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« circa le mattine che pro...tra cielitudini »

azzurrezza ovvero attitudine all'azzurro

Post n°236 pubblicato il 13 Febbraio 2018 da emma01





MARK STRAND 
WHAT IT WAS 


I
Era impossibile da immaginare, impossibile
da non immaginare; la sua azzurrezza, l'ombra che lasciava,
che cadeva, riempiva l'oscurità del proprio freddo,
il suo freddo che cadeva fuori da se stesso, fuori da qualsiasi idea
di se' descrivesse nel cadere; un qualcosa, una minuzia,
una macchia, un punto, un punto in un punto, un abisso infinito
di minuzia; una canzone, ma meno di una canzone, qualcosa che
affoga in se', qualcosa che va, un'alluvione di suono, ma meno
di un suono; la sua fine, il suo vuoto,
il suo tenero, piccolo vuoto che colma la sua eco, e cade,
e si alza, inavvertito, e cade ancora, e cosi' sempre,
e sempre perché, e solo perché, essendo stato, era...

II
Era l'inizio di una sedia;
era il divano grigio; era i muri,
il giardino, la strada di ghiaia; era il modo in cui
i ruderi di luna le crollavano sulla chioma.
Era quello, ed era altro ancora; era il vento che azzannava
gli alberi; era la congerie confusa di nubi, la bava
di stelle sulla riva. Era l'ora che pareva dire
che se sapevi in che punto esatto del tempo si era, non avresti
mai più chiesto nulla. Era quello. Senz'altro era quello.
Era anche l'evento mai avvenuto - un momento tanto pieno
che quando se ne andò, come doveva, nessun dolore riusciva
a contenerlo. Era la stanza che pareva la stessa
dopo tanti anni. Era quello. Era il cappello
dimenticato da lei, la penna che lei lascio' sul tavolo.
Era il sole sulla mia mano. Era il caldo del sole. Era come
sedevo, come attendevo per ore, per giorni. Era quello. Solo quello.


da West of your citiesw, a cura di M. Strand e D. Abeni - Minimum fax Editore

 














































































epimetea certo eretica:

provo delizioso senso di vertigine
nel praticare il sacro naturale,
completezza senza vincoli,
senza attese, momento in cui
non esistono gli ossimori esistenziali.
sono il vuoto che lascio, il tempo tra una
nota e quella successiva, sono nell'aria
che carezza la terra. e si rinnova, 
si rinnova, si rinnova, eco

 

 

 
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