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« dai piedi in giù, radica...visus »

caos boscus

Post n°24 pubblicato il 29 Ottobre 2014 da emma01

studio il mio caos,
dentro porto un tanto folto
quanto trascurato "boscus"

mentre tu predichi del bosco giovane
che si mangia il pascolo,

mentre indichi, con passione, quel limite
che una volta era un margine e che ora
è tornato ad essere, semplicemente,

molto naturalmente e persino ovviamente,

bosco giovane, 

osservo, sopra le tue tante e
tante parole,
mi ripeto,
osservo i verdi che ancora
persistono, sempre meno vigorosi,
convivendo e declinando, o reclinando particelle di rosso come attimi,
piccoli attimi, poi,
atomi, 
gialli.

ebbene,
alla lunga predica sul bosco giovane
che scende a valle e si mangia il
pascolo,
trascuratezza, distrazione umana,
affido il futuro, do il benvenuto.

sento il mio caos stendersi,
crepitare generoso,
ridacchiare, un po' beota.
ma quando
una leccata di gelo
mi sorprende di schiena,
decidendo per la mia nuca
per poi scendere
lungo la schiena
fino ad arrivare
ai piedi,

immediate, 
sento le radici
sprofondarmi nella terra
che conserva, previdente,
gli ultimi ricordi di tepori.
mi ancoro e ancora,
per l'ennesima volta
godo,
di quella grande bocca
gelida,
piena di solidi traslucidi,
di cristalli irripetibili.
e mentre tutte le tue parole
scompaiono
io mi lascio cadere e riprendere
nel piacere di risentirmi dentro
ed intorno ad un vecchio
amico ritrovato.

 

bloccato su note 

 

 

 

 

 

 

 

 

Joseph Mallord William Turner

 

 
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