La riscossa del SudSono trascorsi 153 anni dal quel fatidico 1861, quando dopo un plebiscita falso e corrotto l'antico Regno delle Due Sicilie fu annesso alla nuova Italiella. Ferro e fuoco fu portato dagli invasori in tutto il nostro territorio, e la nostra gente depredata, spogliata, uccisa. Fummo pivati non solo della libertà, ma insieme della dignità, dell'onore e del benessere. Da quell'ora fatale la nostra terra e la nostra gente è diventata preda degli avvoltoi del potere politico, del potere massonico, del potere mafioso. Dopo 152 anni nulla è cambiato, anzi le cose peggiorano, e continuiamo ad essere la terra dei rapaci. Ancora oggi gli eredi di quei "piemontesi" e "garibaldeschi" che ci conquistarono, insieme agli eredi di quei traditori del Sud, i nuovi ascari del nord, continuano a toglierci dignità, onore, benessere e libertà. Donna e Uomo del Sud... Giovane e Ragazzo del Sud... Anziano del Sud... non abbatterti e non perdere il tuo coraggio, questo è il tempo della RISCOSSA. Non scegliere più il potere del nord, è tempo di scegliere la tua TERRA. |
PER GLI AMICI DELLE DUE SICILIE
Tanti amici mi hanno chiesto dove poter trovare libri riguardanti la nostra storia.... vi lascio l'indirizzo giusto, visitatelo e vi troverete quando desiderate
DOCUMENTARIO SUI BRIGANTI DI RAI 3
Ecco il bellissimo documentario trasmesso su Rai 3 e che avevo annunciato sul blog, dove è intervistato il grande Alessandro Romano, un vero combattente del popolo duosiciliano. Sono stati realizzati da Mauro Caiano strenuo difensore del Sud e trasmessi su vocedimegaride
prima parte seconda parte
sarebbe bello che tutti dopo aver guardato il programma vi congratulaste con la TV pubblica scrivendo a geo_geo@rai.it ed esprimendo un vostro parere
IN ALTO I CUORI
Il Tibet è come il Regno delle Due Sicilie, due libere Nazioni, pacifiste e prospere, occupate da un usurpatore nemico, che ha voluto cambiarne la storia e la gloria.
Entrambi ridotte in schiavitù, ma entrambi fedeli alla loro memoria storica, in attesa di una redenzione, che non tarderà ad arrivare.
OMAGGIO AI NOSTRI CADUTI
TANTO SI PARLA OGGI DELLE VITTIME CADUTE NEI DIVERSI GENOCIDI E NELLE GUERRE, DANDO AD ESSI TRIBUTI ED ONORI.
RICORDIAMOCI ALLORA DEI NOSTRI CADUTI, DI QUEGLI EROI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE: SOLDATI, UOMINI E DONNE, GIOVANI E VECCHI, BAMBINI E PRETI, CONTADINI E NOBILI, CHE FURONO VITTIME DI UNA INGIUSTA OCCUPAZIONE DA PARTE DI QUELLI CHE VENNERO DA FRATELLI, E FURONO CAINI.
SONO STATI CHIAMATI BRIGANTI, MA FURONO EROI E MARTIRI.
ONORE A LORO!
E ONORE A RE FRANCESCO II E ALLA REGINA MARIA SOFIA CHE CON QUESTI EROI SOFFRIRONO PRIVAZIONI, MORTIFICAZIONI ED INGIUSTIZIE
E ONORE ALLA NOSTRA BANDIERA
ANCH'ESSA VITTIMA DELL'INIQUO VINCITORE
PER CONOSCERE LA VERITA'
La nostra era una Nazione meravigliosa, il Regno delle Due Sicilie, chiamata dagli antichi terra felice, illuminata dal sole, ricca di bellissima vegetazione, fiori, alberi da frutta, terra ricca di cultura e di tradizione, dove filosofi e grandi studiosi hanno fatto la storia, terra di eroi e di santi. Era un paese libero, dove la gente viveva felice, dove c'era benessere, cultura, lavoro, fratellanza, fede. Nessuno era costretto ad emigrare, anzi da altre nazioni venivano a trovare lavoro in questo paese, chiamato il bel paese... in questa terra, dove tanti trovavano asilo sicuro e accoglienza generosa, tanti venivano come ospiti e turisti, per vedere e gustare i suoi tesori artistici e culinari, per respirare la sua aria, per godere dei suoi paesaggi, delle sue montagne e del suo mare.
Avevamo un Re, che era veramente Re, il Re Borbone, uno di noi... nato tra noi, parlava come noi, viveva come noi, aveva le nostre tradizioni e il nostro stesso cuore... un Re meridionale, veramente italiano.... e non bastardo come il Savoia che venne ad usurparci.
Avevamo tutto... e tanti erano invidiosi di quello che avevamo.... invidiosi i massoni inglesi, invidiosi i liberali francesi, invidiosi i viscidi piemontesi. E venne un massone delinquente, che oggi è dipinto eroe dei due mondi, il terrorista Garibaldi... venne mandato da Cavour e dal Savoia, per portare a termine l'opera già iniziata dal veleno degli infiltrati massoni liberali, piemontesi e nostrani.
E ci hanno spogliato di tutto.... e quando il popolo si è ribellato, lo hanno chiamato brigante, e con la violenza e il genocidio, hanno continuato il sorpruso dell'usurpazione.
Con un falso plebiscito hanno annesso la nostra bella Nazione al minuscolo Piemonte, facendo della Nazione delle Due Sicilie, una delle più belle del mondo, una infelice provincia piemontese, e facendo di Napoli, terza capitale del mondo, la capitale dell'immondizia.
E tutti quelli che sono venuti dopo, aiutati dai traditori meridionali, calpestando la nostra identità, raccontando bugie e nascondendo la storia vera, hanno continuato ad usurparci, facendo del nostro bel paese, la Cenerentola del mondo.
Ma ora la verità sta venendo a galla, e giustizia si farà... perchè i figli di quei briganti straziati e uccisi, sono ancora qui, vivi e forti, per gridare al mondo la verità e per chiedere la giustizia.
Ancora sulle mura di Gaeta sventola la bellissima bianco bandiera gigliata, e su di esse ancora vediamo il buon Re Francesco II e l'eroina Regina Maria Sofia, che al popolo delle Due Sicilie indicano la via della liberazione e della vera redenzione.
Tutti conosceranno la storia vera, per anni proibita, e il popolo del Sud chiederà giustizia e libertà.
PER CONOSCERE LA VERA STORIA
STORIA DEL REGNO DELLE DUE SICILIE
CITAZIONI ILLUSTRE EMIGRAZIONE
UNA PETIZIONE DA FIRMARE
promossa da La voce di Megaride
Un museo storico navale per Napoli: clicca qui
Presentazione dell'opera "Storia della marina da guerra dei Borbone di Napoli" vol. I di Antonio Formicola e Claudio Romano
AI GRANDI EROI DELLA RIVOLUZIONE MERIDIONALE
Ci hanno spiati controllati,
comprati e imbavagliati, venduti,
calunniati e crocefissi sulla strada di Damasco....
nelle nostre anime non han messo mano,
non conoscono la chiave, non hanno apparecchi idonei....
proseguiamo il nostro cammino
alla ricerca della verità
con la maschera sul volto
e la forza nel cuore.
La loro paura sarà il nostro inno di battaglia
le loro nefandezze
il podio del vincitore.
RIBELLI. (Antonella Lupidi)
VIVA IL RE!
Un saluto ed un augurio al nuovo Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie: Sua Altezza Reale il Principe Carlo Maria, Duca di Castro
Sua Altezza Reale il Principe Carlo, Duca di Castro, Gran Maestro dell'Insigne Reale Ordine di S. Gennaro, Gran Maestro del Real Ordine di San Ferdinando e del Merito, Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Gran Maestro del Real Ordine di San Giorgio della Riunione, Gran Maestro del Real Ordine di Francesco I. Balì Gran Croce d'Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta, Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana. Sposa a Monaco il 31 ottobre 1998 Sua Altezza Reale la Principessa Camilla, Duchessa di Castro, Dama di Gran Croce di Giustizia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Dama di Gran Croce di Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta, madre delle Loro Altezze Reali Le Principesse Maria Carolina e Maria Chiara.
Anch'io, pure se ultimo nella graduatoria, voglio unirmi agli auguri di un popolo, che nella dignità e nell'amore di questi discendenti di casa Borbone, sanno ritrovare le vere qualità di chi deve reggere una nazione.
A Sua Altezza il mio umile e semplice augurio, di prosperità, e di continuare ad essere, sui passi dei suoi antenati, baluardo di saggezza e giustizia.
Real Casa di Borbone Due Sicilie
GARIBALDI UN MITO CHE CROLLA
Per conoscere la verità potete andare anche a leggere il saggio storico scritto dal prof. Gennaro De Crescenzo, proprio sul crollo del mito di Garibaldi
Gennaro De Crescenzo,
Contro Garibaldi. Il mito in frantumi
Sulla figura di Garibaldi e del suo ruolo nella vicenda risorgimentale sono state date interpretazioni non sempre omogenee che, pur riconoscendolo sempre come eroe dell’unificazione italiana, hanno proposto sfumature diverse del personaggio, illuminandone alcuni tratti piuttosto che altri. Chi fu, dunque Garibaldi? L’eroe che dedicò la vita a combattere per ideali di libertà e di giustizia? Oppure lo strumento inconsapevole di una trama di potere ordita da massoni e liberali per impossessarsi dell’intera Penisola? O ancora, il rivoluzionario che collaborò attivamente alla conquista del Regno delle Due Sicilie, condividendo pienamente gli scopi e i mezzi delle forze unitariste? La risposta a queste domande sarà la chiave per rileggere l’impresa risorgimentale e le sue conseguenze che giungono fino ai nostri giorni.
LA FAVOLA DELL'UNITÀ
ECCO COME CI LIBERARONO
TG DOSSIER VERITA'
SU RAI 2
Se hai voglia di conoscere la verità sulla spedizione dei mille e sull'occupazione del Regno delle Due Sicilie puoi andare a leggere i seguenti testi:
Tutta la verità
Gustavo Rinaldi Editore: ControCorrente
Il libro racconta la storia del Regno delle Due Sicilie stroncando tutti i luoghi comuni e le menzogne che si ripetono da duecento anni. È un viaggio della memoria con testimonianze al di sopra delle parti per le nuove generazioni di meridionali alla conquista del presente: il futuro del Sud ha un cuore antico.
Garibaldi, Fauchè e i predatori del Regno del Sud
La vera storia dei piroscafi "Piemonte" e "Lombardo" nella spedizione dei Mille
Luciano Salera Editore: ControCorrente
Quando i piemontesi invasero il Sud.
Autori Vari
Editore: ControCorrente
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« FRANCESCO II DI BORBONE... | ACCANIMENTO » |
Post n°78 pubblicato il 24 Febbraio 2014 da massimo.c58
Una delle motivazioni importanti per avviare il cammino di canonizzazione di un testimone della fede, è dato dalla fama di santità della persona candidata. Questo dunque ci mette nella condizione di fare uscire dall’oblio obbligato a cui è stato posto Francesco II di Borbone, Re del Regno delle Due Sicilie, un vero testimone di cattolicità. Ancor più bisogna anche sfatare e chiarire quei luoghi comuni e quelle “dicerie”, che certa storiografia prezzolata e di regime, hanno forzatamente e falsamente diramato sulla sua figura. Sentire fortemente attuale e vera la sua testimonianza cristiana ci ha dato la motivazione per fare luce sulla verità storica, e ridare a Re Francesco II quella “Luminosità” della quale in vita è stato rivestito, e che ne fanno un vero testimone, non solo nella profondità della sua umanità è cultura, ma soprattutto nel cammino di cristiano. Nel suo prologo l’evangelista Giovanni dice che chiunque accoglie la Luce ha il potere di diventare figlio di Dio. Accogliere la Luce significa avere fede in Gesù Cristo, la Luce che è venuta ad illuminare le tenebre. Ed è la fede in Gesù che ci rende figli di Dio, e come dice poi l’apostolo Paolo, eredi del suo Regno. Proprio in questa dimensione io leggo l’esperienza terrena di Francesco II di Borbone delle Due Sicilie, l’ultimo Re di questo Regno che per secoli ha conosciuto l’autonomia e il buon goveno. Francesco D'Assisi Maria Leopoldo di Borbone nasce a Napoli, il 16 gennaio 1836, dal grande Sovrano Ferdinando II e dalla Beata Maria Cristina di Savoia-Borbone, “la Reginella Santa”, che dopo anni di attesa lo scorso 25 gennaio è stata beatificata. Della sua “ napoletanità” si sentiva fiero e felice, come sentiva profondo amore e affetto per la sua terra e il suo popolo. Egli è stato provato molto presto, quando appena pochi giorni dopo la sua nascita la sua mamma muore proprio per i postumi del parto. La memoria di questa donna stupenda e buona, della quale sempre su padre gli parlava, è ben impressa nel suo cuore e nella mente, e la fama di essere il figlio della “Regina Santa” accompagnò tutta la sua esistenza. La sua formazione umana, culturale, spirituale è stata affidata ai Gesuiti, che seppero ben imprimere in lui quelle virtù cristiane che faranno di lui un grande Re. Ma non gli mancarono neppure la formazione militare e del buon governo, che imparò direttamente da suo padre. È molto significativo un aneddoto della fanciullezza di Francesco, quando accompagnò suo padre in visita ai soldati che stavano facendo esercitazioni militari. Sia Re Ferdinando che il piccolo Principe mangiarono alla mensa dei soldati semplici, cosa abituale per il Re, e a tavola fu servito il pane raffermo. Francesco, ancora molto piccolo, ebbe un gesto di disgusto e di rifiuto dinanzi a quel pane. Suo padre, uomo di grande intelligenza e umanità, guardandolo con dolcezza e fermezza gli disse: “perché non vuoi mangiare questo pane?”. Egli rispose che era pane vecchio, e che non gli piaceva. Suo padre con dignità e autorità rispose: “se lo mangiano i soldati, che sono migliori di noi, perché non dovremmo mangiarlo noi?”. Il ragazzo comprese la lezione, che certamente ricordò per sempre, e mangiò quel pane con gusto, consapevole che la virtù dell’umiltà e la semplicità, valgono più di tutte le grandezze del mondo. Proprio questa consapevolezza faranno di lui il Re che è stato, preoccupandosi sin dai primi momenti del suo regno, al benessere di tutta la sua gente. Si occupò per l’assistenza dei poveri, costruì e ampliò ospedali, fece bonifiche, organizzò la scuola di diritto internazionale e si occupò per l’istruzione della sua gente, fece nuovi progetti per la diffusione delle ferrovie, e altri decreti per la valorizzazione delle industrie e dell’economia. Infatti egli regnò per breve tempo, a causa di avvenimenti che non solo capovolsero le sorti del Regno delle Due Sicilie, ma l’Europa intera e la Chiesa, che avrebbero conosciuto l’amarezza di una rivoluzione, che avrebbe seminato nella società violenza, guerre, dispotismi, razzismo e morte. Egli aveva visto bene che dietro tutto quel movimento rivoluzionario si nascondevano i disegni della massoneria che impadronendosi oggi dei suoi Stati, ben presto avrebbero minacciato l’intera Europa. Infatti quella violazione delle norme più elementari del diritto internazionale, che ora stava danneggiando il suo Regno, avrebbe spianando la strada a regimi basati sulla forza , la corruzione e sulla violenza, anziché sul consenso dei popoli. Fu profeta che aveva guardato ben lontano, rendendosi conto dei totalitarismi e massacri, che nel secolo successivo avrebbero trasformato l’Europa e il Mondo in un immenso teatro di violenza e di guerre, e di quelle nuove idee che avrebbero portato tanto male alla stessa Chiesa Cattolica. Alla fine visse questo evento, che aveva contrastato con tutte le sue forze per amore della verità e della giustizia, con serenità e pace. Uomo mite e semplice, non pensò mai ai suoi interessi personali o alle ambizioni, ma solamente al bene della sua gente. Certe scelte fatte, da taluni criticate, non furono frutto di paure o scrupoli, ma solamente per non portare sofferenza al suo popolo. Quando quel popolo si oppose alla colonizzazione del proprio paese, egli non mancò di sostenerlo e difenderlo. Ma dinanzi alle disparità della forza e alla sofferenza della sua gente, preferì l’esilio e la povertà, ma non abdicò mai ai suoi doveri di Re e di Sposo del suo popolo. Seppure era stato reso povero da quei malvagi che l’avevano ingiustamente detronizzato, seppe vivere sempre con dignità nel suo esilio, e all’occasione non mancava mai di soccorrere il suo popolo ridotto anch’esso in povertà. “Tutte le lacrime dei miei sudditi ricadono sopra il mio cuore… io sono Re, e come tale io debbo l’ultima goccia del sangue mio e l’ultimo scudo che mi resta ai popoli miei”. E questo programma lo realizzò fino alla fine. Proprio in occasione del terremoto che si abbatté nella città di Torre, poco lontano da Napoli, egli attraverso il Cardinale di Napoli, il venerabile Sisto Riario Sforza, che ha sempre avuto affetto e venerazione per il giovane Re, fece giungere alle popolazioni colpite la sua carezza di padre, e il suo aiuto economico. E al popolo meridionale, ormai condannato da quella “falsa annessione al Regno d’Italia dei Savoia”, ad essere o brigante o emigrante, non mancò mai di rivolgere parole di speranza e di amore. Egli era accompagnato dalla consapevolezza che le usurpazioni non sono eterne, e che Dio avrebbe prima o poi fatto giustizia. E con la passione e l’amore di un vero Re, che aveva sposato il suo popolo nella buona e nella cattiva sorte, anche da lontano continuò a interessarsi della sua gente, particolarmente nei momenti di bisogno, e qualsiasi meridionale si presentava da lui veniva accolto con affetto, e non ripartiva mai a mani vuote. Gli ultimi anni della sua vita li trascorse ad Arco di Trento, sempre sobrio ed umile, disponibile verso la sua gente e verso chiunque. Mai alcuna parola di biasimo o di rancore dalla sua bocca, ma sempre parole di pace e di incoraggiamento. Lontano da ogni vanità , mai si è lasciato vincere dalle illusioni. Aveva conservato il titolo di Duca di Castro, ma tutti ad Arco lo conoscevano come “il signor Fabiani”. E con serenità e umiltà, da vero gentiluomo, ogni mattina si recava alla Santa Messa e poi sedeva ad un bar per fare colazione e leggere i giornali. Ogni sera poi era sollecito a recarsi presso la Chiesa della Collegiata per la recita del Santo Rosario. Le sue giornate erano accompagnate dalla preghiera e dalla carità. Francesco II di Borbone delle Due Sicilie lascia alla storia un nome, che le iniquità e le calunnie non possono oscurare. È stato uomo di grande spessore, e ne è prova il suo ricco epistolario, il suo diario, e la memoria di chi gli è stato vicino fino alla fine. Ci troviamo realmente dinanzi alla figura di un vero Re e un vero cristiano, dal profilo morale, umano, spirituale, intellettuale , di altissimo rigore. E così come è vissuto, alla stessa maniera: “Con l’anima serena dell’uomo giusto, con gli occhi estaticamente rivolti alla visione di quel sereno cielo che lo vide nascere, è morto il Re adorato, l’ultimo vero Re”. Era il 27 dicembre 1894, festa di san Giovanni evangelista. Matilde Serao, giornalista napoletana liberale e non certamente “borbonica”, nella sua onestà professionale così scrisse di lui: «Don Francesco di Borbone è morto, cristianamente, in un piccolo paese alpino, rendendo a Dio l'anima tribolata ma serena. Giammai principe sopportò le avversità della fortuna con la fermezza silenziosa e la dignità di Francesco II. Colui che era stato o era parso debole sul trono, travolto dal destino, dalla ineluttabile fatalità, colui che era stato schernito come un incosciente, mentre egli subiva una catastrofe creata da mille cause incoscienti, questo povero re, questo povero giovane che non era stato felice un anno, ha lasciato che tutti i dolori umani penetrassero in lui, senza respingerli, senza lamentarsi; ed ha preso la via dell'esilio e vi è restato trentaquattro anni, senza che mai nulla si potesse dire contro di lui. Detronizzato, impoverito, restato senza patria, egli ha piegato la sua testa sotto la bufera e la sua rassegnazione ha assunto un carattere di muto eroismo... Galantuomo come uomo e gentiluomo come principe, ecco il ritratto di Don Francesco di Borbone». Questa è la forza dei grandi, essere veri cristiani e santi, saper andare incontro a Dio con animo retto e serenità, dopo aver vissuto con dignità e onore, generosità e amore, ricco di misericordia. Questo è stato Francesco II di Borbone delle Due Sicilie, un vero Re, un grande uomo, un vero napoletano, un grande Santo. Per questo lo ricorderemo sempre nella preghiera, e ci rivolgeremo a Lui, che dal cielo ci guarda e ci sorride.
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INFO
UN AVVISO PER I VISITATORI DEL BLOG
Per avere un quadro più completo delle tematiche affrontate in questo blog vi consiglio di leggere i diversi post, i vari box e di vedere i video inseriti, dove tratto sulla storia e le vicende del Regno delle Due Sicilie, della sua arbitraria occupazione e sulle vicende nere del risorgimento italiano.
Inoltre chi desidera saperne di più può visitare i seguenti siti web
Reale Casa dei Borbone delle Due Sicilie
http://www.comintatiduesicilie.it/
o ad altri link che ho inserito nella lista apposita
e raccomando l'iscrizione alla Rete di Informazione delle Due Sicilie, diretta da Alessandro Romano, per farlo basta inviare una mail a
UNA PROPOSTA PER TE
Se ami questa nostra terra e ti senti figlio di questa Nazione e vuoi veramente riprendere la tua identità storica, allora è necessario che tu ti informa.... vengo a proporti, oltre i libri che di tanto in tanto inserisco, di abbonarti alle seguenti riviste:
L'Alfiere, Pubblicazione Napoletana Tradizionalista, fondata nel 1960 da Silvio Vitale. Esce ogni quattro mesi, 24 pagine. Per sottoscrivere l'abbonamento o per richiedere gli arretrati disponibili, scrivete ad Edoardo Vitale: edoardo.vitale@tele2.it
visitate il sito: http://www.lalfiere.it/
Per sottoscrivere un abbonamento annuo alla rivista Nazione Napoletana, tiratura quadrimestrale, basta versare 10 € sul CCP N° 31972805, intestato a Gabriele Marzocco, corso Chiaiano 28 - 80145 Napoli - Na.
http://www.nazionenapulitana.org
Due Sicilie, periodico per l'indipendenza dei Popoli delle Due Sicilie, diretto da Antonio Pagano.
Si pubblica ogni due mesi, quaranta pagine a colori.
Per informazioni: anpagano@alice.it oppure due.sicilie@alice.it
Riscossa Meridionale, organo del Movimento Politico "Terra e Libertà"
mensile “Il Nuovo Sud” periodico di opinione ilnuovosud@libero.it
ANDIAMO A LEGGERE CHI SONO I SAVOIA
Lo stato italiano (leggasi piemontese) è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'italia meridionale e le isole uccidendo, crocifiggendo, squartando vivi i contadini poveri che gli scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti (Antonio Gramsci)
Antonio Ciano:
I SAVOIA E IL MASSACRO DEL SUD Editore Grandmelò( Prefazione di Lucio Barone )
Davanti alla perseverante politica antimeridionale l'autore, senza peli sulla lingua, stila un atto d'accusa forte e determinato nei confronti delle classi dirigenti passate e presenti.
Il fraseggio è volutamente pesante come a significare che la pazienza è finita e che non è più tempo di plagi, di arrotondamenti, di bugie artatamente costruite ai fini della mistificazione più becera della verità che è e resta sacra in quanto tale.
Il lettore potrà in un primo momento risentirsi per gli epiteti indirizzati alla volta degli "assassini" del Sud, ma proseguendo nella lettura si accorgerà che essi sono utili ad esternare lo stato d'animo dell'autore che desidera sopra ogni cosa risvegliare l'orgoglio dei meridionali per troppo tempo oppressi da una montagna di falsità.
Non ci sono dubbi. L'inizio dei guai economici del meridione è da ricondurre al momento della cruenta conquista da parte del Piemonte, così come la condizione di continuo sbando delle popolazioni del Sud è frutto di una gestione discriminante dei governi unitari che si sono succeduti dal 1861 al giorno d'oggi.
Antonio Ciano racconta gli eventi della barbara conquista savoiarda rimarcando più e più volte le figure dei cosiddetti "eroi nazionali", cui sono state dedicate strade e piazze in tutt' Italia, evidenziandone la crudeltà e la ferocia con la quale essi hanno spento nel sangue tutti i tentativi di insorgenza che vanno dal 1861 al 1870.
Per l'autore il tempo della menzogna è finito, la coscienza del Sud riemerge giorno dopo giorno e per i criminali di guerra piemontesi sta giungendo il giorno del giudizio.
La convinzione più che la speranza è che, in concomitanza con il recupero della verità storica, le popolazioni del Sud potranno finalmente riscattare l'autonomia, l'autodeterminazione, la libertà.
Le Loro Altezze Reali
i Principi Carlo e Camilla di Borbone delle Due Sicilie,
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AI DIFENSORI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE
Ormai tutti sanno che l'occupazione del Regno di Napoli fu un sorpruso da parte del Piemonte, che attraverso intrighi politici e la complicità della massoneria, corrompendo ufficiali e ministri e provocando scontri interni attraverso la collaborazione di mafiosi e camorristi, con lo sbarco dei mille iniziò l'usurpazione della nostra terra. Ma contro quest'usurpazione lottarono fino alla fine gli eroici soldati del Regno, il popolo duosiciliano, uomini e donne che furono poi chiamati briganti, ma che si opposero a quest'ingiustizia. Con questi, quegli eroici soldati del Volturno, e quelli che insieme ai cittadini di Gaeta, di Civitella del Tronto e di Messina, co il loro Re Francesco II e la Regina Maria Sofia, continuarono a lottare per il Regno e la libertà.
Onore agli eroici
difensori del Regno
delle Due Sicilie
I libri che parlano dei nostri eroi:
AA. VV. La difesa del Regno
Gaeta Messina Civitella del TrontoEd. Il Giglio
Non mi arrendo. Romanzo storico.
Da Gaeta a Civitella, l'eroica difesa del Regno delle Due Sicilie.
Gianandrea De Antonellis Editore Contro Corrente