Un blog creato da molinaro il 04/06/2007

Carlo Molinaro

Pensieri sparsi, poesie e qualsiasi cosa

 
 
 
 
 
 

ONE MAN TELENOVELA

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« SpecchioL'odore dell'aria »

Raccogliendo una sfida di Guido Catalano

Post n°1018 pubblicato il 07 Febbraio 2011 da molinaro
Foto di molinaro

Scrivere una poesia con sesso, violenza e inseguimenti d'auto: così consiglia l'amico Guido in questa sua bella composizione.
Anzi dice che è indispensabile, per una buona poesia.
A me allora, come raccogliendo la sfida, è venuta in mente - immantinente - una fantasticheria.
Una che si può aggiungere a quelle raccolte un annetto fa in una poesia, precisamente la seconda di queste tre.
E a molte altre sparpagliatamente pensate.
Una fantasticheria a tempo scaduto, forse. Ma il tempo delle fantasticherie non scade mai. O mai comincia.


TU CE L'HAI UN BIGLIETTO SUBURBANO?

Ho fantasticato che stavo finalmente
mangiando un sushi con lei
dove lavora lei
e nel sushi bar entravano due individui mascherati
gridando «questa è una rapina, dateci tutti i soldi»
erano un uomo e una donna

la donna era particolarmente agitata
quando il sushista giapponese ha balbettato
«ma siete pazzi a rapinare un sushi bar»
la donna per tutta risposta gli ha sparato
maciullandogli un braccio
aveva una pistola di grosso calibro
intanto il complice prendeva tutti i soldi
dalla cassa
qualche centinaio di euro mentre
la donna afferrava lei per un braccio
«se chiamate la polizia
le faccio saltare le cervella»

è chiaro che la vogliono in ostaggio

io grido «no» e afferro lei per l'altro braccio
la rapinatrice urla «vuoi fare l'eroe?»
«no è che la amo» rispondo
e tira e spintona
ci ritroviamo entrambi sul sedile posteriore
di una grossa auto che parte sgommando
come nei film

l'uomo guida e la donna guarda indietro
guarda se c'è qualcuno che insegue
e tiene d'occhio noi
l'uomo guida come un demente
dal ponte Isabella prende la strada di San Vito
che è stretta e tortuosa

la donna ci guarda
io pur essendo terrorizzato le chiedo
«ma perché rapinate un sushi bar?»
la donna ha un ghigno inquietante e risponde
«è che ci stanno sul culo i giapponesi»

davvero è pazza

tengo stretta abbracciata la ragazza
e dico «cazzi vostri comunque
io sono piemontese e lei è catalana»
avrei potuto dire italiano e spagnola
ma nei momenti di cagasotto
mi sento regionalista

alla donna comunque
delle nostre nazionalità non frega una mazza
ora guarda davanti
l'uomo prende per Moncalieri
è una strada che conosco e che passa
pure davanti a una caserma
dei carabinieri e quindi
questi due rapinatori sono proprio deficienti

tengo lei abbracciata e le dico
«baciami»
«perché dovrei baciarti?»
«perché forse moriamo»
«non mi sento di baciarti»
«allora fammi un pompino»
«non mi sento di baciarti e vuoi che ti faccia un pompino?»
«un pompino è meno intimo di un bacio»
«chi lo dice?»
«le puttane»
«le puttane hanno ragione»
«vedi?»
«ma perché dovrei farti un pompino?»
«te l'ho detto, perché forse moriamo
e non si può mica morire così
senza neanche un pompino da te»
«mi sembra che stai dicendo una cazzata
che guarda che se anche
mi fossi data molto da fare
toccherà a miliardi di uomini
morire senza un pompino da me»

non riesco a capire se è una battuta di spirito
in quella situazione drammatica
l'auto va a velocità pazzesca
ammazza anche un cane
che mi spiace relativamente perché
è un cane di quelli dei ricchi di collina
che quando passi davanti alle ville
se è rimasto chiuso male un cancello
ti sbranano
e inoltre quando rischi di morire tu
dei cani te ne fotti ammettiamolo dai

com'è come non è
lei me lo tira fuori
e si mette a succhiarmelo
i due pazzi davanti neanche se ne accorgono
lei me lo succhia
e stranamente mi viene anche duro
pur non essendo un momento propizio
forse è come succede agli impiccati

io avrei preferito limonare
ma se lei vuole una cosa meno intima
va bene

l'auto prende le curve e le buche
sempre a velocità pazzesca
è tutto un urto uno sbalzo un sussulto
forse un pompino
non è un'idea grandiosa
se non sta molto attenta me lo trancia

ma in fondo è romantico
mettere qualcosa di molto prezioso
nelle sue mani o meglio fra i suoi denti

intanto come previsto da me
e non previsto dai due deficienti
da Moncalieri
parte un'auto dei carabinieri
parte all'inseguimento

a me il cuore mi pulsa nella gola
e pulso e pulso talmente che vengo
non è un orgasmo dei migliori ma vengo
le vengo in bocca
e lei ingoia

i bonnie and clyde della mutua si cagano sotto
l'uomo prende una stradina sterrata
a una curva a gomito deve fare manovra
c'è una portiera che non sta più chiusa
perché s'è fracassata su un muretto

quando l'auto è quasi ferma è l'occasione
afferro lei e ci buttiamo giù
la donna sembra girarsi
speriamo che non usi la pistola
no non la usa no
filano via

noi rotoliamo giù dentro un fosso asciutto
nessuno ci vede
neppure i carabinieri
la sirena si perde in lontananza
inseguendo i due coglioni
rapinatori di sushi

siamo ammaccati ma neppure tanto
io l'abbraccio e la bacio
lei m'abbraccia e mi bacia
stavolta sì ci abbracciamo e baciamo
nel sollievo
è come alla fine dei film di James Bond
quando intorno c'è tutto un inferno
Goldfinger è volato a sfracellarsi
e James Bond con la strafiga di turno
è in un posto bellissimo che scopa
e non si capisce come fa a esserci
in mezzo al macello un posto così bello
ma nei film c'è

invece noi siamo in un fosso
pieno di ciarpame e fango secco
forse è merda più che fango
ma è un posto bellissimo comunque
perché siamo vivi e perché ci baciamo

adesso lei mi bacia con entusiasmo
e io la bacio e poi le dico «so
che mi ami anche tu» e lei dice
«come fai a saperlo?» «è perché
prima quando mi hai fatto il pompino
hai ingoiato
e il pompino con l'ingoio
è segno inconfondibile d'amore»

lei sorride
probabilmente è d'accordo
mi sussurra «facciamo l'amore
allora facciamo l'amore facciamolo tutto»
io sono felice però le dico
«sto ancora tremando e ti sono venuto
in bocca pochi minuti fa e ho pure
una certa età e c'è un tempo di latenza»

lei mi tappa la bocca
e vaffanculo il tempo di latenza
facciamo l'amore
e poi restiamo distesi vicini
nell'aria che sa già di primavera
sotto il cielo che sa di primavera

ci teniamo per mano e io dico piano
«mi spiace sai che tutto questo sia
soltanto dentro una mia fantasia»

e sospiro e le chiedo «a te non spiace?»

lei scuote il capo
«no a me non spiace anzi è meglio così
perché nella realtà non amo te»
«però potresti»
«no guarda no non credo che potrei»
«ma perché no?»
«perché no»
«vabbè»

la guardo così bella e dico ancora
«ma ti rendi conto
che stiamo parlando di una fantasticheria
dentro una fantasticheria? è fantastico!»

lei alza le spalle
«sì certo è anche fantastico
però nella realtà io non ti amo»

nel frattempo i carabinieri avranno
acciuffato i balordi rapinatori di sushi

ci alziamo e mi sembra che non siamo lontani
dalla statale dove c'è la fermata
dell'autobus
c'incamminiamo a piedi
è molto dolce camminarle accanto

le dico «secondo me all'incrocio
c'è la fermata del sessantasette
che ti riporta in città e puoi scendere proprio
all'angolo fra corso Massimo e corso Dante
e in un attimo torni al sushi bar»

«però ci vuole il biglietto suburbano»
«tu ce l'hai un biglietto suburbano?»

 
 
 
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