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« tutto il coraggio del mondono solitudine sociale »

grandioso meccanismo

Post n°82 pubblicato il 16 Marzo 2016 da emma01

 

WALLACE STEVENS, TESI CONTRARIE II

 

Un pomeriggio chimico di mezzo autunno,
quando
grandiosi meccanismi di cielo e terra erano contigui,
persino le foglie delle acacie erano gialle,

lui camminava con il suo bambino di un anno in spalla.
Il sole brillava
e il cane abbaiava
e il piccolo dormiva.
Le foglie,
persino quelle di acacia, la verde acacia.

Lui voleva e cercava un rifugio ultimo
dai presentimenti stentorei dell'inverno
e dei martiri alla moda. Camminava verso

un astratto di cui il sole, il cane, il bambino
erano contorni.
Il freddo gelava i cigni dalle ampie volute.
Le foglie cadevano come note da pianoforte.

L'astratto fu lì all'improvviso e sparì.
I negri giocavano a pallone nel parco.
L'astratto che lui vide,
come le acacie,
chiaramente:

la premessa da cui tutte le cose discendevano,
la verve nobile, alessandrina. Le mosche
e le api cercavano ancora l'odore dei crisantemi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 










































fuck note

ogni mattina mi guardo allo specchio e mi incazzo.
non ho problemi con rughe, capelli stinti o altre
boiate di questa fatta,
la questione è altra, è una questione di libertà.
vorrei dire che è una questione di verità ma
sarei imprecisa, dovrei dire quindi che è questione
di principi...
ho la mia battaglietta personale e come soldatino
inerme la mattina ne ho piene le scatole
di tanta arroganzaignorantona.
mi devo dare ragione, almeno una volta al giorno
per tollerare gli "omissis",
e questo mi riporta al principio:
ogni mattina mi guardo allo specchio e mi incazzo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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