Rosario

BUONA PASQUA - UN MAGLIONE GIALLO PARTE SECONDA

Approfitto del fatto che domenica sarà Pasqua per fare i miei auguri a tutti e scusarmi perché per qualche giorno sarò lontano dalla rete e non potrò essere vicino a voi con la tastiera, ma lo sarò certamente col cuore.

Ora eccovi la seconda parte del mio racconto, con qualche ora di ritardo sul previsto, ma spero che l'attesa sarà ben compensata dalla sua lettura

-segue da pag.2-

Qualcuno che mi stringeva, con le lacrime agli occhi, che mi annusava e non capivo il perché.

Quel qualcuno mi prese in mano tante volte e, dopo aver immerso il suo volto fra le mie fibre ed avermi annusato, tornava a ripormi nel cassetto ... Finalmente quel qualcuno mi indossò e capii finalmente chi era e perché non era Nunzio.

Il suo cuore era disperato e mi trasmetteva tutta la sua angoscia...Nunzio non era più tornato da Vercelli, aveva lasciato la sua vita là, in una camera d'ospedale due giorni dopo che la gazzella si era schiantata contro un muro, in una serata di nebbia, mentre correvano per un incidente stradale grave ...  e Ros non riusciva a capire perché.

Aveva pianto, tanto, (non l'avrei mai più visto piangere, in seguito) aveva pregato, una preghiera muta, direttamente a Dio perché salvasse la vita del suo fratellone, ma Dio non lo aveva ascoltato o era distratto da qualcos'altro...allora aveva capito che non si può avere qualcosa da qualcuno se non si era disposti a dare qualcosa in cambio e, e ... avevo proposto a Dio di scambiare la sua vita con quella di Nunzio ... l'aveva fatto col terrore dentro il cuore perché non avrebbe voluto morire, ma era disposto allo scambio con tutta la forza che aveva dentro  l'ho sentito singhiozzare dicendo:

<<lui era meglio di me, tanto meglio di me, perché hai voluto lui, dovevi prendere me. Io avrei lasciato ben pochi rimpianti, lui no>>. 

Ma Dio, come si sa, non esaudisce le preghiere e da quel giorno Ros divenne il mio "padrone".

L'inizio con Ros fu difficile, mi annusava perché voleva sentire l'odore di suo fratello, mi indossava perché voleva provare quello che provava lui. Ros andava al Liceo e non parlava mai a nessuno di Nunzio (io credo che lo facesse perché non voleva piangere), ma dentro di sé sentiva quel vuoto intenso.

In realtà in classe, verso la fine dell'anno, ritornò ad essere brillante e spiritoso, quasi come un tempo, ma continuava a non parlare di quello che era successo, neanche col suo migliore amico, Jed , che gli era stato vicino in tutti quei mesi, in silenzio, come solo i veri amici sanno fare.

Gli amici del paese (quelli del SeC) avevano cercato anche loro di stare vicino a Ros (e questo lui lo capiva e lo apprezzava), ma le cose che li divertivano erano sempre più lontane da quelle che Rosario voleva ...discoteca, giri al mare ... per cui lui tendeva a isolarsi da loro, anche se si era accorto che, a turno, qualcuno restava a fargli compagnia il sabato o la domenica, ma lui amava fare lunghe passeggiate nei boschi, dove poteva pensare, vagare con la mente fino a dove i suoi sogni gli permettevano di arrivare e, un giorno, disse agli amici del SeC, che continuavano a invitarlo alle loro feste:

<<ragazzi, io vi ringrazio davvero perché mi siete stati vicini, ma io non mi diverto più, non è per voi, la colpa è mia, sono cambiato dentro e per me voi sarete sempre gli amici d'infanzia, ma ora, vi prego, lasciatemi andare >> 

Tutti rispettarono la sua decisione, tanto sarebbe stato inutile insistere, lui era sempre stato così ... non voleva essere un capo, ma nemmeno voleva seguire passivamente gli altri, l'avrei definito piuttosto un indipendente.

Al liceo le cose erano diverse, lì era la scuola e la persona che gli stava più vicino, Jed, aveva sempre assecondato la sua indole e per questo forse è ancora oggi il suo amico più caro.

 Poi gli anni passavano e Ros mi portava sempre con orgoglio e a scuola in 4° e 5° quando le ragazze cominciarono a guardarlo con occhi più interessati, lo riconoscevano così:

<<Ros ?, ma tu, tu sei quello col maglione giallo !>> 

insomma in tutto il liceo lo conoscevamo come "quello dal maglione giallo" ed io ero felice, finalmente un riconoscimento anche per me, dopo anni che mi indossava, qualcuno avevano notato anche me.

Per la verità c'era stata anche qualcuna gelosa di me:

<<ma dai, possibile che quando usciamo hai sempre quel maglione ? ma vuoi proprio farti notare, narciso che non sei altro>>  

Anche quelli sono stati anni sereni, finalmente Ros aveva superato quel brutto momento, anche se io sapevo che, dentro di lui, quel vuoto non si riusciva a riempire. Nemmeno le ragazze ci riuscivano e Ros le amava davvero molto, Sì. C'era stata una ragazza davvero speciale per lui in quegli anni, ma non era andata come avrebbe voluto lui, era la figlia del suo Prof. di filosofia ed era in classe con Jed e lui la vedeva come Nunzio aveva visto l'Anna e, anche lui, come suo fratello, non era adeguato (non per gli stessi motivi, ma comunque non era adeguato) ... e dopo i primi graffi al cuore che aveva ricevuto da lei, aveva accettato la situazione e si era fatto da parte. Lei però si era accorta di avergli fatto del male e aveva cercato, in tutti i modi di farsi perdonare, tanto che alla sua maturità, rigorosamente in giallo, gli aveva chiesto di esserci

<<ti dispiace se vengo ad assistere al tuo esame ?>>

<<volentieri, ma penso che rimarrai delusa>>

<<non importa, avrei piacere di esserci>>

e così all'una del pomeriggio di un luglio caldissimo, a sentire Ros c'erano Lei e Jed.

Finito il Liceo, stagione al mare, come aveva fatto tutti gli anni del liceo, durante l'estate e qui le ragazze non gli mancavano di certo, non che Ros fosse un adone, tutt'altro, ma le donne gli piacevano proprio, nell'intimo, e questo le ragazze lo sentivano.

Quante sere, con me sulle spalle o annodato in vita a passeggiare sulla spiaggia, col mare in amore, con Ursula, o Petra, anziché Grazia o Kate ... se le ricordava tutte perché, diceva, che ogni ragazza che aveva baciato o con cui aveva fatto all'amore, gli lasciava qualcosa di diverso, qualcosa di sé che si sarebbe sempre portato nel cuore e che le poteva solo ringraziare, queste compagne con cui aveva condiviso un pezzetto di cammino nella sua vita.

-segue-

il maglione era diverso sia come fattura che come colore, ma tanto per dare un'idea, diciamo che va bene questo ... arrivederci a venerdì prossimo per la terza parte, amici miei