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Messaggi del 19/03/2017

I miei vinili: Metal Massacre Vol. I

Post n°412 pubblicato il 19 Marzo 2017 da roby.floyd

METAL MASSACRE - INTERPRETI VARI - 1982 -

 

Questa volta riesumo il ricordo del primo volume della interminabile serie di Metal Massacre compilations che finirono con il risultare angoscianti, ma che, almeno, nelle prime due edizioni, si rivelarono di grande utilità contenendo nomi che in breve sarebbero divenuti altisonanti.
Francamente penso che ben poche compilation possano vantare, in ambito metal, un assemblaggio di gruppi emergenti così prestigioso: chi l'avrebbe mai detto che da quel vinile contenuto in una cover anonima e per giunta registrato in modo artigianale, sarebbero uscite fuori bands fondamentali o perlomeno destinate a recitare parte di rilievo nella storia del metal?
Per rendersi conto di questo, basta dare una rapida occhiata alla scaletta composta da nomi quali i Metallica, Ratt, Malice, Bitch e Steeler.
Con soddisfazione tutta personale, ricordo di aver letteralmente consumato la puntina tra i solchi di un pezzo suonato da un gruppetto sconosciuto chiamato Metallica o, come recitano i crediti di copertina, "Mettallica"...
La song in questione, quella che ha lanciato il gruppo è 'Hit The  Lights', la cui registrazione, se confrontata su quella presente in Kill'em All, è decisamente pessima.
Nonostante questo, quel brano godeva di una enorme carica aggressiva e lasciava già intravedere sviluppi interessanti per una band che era ancora in embrione e con componenti ben differenti.
Anomala infatti la line-up, almeno rispetto a quella cui poi, successivamente ci si abituò: con  James Hetfield e Lars Ulrich c'era la coppia di chitarristi Dave Mustaine che, successivamente ha creato i Megadeth, e Lloyd Grant, mentre al basso c'era Ron McGouney.
Se i Metallica chiudevano il disco, il ruolo di apripista era stato affidato agli Steeler, ossia la band di Ron Keel, quella che ha avuto il grande merito di lanciare, poco tempo dopo, Mr. Yngwie Malmsteen.
Il gruppo si presentava con quella ' Cold Day In Hell' uscita poco prima come singolo con riscontri notevoli e che sarebbe ricomparsa in apertura d'album, stavolta con Yngwie alla chitarra.
Forse, riascoltandolo oggi, quello degli Steeler era veramente il brano migliore dell'intera compilation ed è un peccato che questa band si sia successivamente persa per strada.
Ai Malice venne data una doppia chance: 'Captive Of Light' e 'Kick You Down' sono le tracce lasciate dalla band americana.
Il vocalist James Neal si proponeva già come fedele discepolo di Rob Halford, ma a sentir bene anche il resto della band non è che si distaccasse molto dalle produzioni dei signori di Birmingham.
Più convincenti e maturi apparivano, invece, i Ratt: descritti come la grande speranza del glam metal statunitense, i cinque mischiavano in realtà riffs prettamente hard a schemi semplici ma efficaci ed orecchiiabili.
'Tell The World' il loro pezzo.
Carriera dai risvolti più altanelanti e confusi quella dei Bitch, ribattezzatisi poi in Betsy in cerca di una nuova verginità; la loro 'Live For The Whip' era uno dei momenti più potenti dell'intero disco  e se il chitarrista si faceva notare per il suo lavoro, l'osannata Betsy Bitch sfoderava grinta ma ben poca dinamicità.
Sempre molto stimati, specialmente nell'epoca successiva, erano i  Ciruth Ungol, che parteciparono a questo progetto con una 'Death Of The Sun' , registrata in maniera atroce, sul genere: "L'ho incisa con il portatile..."
Non mi piacquero allora nè mi hanno personalmente convinto in seguito, ma questo è di poco conto.
Meno fortuna hanno raccolto bands come Avatar, Demon Flight e Pandemonium che, nell'occasione, non risultavano certo inferiori ai nomi già menzionati, anzi, dimostravano un potenziale altamente valido!
Insomma, una raccolta che se riascoltata oggi potrebbe far sorridere , a causa di sonorità che definire underground sarebbe un eufemismo, ma che conserva tutt'oggi un fascino ed una fragranza di spontaneità...come dire...cose d'altri tempi.

 

 
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