, e gli fece la "sua" prima comunione....
Una volta tornato al suo posto i nostri sguardi s'incrociarono...e fu una cosa strana... perchè non alzava mai la testa quando ritornava al suo posto... ma quel giorno mi guardò di proposito... aveva un radioso sorriso sulle labbra... e piangeva di gioia, quella gioia che viene da dentro quando, come dire, quando una persona si sente accettata e voluta bene per quella che è, dopo avere atteso tanto tempo che avvenisse tale evento, immagino.
Qualche anno dopo morì...

Fu una delle cose più naturali del mondo, allorquando presi atto della 'sentenza definitiva' per quanto riguarda mio figlio, sebbene appartenessero a disabilità diverse, pensare ad Antonio... che creava disagio intorno a sè, per come era, per come si rapportava con gli altri e per come parlava, ma lo pensavo anche con la tenerezza di quegli episodi che mi avevano dimostrato la sua umanità... oltre l'apparenza di una vita piena di infelicità... ma ho capito, grazie a lui, che in quel bambino, che partiva per  la sua corsa della vita... con un marchio indelebile... c'era potenzialmente la stessa umanità.. la stessa voglia di vivere che c'èra in ognuno di noi...

Se penso ad Antonio mi commuovo, ogni volta, ho pianto anche scrivendo questo messaggio...e ora sapete anche voi perchè...
Perchè anche grazie a te, Antonio... il mondo è cambiato un pochino in meglio... ed i nostri figli, oggi, hanno molte più possibilità di quelle che hai avuto tu... di realizzare il tuo sogno, il tuo desiderio di amare e di essere amato... ed anche perchè mi hai reso "migliore"... aiutandomi ad accettare e ad amare subito mio figlio Mattia...

                                                          Grazie Antonio, il tuo amico Roberto

 

 
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