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Post N° 961

Post n°961 pubblicato il 08 Novembre 2006 da nau1981
Foto di nau1981

Continua l'avventura al Centro Per l'Impiego non senza emozioni, negative o positive che siano. Non possiamo obbligare nessuno a restare e a darci una mano con la Ricerca rispondendo alle domande di un questionario ma quando, dopo il discorso introduttivo della Prof. e del Direttore del Centro, accade che alcune persone si alzino per andare via, la viviamo sempre come una piccola sconfitta. Provo rabbia quando alcuni sminuiscono e criticano quest'iniziativa, come fossero convinti che l'unica cosa buona che si possa fare per loro sia offrirgli un lavoro, magari a tempo indeterminato, magari "dietro ad una scrivania", magari strapagato. Provo dolore quando qualcuno lascia quella stanza sostenendo che sono belle parole, che l'intento di migliorare i servizi per l'impiego sia lodevole, ma che la forza e la voglia di crederci l'hanno persa per sempre. Gli leggi negli occhi la stanchezza, la delusione, l'amarezza. Guardo negli occhi i disoccupati che si lasciano intervistare e ricordo ciò che sostenevo mentre preparavo la mia tesi sui "Disoccupati Organizzati a Napoli": il disoccupato organizzato si sente meno solo nella lotta per trovare un lavoro, è meno rassegnato, è più vivo e combattivo. L'individuo che cerca lavoro e non lo trova si sente solo, non si sente rassicurato e protetto da nessuno, non ha alle spalle qualcuno che raccolga le sue delusioni, che le condivida con lui. Per lui è difficile continuare a credere che le cose possano migliorare, che non tutto è perduto. Guardi negli occhi chi hai di fronte e ti accorgi subito se è una persona che avrebbe mezzi e conoscenze per uscire dal lavoro sommerso, dalla disoccupazione (quella che per definizione è chiamata così), ma non ne ha voglia, perchè la situazione in cui vive gli fa comodo e quelli che, d'altro canto, non sanno proprio in che direzione muoversi, un lavoro in regola non sanno nemmeno come lo si possa cercare, lo vedono come un qualcosa di aleatorio, di indefinito, di lontano. Tra ieri ed oggi, ho conosciuto delle persone alle quali se avessi potuto, se avessi avuto una bacchetta magica, avrei dato l'opportunità di avere immediatamente un contratto di lavoro, gente onesta, che si fa un cuore così per portare la pagnotta a casa, per pagare l'affitto, per comprare cibo e vestiti ai figli, persone che fanno lavori stancanti, pesanti, malpagati, perchè sanno cosa significhi il bisogno. Alla domanda: "Se avesse oggi a disposizione 250 euro a quali spese li destinerebbe?" queste persone ti rispondono che riempirebbero il frigorifero, comprerebbero vestiti e scarpe per i figli e se li guardi negli occhi mentre ti rispondono a questa domanda vi vedi tanta sincerità, tanta delusione perchè purtroppo è solo una situazione ipotizzata. Se guardi negli occhi altre persone, quando rispondono alla stessa domanda con un "Porterei in giro la mia famiglia, farei un regalo ai miei figli" vi trovi uno sguardo indifferente, lo senti lontano un miglio che per loro quei 250 euro non sarebbero una cosa tanto inusuale. Ieri, mancava poco che l'intervistato ed io ci mettessimo a piangere a dirotto mentre mi raccontava alcuni episodi della sua vita. Oggi, ho conosciuto una coppia di coniugi eccezionali, che nella loro semplicità hanno compreso sul serio il valore e l'importanza di questa Ricerca. Sono grata a tutti coloro che vengono agli appuntamneti e restano per lasciarsi intervistare ma queste due persone stamattina, avrei voluto ringraziarle perchè mi hanno fatto sentire utile, impegnata in qualcosa di davvero importante, perchè hanno voluto credere e sperare con me, con noi... Migliorare le politiche del lavoro, i servizi per l'impiego, sembra quasi un'utopia, ma se nessuno ci crede o ci prova, come potremmo un giorno affermare che è impossibile migliori qualcosa? Chi fa una ricerca nel campo della medicina, dicevo ai due signori stamattina,  e lavora per cercare di trovare una soluzione per malattie difficilissime da sconfiggere, una cura contro il cancro, non possiede certo una bacchetta magica, non può sicuramente trovare una soluzione definitiva in un batter d'occhio, ma ha e crea la speranza che un giorno potrà riuscirci. In questo caso, si sta lavorando sodo per sconfiggere il cancro della disoccupazione a Napoli, ci si prova, si tenta, si chiede a queste persone di aiutare la Ricerca, di darci e darsi una speranza. Volevo ringraziarle queste due persone di stamattina, per avermi infuso fiducia, speranza, soprattutto perchè mi sta facendo molto male l'immagine di Napoli che ultimamente si sta diffondendo. Napoli è anche gente perbene, che ha voglia di vivere onestamente e con la testa alta, queste due persone ne erano al dimostrazione. Ogni tanto per ridurre la distanza tra me e le persone che intervisto, per metterle a proprio agio, (stamattina ho fatto un'intervista completamente in dialetto), gli racconto qualcosa della mia vita e lì mi rendo conto di quanto io abbia sudato per avere quello che ho, di quanta forza e coraggio ci siano volute per raggiungere dei traguardi che sembravano impossibili. Mi sono resa conto che se è vero che ci sono tante persone che non spendono nemmeno un terzo delle loro energie per trovare un lavoro, persone che non vogliono cambiare minimamente la situazione in cui sono, persone a cui piace avere un atteggiamento da vittima povera ed indifesa, ci sono purtroppo tante persone piene di buona volontà che davvero non sanno quanti e quali siano i mezzi ed i modi per cercare un lavoro al giorno d'oggi. Mi trovo così a spiegare che esistono le agenzie private per il lavoro, che il Centro Per l'Impiego deve essere vissuto, frequentato, che le perosne che sono lì per aiutarci nel percorso di ricerca del lavoro devono essere "tuzzuliati" una, due, tre, quattro volte. Insomma, è vero che ci davvero vuole lavorare ed ha bisogno, un lavoro lo trova, ma è anche vero che tante di queste persone non riescono proprio ad uscire dall'illegalità, dal lavoro sommerso, perchè proprio non saprebbero in che modo farlo. Vorrei poter, tra qualche anno, vedere frutti di quiesta speranza, di quest'impresa folle. Vorrei poter vedere Napoli cambiare, i napoletani onesti farsi giustizia, la città rifiorire... Forse chiedo troppo, forse no, forse come diceva stamane il marito alla moglie:"Non devi essere pessimista, devi credere che andranno meglio le cose, che le cose si sistemino..."

 
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