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Qualcosa di interessante: virus, microbi e vaccini
Virus, microbi e vaccini: i tempi duri della peste
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Vivere a spese degli altri: la dura vita del parassita
Estendere l'immunità naturale con i vaccini
Come il cervello coopera con il sistema immunitario e le cellule staminali
Virus: per loro siamo una fantastica opportunità
VIAGGI E SCIENZA
Come si otteneva un tempo carbone da legna
Viaggi e scienza: uno sguardo al nostro glorioso passato
Esploratori perduti. Gravità Zero intervista il Dott. Stefano Mazzotti
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Specie endemica in via di estinzione: il Priolo
Orme di dinosauri: il passato ritorna dalle profondità della Terra
NON E' COLPA DELLA STATISTICA
Come acquistare il libro "Non è colpa della statistica"
La recensione di Gaetano Lisco
La recensione di Paride Iuso
La recensione di Antonella Amato
Indagine sui limiti della calcolabilità: intervista al Prof. Alfredo Garro
Un approccio non matematico alla statistica per le scienze mediche
Video su Tik Tok a cura di "Libriperdavvero" in cui viene presentato il libro "Non è colpa della statistica" e letta l'introduzione
Messaggi del 07/11/2008
Post n°57 pubblicato il 07 Novembre 2008 da supergigia2000
Prima venne Newton. È da lui che abbiamo imparato che cosa sia la gravità. Si tratta infatti di una forza che agisce – fra i corpi – a distanza. Naturalmente, quanto più i corpi sono massicci, tanto più intensa sarà l’attrazione gravitazionale. Ma è anche vero che quanto più i corpi sono distanti, tanto minore sarà la loro capacità di attrarsi. Poi venne Einstein. A dirci che la gravità va inquadrata all’interno della sua "teoria della relatività generale". In buona sostanza, la gravità si spiega in un altro modo: corpi più o meno massicci sono "appoggiati" su un tappeto elastico che è lo spazio-tempo. Questi corpi pesanti infossano il tappeto elastico e – all’interno di queste fosse – cadono gli oggetti più piccoli, che appaiono attratti da quelli più grandi. Ma cosa succede nel mondo microscopico ? Purtroppo a livello sub-atomico, vale a dire se andiamo ad ingrandire oggetti incredibilmente più piccoli di un atomo, ci imbattiamo in un cartello su cui c’è scritto "Qui regna la Fisica Quantistica". C’è da chiedersi allora se nel mondo quantistico esiste la gravità, soprattutto la gravità di Einstein. Ebbene, l’incompatibilità fra la teoria quantistica e quella della relatività generale rappresenta un rompicapo tremendo ormai per generazioni di fisici. Tanti ci hanno provato invano, ad esempio i cosiddetti teorici delle stringhe (non quelle delle scarpe ! sono i fisici convinti che le particelle del mondo quantistico siano corde che vibrano), piuttosto che il famoso Stephen Hawking. Il ragionamento di quest’ultimo si basa su un’importante regola che vige nel mondo quantistico: se di una particella si conosce la posizione, non è possibile conoscere la velocità e viceversa. Ciò implica – è il principio di indeterminazione di Heisenberg – che non possiamo determinare esattamente dove si trovi una particella in un determinato istante. Tuttavia, possiamo calcolare la probabilità che la nostra particella si trovi all’interno di un determinato spazio. Dunque, anche se una particella, per spostarsi dal punto A al punto B, può seguire numerosissimi percorsi, è possibile considerare una specie di media di tutti questi percorsi. In maniera analoga, la "gravità quantistica euclidea" di Hawking considera tutti i possibili modi in cui l’Universo può evolvere. Purtroppo la simulazione al computer di questa teoria non conduce al nostro universo osservabile, caratterizzato da quattro dimensioni (tre spaziali ed una temporale). Questa "missione impossibile" è stata invece quasi risolta da Jan Ambjørn, Jerzy Jurkiewicz e Renate Loll, i quali hanno sviluppato un procedimento chiamato "triangolazione dinamica causale". Triangolazione perché hanno suddiviso lo spazio-tempo in triangoli; dinamica perché hanno simulato l’evoluzione dei triangoli e causale perché hanno introdotto, fra i postulati di partenza del loro procedimento, la "causalità", cioè il principio secondo cui gli eventi si verificano in una specifica sequenza di causa ed effetto, invece che in un caotico disordine. Quando hanno infilato i dati nella simulazione, hanno trattenuto il fiato, ma il loro lavoro è stato ricompensato: è saltato fuori un Universo a quattro dimensioni. Se scendiamo ulteriormente nella scala di grandezza, approssimandoci all’infinitamente piccolo, le dimensioni diventano due. E – francamente – ci sentiamo un po’ "appiattiti", ma contenti perché la fisica ha compiuto un altro passo in avanti. E ha decretato – con quasi certezza – che non esistono i tanto sognati e immaginati tunnel spazio-temporali. Nonostante tutto, la nostra passione per i romanzi di fantascienza non ne risulta diminuita. Senza la Fisica, e senza l’immaginazione non esisterebbe né la Scienza, né la Fantascienza. Walter Caputo - 7 settembre 2008 |
Post n°56 pubblicato il 07 Novembre 2008 da supergigia2000
ESERCIZIO 1
ESERCIZIO 2
ESERCIZIO 3 La tabella che segue indica il ritardo, espresso in minuti, con cui, durante il mese di ottobre 2008, il treno X è arrivato alla stazione di destinazione. Calcolare il ritardo medio (per giorno) durante il mese di ottobre.
[a cura di Walter Caputo – 7-11-2008] |
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L'AUTORE DEL BLOG: CHI E' WALTER CAPUTO ?
Ha un diploma universitario in Amministrazione Aziendale, con specializzazione in Finanza. E’ laureato in Economia e Commercio e in Scienze Statistiche. Insegna sia materie matematico - fisico – statistiche che economico - giuridico - fiscali. Su questi temi: contabilità, controllo di gestione, paghe e contributi, divulgazione scientifica ha scritto decine di libri. Inoltre ha pubblicato più di 300 articoli di divulgazione scientifica. Da giugno 2016 è coautore del blog Cibo al microscopio. Da novembre 2012 è cofondatore di Risparmiare Fare Guadagnare. Da novembre 2008 è science writer per Gravità Zero, corporate blog di divulgazione scientifica. Da giugno 2007 è autore di un Blog di Scienze naturali ed economiche.
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