Carlo Molinaro

SPECCHIO

                        a C.

Ho gli occhi chiusi e non c'è nessuno specchio
ma mi vedo allo specchio:
mezzo dormendo e mezzo no, mi vedo
camminare nella stanza
dove davvero sono:
mi vedo allo specchio
anzi meglio che allo specchio,
perché non c'è trucco non c'è adattamento,
non posso modificare il mio viso
come immediatamente e inconsciamente uno fa
guardandosi allo specchio:
mi vedo camminare e fare gesti,
non mi piaccio né mi spiaccio,
mi sembro un po' vecchio e un po' no,
un po' scemo e un po' no:
mi vedo e non c'è nulla che si possa cambiare.

Mezzo dormendo e mezzo no, nel letto,
sogno la realtà.

Poi sento che tu sei accanto a me,
apro gli occhi e ci sei:
com'è bello, miodìo, che ci sei,
nella realtà che sogno tu ci sei:
siamo qui giovani e vecchi,
maturi e ragazzini,
appena nati e prossimi a morire:
ci abbracciamo e con noi si abbraccia il tempo
intrappolato fra gomiti e capelli,
fra ventre e mani e gambe
il tempo lo fermiamo:
lui si lascia fermare,
come un bambino si lascia accarezzare,
poi come un bambino si divincola
e va a giocare:
e ti bacio e mi baci amore mio,
ci baciamo,
genitori del tempo
in un sobborgo dell'eternità,
nel sogno della nostra realtà.