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Messaggi del 07/01/2018

L'ultima profezia - parte 1^ -

Post n°493 pubblicato il 07 Gennaio 2018 da roby.floyd

 

L'ordine sarà sciolto e annientato.
I suoi figli tormentati e morenti vagheranno fra i cinque regni.
I nemici berranno il loro caldo sangue e quella linfa densa e profumata li condurrà all'oblio.
Le nebbie dei tempi e le sabbie del deserto copriranno il loro ricordo,
ma dalle nebbie e dalle sabbie, infine si leveranno gli ultimi di quella stirpe
e la morte si leverà con loro in attesa del suo posto.


La tempesta di sabbia sferzava l'orizzonte.
Una nuvola rossa e incandescente soffiava e danzava lungo le dune del deserto di Arruki.
Un informe massa di calore che soffocava e ustionava, stordiva e accecava.
Il cammello procedeva lento e barcollante sulle sue possenti zampe, il caldo asfissiante e la sabbia bollente non sembravano disturbarlo.
L'animale si muoveva sicuro e inconsapevole; sul suo dorso silenzioso e immobile sedeva il suo padrone.
L'uomo avvolto in lunghe vesti azzurre aveva il volto coperto per proteggersi dal vento caldo del deserto, sugli occhi una lunga benda nera filtrava i raggi del sole, mentre tutto il suo corpo assecondava il monotono incedere dell'animale.
Il capo chino sembrava fissare la sabbia in continuo movimento, quel perenne divenire che trasforma e muta l'orizzonte del deserto.
Il viandante proseguiva silenzioso il suo viaggio, le tracce del suo passaggio venivano cancellate in fretta dal soffio cattivo dei venti, e la sua presenza diveniva irreale e inquietante, unico essere in un oceano rosso di nulla assoluto.
Un nulla fatto di giornate di fuoco e notti di ghiaccio, di orizzonti sconfinati e sempre identici, di solitudine assoluta, di silenzio irreale rotto solo dalla voce del vento.
D'improvviso  l'uomo alzò il capo, il suo volto mascherato fissava la nuvola rossa che si muoveva impazzita dinanzi a lui; guardava l'inseguirsi del vento.
Ancora pochi passi e fra le nubi e le sabbie cominciò a delinearsi qualcosa di nuovo, qualcosa di atteso da lungo tempo: il Grande braccio di Vydavy.
L'abisso era lì, dinanzi ai suoi occhi, sconfinato e bollente sprofondava nelle cavità della terra a cercare il sangue e la linfa di Vydavy , quel sangue oscuro che pochi esseri erano degni di contemplare, quel sangue che era l'inizio e la fine di ogni cosa.
L'uomo si portò una mano al capo per scansare le bende.
Un volto duro e contratto, deciso e cattivo si mostrò al feroce sole del deserto, un'aria bollente e soffocante gli investì il viso, gli occhi si socchiusero per resistere alla luce abbagliante.
In lontananza alla sua destra si stagliava il netto profilo dello stretto ponte che gli avrebbe permesso di attraversare le braccia della grande divinità, che gli avrebbe permesso di raggiungere il regno di Sakya.
Un sorriso leggero e tirato increspò le sue labbra.
Le parole dei Sacri Libri di Ofir risuonarono nella sua mente.


...e poi venne l'abisso e al di là di quello, sangue e morte saranno i doni di colui che porta impressi nella carne i sacri simboli dell'ordine innominato.

 


 
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