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Record di infortuni «lavorativi» tra i giovani

Post n°328 pubblicato il 24 Marzo 2006 da maxsof1
 
Foto di maxsof1

Per molti giovani il lavoro è diventato una chimera, e quei pochi fortunati che lo trovano, cadono molte volte nelle trappole nascoste dei luoghi di lavoro. Sì, perché sono i giovani quelli che si infortunano di più mentre lavorano. Più di quanto non accada ai loro colleghi adulti.

Nel 2004, secondo i dati Inail, la metà degli infortuni denunciati era stata fatta dagli “under 34”, negli ultimi anni questa proporzione si è in parte ridotta, ma l'incidenza di infortuni sugli occupati per la classe di età più giovane è ancora quasi doppia rispetto a quella degli altri lavoratori.

L'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, per questo, lancerà, a partire dal 23 ottobre prossimo, la campagna "Safe Start" affinché se ne parli più di quanto non succeda oggi.

Il 73 per cento degli interinali, secondo un'indagine realizzata da Ispesl e Cgil, dice di non essere mai stato informato sui rischi presenti sull'attuale posto di lavoro e quasi sei su dieci non sanno neppure se nell'azienda esista o meno il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. I contratti atipici quindi. Ma anche l'inesperienza, la poca formazione e la scarsità delle informazioni di cui i ragazzi e le ragazze dispongono. Senza contare la scarsa sensibilità dei datori di lavoro. Sono tante le cause di quello che accade ogni giorno nelle fabbriche e negli uffici delle città italiane.

Il passaggio di paradigma tecnologico e la nuova organizzazione del lavoro sembra fare emergere una serie di nuovi rischi della cui gravità fino ad oggi non si è avuta sufficiente percezione, infatti secondo il rapporto pubblicato a fine 2005 dall'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, la mancanza di attività fisica è il principale rischio emergente. Chi lavora in un call center è esposto a rischi multipli e interagenti: troppo tempo seduti, scrivanie e sedie poco ergonomiche, rumore di sottofondo, cuffie inadeguate, pressione elevata sui tempi di lavoro con conseguente stress mentale ed emotivo.

I giovani dovrebbero approfondire le loro conoscenze sulla sicurezza come ho fatto io, anche se devo dire che la frequentazione di parecchi corsi mi ha molto aiutato, infatti, la prima cosa che appresi è che un programmatore(o chi lavora al PC) dovrebbe fare una pausa di 15 minuti ogni ora, ma secondo voi un datore di lavoro lo permetterebbe?

 
 
 
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