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AUTUNNO - SECONDA PARTE

Post n°80 pubblicato il 31 Ottobre 2014 da rozappa

All'epoca non c'era modo di indagare sulla veridicità di quell'affermazione se non andando a consultare gli archivi comunali o parrocchiali e comunque avrei ottenuto una statistica parziale e quindi non attendibile.

Oggi, con internet è possibile fare indagini più accurate e qualcosa ho scoperto: i mesi in cui si muore di più, in Italia, sono quelii da Ottobre a Febbraio...queli più favorevoli alla sopravvivenza sono da giugno a settembre, salvo eventi casuali imprevedibili (estati caldissime, catastrofi naturali, etc..)...

AVEVA RAGIONE

Nei dialoghi che seguiranno (erano tutti in dialetto romagnolo, a parte quello in cui parlava mio padre) ho cercato di tradurre i testi attenendomi strettamente all'italianizzazione del mio dialetto...passatemela come "licenza poetica"...era tanto per rendere meglio lo spirito della conversazione

Tutto era iniziato una domenica mattina...

Mia madre si alza da tavola e, mentre eravamo seduti per la colazione fa:

"sapete cosa ho sognato stanotte? Ho sognato mia zia Caterina (morta durante la 2a guerra mondiale) che mi ha detto...-sono proprio contenta, finalmente vado a stare (romagnolizzazione di andare ad abitare) nella casa nuova-...chissà cosa avrà voluto dire? come fa ad andare nella casa nuova se è morta da quasi 30 anni?"

e mia nonna, fervente credente, tanto da rasentare il bigottismo...:

"si vede che fino ad adesso è stata in purgatorio e ora andrà in paradiso"

Per comprendere bene il senso di questa conversazione bisogna conoscere mia madre, chi ha letto il mio racconto "un maglione giallo" qualcosa avrà intuito, ma per avere un quadro preciso su di lei farò un post dedicato...dico solo che i sogni e le sensazioni di mia madre sono TERRIBILMENTE vere.

Scoprimmo infine il significo del sogno quando mio padre, a pranzo, se ne uscì con una cosa di questo genere:

"sai Clara cosa ho pensato? visto che abbiamo due soldi da parte, perché non ci facciamo la tomba? mi avevi sempre detto che la tua povera zia non voleva essere sepolta sotto terra, perché aveva paura di soffocare con tutta quella terra sopra...così, almeno sarà contenta"

E così ho iniziato a confrontarmi con una delle paure ancestrali comuni: la morte.

Capitava, a volte, che nonostante non avessi niente di particolare da fare, arrivassi in cimitero molto in anticipo, e così mi facevo un giretto fra le tombe alla ricerca di un volto famigliare, qualcuno morto di recente o che avevo conosciuto nella mia infanzia.

In effetti ritrovai profili che mi ricordavano qualcosa, ma se proprio non riuscivo a tirar fuori nulla dalla mia memoria, mi annotavo il nome e chiedevo poi a mia madre che mi raccontava, con dovizia di particolari, la persona, e spesso faceva riaffiorare quei ricordi passati, altrimenti perduti.

C'erano persone che ricordavo con affetto: la mia maestra delle elementari, il papà di una mia compagna di scuola, il calzolaio Peppino (un vecchietto dolcissimo che aveva il negozio praticamente in un grotta, mi piaceva andare da lui e portare le scarpe da risuolare e starlo a guardare mentre lavoravora con quel misto di odori di colla e cuoio che permeavano tutto l'ambiente) o persone di cui avevo solo sentito parlare perché avevano una bottega: Il Fin (quasi tutti in paese avevano un soprannome) che si era impiccato perché il padrone dello stabile dove aveva la merceria non voleva pagargli dei lavori da lui fatti, Il Dottor Celli che aveva lo stesso aspetto e la stessa simpatia di Peppone...e la lista si sarebbe allungata a dismisura negli anni a venire.

Ogni tomba, ogni lapide, ogni volto aveva una storia da raccontare, bastava chiedere a mia mamma.

Nessuno di noi avrebbe mai pensato che il primo ad entrare in quella tomba sarebbe stato mio fratello, pochi anni dopo.

Il dolore di quel ricordo fa ancora male e ancora di più fa male la consapevolezza di quanti dolori ha dispensato questa stagione a tanti amici e amiche presenti nel blog.

Chi ha perso il Padre, chi la Madre, chi una Sorella o un Fratello, chi un Amico o un'Amica, chi un Amore...anche se ho la certezza che il dolore più grande sia la perdita di un Figlio.

Non credo ci possa essere niente di più terribile, nella propria vita, della perdita di un Figlio, rabbrividisco solo all'idea e non posso dimenticare una scena che mi ha fatto, in parte capire questo dolore...

mio Padre, fino a quel momento stoico nel suo dolore,

che

finita la cerimonia al cimitero, prima della tumulazione della salma, quando i soldati, stavano per alzare la cassa per infilarla nel loculo,

dice:

"un momento, posso fare un ultimo saluto a mio Figlio?"

e da quel momento fui testimone, tutti assistettero (non so quanto sia durato) ad un delirio di follia...con mio Padre che steso sulla cassa piangeva e urlava il nome di mio fratello in un crescendo di disperazione...e quando dopo una decina di minuti qualcuno decise di aver visto abbastanza e cercò, con garbo compassionevole, di farlo alzare, Lui si rivoltò come un animale ferito, con una cattiveria e una forza inusuale che ci spaventò. Ho pensato fosse impazzito, ho pensato non avrebbe più smesso, ho pensato di aver perduto anche Lui, mentre, abbracciato alla moglie di mio Fratello, cercavo invano di nascondere le lacrime che scendevamo, copiose, dai miei occhi arrossati.

Poi, finalmente, com'era iniziata finì, e si potè procedere con la cerimonia di sepoltura.

Questo ricordo, per rendere omaggio a tutti coloro che hanno perso una persona cara, a tutti coloro che hanno sofferto e che soffrono per questo, ma soprattutto a tutti i genitori che hanno avuto la sventura di sopravvivere ai loro figli.

VI ABBRACCIO

non perdete la speranza, che crediate o no in Dio, cre crediate o no all'aldilà, non perdete la speranza. Sarebbe assurdo che il progetto della natura, così logico, così incredibilmete perfetto, non abbia senso...non può essere tutto casuale...anche se non capiamo lo scopo, di certo uno scopo c'è...e se c'è uno scopo...c'è una speranza, per noi, per tutti noi 

e l'autunno è la stagione giusta per un addio

-segue-

 

 
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