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Messaggi di Maggio 2016

Juve, per il dopo Morata si "tratta" con Raiola

Post n°8064 pubblicato il 23 Maggio 2016 da nadir63l
 


© foto di Insidefoto/Image Sport
Juve, per il dopo Morata si "tratta" con Raiola

La Juventus comincia a pensare al dopo Morata. Per sostituire il bomber classe 1992 della nazionale spagnola, destinato a tornare al Real Madrid, i bianconeri potrebbero fare "affari" con Mino Raiola, puntando 2 giocatori gestiti dall'agente italo-olandese: secondo quanto riportato dal "Quotidiano Nazionale", infatti, Marotta avrebbe chiesto informazioni su Romelu Lukaku, bomber classe 1993 dell'Everton e della nazionale belga, e su Zlatan Ibrahimovic, che, dopo la fine del rapporto con il PSG, è attualmente svincolato, e potrebbe sbarcare a Torino per almeno un paio di stagioni con un ottimo contratto, finanziato in parte dalla cessione di Morata. 

 
 
 

LA JUVE FA UNDICI, NIENTE SCONTI AI ROSSONERI

Post n°8063 pubblicato il 21 Maggio 2016 da nadir63l
 


© foto di www.imagephotoagency.it
LA JUVE FA UNDICI, NIENTE SCONTI AI ROSSONERI

La Juventus vuole la doppietta e si presenta all'Olimpico con la consapevolezza della grande squadra. Allegri sceglie due esterni di esperienza come Lichtsteiner e d Evra, in difesa Barzagli, Chiellini e Rugani con Neto in porta, centrocampo con Lemina a sorpresa con Hernanes e Pogba, l'attacco è affidato a Dybala e Mandzukic.
Il Milan si affida a Carlos Bacca supportato da Honda e Bonaventura e ben sette italiani in campo. 
Parte meglio il Milan, molto aggressivo. La Juventus ci prova con Pogba contrasto in modo dubbio in area, il Milan spara alto con Bonaventura. Ancora Bonaventura al minuto dodici spreca una buona opportunità e mette a lato, Juve sottotono. 
Nella Juventus e' chiaramente Dybala quello che deve accendere la lampadina.
Ancora Milan con De Sciglio, conclusione alta e poi Bonaventura che per poco non inganna Neto. Juventus in evidente difficoltà.  
Ci prova anche la Juve con Evra, palla a lato. 
Nel finale di primo tempo cresce la Juve, ma poche conclusioni. Bianconeri disattenti che concedono una ripartenza quasi letale al Milan che spreca tutto alto con Poli. 
La formazione di Allegri chiaramente in difficoltà contro le furie rossonere. 
Primo tempo non bello per i bianconeri, pubblico rossonero impazzito per la gara dei milanisti. 
Nessun cambio ad inizio ripresa. Ancora Milan con Kucka, palla a lato. 
Prima azione degna di nota della Juventus con Lichtsteiner che crossa al centro e Donnarumma che smanaccia anticipando Mandzukic. Chiellini prende l'iniziativa R si prende un buon fallo, ma la palla deviata finisce alta.
Dopo una breve reazione la Juventus torna a soffrire soprattutto sugli esterni. 
Il Milan sfrutta le ripartenze ma sbaglia in conclusione e finalizzazione.
Nei bianconeri Allegri toglie uno spento Evra ed inserisce Alex Sandro. Malissimo Lemina a centrocampo, ma è una Juventus che sbaglia troppo tecnicamente. 
Grande occasione Juve con Pogba che impegna Donnarumma e poi Mandzukic chiuso a lato. Ci prova anche Lichtsteiner, para Donnarumma. 
Sale in cattedra la Juventus. 
Esce anche Lichtsteiner ed entra Cuadrado, squadra iper offensiva. 
Brocchi vuole vincere ed inserisce Niang per Poli. 
Finale con i rossoneri vicini al gol, salva Cuadrado.
La partita finisce 0-0 e si va ai supplementari. 
Supplementari equilibrati. La Juventus va vicina al gol al dodicesimo, Donnarumma salva tutto, poco dopo due occasioni per i rossoneri con Chiellini che chiude su Bacca e lo stesso colombiano che in rovesciata tira di poco alto.
Entrano Morata ed Josè Mauri ed escono Hernanes e Montolivo.
La Juve passa Morata al settimo Minuto. Grande strappo di Lemina e cross immediato di Cuadrado per Morata che fulmina Donnarumma, bianconeri in vantaggio, Allegri ha indovinato il cambio. 
Il Milan reclama per un rigore ma è Honda a buttarsi. 
Ultimi minuti di sofferenza Jose Mauri fuori di pochissimo.
La Juventus vince la undicesima coppa Italia al termine di una combattutissima finale, decide Morata, onore delle armi ad un Milan che ha giocato forse meglio dei bianconeri. 

 
 
 

PENTA JUVE E PENTA FESTA

Post n°8062 pubblicato il 14 Maggio 2016 da nadir63l
 

© foto di www.imagephotoagency.it
PENTA JUVE E PENTA FESTA

La Juventus per l'ultima casalinga su presenta con qualche variazione sul tema rispetto alla gara con il Verona. Dentro Neto con Barzagli, Bonucci e Chiellini, esterni Evra e Lichtsteiner, centrocampo con Hernanes, Roberto Pereyra e Pogba, in attacco Mandzukic e Dybala. 
Nella Sampdoria Brignoli in porta, in avanti Quagliarella con Casaano a casa. 
Il clima è chiaramente quello della festa con i giocatori che entrano con figli al seguito all'ingresso in campo. 
Ritmi non altissimi in avvio con Alvarez che impegna subito Neto da fuori area. Lo Stadium nel frattempo festeggia con cori e immagini tricolore. 
Al quinto minuto Juve in vantaggio, segna subito Patrice Evra, il francese sfrutta una palla inattiva bel servita da Dybala con difesa della Sampdoria molto ferma, bianconeri subito avanti. 
La Sampdoria resta in dieci, Mandzukic si invola verso la porta e il difensore della Sampdoria Skriniar lo atterra dopo aver toccato il pallone e si prende il rosso. Dybala dal dischetto raddoppia. 
Juventus con due gol di vantaggio e con un uomo in più domina la passerella. 
Dybala vicino alla terza rete. Bianconeri in controllo, blucerchiati in maglia gialla tutti chiusi per evitare danni. Ancora Dybala, impegna Brignoli, da notare la bella azione di Hernanes in avvio. Chiellini prima di testa e poi di piede ci prova. Calcio spettacolo Juve con Dybala ad inventare e traversa di Lichtsteiner. Bellissima azione di Mandzukic al minuto trentatré, palla a lato. 
 
Dybala show: l'attaccante prima incanta con un sombrero ma tira alto, poi prende palla al limite e fulmina Brignoli con un tiro bellissimo, tre a zero. 
Ancora Pogba tenta l'euro gol, palla sulla traversa. 
Il primo tempo si chiude con la Juventus in vantaggio di tre gol e dominio totale.
Nel secondo tempo dominio bianconeri che continua, Chiellini manca la quarta rete, ma la pressione e' totale. Nei gialli di Genova entra Ranocchia. 
Esce Pereyra ed entra Sturaro. Fuori Dybala e dentro Morata. Ci prova Pogba, palla a lato. La Sampdoria ci prova nella ripresa, ma le occasioni latitano. Entra Zaza ed esce Mandzukic. 
Arriva anche il gol di Chiellini al minuto 76, primo gol in stagione, un sinistro nel sette, con Evra che gli pulisce gli scarpini. Festa piena allo Stadium. Neto si sporca le mani, prima del quinto gol di Bonucci che spunta da corner e segna a cinque dalla fine. 
Cinque gol, penta festa e grande serata da vivere con i sorrisi, da lunedì si pensa all'ultima fatica stagionale, ma con la concentrazione di oggi tutto sarà più semplice.

 
 
 

ALLEGRI: "Bonucci gioca, Rugani riposa.

Post n°8061 pubblicato il 13 Maggio 2016 da nadir63l
 

 Khedira ha pochissime chance di giocare la finale. Infortuni? Ne abbiamo parlato, dobbiamo lavorare e migliorare. Sul video di mia figlia..."

LIVE TJ - ALLEGRI: "Bonucci gioca, Rugani riposa. Khedira ha pochissime chance di giocare la finale. Infortuni? Ne abbiamo parlato, dobbiamo lavorare e migliorare. Sul video di mia figlia..."

Alla vigilia della gara contro la Sampdoria e a 8 giorni dalla finale di Coppa Italia contro il Milan, Massimiliano Allegri analizza il momento della sua squadra in conferenza stampa. Tuttojuve.com riporta integralmente e in tempo reale le sue dichiarazioni:

Se domani è una partita di prove anti-Milan, Bonucci andrà in panchina e vedremo una squadra simile a quella che vedremo in finale?
"Bonucci non va in panchina perchè Rugani ha giocato 11 partite e sarà pronto poi per essere a disposizione per la finale. Domani giocheranno sicuramente Bonucci, Barzagli e Chiellini, anche perchè domani Chiellini almeno un'ora la deve fare. Questi i tre di difesa. Poi Alex Sandro è squalificato e gioca Evra".

Quante volte questa settimana ha ricordato alla squadra di non ripetere la prestazione di Verona?
"L'ho ricordato solamente una volta perchè sono ragazzi intelligenti, che capiscono e che hanno capito che giocando delle partite del genere è quasi impossibile fare risultato. E' vero che dopo 26 partite con 25 vittorie e un pareggio, con lo Scudetto vinto, ci può stare una partita del genere, anche perchè è una cosa fisiologica. E ci fa anche bene, perchè così domani abbiamo l'obiettivo di finire bene il campionato, di festeggiare in casa con i nostri tifosi e soprattutto riprendere mentalmente il cammino verso la finale del 21".

Senza la sconfitta di Verona la festa di domani ci sarebbe stata?
"No, non ci sarebbe stata, perchè domani finiamo la partita alle 7 e poi ci saranno i festeggiamenti come l'anno scorso. L'anno scorso è stata la stessa cosa perchè abbiamo fatto i festeggiamenti allo stadio con i nostri tifosi".

E' vero che ti sei infuriato per quel video abbastanza innocuo con tua figlia protagonista?
"No, non mi sono mica infuriato. Direi che l'idea è stata geniale, l'intepretazione ha lasciato a desiderare. Diciamo che lei ha 21 anni e deve fare la studentessa".

Senza Bonucci, l'ultima volta ha giocato Barzagli centrale. L'ha convinta? Può essere la soluzione? O anche Rugani può essere impiegato lì?
"Al momento il centrale che può sostituire Bonucci è Barzagli, poi potremmo giocare anche a due, però abbiamo già giocato a tre con Barzagli, Rugani o Evra, o Chiellini. Barzagli anzi ha fatto una buona partita perchè è molto veloce nella consegna della palla, nella circolazione della palla, con caratteristiche diverse da Bonucci, perchè ha meno imbucate, però lo fa molto bene. Altrimenti possiamo giocare anche a due, dipende".

Domenica mattina vi allenate?
"Domenica mattina no. Il programma è: domenica riposo, lunedì allenamento, martedì mattina allenamento, mercoledì mattina allenamento, giovedì mattina allenamento, poi partiamo per Roma al pomeriggio. Venerdì mattina c'è la visita... saremo ricevuti dal Papa, poi faremo allenamento all'Olimpico e sabato sera giochiamo. Questo è il programma. Praticamente siamo arrivati a una settimana: sembra ieri che sia iniziata la stagione e siamo già arrivati alla fine anche quest'anno".

Voi fate qualcosa dopo lo stadio domani? Discoteca, ristorante, per festeggiare?
"Ci sarà sicuramente una cena tra di noi, non so dove sarà, se in un ristorante o una discoteca. Presto, non  è che si va a letto alle 5".§

Questa estate il primo acquisto deve essere un trequartista? Sì o no?
"No, stamattina sei determinato: cene, trequartista....sto scherzando. Il trequartista... alla Juventus devono arrivare giocatori di grande qualità, l'importante è che abbiano grandi qualità, poi che siano trequartisti, mezzale e o mediani davanti alla difesa in qualche modo poi li sistemo".

In porta ci sarà spazio ancora per Neto in vista della Finale? A centrocampo farai giocare ancora quelli che ha avuto meno possibilità tipo Pereyra?
"Pereyra domani dovrebbe essere della partita. Per quanto riguarda la porta, gioca Neto perchè giocherà la finale. Ed è giusto dargli un po' di partite. Ha giocato a Verona, domani farà la seconda e quindi gli farà bene per ritrovare un po' di misure, un po' di sicurezza in porta".

Come si immagina questa ipotetica Superlega e l'eventuale ruolo della Juve?
"Immaginanerselo è difficile, perchè poi cambierebbero tutti gli scenari, non so come saranno distribuiti i diritti televisivi, non sono che mi riguardano. Una cosa è che sicuramente sarebbe una grande Superlega con le più grandi, le più forti squadre dì'Europa e quindi bisognerebbe lottare per trovare un posto tra le grandi".

In regia giocherà Lemina o Hernanes?
"Hernanes domani, quindi praticamente vi ho dato tutta la formazione".

L'attacco?
"Domani dovrebbero giocare Dybala e Mandzukic. Morata sta bene. Quindi l'unico infortunato è Khedira, che ha pochissime probabilità di giocare la finale".

Visto che Khedira e Morata hanno avuto una ricaduta, c'è qualche errore da non ripetere nella prossima stagione? Gli infortuni hanno colpito soprattutto 3-4 giocatori. Da luglio vorrai rivedere qualcosa?
"Tra l'altro non più tardi di ieri siamo stati tutto il giorno a valutare l'andamento di questa stagione sugli infortuni. Gli infortuni quest'anno, rispetto all'anno scorso, sono un numero più elevato, ma soprattutto abbiamo avuto  delle problematiche sui polpacci, molto di più. Rispetto all'anno scorso, flessori, quadricipiti, sono stati allo stesso livello. La differenza quest'anno l'hanno fatta gli infortuni sui polpacci. Per quanto riguarda Khedira, è un soggetto che è sempre sottoposto a queste problematiche, quest'anno ha giocato 25 partite, di cui 20 in campionato, 4 in Champions e 1 in Coppa Italia, e ha avuto un buon rendimento perchè è un giocatore di spessore. E' normale che l'anno prossimo dovrà essere gestito meglio e sicuramente dopo due anni di inattività, io sono contento per quello che ha fatto. Morata ha preso un colpo all'ultima partita e quindi ha avuto un grosso ematoma che non gli ha permesso di essere a disposizione col Verona, ma è già due giorni che lavora con la squadra e quindi sarà a disposizione per domani e per la finale. Poi è normale che non tutti gli anni anni sono uguali, l'anno scorso siamo partiti un po' in ritardo, abbiamo avuto la Supercoppa nel mezzo, abbiamo avuto tre partite importanti per preparare la Supercoppa subito dopo una settimana di lavoro e quindi ci siamo presi dei rischi che purtroppo  hanno fatto sì che abbiamo avuto un numero maggiore di infortunati. Però dopo alla finebisogna calcolare i rischi per arrivare a vincere, perchè alla fine della stagione è inutile avere zero infortunati se arrivi terzo, secondo, quarto o quinto. Preferisco avere 20 infortunati e arrivare primo. Bisogna migliorare e lavorare su quello che è stato fatto quest'anno perchè a differenza dell'anno scorso, l'anno scorso  abbiamo fatto una preparazione completamente diversa e ci sono state sei settimane di lavoro".

Quanto c'è di casualità, sfortuna, preparazione che avete fatto?
"Quando vai a valutare gli infortuni ci devi mettere, ogni anno che passa i giocatori invecchiano un anno e c'è più usura; ci sono 50 partite, c'è lo stress mentale, ci sono le problematiche che ha un giocatore, magari un anno gli nasce un figlio, gli nascono due figli, quindi gli cambia la vita, c'è l'aspetto psicologico che è fondamentale. Oltretutto  l'anno scorso il fatto di essere partiti una settimana dopo e di aver affrettato e concentrato il lavoro in poche settimane, ha alzato maggiormente i rischi. Però direi che quest'anno dobbiamo fare diversamente, ma ciò non toglie che la casualità e tutti i fattori che ho elencato prima, fanno sì che ci siano degli infortunati, che ci saranno sempre. Poi tra l'altro, dal numero degli infortuni che abbiamo avuto, rispetto all'anno scorso gli infortunati hanno saltato meno partite. Perchè dopo quello che conta è che l'allenatore abbia a disposizione giocatori  per la partita. Poi se saltano tre giorni di allenamento, se hanno un problema al polpaccio, saltano tre giorni, ma poi giocano la domenica, l'importante è che giochi la domenica. Come numero assoluto, quest'anno, rispetto all'anno scorso, i giocatori sono stati più a disposizione per le partite e qualcuno meno a disposizione per gli allenamenti".

Considerato che Marchisio non c'è e Khedira ci ha fatto capire che non ci sarà, Pogba sta bene e va preservato? Va messo in una teca?
"Si deve allenare. Pogba gioca, altrimenti perdiamo il ritmo della partita. Poi io sono molto fatalista, se deve succedere, succede domani, dopodomani. Quelli che devono giocare devono giocare perchè poi abbiamo la partita del 21 già dopo un mese che praticamente abbiamo vinto il campionato... abbiamo fatto la prima col Carpi e già era l'anticamera di Verona, perchè il Carpi è stata l'anticamera di Verona, perchè dopo vinci e va bene, ma il Carpi ha tirato dieci volte in porta, quindici volte in porta, cosa che a noi non è mai capitata. A Verona siamo entrati in camera, ora cerchiamo di uscire dalla camera, cerchiamo di giocare una buona partita e finire nel migliore dei modi domani, che è una questione mentale. Più stacchi e peggio è, soprattutto in questo momento".(redazione Tuttojuve.com).

 
 
 

Gli avi dei cartonati. 3. Genoa 1924

Post n°8060 pubblicato il 12 Maggio 2016 da nadir63l
 

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di S. Bianchi

 

La Prima Divisione 1923/24 è il ventiquattresimo campionato italiano di calcio, ma anche la stagione di debutto dello “scudetto”, dell’arrivo alla presidenza bianconera di Edoardo Agnelli e di quello in squadra di Giampiero Combi, del primo allenatore bianconero e del cosiddetto “Affare Rosetta”. Il nuovo presidente bianconero inizia una campagna di rafforzamento che avrebbe dato immediatamente i propri frutti, se non ci fosse stato il dissidio, alimentato strumentalmente, sul tesseramento del fortissimo terzino destro.

Rosetta, a Vercelli, non se la passa benissimo: gioca in uno squadrone, è vero, ha vinto anche due scudetti, ma la situazione economica familiare non è delle più floride. I Rosetta sono gente con i piedi per terra e se c’è modo di guadagnare di più, perché non approfittarne? La Juventus gli fa la corte da qualche tempo, ed anche altri suoi compagni smaniano per rendere economicamente proficua quell’attività che sanno fare così bene: il malumore serpeggia tra i dilettanti della Pro Vercelli. Allo scopo di tacitare i malcontenti, il direttore sportivo Bertinetti invia ai propri calciatori una lettera ultimativa di questo tono: chi vuol giocare nella Pro è ben accetto, chi non è contento può andarsene. Gay e Rosetta inviano subito una lettera di dimissioni, accettate formalmente il 4 settembre. Nello stesso mese, prima dell’inizio del campionato, i Bianchi vanno a Torino per un’amichevole, ovviamente senza Rosetta. I dirigenti bianconeri ne chiedono notizie, e Bertinetti risponde che Rosetta, come altri, è libero di andarsene, visto lo scambio di lettere tra società e calciatore. Il dirigente bianconero Peccei, in tempi in cui il professionismo è vietato ma già comunemente aggirato, va a trovare Rosetta, legge le famose lettere e gli offre un impiego presso la ditta di Aymone Marsan, uno stipendio di settecento lire, vitto e alloggio. Rosetta fa due conti: va a prendere l’equivalente di mille lire il mese, come nella canzone in voga in quel periodo. Tanto da far stare bene la famiglia.

Il campionato ha inizio e il Genoa campione in carica parte forte, ma presto la Juventus guidata da Jeno Kàroli si riprende, e il 2 dicembre, vincendo a Torino col Genoa, si porta a un solo punto dai rossoblù capolista. L’allenatore ungherese ha a disposizione buona squadra e buoni rincalzi, ma frequentemente gli undici in campo sono Combi, Bruna e Gianfardoni; Monticone, Bigatto e Barale II; Grabbi, Munerati, Pastore, Ferrero e Audisio.

Rosetta, nel frattempo, forte della lettera liberatoria, il 7 novembre chiede alla Lega Nord di poter essere trasferito alla Juventus, ma il presidente della Lega Nord rimanda la decisione al Consiglio del 1° dicembre. Rosetta fa reclamo alla FIGC, che lo accoglie il 24 novembre, stabilendo che “tutti i giocatori le cui dimissioni erano state accettate dalla società di appartenenza erano inseriti automaticamente nelle liste di trasferimento” e concedendo quindi il tesseramento di Rosetta per la Juventus.

La Juventus, forte della deliberazione dell’ente superiore, schiera Rosetta per la prima volta il 25 novembre col Modena, poi con Genova e Padova, vincendo tutte e tre le gare e portandosi in testa alla classifica. Istigate dal Genoa, anche Modena e Padova sporgono reclamo alla Lega Nord per la posizione di Rosetta, a loro dire irregolare, avendo le tre gare vinte a tavolino. Nuovo reclamo bianconero alla FIGC e omologazione dei risultati ottenuti sul campo, con invito alla Lega Nord a rispettare le decisioni della Federazione. La Juventus schiera Rosetta anche nelle successive quattro gare (Virtus Bologna, Livorno, Casale e Alessandria) con tre vittorie e un pareggio. La Lega Nord però si rivolge al CONI che le dà ragione e commissaria la FIGC. Questa, il 17 febbraio, stabilisce che Rosetta, essendogli stata revocata la tessera di giocatore, non avrebbe più potuto giocare per il resto della stagione, conferma le tre partire perse a tavolino, ma omologa le gare con Virtus, Livorno, Casale e Alessandria, tenendo conto della buonafede bianconera. Le ultime gare del girone di una Juventus demotivata, vedono il Genoa che, senza strafare si aggiudica il raggruppamento, con la Juventus a sette punti. In seguito i rossoblù, superano il Bologna (primo nel Girone B della Lega Nord) e il Savoia (vincitore dei due gironi della Lega Sud). Così, a fine stagione, la Juventus paga cinquantamila lire alla Pro Vercelli per il trasferimento del giocatore, Rosetta riceve il suo “rimborso spese” e il Genoa conquista il suo nono scudetto (di cartone).

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AGNELLI: "Con Andrea e Gigi fino al 2018. Dimensione Juve č quella internazionale".

Post n°8059 pubblicato il 11 Maggio 2016 da nadir63l
 

BARZAGLI: "Fiero ed emozionato, era quello che volevo". BUFFON: "Orgoglioso del rinnovo"

LIVE TJ - AGNELLI: "Con Andrea e Gigi fino al 2018. Dimensione Juve è quella internazionale". BARZAGLI: "Fiero ed emozionato, era quello che volevo". BUFFON: "Orgoglioso del rinnovo"

Prosegue il matrimonio tra la Vecchia Signora e i due senatori, Gianluigi Buffon e Andrea Barzagli. Il portiere e il difensore della Juventus hanno rinnovato il loro contratto fino al 2018. L'annuncio sarà dato a partire dalle 14:00, in una conferenza stampa congiunta che vedrà come protagonisti i due Campioni bianconeri e il presidente Andrea Agnelli. Tuttojuve.com riporta integralmente e in tempo reale tutte le dichiarazioni: 

AGNELLI: "E' un piacere presentare dei rinnovi della Juve. Con me ci sono due giovani promettenti per il futuro e per le famose seconde squadre. Credo sia un'ottima notizia che il gruppo tecnico della Lega di Serie A si sia espresso a grande maggioranza in favore delle seconde squadre e assecondando la disponibilità del presidente Gravina di accogliere alcune delle seconde squadre nel campionato di Lega Pro. Questo sicuramente, se il Consiglio Federazione lo facesse proprio dalla prossima stagione sarebbe un grande passo avanti in ottica dello sviluppo dei giovani talenti del calcio italiano. Giovani talenti che loro non sono, ma converranno con me della bontà di questa iniziativa, perchè giocatori che oggi sono lontani avrebbero la possibilità di essere ed allenarsi accanto a loro quotdianamente e apprendere maggiormente quelle che sono le loro capacità e competenze, non solo tecniche, ma anche di personalità. Prima di lasciare la parola a loro, vorrei fare un paio di considerazioni. La prima è quella di rimarcare personalmente, ma di tutta la Juventus, l'enorme orgoglio e soddisfazione per la vittoria del quinto Scudetto consecutivo, e quindi aver fatto sì che loro due, ma anche i loro compagni, insieme a tutti i loro compagni che hanno partecipato in questi cinque anni, che si entrasse nella storia del calcio italiano. Una storia che sicuramente ci ha lasciato un minimo di amaro in bocca quest'anno per l'eliminazione in Champions League, ma è stata un'amarezza agrodolce, perchè che la partita con il Bayern Monaco ha confermato la portata internazionale di questa squadra, quindi ha confermato che l'annata precedente non è stata un fuorigiri, ma sta iniziando a posizionare la Juventus veramente come una delle grandi realtà europee, perchè giocare sostanzialmente alla pari con il Barcellona prima e con il Bayern poi, in quelle che sono state secondo noi le partite più belle della Champions League di quest'anno, al pari della semifinale di Europa League tra Borussia e Liverpool - quello è stato il grande calcio europeo di quest'anno -, ci deve dare la consapevolezza definitiva che la nostra dimensione è quella internazionale. Un quinto Scudetto che è motivo di orgoglio ed io prima ancora di ringraziare i ragazzi devo ringraziare l'amministratore delegato Marotta, che è qui con noi, il vicepresidente Nedved e il direttore sportivo Paratici. Solo noi sappiamo quanto sono stati difficili un paio di mesi prima di arrivare a questo risultato. Se ci ricordiamo la presa di posizione di Gigi da un lato e di Patrice dall'altro, dopo la partita con il Sassuolo, abbiamo la consapevolezza che per trasformare l'inizio che abbiamo avuto in un ciclo di 25 vittorie su 26, è stato un grandissimo lavoro di squadra. Ed io non posso ringraziare le persone che ho citato, ma tutti i collaboratori dello staff tecnico, perchè se poi alla fine siamo riusciti a prevalere rispetto ai nostri avversari, è stato grazie al contributo di tutti. Vi parlo di orgoglio per il quinto Scudetto, ne parlavamo tra di noi, ma credo che noi non capiremo fino in fondo fino a quando non saranno passati 10-15-20 anni la portata del risultato che abbiamo ottenuto. Solo quando sarà passato del tempo ci renderemo conto di cosa significa aver scritto una pagina di storia. Ma in questo momento noi non vogliamo renderci conto appieno di quello che abbiamo fatto perchè siamo assolutamente concentrati su quelli che sono i prossimi obiettivi. Chi viene alla Juventus sà che il traguardo più importante non è quello conseguito, ma il prossimo. E da questo punto di vista  le nostre attenzioni sono al 21 maggio, alla finale di Coppa Italia, perchè sarebbe la prima volta che si realizzerebbe una doppietta italiana e da questo punto di vista siamo concentrati e solo da allora potremo tirare le conclusioni di quest'anno. Obiettivi che si ripeteranno l'anno prossimo con la dimensione internazionale già citata del mister avremo la possibilità di andare oltre la storia, di andare nella leggenda, con un sesto Scudetto oppure cercare veramente di raggiungere l'obiettivo internazionale che non tanto io come tifoso, ma tutti i ragazzi che sono oggi alla Juventus sanno e hanno la consapevolezza che in ogni campo d'Europa in cui andiamo ce la possiamo giocare e sappiamo che quello deve essere un sogno, un sogno che sappiamo oggi è realizzabile. In tema di festeggiamenti mi preme dire: nella cronaca di questi giorni abbiamo letto e sentito dire che la Juventus non festeggia, siamo la Juve e non ci sono le feste. Da questo punto di vista mi devo assumere la responsabilità di quello che è successo, in quanto alcuni miei collaboratori, in tempi non sospetti, si parla di 3-4 settimane fa, sono venuti in ufficio da me presentandomi la possibilità di un festeggiamento inconico, che avrebbe coinvolto una delle principali piazze di Torino, con un corollario alla partita di sabato, dando alla possibilità a tutti i tifosi di abbracciare la squadra. Io in quel momento ero più concentrato su quelli che sarebbero stati i risultati che si sarebbero dovuti raggiungere, in quanto nella mia esperienza ho visto Scudetti che sono stati vinti all'ultima giornata e Scudetti che sono stati persi all'ultima giornata. E da un lato se vogliamo la scaramanzia, o dall'altro il pragmatismo sabaudo, ha fatto sì' che io non prendessi neanche in considerazione l'ipotesi dei festeggiamenti. Poi essendo passato troppo tempo non è stato possibile realizzarli, quindi se non c'è festa quest'anno in parte è colpa mia. Chiedo scusa ai tifosi, ma sicuramente troveremo il modo per far sì che un abbraccio ci sia, non con le modalità però cui siamo stati abituati negli ultimi anni. I due ragazzi che ho accanto a me mi lasciano un po' di emozione, perchè ho accanto due campioni del mondo, due pentacampioni d'Italia consecutivi, a cui Gigi aggiunge altri quattro titoli, coppe e trofeo nazionali. Parlare di Gigi e Andrea è sicuramente difficile. Già la scorsa volta che mi sono trovato qui a parlare di Gigi, la partite che mi preme sottolineare, prima ancora del campione o i dati che avete tutti sotto gli occhi, sono le sue qualità umane e da parte mia credo che il vero privilegio che ho avuto io in questi anni è di aver avuto Gigi come Capitano della Juventus, perchè il Capitano della Juventus è il Capitano dell'Italia, ma non è il Capitano perchè porta una fascia, ma è Capitano perchè si assume le responsabilità. Un uomo, una persona, che fa la differenza, in campo e fuori dal campo. L'altra volta che mi sono trovato qui, avevo auspicato che a una persona come lui, venisse riconosciuto il massimo riconoscimento individuale, il Pallone d'Oro. Non ha portato bene, quindi spero Gigi che non te lo diano mai e vediamo cosa succede. Dall'altra parte Andrea, mi è capitato più volte e più volte lui ha scherzato con me, di definirlo il miglior acquisto che abbiamo fatto e questo non posso che ribadirlo. Andrea è un altro ragazzo serio, schivo e riservato, il quale meriterebbe non 10, ma 100 volte di più alla luce dei riflettori, che invece un po' per ruolo, un po' per carattere non trova. Non credo che gli manchino le luci dei riflettori conoscendolo, però sicuramente meriterebbe di più le luci dei riflettori. Io dal mio modesto livello tecnico, sapete che sono un difensore, non posso che guardare Andrea con grandissima ammirazione e non sarebbe soprannonimato altrimenti The wall, il muro. E' uno dei più grandi difensori della sua epoca, quando penso a Thiago Silva, Piquè e John Terry, Andrea sta sicuramente in questo elenco di giocatori. Il fatto di averlo con noi, averlo avuto con noi negli scorsi cinque anni e averlo con noi nei prossimi due, è motivo di estremo orgoglio. Abbiamo altri due anni davanti a noi con Andrea e Gigi, cammineremo assieme fino al 2018. Gli obiettivi dalla settimana prossima e per i prossimi due anni sono chiari, la nostra dimensione oltre che nazionale, dove l'obiettivo primario deve rimanere la conquista del campionato italiano, sappiamo che abbiamo la dimensione internazionale per poter sognare concretamente. Io vi ringrazio. Lascio la parola ad Andrea e Gigi per un breve saluto introduttivo per poi lasciare spazio a voi per le domande". (applauso, ndr).

BARZAGLI: "Buongiorno a tutti. Sono veramente fiero di me stesso oggi ed emozionato perchè era quello che desideravo: prima di tutto dimostrare di poter giocare in un club prestigioso come la Juve, quindi quando sono arrivato cinque anni e mezzo fa ero veramente con la massima concentrazione, ma anche con quel timore di dover affrontare veramente uno stadio e dei tifosi così importanti, quindi adesso che sono passati 5 anni, dove abbiamo fatto tantissime vittorie e ancora vogliamo proseguire, sono contentissimo di questo rinnovo di due anni e non vedo l'ora di iniziare già da domenica, non vedo l'ora di fare la finale di Coppa Italia e riniziare il prossimo anno. Quindi ringrazio il presidente per le bellissime parole che ha speso su di me, ringrazio la società, il direttore e tutti i suoi collaboratori, gli stessi compagni con i quali abbiamo instaurato un bellissimo rapporto e si vede sul campo".

BUFFON: "Sarò breve e conciso. Anch'io come Andrea sono orgogliosi di questo ulteriore atto di fiducia della società e del mondo Juve nei miei confronti. E ci tengo a sottolineare il fatto che la strada che abbiamo intrapreso è una strada fatta di un insieme di forze, le convogliamo tutti per cercare di migliorarci ed arrivare a quel sogno e a quell'obiettivo al quale tutti noi ambiamo e che penso di poter raggiungere assieme ai miei compagni e a questa grande società che ci fa sentire sicuri. Perchè alla fine la vera verità sta nel fatto che un giocatore riesce ad esprimersi a grandissimi livelli e magari anche per più tempo quando si lavora di gruppo, si lavora bene e quando alle spalle ci sono delle persone che sanno il fatto loro e qui non parlo di campo. La mia storia con la Juve penso che tutti la sappiate, mi auguro che possa concludersi nella maniera migliore e con ulteriori gratificazioni. Visto che l'altra volta ero qui a celebrare questo rinnovo con il presidente e con Chiellini, oggi sono sempre col presidente e con Barzagli, sono molto orgoglioso di questo, di condividere con un mio compagno un qualcosa di così importante, perchè alla fine credo che il legame che ci lega in campo e anche fuori, ma quello che mi interessa è sempre stato il campo, è un qualcosa di veramente profondo, di veramente speciale, che nasce dal rispetto. E credo che in tutte le situazioni che si vivono nello sport e nella vita, non sia facile riscontrare tutto questo e questa stima che c'è tra noi giocatori e penso con i dirigenti. E di questo ne sono veramente gratificato".

Gigi l'anno prossimo ti fa qualche effetto giocarti il decimo Scudetto personale? Hai pensato a una maglietta personalizzata con una stella? A Barzagli chiedo che effetto ti fa sapere che compagni e avversari pensino ancora che sei il migliori difensore in circolazione.
BUFFON
: "Sinceramente ora vediamo e viviamo questi due anni, cominciamo con molta umiltà il prossimo. Se poi dovesse accadere che io e tutto il mondo Juve auspichiamo, sarebbe una grande soddisfazione, sarebbero davvero dei numeri incredibili, sarebbe la sedicesima stagione con la Juve e in sedici stagioni sarebbero dieci Scudetti e una vittoria di Serie B. Sono numeri veramente importanti che danno un senso e un segnale di continuità incredibile, per me come singolo giocatore, ma proprio di squadra".
BARZAGLI: "Fa piacere essere considerato così, ma io caratterialmente, per come sono fatto, non mi sento e non mi sentirò mai il difensore più forte, anzi, è un motivo in più per poterlo diventare e per poter migliorare. Io mi sento anche a questa età di avere spazio per migliorarmi e quindi cerco sempre di stare al top fisicamente per stare a livelli alti. Imparo anche dai miei compagni, dai miei avversari quando li guardo in televisione. Mi fa piacere, secondo me è una crescita continua anche a questa età e cerco di dimostrarlo sul campo". 

La differenza tra voi e le altre big, è data dal fatto che la Juve ha uno zoccolo duro di italiani? In che modo questo influenza i nuovi arrivati? Al presidente: ci sono società che si stanno muovendo per cercare investitori stranieri, anche qui una differenza rispetto alle altre può essere data dal fatto di avere una tradizione italiana anche in questo senso?
BUFFON:
 "Penso che possa incidere e sia importante avere questo gruppo di ragazzi che inevitabilmente conoscono alla perfezione cosa vuol dire Juventus, cosa vuol dire stare nella Juve, indossare questa maglia e rappresentare questa società fuori dal campo. Ma credo che la forza a questi ragazzi, di poter essere d'aiuto e di conforto, te la dà solo il campo, perchè è vero che il carattere, il carisma ci vogliono, ma la forza con la quale in alcuni momenti dici le cose, le dici perchè è anche il campo che ti fa sentire importante e ti fa sentire ancora un giocatore e uno che vuole arrivare tramite le prestazioni e tramite i comportamenti. Sono cose che vanno di pari passo. La nostra forza nello spogliatoio ci sarà e c'è fino a quando anche il campo dirà che noi siamo gente importante, poi si vedrà. Sull'essere italiani ti ho risposto all'inizio, avere uno zoccolo duro, un nucleo di persone che incarnano l'idea di Juve, cosa vuol dire Juve, è chiaro che aiuta".
BARZAGLI: "Ho poco da aggiungere, ha detto tutto Gigi, ha detto bene. Penso sia fondamentale dire una cosa: c'è sicuramente uno zoccolo duro, ma anche tutti i giocatori che sono arrivati si sono messi al pari nostro e quersto fa la differenza. Noi italiano possiamo far capire cosa vuole dire indossare questa maglia, quello che vuol dire vincere con questa maglia, cos'è il campionato italiano e poi sta al singolo giocatore venire qui e adeguarsi a tutto. A noi ci spinge una società che è la vera base e la vera importanza per noi giocatori".
AGNELLI: "Il nostro orgoglio è una proprietà di 93 anni, mancano solo 7 anni a festeggiare un secolo e poi ci porremo il problema su come gestire il secolo successivo. Ma la tradizione sicuramente aiuta da questo punto di vista. Ringrazio l'invito di sera da parte di mio cugino Yaki a Villar Perosa, dove abbiamo passato una serata sicuramente piacevole. Questo poi fa parte dei discorsi che faccio ogni tanto ai ragazzi prima della partita di Villar Perosa: pensare che su quello stesso prato sono passati da Sivori a Charles, a Zidane, a Platini, a Gentile, a Del Piero, Baggio, citate chi volete, il peso di una tradizione, di una proprietà, centenaria, in un luogo come Villar Perosa, credo sia uno stimolo in più per noi, per fare bene, perchè conosciamo quelle che sono le nostre responsabilità, ma anche per i ragazzi perchè capiscono il significato di tradizione semplicemente calcando un prato verde che non è quello solito rettangolare, ma immaginano vari momenti, varie epoche, dove gente prima di loro ha calciato quello stesso campo".

Il verdetto  del Pallone d'Oro è l'unico che ti brucia? E' unica ingiustizia che ritieni di aver subito? Per Andrea: in Italia sono scomparsi i difensori del vostro livello. Cosa è successo?
BUFFON:
 "In tutta onestà non sento e non provo nessun senso di ingiustizia per il Pallone d'Oro, so che ho avuto una carriera brillante, so che ci sono andato vicino alcune volte, penso meritatamente, però penso anche che se non l'ho vinto non ho fatto abbastanza. La verità è solo quella, non è che si può cercare la malafede o altro, la colpa è solo mia perchè dovevo fare meglio in determinate situazioni".
BARZAGLI: "Secondo me è questione soprattutto di generazioni. Abbiamo sicuramente una grande storia di difensori in Italia, però non è detto che per forza deve nascere un Maldini, un Baresi o un Costacurta, magari fosse così. Secondo me dobbiamo aspettare questi ragazzi che crescano, dobbiamo cercare di dare anche nel settore giovanile una filosofia e un allenamento migliori per questi difensori e diciamo che i tempi stanno cambiando. Anche noi siamo un po' più in difficoltà rispetto a prima perchè il gioco è totalmente cambiato, è molto difficile marcare a uomo anche in area, i palloni sono molto veloci, nonè facile e capisco che i ragazzi più giovani si abituano anche a marcature diverse. C'è da aspettarli. E' normale che se non gli diamo la possibilità di crescere velocemente con giocatori anche più esperti, facciamo fatica. E noi su questo siamo rimasti indietro. Io ho passato due anni in Germania dove ci sono le seconde squadre e vedevo che quando alcuni ragazzi della seconda squadra venivano ad allenarsi con noi non notavi questa grande differenza, erano già abituati. Sono abituati a delle pressioni prima di tutto, perchè una partita di una seconda squadra in Germania vanno a vederla 4-5000 persone, di conseguenza giochi con ragazzi di 20-30 anni che hanno esperienza e che magari hanno giocato in Serie A. I nostri si continuano a confrontare con pari età e quando arrivi a 21 anni ti trovi anche un po' svantaggiato".

Al presidente: quando ha capito che questo Scudetto si poteva realizzare? Lei baratterebbe questi cinque Scudetti con la certezza di vincere la Champions il prossimo anno?
AGNELLI: "Da parte mia la certezza, senza scomodare le Juventus del passato e magari guardando solo a quelle degli ultimi sei anni, che questa rosa fosse una rosa importante, la più completa e la più forte, era chiaro a tutti, dal primo luglio. Queste sono le stesse parole che ho usato in occasione dell'assemblea degli azionisti. Visti i grandi cambiamenti che sono stati fatti, che ci fosse bisogno di un periodo di assestamento e di rodaggio, l'avevamo messo ampiamente in conto. Magari non ci aspettavamo che il rodaggio fosse così complicato e che la cavalcata che ci ha portato al titolo fosse così entusiasmante. Ma se vogliamo bilanciare, portiamo 5-6 punti da una parte all'altra, credo che avremmo una media analoga, senza bisogno di parlare di catastrofe da una parte e di impresa straordinaria dall'altra. Ma che questa squadra fosse molto forte lo sapevamo sin dal primo luglio. Per quanto riguarda i trofei vinti, io non baratto ciò che abbiamo fatto, sono estremamente orgoglioso di quello che abbiamo fatto, ma anzi è compito mio, della società, crescere, anno su anno, perchè tutti quanti dobbiamo acquisire quella consapevolezza di poterci confrontare a livello internazionale. E' un sogno che condividiamo e il massimo sarebbe raggiungerlo e aggiungerlo a quanto abbiamo già fatto. Ma non sicuramente barattarlo".

Come ci si sente ad essere presidente di una squadra che ha vinto e vuole vincere ancora tanto? Ai giocatori chiedo se al di là della scossa del dopo Sassuolo, c'è stata qualche altra cosa che non sappiamo a dare la scossa?
AGNELLI
: " Da parte mia è un po' il discorso introduttivo. Credo che tutti quanti noi che abbiamo lavorato alla Juventus in questi anni, comprenderemo appieno tra 10-15 anni quello che è stato fatto. Il mio compito in primis è quello di guardare avanti. Da parte mia tutta l'attenzione deve essere rivolta alla finale di Coppa Italia che è il prossimo obiettivo, e alla stagione successiva. Un giorno, un domani, il più in là possibile, ci guarderemo indietro sicuramente con orgoglio per quello che è stato fatto, ma oggi dobbiamo necessariamente guardare al domani e non al ieri".
BARZAGLI: "Sinceramente dopo quella chiacchierata che ci siamo fatti, l'unica cosa importante che è successa, è la continuità dei risultati, quella ha dato la spunta a tutti. Ha dato forza, carica e siamo cresciuti. Siamo cresciuti tutti, quindi la vera spinta è stata sicuramente da quel confronto, poi i risultati che sono arrivati le domeniche dopo ci hanno fatto fare il salto di qualità per poi inanellare una striscia vincente incredibile che ci ha portato alla conquista di questo quinto Scudetto".

A Buffon: hai messo nel mirino le presenze di Del Piero dopo tutti questi record? A Barzagli se si aspettava di riuscire a tornare al top dopo gli infortuni dell'anno scorso. Al presidente, è ancora convinto che nessuno sia incedibile come ha detto l'anno scorso su Pogba?
BUFFON: "Facendo due calcoli della serva, giocando fino al 2018, neanche disputando 50-55 partite a campionato potrei arrivare a un obiettivo simile. Poi devo essere sincero, gli obiettivi che mi sono dato in questi anni sono obiettivi di squadra, di raggiungimento di traguardi di squadra e l'obiettivo di avere la voglia e l'obiettivo di migliorare ancora. Questi sono gli obiettivi che mi sono messo da 3-4 anni a questa parte. Spesso e volentieri rifugo anche quando molti tuoi colleghi mi tirano in ballo in merito a ballottaggi, sei più forte tu, Courtois o Neuer, che hanno 22-25-30 anni. Io ne ho 38 ed è giusto che mi faccia da parte, che pensi  a me stesso, alla mia strada e a quello che a cui voglio ambire, non è più il momento di fare i paragoni, anche perchè magari in precedenza, alcune volte, mi sentivo anche per presunzione offeso da certi paragoni. Ho preferito a questa età accantonare i paragoni".
BARZAGLI: "Per me l'anno scorso è stato un anno molto difficile, mi sono preso questi sei mesi di vacanza e al di là di questo sono sempre stato convinto di tornare non dico ad alti livelli, ma di tornare fisicamente al 100%. La cosa più importante per il mio ruolo è essere fisicamente al 100% e credo che quest'anno lo abbia dimostrato, sentendomi bene, giocando molte partite, ero molto convinto di tornare e starci a questi livelli".
AGNELLI: "Ti ringrazio per la domanda perchè parlo poco e ho poche occasioni per rettificare. Quello che dissi in passato è che fino al 1° settembre, fino a quando il mercato è aperto, c'è spazio per illazioni, ipotesi di calciomercato, e anche quando usciamo dalle finestre ufficiali devo dire che, come c'era una celebre trasmisione su un noto canale satellitare, è sempre calciomercato. Il primo settembre le rose si concludono. Da parte mia, quello di cui ho una consapevolezza, è che abbiamo una pianificazione ben impostato, abbiamo un lavoro di professionisti come il direttore Marotta, Paratici e Nedved, abbiamo una condivisione totale con l'allenatore Allegri e quindi ho la consapevolezza che la squadra abbia una dimensione internazionale e sappiamo quali sono gli obiettivi per l'anno prossimo. Dopodichè ogni parola detta ha un peso per domani e dopodomani è dimenticata. E per qualsiasi tema legato al calciomercato, il vostro interlocutore non sono io ma il direttore Marotta". 

Quanto è difficile rimanere ad alti livelli davanti a tutti questi cambiamenti? Proprio alla luce di questo il vostro rinnovo assume più valore?
BARZAGLI:
 "Ci adattiamo lavorando come al solito, di conseguenza che finchè stiamo bene e anche se le cose cambiano, è uguale. Noi ci adattiamo ai tempi, ai compagni che giocano, ci adattiamo al pallone diverso, magari più Gigi che lo deve parare, io al massimo lo scaravento via. Quindi sicuramente è una cosa che cambia non così drasticamente, noi con il lavoro per il momento lo stiamo gestendo bene".

Cosa manca alla Juve per vincere la Champions se manca qualcosa?
BUFFON:
 "Sicuramente la Juve deve migliorare ancora un pochino non so se sotto l'aspetto della tenuta nervosa, del carattere, dell'attenzione in determinati momenti della gara, perchè questo è ciò che ha detto Monaco di Baviera. Per quel che mi riguarda, questo è un obiettivo che devo cercare di migliorare: è che facendo una riflessione sana di quella sconfitta, mi sono accorto che secondo me ho commesso un errore madornale da non ripetere mai più in futuro, è stato quello dopo il 2-2 di aver patito e subito quella rete, dal punto di vista di energie nervose e di carica agonistica, cioè, mi sono fatto  sopraffare da una delusione, perchè in quel momento è stata una decisione atroce. E questa è una cosa che mi porterò dietro per i prossimi due anni".

In questa trattativa per il rinnovo, si è fatto cenno ad un futuro fuori dal campo?
AGNELLI:
 "Abbiamo due anni in campo. Credo che Gigi abbia appena spiegato molto bene, che bisogna rimanere tutti concentrati e non fars sopraffare da emozioni che sono diverse dalla carica agonistica necessaria per raggiungere i nostri obiettivi. Al termine di determinati percorsi, credo  che tutte le riflessioni potranno essere aperte. Ma un giocatore che va in campo deve andare in campo pensando che il campo è l'unica cosa che esista. Un domani discuteremo con tutti, Gigi con Andrea, quelli che sono i migliori percorsi. Bisogna conoscere anche le volontà dei ragazzi, non è che entrare in società è automatico, perchè magari qualcuno vuole andare ad allenare i bambini del proprio paese o perseguire interessi diversi. Per quanto ci riguarda, la disponibilità per dialogare con i ragazzi è piena, ma ad oggi non esistono ipotesi perchè l'unica ipotesi che deve esistere nella testa di Gigi e Andrea e dei loro compagni, è di performare sul campo. Grazie"(trascrizione Tuttojuve.com).

 
 
 

MORATA, C'Č UNA DATA PER DEFINIRE TUTTO

Post n°8058 pubblicato il 11 Maggio 2016 da nadir63l
 


© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
MORATA, C'È UNA DATA PER DEFINIRE TUTTO

C'è una data che definirà il futuro di Alvaro Morata. Dalla Spagna trapela che l'entourage del giocatore ed il Real Madrid si incontreranno entro una settimana. L'attaccante vuole assolutamente sapere il suo futuro ed il ruolo che gli sarà riservato al Real, se da titolare o meno. Morata chiedi in tutti i modi spiegazioni e presto avrà un incontro addirittura con il direttore generale.
Il Real  dall'altra parte vuole capire le intenzioni di Zidane, se lo considera un titolare oppure no e soprattutto a che cifra è disposta arrivare la Juventus visto che le offerte non mancano.

Sono tantissime infatti le squadre interessate alla punta spagnola della Juventus. In Inghilterra sicuramente ce l'Arsenal, c'è il Chelsea di Antonio Conte ma c'è anche il Tottenham che da Londra ha mandato segnali positivi per un'offerta importante per lo spagnolo. L'ultima iscritta alla corsa sarebbe, infine, il Leicester di Ranieri che l'anno prossimo avrà un ottimo budget e grande disponibilità economica e quindi sarebbe disposta a fare un'offerta importante per l'attaccante della Juventus.
Tutto questo senza dimenticare che anche in Germania si guarda a Morata, in particolare il Borussia Dortmund che dopo la cessione di Hummels e con la probabile cessione di Aubameyang dovrà trovare un attaccante per cercare in tutti modi di contrastare il Bayern Monaco e fare un'ottima Champions League.
Il Real Madrid ha fretta ed in un certo senso anche Morata e la Juventus che in base alla permanenza o meno della punta pianificherà le prossime mosse per l'attaccante

 
 
 

Si paracaduti chi puņ!

Post n°8057 pubblicato il 11 Maggio 2016 da nadir63l
 

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di F. Filippin

 

Ultima giornata e ultimi verdetti: chi tra Napoli e Roma si qualificherà direttamente alla Champions League, chi tra Milan e Sassuolo conquisterà l'ultimo posto in Europa League e chi tra Palermo e Carpi farà compagnia a Frosinone e Verona in serie B.

Se nessuno crede ad un suicidio del Napoli in casa e, francamente, a nessuno frega qualcosa della qualificazione in El, molto più interessante appare il discorso in coda.

Non per ragioni calcistiche, si badi bene, ma per un “cavillo” geniale pensato dai soliti furbetti in sede di riforma delle regole del cosiddetto “paracadute” per chi retrocede in serie B.
Si tratta, in pratica, di un cospicuo gruzzoletto (da quest'anno 60 milioni totali, non bruscolini), che spettano alle tre retrocesse secondo un contorto calcolo, che premia di più (con 25 milioni) chi retrocede dopo aver giocato tre anni su quattro in A, rispetto a chi retrocede dopo due anni sugli ultimi tre (15 milioni) o da neopromossa (10 milioni).
E qui sta la genialata, in quanto i premi sono fissi solo in parte, perchè se dalla somma dei bonus alle tre retrocesse dovessero avanzare milioni rispetto ai 60 totali, la differenza (definita quota residuale) non verrebbe distribuita tra tutte, ma assegnata solo alla squadra con più anzianità sotto forma di extra – bonus in caso di mancata promozione in A l'anno successivo.

In pratica, se il Verona retrocederà insieme alle neopromosse Carpi e Frosinone, potrà incassare molto di più rispetto al caso in cui retroceda il Palermo, che già giocava in serie A.
Guarda caso domenica, il match più atteso è proprio Palermo – Verona, in cui paradossalmente (ma mica tanto) il cassiere degli scaligeri dovrà augurarsi una sconfitta della sua squadra con conseguente salvezza matematica dei siciliani, che gli potrebbe portare in tasca una valanga di milioni in più.
Ovviamente non pensiamo che chi scenderà in campo si farà condizionare da tanto, ma ci pare molto poco opportuno che una squadra possa arricchirsi così tanto dai risultati di una rivale, su cui può anche influire.

Qualcuno potrebbe obiettare che una cosa simile avviene in Champions League con il cosiddetto market pool, ossia la somma che viene divisa tra squadre della stessa nazione sulla base anche del numero di partite giocate: in pratica chi più gioca più guadagna, riducendo la somma destinata alle rivali eliminate.
In Champions, infatti, le squadre della stessa nazione non giocano mai per regolamento nello stesso girone e, quindi, non possono mai influenzare, direttamente o indirettamente, i risultati delle “rivali”.
Quando, invece, ci può essere uno scontro diretto, nei turni successivi, chi vince e va avanti guadagna di più, come è giusto che sia.
Nulla di strano.

Tralasciamo ogni commento sull'opportunità tout court del “paracadute”, che falsa inevitabilmente il campionato di B, arricchendo a dismisura alcune squadre, tanto da far venire l'acquolina in bocca a qualcuno al pensiero di retrocedere, cosa che non è più vista come una tragedia, sportiva ed economica.
Ma questo è un altro discorso.

 

http://www.giulemani...lio.asp?id=4733

 

 
 
 

MAROTTA: "MAI TRATTATO PJANIC. MORATA? RESTA AL 50%.

Post n°8056 pubblicato il 09 Maggio 2016 da nadir63l
 

 CAVANI? VALUTEREMO"

© foto di Daniele Buffa/Image Sport
MAROTTA: "MAI TRATTATO PJANIC. MORATA? RESTA AL 50%. CAVANI? VALUTEREMO"

Vincitore quest'oggi del premio "Varesesport", Beppe Marotta ha parlato del prossimo mercato bianconero: "Pjanic? In realtà non lo abbiamo mai trattato con la Roma, società con cui abbiamo ottimi rapporti. Per quando riguardaMorata incontreremo il Real Madrid, ma solo dopo la finale di Champions League. Potrebbe rimanere al 50 per cento". Su Isco e gli obiettivi per l'attacco, invece: "Non verrà, con il Real parleremo di Morata. Cavani? Siamo molto contenti del nostro reparto offensivo, se poi Morata dovesse lasciarci valuteremo ma credo che in attacco cominceremo il campionato con questo assetto. Sanchez? Fa un bell'effetto leggere che a tanti giocatori piacerebbe vestire la nostra maglia". Infine su Barzagli: "Parlare del rinnovo adesso è prematuro, faremo un comunicato e faremo chiarezza su quello che è stato fatto" le parole del direttore generale della Juventus raccolte da Gianlucadimarzio.com.

 
 
 

OCCASIONE PERSA, TUTTI SPENGONO LA LUCE

Post n°8055 pubblicato il 09 Maggio 2016 da nadir63l
 

OCCASIONE PERSA, TUTTI SPENGONO LA LUCE

Per la Juventus, ma soprattutto per i suoi giocatori, la serata di ieri e' stata una grande occasione persa, per mille motivi. Sono scesi in campo, molti di coloro che il più delle volte stanno fuori e purtroppo ieri la differenza di prestazione tra i più utilizzati e quelli meno si è vista. Non sappiamo se sia stata una questione di testa, caratteriale o altro, ma i bianconeri hanno deluso, praticamente tutti, eccetto Dybala. L'argentino con i suoi spunti e' stato l'unico ad accendere l'interruttore in una serata da black out. La delusione è traversale da  Cuadrado sempre più in partenza verso Londra, a tutto il centrocampo dove Sturaro, Lemina e soprattutto Asamoah nm hanno convinto. Troppi passaggi sbagliati, lentezza di manovra, pochi Inserimenti per far salire la squadra che è apparsa stonata e poco uniforme. La delusione si estende a Simone Zaza per cui non basta il rigore procurato nel finale. Per Zaza ancora una vota troppe polemiche con l'arbitro con l'ammonizione che lo bloccherà per tutta la gara. La delusione a fine gara di Allegri e' la stessa dei tifosi che si aspettavano una gara diversa e non così noiosa.

 
 
 

LA JUVE RESTA A TORINO, FESTEGGIA SOLO LUCA TONI

Post n°8054 pubblicato il 08 Maggio 2016 da nadir63l
 


© foto di Daniele Buffa/Image Sport
LA JUVE RESTA A TORINO, FESTEGGIA SOLO LUCA TONI

La Juventus a Verona vuole vincere per la diciassettesima volta nel girone di ritorno, da record. Allegri presenta una Juventus quanto meno inedita con Neto in porta, difesa confermata con Bonucci, Barzagli e Rugani, esterni Cuadrado e Alex Sandro, centrocampo novità con Lemina, Asamoah e Sturaro ed attacco con Dybala e Zaza. Nel Verona titoli di coda per la carriera di Toni con il bomber che cerca la rete contro la sua ex squadra. 
La gara nn inizia con un ritmo elevato, Juventus al piccolo trotto in controllo. I primi diciassette minuti sono abbastanza noiosi con il Verona volenteroso e la Juventus poco pericolosa ed imprecisa. E' Dybala il più attivo tra i bianconeri. Ammonito Zaza al minuto venticinque, irruente come al solito la punta. 
Prima conclusione Juve al minuto trentacinque, palla altissima. 
Pericolosi il Verona al minuto trentasette, Toni vicinissimo al gol con palla respinta da Neto con l'aiuto del palo. Ci prova di nuovo Cuadrado al volo, palla a lato.
Al quarantesimo si sveglia la Juventus, Dybala crea e distrugge, tiro a lato di poco, Juve che pareggia le occasioni. 
Verona che passa, intervento dubbio di Alex Sandro su Wsolek, Toni batte Neto con il classico cucchiaio. 
Juve in svantaggio a fine primo tempo, brutta prestazione. 
La Juventus prova a reagire ma è il Verona a raddoppiare, contropiede ben gestito e Viviani batte Neto.
Reazione Juve, bel passaggio di Asamoah per Zaza che colpisce il palo. 
Il Verona però va vicino alla terza rete. Nuova occasione Juve con Dybala che impegna Gollini. Esce Asamoah ed entra Padoin. Esce Barzagli ed entra Chiellini. 
Esce Toni, ed è standing ovation. Nel finale qualche emozione con il rosso ad Alex Sandro, Zaza si procura un rigore che Dybala realizza. 
La Juventus esce sconfitta da Verona, fatal Verona, partita brutta e senza carattere dei bianconeri, a far festa e' solo l'immenso Luca Toni che festeggia al meglio il suo addio al calcio.    

 
 
 

ALLEGRI: "Spero di restare qui per 10 anni. Nessuna rivoluzione, questa squadra puņ avere futuro importante.

Post n°8053 pubblicato il 07 Maggio 2016 da nadir63l
 

Pogba e Morata? Juve al livello di Barça, Bayern, Real e Atletico, non vedo perchè debbano partire"

LIVE TJ - ALLEGRI: "Spero di restare qui per 10 anni. Nessuna rivoluzione, questa squadra può avere futuro importante. Pogba e Morata? Juve al livello di Barça, Bayern, Real e Atletico, non vedo perchè debbano partire"

Domani sera la Juventus è attesa da un altro test di preparazione in vista della finale di Coppa Italia del 21 maggio. Alla vigilia della penultima fatica del campionato 2015/16 e il giorno dopo il suo rinnovo fino al 2018, Massimiliano Allegri si presenta nella sala stampa del Media Center di Vinovo per rispondere alle domande dei cronisti. Tuttojuve.com riporta integralmente e in tempo reale le sue dichiarazioni.

Ci vedremo ancora per due anni qui a Vinovo. Alla base di questo rinnovo, c'è la fiducia della società, ma anche la sua fiducia nei confronti della società. Su che basi si ripartirà l'anno prossimo? Ci sono state promesse sul mercato? Si tiene Pogba?
"Ora non cominciamo a dire cose che non sono successe, riguardo il mercato. Abbiamo trovato l'accordo sul prolungamento ma non c'erano mai stati problemi e ve l'ho detto diverse volte, altrimenti la società l'avrebbe saputo se la mia idea fosse stat diversa. Quindi non abbiamo parlato di niente, bisogna pensare al campionato, a finire il campionato nel migliore dei modi, soprattutto per preparare la partita di Coppa Italia e cercare di vincerla perchè troveremo un Milan molto arrabbiato, perchè cercherà - se non ci riuscirà col sesto posto - di arrivare all'Europa League attraverso la Coppa Italia. Quindi non bisogna assolutamente abbassare la tensione, bisogna continuare a lavorare, perchè tra l'altro i giocatori hanno tre obiettivi: quello di finire bene il campionato che è la prima cosa; la seconda cosa è la Coppa Italia; poi la terza cosa farsi trovare pronti per l'Europeo. Quindi non abbiamo tempo per pensare al mercato e ci penseremo da quando finirà il campionato. Detto questo la società, fino a questo momento, come è sempre stato nella storia della Juventus, ha sempre allestito squadre che devono essere competitive e vincenti in Italia e credo che quest'anno, con il primo anno di una squadra che è stata ringiovanita e rinnovata con 10 giocatori nuovi, giovani, di grande qualità, possa avere un futuro importante".

Visto che si fanno tanti nomi sul mercato, non teme che ci possa essere un altro effetto rivoluzione per il prossimo anno?
"Assolutamente no, perchè la base è ottima e l'hanno dimostrato i risultati. E' una squadra che sicuramente crescerà ancora.  migliorare questa squadra non è semplice, non è così semplice fare il mercato, perchè non c'è solo la Juventus che fa il mercato, ma ci sono tante squadre, poche del livello della Juventus, ma tante squadre che fanno mercato. E' normale che ci voglia pazienza, che ci voglia tempo per portare a casa quei due-tre giocatori, quelli che serviranno alla Juventus, ma su questo sono molto sereno, perchè con la società parleremo di quello che ci servirà".

Che sensazioni hai sui fronti Pogba e Morata che sono i due giocatori che potrebbero condizionare l'intero mercato della Juventus? Parlandoci che sensazioni hai?
"No, non ci ho parlato perchè bisogna pensare a questi ultimi 20 giorni. Poi la Juventus in questo momento è una delle squadre, insieme a Barcellona, Bayern Monaco, Real Madrid, Atletico Madrid, che è una squadra che negli ultimi 4 anni ha giocato due finali di Champions, a quei livelli lì, quindi un giocatore non vedo perchè debba andare via dalla Juventus". 

Come sta Chiellini? Può essere un test già domani? Che prospettive ci sono per Khedira in vista della Coppa Italia? Ci dà la formazione?
"Chiellini è già due giorni che lavora con la squadra. E' normale che abbia ancora un po' di fastidio perchè è un collaterale, fortunatamente è il destro e lui col destro calcia poco, quindi vedrò oggi. Però può darsi che venga a Verona e sia a disposizione, poi vedrò se utilizzarlo o meno durante la partita. Per quanto riguarda domani, a parte gli squalificati, domani a casa sicuramente Buffon, quindi avrà un turno di riposo. Anche perchè Neto deve andare in porta, perchè Neto probabilmente sarà il portiere della finale di Coppa Italia, quindi Neto bisogna che vada in porta. Khedira sicuramente per domani e con la Sampdoria non ci sarà. I dottori, lo staff sanitario, faranno il possibile per metterlo a disposizione per la finale di Coppa Italia. Purtroppo è stato un fulmine a ciel sereno, ma dobbiamo fare di necessità virtù nel senso che se non ci sarà avrò a disposizione Asamoah, Sturaro, Pereyra che sta tornando in una buona condizione, abbiamo Lemina, Hernanes, quindi i giocatori per giocare la finale ce li abbiamo. Dispiacerebbe sicuramente non averlo".

A parte Neto chi giocherà?
"A parte Neto, giocheranno Rugani, Barzagli, Bonucci, perchè Bonucci nella finale non c'è. Poi giocherà a destra o Padoin o Cuadrado, mezzala destra o Sturaro o Pereyra.... siamo in 14 ragazzi, non è che siamo... davanti alla difesa Lemina, mezzala sinistra Asamoah, a sinistra giocherà Alex Sandro; in attacco Zaza e Dybala. Abbiamo due ragazzi della Primavera dietro che sono Favilli e Cassata, più Evra. Poi due tra Cuadrado e Padoin ... diciamo che se gioca Cuadrado, gioca Sturaro, se gioca Padoin, gioca Pereyra. Ora possiamo andare...".

State valutando di inserire dalla prossima stagione in pianta stabile Lirola in Prima Squadra?
"Per quanto riguarda Lirola, è troppo presto per dirlo. Una cosa è certa, l'anno prossimo, col fatto che dobbiamo avere 20 giocatori più 3 portieri, più ragazzi dal '95 in poi, è probabile che l'anno prossimo diversi Primavera rimarranno con noi. Però avrò tutto il tempo per vederli, soprattutto quando inizieremo. Quest'anno cercheremo di iniziare un po' prima, perchè poi smettiamo il 21, i primi di luglio inizieremo la preparazione, poi avremo la tournée in Australia e lì ci saranno delle partite dove magari potrò valutare i ragazzi della Primavera".

Se non ho capito male, lei vorrebbe due-tre acquisti. E' questo il mercato che si aspetta dalla Juve?
"No, altrimenti mi mettete in bocca parole che non dico. Ho detto che la Juventus è un'ottima squadra, ha grandi margini di crescita con questo gruppo, quindi non è che ci vogliono dieci giocatori. Migliorarla è difficile perchè devi andare a prendere giocatori di grande qualità per andare a migliorare questa squadra. Poi uno, due, tre, non lo so perchè non abbiamo ancora parlato di mercato e poi non parlo mai di mercato perchè c'è la società che parla di mercato. Io ho dato delle indicazioni".

Nella sua idea quindi serviranno due-tre ritocchi di qualità?
"Per migliorare questa rosa è normale che servano tanti giocatori, ma servono due-tre giocatori di qualità. Poi l'anno prossimo siamo vincolati al numero di giocatori, non è che possiamo avere una rosa di 26 giocatori, dobbiamo avere una rosa di 23 giocatori. Tra questi ci sono tre portieri, di questi venti ce n'è uno che fino a novembre se va bene è fuori, quindi siamo 19. Bisognerà con calma fare delle valutazioni che la società sta già facendo e quando finirà tutto ci ritroveremo e ne parleremo. Mi sembra che quest'anno la società abbiamo lavorato non bene, molto bene, perchè abbiamo portato a casa dei giocatori giovani, di grande qualità, che ora anche sul mercato hanno un valore importante, che sono cresciuti molto".

La strada sarà sempre quella dei giovani di qualità o lei vuole giocatori pronti?
"Io credo che lo zoccolo duro della Juventus sia quello dei Buffon, dei Chiellini, dei Barzagli, degli Evra, dei Lichtsteiner, di Mandzukic, di Bonucci, poi in mezzo a questi ci vogliono ragazzi giovani e di qualità perchè la Juventus deve avere un futuro. Anche perchè i giocatori non sono eterni, quindi bisogna cambiarli e quest'anno c'è stata un bel cambiamento con tanti giocatori nuovi, però la Juventus prendendo Dybala, Alex Sandro, avendo Pogba, Lemina stesso che ha buone qualità e può crescere molto, lo stesso Sturaro.... quest'anno giovani in squadra ce ne sono molto, ma è normale che se non hai un gruppo forte, di esperienza, soprattutto uno zoccolo duro, fai fatica a ottenere le vittorie".

Che effetto le ha fatto il video messaggio di Berlusconi ieri? Adesso che lei è il tecnico più pagato di Serie A ed è italiano, sta pensando di acquistare il Milan?
"(sorride) No. Il video del presidente Berlusconi, a cui sono rimasto legato affettivamente, perchè ho passato quattro anni con lui, come dico sempre ci sono rapporti professionali che valgono molto e sono molto importanti, perchè è giusto che sia così. Siamo dei professionisti e quindi bisogna lavorare bene e avere rispetto perchè si lavora e per i tifosi per cui si lavora. Però con Berlusconi ho passato quattro anni bellissimi, nonostante l'ultimo anno sia stato esonerato. Però non ho visto il video e quindi so solo una cosa, che il Milan giocherà una grande finale e noi dovremo farci trovare pronti".

Questa rosa avrebbe dei margini di miglioramento per la prossima stagione, senza inserimenti.
"Sicuramente, è normale. Tutti i giocatori migliorano. Sono migliorati quest'anno i giovani e i meno giovani e l'anno prossimo ci saranno ancora ampi margini di miglioramento non solo a livello tecnico ma anche a livello di equilibrio mentale. Non scordiamoci che a parte Mandzukic e Khedira, che sono giocatori già di spessore che hanno giocato in grandi squadre d'Europa, sono arrivati Dybala, che ha grandi qualità ma arrivava da una realtà come Palermo, Zaza dal Sassuolo, Lemina dal Marsiglia, che pur essendo un club blasonato, in questo momento in Francia non va per la maggiore. Sono giocatori che si sono dovuti ambientare. Cuadrado stesso è cresciuto molto, è migliorato molto. Si sono dovuti ambientare e capire. Ecco perchè l'anno prossimo sicuramente potranno crescere ancora di più".

C'è stato qualcosa che ha portato questa squadra a togliere l'etichetta del suo predecessore e a far mettere quella di Allegri?
"No, assolutamente. Io credo che alla fine ogni allenatore è fatto a modo suo, io non potrò mai essere Conte, Conte non potrà mai essere me, io non potrei essere Spalletti, Spalletti non potrà mai essere me, ognuno è fatto a modo suo e lavoro a suo modo. Alla fine quello che contano sono i risultati. Conte ha fatto tre anni alla Juventus veramente importanti, soprattutto perchè venivano da due annate difficili, da due settimi posti. Però come dico sempre, sarebbe troppo riduttivo catalogare, etichettare solo una persona come quella che determina i successi. Alla fine c'è la società alla base, perchè la società, la Juventus, alla fine rimane. Io sono qui, spero di rimanerci per altri 10-20 anni.... 20 anni no perchè divento vecchio e sono rincoglionito, quindi anche prima di essere rincoglionito vorrei smettere, però dopo la Juventus rimane. La Juventus ha vinto con Allegri, con Conte, con Lippi, con Capello, con Trapattoni, dopo alla fine quello che conta è la Juventus e quando la società è forte è più facile che ci siano i risultati".

Qualche parola su Toni che lascia il calcio domani. E poi cosa ti ha dato più soddisfazione in questi due anni?
"A livello mio tecnico e professionale, io dico sempre che quando alleni la Juventus, quando alleni le grandi squadre, devi portare i risultati e vincere. Poi dopo ci sono delle soddisfazioni personali. Le mie soddisfazioni personali sono quelle di vedere crescere giocatori tecnicamente e giocare meglio. Uno in particolare non c'è, però vedere quest'anno e anche l'anno scorso, anche quelli meno giovani, dagli Sturaro, Dybala, tutti i ragazzi che sto allenando quest'anno, è questo il motivo della mia soddisfazione. Poi è normale che quando vinci c'è la soddisfazione di vincere. Però la mia soddisfazione più grande è quella di vedere crescere i giocatori tecnicamente, perchè credo ce ne siamo bisogno. Per quanto riguarda Toni, posso solamente fargli i complimenti, domani speriamo che non faccia gol, perchè noi abbiamo subito solo tre gol nel girone di ritorno e quindi bisogna terminare il campionato nel migliore dei modi, anche come differenza reti. Però Toni ha fatto una carriera straordinaria, quindi domani cercherà di chiuderla soprattutto in casa nel migliore dei modi. Tra l'altro il Verona è una squadra che dopo un'annata del genere domani ha l'unica occasione per rendere l'annata meno amara. Quindi a Toni faccio i miei migliori complimenti, come allo stesso Di Natale che ha annunciato l'addio all'Udinese. E come devo fare i complimenti al Cagliari che è ritornato in Serie A e quindi sono molto contento, è una società a cui sono molto legato. E ora me ne rimangono due: uno al Livorno, speriamo, la vedo molto dura, però a volte non si sa mai. E l'altro al Pescara, sperando che torni su. Sarebbe stata un'annata completa".

E il Sassuolo?
"Il Sassuolo è già in vantaggio, quindi... ".

Come immagina questi due anni che stanno per arrivare?
"Io faccio un passo alla volta, perchè non saranno due, spero siano dieci. Ma ora intanto chiudiamo questa annata, prendiamoci un po' di vacanza e soprattutto prepariamo la stagione prossima che sarà molto importante perchè la prossima stagione, il primo obiettivo della prossima stagione, oltre che giocare una grande Champions e questo non vuole dire sicurezza nel vincerla, perchè avete visto quest'anno non si sa mai come finisce.... l'altro giorno Coman, che è un giocatore importantissimo, tre cross li ha sbattuti tutti lì davanti, a noi l'unico cross che ha fatto l'ha messo... la Champions è così. Però oggi credo sia il sesto Scudetto, perchè il sesto Scudetto non l'ha mai vinto nessuno e quindi l'anno prossimo giocheremo per la leggenda".

Morata pensa che abbia già raggiunto il top? Potrebbe maturare ancora di più alla Juve piuttosto che al Real?
"Io non so dove finirà Morata, io posso solo dire che Morata ha ampi margini di crescita, però lui deve ancora trovare un suo equilibrio mentale, è ancora troppo alterno. Lo ha dimostrato anche quest'anno dove ha iniziato moltop bene, perchè è stato determinante nel girone di Champions, poi ha avuto un periodo di letargo e poi è tornato fuori. Ora purtroppo ha preso questa botta, si è fatto male, speriamo di averlo a disposizione per la finale, però è un giocatore di valore assoluto, a livello europeo".

 
 
 

ALLEGRI: "La societą č fondamentale nelle nostre vittorie.

Post n°8052 pubblicato il 06 Maggio 2016 da nadir63l
 

Questi successi sono solo un punto di partenza" MAROTTA: "Allegri artefice di questi successi. Ora vogliamo il sesto Scudetto"

Parlano l'allenatore e l'ad bianconero.
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
ALLEGRI: "La società è fondamentale nelle nostre vittorie. Questi successi sono solo un punto di partenza" MAROTTA: "Allegri artefice di questi successi. Ora vogliamo il sesto Scudetto"

Intervistati da Juventus.com, l'amministratore delegato della Juventus Beppe Marotta e l'allenatore Massimiliano Allegri hanno commentato il rinnovo del tecnico juventino al 2018. Ecco quanto evidenziato da TuttoJuve.com.

ALLEGRI

Mister, questo successo è un punto di partenza o un punto di arrivo?

"Non è assolutamente un punto di arrivo. E' un punto di partenza, perchè quanto fatto finora resterà nella storia della Juventus. Ma ora c'è la finale di Coppa Italia e lavoriamo per la prossima stagione per ottenere nuovi successi".

Cosa è più stimolante: prendere la Juve in piena estate o provare a riscrivere la storia?

"Tutto è stimolante. Anzitutto è una grande sfida e responsabilità allenare la Juventus. Qui bisogna sempre vincere. E' stato stimolante arrivare in piena estate due anni fa e sarà ancora più stimolante ripartire".

Quale è stato il più grande merito dei ragazzi?

"Il fatto di aver acquisito la mentalità e dna della Juventus, cercando di lavorare per ottenere il massimo dei risultati".

Dove deve migliorare la squadra?

"Nella costruzione del gioco, nei singoli giocatori, ma soprattutto deve avere un'ambizione alta, al di la delle aspettative. Dobbiamo lavorare sull'autostima".

Facciamo sei nomi: Carcano, Rosetta, Heriberto Herrera, Vyckpalek, Trapattoni e Lippi. Prima di lei solo questi sono rimasti sulla panchina della Juventus più di quattro anni. Un'onore o uno stimolo?

"Entrambi. E' una cosa per pochi. Sono orgoglioso ed entusiasta di lavorare per la Juventus perchè qui c'è sempre qualcosa da conquistare".

Quali sono gli obiettivi per i prossimi anni?

"Nei prossimi anni la Juventus dovrà essere sempre competitiva e vincente in Italia, con l'obbligo e dovere di fare una grande Champions. Quando dico così vuol dire giocare alla pari con le big europee, poi a volte la palla va dentro, a volte va fuori ed esci agli ottavi come quest'anno. Sicuramente l'obiettivo è quello di passare i gironi e giocarci la Champions".

Quanto conta la società nelle sue vittorie?

"Non solo nelle vittorie la società è fondamentale nella costruzione del tutto. L'ho sempre detto: passano i giocatori, gli allenatori ma quella che rimane nella storia è sempre la società, ovvero la Juventus".

MAROTTA

Direttore, è arrivato un rinnovo da sempre definito da lei una formalità. Possiamo dire che è il primo tassello per la Juve del prossimo anno?

"Sì, ho sempre definito il rinnovo una formalità perchè abbiamo iniziato questo rapporto con Allegri che ci ha portato a conquistare due scudetti consecutivi e altri trofei. E' fisiologico definire questo rapporto ancora in sviluppo e non c'erano elementi per divorziare, anzi per proseguire il matrimonio".

Cosa sarà più stimolante per lei su Allegri? Una sfida vinta o una grande intuizione?

"La Juventus come società è stata in grado di scegliere non solo buoni giocatori ma trovando continuità in un ottimo allenatore come Allegri, nonostante lo scetticismo di due anni fa. Merito della società nella scelta e nel supporto quotidiano".

Qual'è il più grande pregio di Allegri?

"Il fatto di aver valorizzato appieno le risorse messe a disposizione dalla società. E poi di aver trasmesso in ambito europeo consapevolezza ai giocatori, visto che abbiamo ottenuto risultati straordinari".

Quando si vincono cinque scudetti di fila si è portati a pensare che ci sia una chiusura di un ciclo. In realtà con il ringiovanimento della rosa sembra solo l'inizio...

"Sì, in continuità con il vecchio ciclo. E' normale che la Juventus ha un palmares ricco di trofei e successi. L'obiettivo è quello di continuare a vincere ogni competizione".

Quali sono gli obiettivi della Juventus del futuro?

"Il primo obiettivo è quello di vincere il sesto scudetto di fila, sarebbe un fatto straordinario e unico. Poi il fatto di partecipare alla Champions League cercando il massimo. Sappiamo che sarà difficile competere con i grandi club, ma dobbiamo trovare la forza per fare del nostro meglio".

Quanto c'è di Allegri nella vittorie della Juve?

"Quando si parla di allenatori spesso e volentieri spesso e volentieri si fatica a dare percentuali. L'allenatore è una componente importante, il leader dell'area tecnica e di un gruppo. In chiave moderna è colui che fa imparare a giocare a calcio e da teorie tattiche, ma è soprattutto il gestore del gruppo, in emotività e psicologia. Grande merito in tal senso va dato ad Allegri".

 
 
 

ALLEGRI PRONTO A UNA NUOVA SFIDA

Post n°8051 pubblicato il 06 Maggio 2016 da nadir63l
 


© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
ALLEGRI PRONTO A UNA NUOVA SFIDA

Massimiliano Allegri continuerà alla Juventus, il tecnico bianconero vuole ancora la Vecchia Signora e viceversa, un connubio che deve proseguire. La voglia di vincere e' intatta, come al primo giorno ma anche di più, visto come inizio' l'avventura con i bianconeri. Allegri ha in serbo ancora tante vittorie e sopratutto ha messo nel mirino la finale di Coppa Italia, possibile quinto titolo con la Signora per il mister livornese. Rinnovo definito che sarà ufficializzato venerdì, dopo i colloqui e le parole dei giorni scorsi. 

Il tecnico pensa a rinforzi importanti e programma già la nuova stagione consapevole che qualche elemento come Cuadrado e forse Morata potrebbero andare via. Obiettivo principale la crescita del gruppo, della squadra e mantenere il livello della squadra potenziando il centrocampo e la difesa, magari con un centrocampista e con il famoso trequartista. Tutto questo senza dimenticare sempre la sostenibilità aziendale, elemento caro all'ex mister rossonero che in questi anni ha sempre condiviso la linea aziendale e anche grazie a questo e' riuscito a superare i momenti difficili. Unità di intenti alla base di tutto, per programmare un futuro si spera, radioso e vincente. Una nuova sfida per continuare a vincere e provare ad essere protagonisti fino alla fine un Champions. 

 
 
 

Ambi, terne, cinquine e tombole

Post n°8050 pubblicato il 05 Maggio 2016 da nadir63l
 

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di S. Bianchi

 

Scudetto? Avete rubato, è il commento che si è sentito fare fino all’anno scorso. Quest’anno, con un’eccezionale rimonta che ha zittito tutti, non si sente più un’anima parlare di torti arbitrali, campionati falsati, di Juve ladrona. Nemmeno il più bieco e becero dei nostri avversari ne ha il coraggio. Tutti zitti davanti allo squadrone, che ha fatto come quando si giocava a pallone da ragazzini: sapendo d’essere superiori agli altri “gli si dava la dote”, si facevano partire con cinque o dieci gol di vantaggio, per poi vincere lo stesso in agilità. Pochi gli argomenti dell’avversario: al solo aprir bocca, faccio come la mia squadra, stravinco ricordandogli i punti guadagnati sulla sua squadra dalla 10° alla 35° giornata: 21 punti se è Vesuviano, 25 se è un Ex-Violinista, 30 se Prescritto, 35 se Livido.

Abbandono il derelitto a truci pensieri sulla propria squadretta e ripenso alla Juventus di quest’anno. Mi rammarico al pensare con quante giornate d’anticipo avremmo vinto questo Scudetto numero 34 con una partenza “normale”, da Juve. Ma no, così c’è stato più gusto: dati per morti e sepolti, stravincere con questa megarimonta ha avuto del libidinoso. Tra l’altro è “cinquina”, che fa eco a quella degli Anni Trenta: anche quella volta, il Quinto non fu tanto scontato, visto che inizialmente quei grandi campioni parevano un po’ demotivati. Poi, si fa presto a dire “cinquine”, ma solo noi n’abbiamo due, citando al riguardo Crazeology di qualche giorno fa: meglio, il concetto non si può esprimere. Gli ”scudetti sono davvero consecutivi, e veri, senza guerre mondiali nel mezzo con tornei provvisori, senza pezzi di cartone assegnati a tavolino da tifosi in giacca e cravatta, senza intercettazioni e spionaggi vari”.

Spero che le similitudini tra le due “”cinquine” terminino qui, visto che negli anni trenta, la Prima Juventus del Quinquennio subì un prolungato periodo d’appannamento e la perdita del Presidente. Andrea Agnelli non vola in idrovolante e quindi non corre rischi, ma secondo me non corre rischi nemmeno la contiguità col successo della Seconda Juventus del Quinquennio. Infatti, il management tecnico parrebbe rinnovare la rosa per gradi (ultimamente anche per scossoni…), magari anche con qualche inciampo, che i più … “Profeti” di noi avevano individuato per tempo.

Sorvoliamo sulle cause del rischioso appannamento iniziale: appagamento, perdita d’importanti punti di riferimento in campo, ambientamento dei nuovi, eccessiva durata dei tentativi di utilizzare variamente “la plusvalenza interista”? Preferisco invece provare a capire le cause del risveglio trionfale. Certamente, i nuovi hanno contribuito a formare una grande squadra e Marchisio, sacrificatosi in una zona di campo a lui inconsueta, ha diminuito gli effetti dannosi determinati dall’assenza di Pirlo. Da ricordare anche “i vecchi”, che dopo Sassuolo hanno dato la sveglia e ricordato certamente quella che è sempre stata la caratteristica bianconera, quella voglia di vincere riassunta alla perfezione da Boniperti, quando dice “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Molto deve aver significato, sia l’imbattibilità prolungata di Buffon, sia una difesa inesorabile, che oggi ha un Rugani in più, sempre ben protetta dal centrocampo e dai rientri di Mandzukic. Infine, sono certamente da citare il perfetto inserimento di Dybala, la maturazione di Pogba, l’effetto Stadium, ma anche la discontinuità degli avversari, più occupati a trovare scuse per le sconfitte, che a cercare motivazioni per le vittorie.

Se con la “cinquina” Buffon è a nove scudetti, gli altri pentascudettati di fila in bianconero sono Barzagli, Bonucci, Chiellini, Lichtsteiner e Marchisio. Salgono sul podio con i loro predecessori Caligaris, Cesarini, Ferrari, Orsi, Rosetta e Mario Varglien. Di questa compagnia di grandi, fa parte a pieno titolo anche l’umile, indispensabile, versatile e paziente Simone Padoin. Che è stato, dopo Gigi Buffon, l’uomo più in vista sui vari social. Qualcuno ha ricostruito, in maniera veramente gustosa, la griglia delle domande di un telequiz (Canale 5?) con la domanda: “Chi ha vinto più scudetti, il Napoli, la Roma, Maradona o Padoin?”. Sono contento anche per lui, che riscuote nuovi benefits morali dopo quel famoso coro che intonava "Che ci frega di Ronaldo, noi ci abbiamo Padoin".


Insomma, eravamo morti e siamo resuscitati. Erano già tutti contenti di essersi per sempre liberati di noi, ma con un filotto di ventiquattro vittorie e un pareggio abbiamo rimontato tutti e ci siamo cuciti lo scudetto sulla maglia con tre gare d’anticipo. Agghiacciante, direbbe un mio caro amico, agghiacciante come la doccia fredda di tutti quelli che a turno pensavano di aver messo le mani su quel triangolino dai colori tramandati dalla Repubblica Cispadana. Come il solito, non c’è stata trippa per gatti, o se preferite, altrove non hanno seguito il dettame trapattoniano “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. Vale soprattutto sotto il Vesuvio, dove, su un muro è comparsa la riprovevole ma simpatica scritta “Anche quest’anno ci provate il prossimo anno”. Rosicate, rosicate: noi intanto rinnoviamo l’antico mantra, che recitava “Combi, Rosetta e Caligaris”, col nuovissimo “Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini”. Dopo questo scudetto vinto in poltrona (altri li vincono a … tavolino), dopo ottanta anni possiamo cambiarlo, questo mantra: lo so che suona peggio di quello vecchio, ma è da un po’ di tempo che non giochiamo più col “Metodo”… accontentiamoci!

 

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