Creato da patty1_mah il 02/10/2007

Sottouncielodistelle

Ai confini dell’infinito, dove cielo e terra si prendono per mano

 

Messaggi di Maggio 2017

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Post n°10658 pubblicato il 31 Maggio 2017 da patty1_mah

Bisogna metterlo, il punto.
Alla fine di una frase.
Alla fine di una storia.
Si chiama ortografia.
O, più semplicemente, coraggio.

 
 
 

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Post n°10657 pubblicato il 31 Maggio 2017 da patty1_mah

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

 
 
 

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Post n°10656 pubblicato il 30 Maggio 2017 da patty1_mah

 
 
 

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Post n°10655 pubblicato il 29 Maggio 2017 da patty1_mah

Poi sorrise e mi disse:
Molte persone si innamorano molte volte nella vita,
ma poche amano o trovano un amore vero.
A volte lo incontrano
e non prestano attenzione a questi segnali,
e lo lasciano passare senza accadere veramente.
E’ libero arbitrio.
Per questo, presta attenzione ai segnali,
non lasciare che le follie del quotidiano
ti rendano cieco alla miglior cosa della vita: l’amore!
Quello che è sincero non cambia mai.
C, Drummond de Andrade

 
 
 

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Post n°10654 pubblicato il 29 Maggio 2017 da patty1_mah

L'immagine può contenere: oceano

 
 
 

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Post n°10653 pubblicato il 29 Maggio 2017 da patty1_mah

Non ho smesso di pensarti,
vorrei tanto dirtelo.
Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare,
che mi manchi
e che ti penso.
Ma non ti cerco.
Non ti scrivo neppure ciao.
Non so come stai.
E mi manca saperlo.
Hai progetti?
Hai sorriso oggi?
Cos’hai sognato?
Esci?
Dove vai?
Hai dei sogni?
Hai mangiato?
Mi piacerebbe riuscire a cercarti.
Ma non ne ho la forza.
E neanche tu ne hai.
Ed allora restiamo ad aspettarci invano.
E pensiamoci.
E ricordami.
E ricordati che ti penso,
che non lo sai ma ti vivo ogni giorno,
che scrivo di te.
E ricordati che cercare e pensare son due cose diverse.
Ed io ti penso
ma non ti cerco.

Charles Bukowski


 
 
 

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Post n°10652 pubblicato il 24 Maggio 2017 da patty1_mah

L'immagine può contenere: sMS

 
 
 

Cosa succede quando i vecchi amori ritornano. LA LEGGENDA DELLA FENICE.

Post n°10651 pubblicato il 20 Maggio 2017 da patty1_mah

Ci sono relazioni che finiscono in apparenza senza motivo. Ci si incontra, ci si innamora, ma poi qualcosa va storto e la storia finisce. Alle volte il motivo della rottura non è completamente chiaro nemmeno ai due. E’ una questione di sensazioni sbagliate che si provano in quel periodo; sensazioni che, forse, con troppa facilità, ti spingono a prendere decisioni affrettate lasciando andare qualcuno che, invece di mandare via, avresti dovuto stringere più forte.

Sono quegli amori che lasciano l’amaro in bocca e le mani vuote, perchè forse non sarebbero dovuti finire. Relazioni che ti hanno dato qualcosa, ma che ti hanno tolto tanto altro. Ti lasciano col dubbio del ‘chissà come sarebbe andata’. E allora stai lì a porti mille interrogativi, a naufragare tra i tuoi mille dubbi sperando di capire se hai fatto la scelta giusta oppure no.

Come si reagisce? 

Qualcuno lascia correre pensando fatalisticamente che se sarà si presenterà una seconda nuova occasione; altri invece cercano di ricucire il rapporto a tutti i costi ammettendo le proprie colpe e chiedendo perdono.

Il problema è quando la controparte non concede una seconda occasione alla coppia. Alcune volte la lontananza e il tempo trascorso separati può aiutare entrambi o uno dei due a capire che forse quella era una storia senza futuro e che tale deve rimanere.

C’è chi poi si sente troppo ferito dall’altro, chi ha perso la fiducia, chi ha conosciuto un nuovo amore. Succede però che alcune di queste relazioni, così, senza apparente motivo, rifioriscono. Magari si diventa più maturi o magari ci si rende conto che senza di quella persona proprio non si riesce a vivere. Sono storie riemerse dalle ceneri del fallimento.

Non è la classica minestra riscaldata. Le due persone che riprendono il loro cammino insieme non sono più le stesse persone. Sono cresciute e maturate individualmente e come coppia.

Secondo una leggenda come la fenice risorge dalle sue ceneri più vigorosa di prima, così un amore sfiorito può germogliare ancora e ancora nello splendore della sua seconda prima volta.

Sono quegli amori che lasciano l’amaro in bocca e le mani vuote, perchè forse non sarebbero dovuti finire. Relazioni che ti hanno dato qualcosa, ma che ti hanno tolto tanto altro. Ti lasciano col dubbio del ‘chissà come sarebbe andata’. E allora stai lì a porti mille interrogativi, a naufragare tra i tuoi mille dubbi sperando di capire se hai fatto la scelta giusta oppure no.


 
 
 

Finirà...

Post n°10650 pubblicato il 19 Maggio 2017 da patty1_mah

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Anzi c'è tanta cattiveria...

Post n°10649 pubblicato il 19 Maggio 2017 da patty1_mah

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Non ho perso nessuno, sono gli altri ad avermi perso

Post n°10648 pubblicato il 19 Maggio 2017 da patty1_mah

Imparate a cambiare il vostro modo di vedere le cose e a rendervi conto che chi non è più al vostro fianco non vi valorizzava, quindi è quella persona ad avervi perso
Siamo sicuri che, almeno una volta nella vita, avete perso qualcuno che per voi era importante: un amore, un amico, il legame con un determinato familiare…

Parliamo di perdite emotive, non fisiche; ci riferiamo a quelle rotture che si verificano alla base quasi senza sapere perché e che ci lasciano delle ferite, oltre a molte domande.

L’aspetto più complesso della fine di una relazione, di qualsiasi tipo essa sia, è che non è affatto facile affrontarla in modo positivo, ovvero fare in modo che favorisca la nostra crescita personale.

È comune che, in seguito ad una rottura, la nostra autostima sprofondi. Sono molte le persone che si danno la colpa della fine di una relazione, dando vita ad un circolo di pensieri e sensi di colpa autodistruttivi che hanno come filo conduttore il “avrei potuto comportarmi diversamente”, “non merito di essere amato”, “non ero abbastanza per quella persona”…

Dobbiamo averlo ben chiaro: superare il dolore di una perdita affettiva implica controllare i pensieri che si creano nella nostra mente.

Non esiste peggior nemico che noi stessi, e quando ci si riferisce alle perdite emotive, agiamo come autentici carnefici.

Non va bene: vi proponiamo di mettere in pratica le seguenti strategie di gestione emotiva.

 Quello che avete perso, quello che vi siete lasciati alle spalle e ciò che vi spinge ad avanzare 

Le persone sono più fragili di quanto credano. Giorno dopo giorno riusciamo a mantenere un’apparente capacità di controllo che ci aiuta a pensare che possiamo farcela sempre, che niente può farci soffrire.

Lo crediamo in determinati momenti della nostra vita, perché disponiamo di legami forti con le persone che amiamo.

I veri amici, i forti legami familiari e una relazione di coppia soddisfacente e felice ci fanno sognare, ci danno forza ed ottimismo.

Ebbene, a volte è necessario che un solo anello della catena si sganci per farci perdere l’equilibrio e cadere.

Ci troviamo improvvisamente schiacciati dalle emozioni negative, che ci bloccano, e non sappiamo cosa fare, cosa pensare e come reagire.

I nostri punti fermi vitali sembrano essere crollati e la nostra mente non fa altro che ricordarci di continuo la perdita, quella persona che ci ha lasciati senza capire perché.

In primo luogo è necessario capire che ogni emozione negativa, vale a dire la rabbia, la disperazione, la tristezza e la paura, ha un fine concreto nel cervello: quello di farci vedere la realtà per emettere una risposta in funzione ad un “pericolo”.

  • Le emozioni negative sono istintive e ci avvisano di qualcosa: dobbiamo reagire.
  • Se abbiamo chiaro il fatto che ormai non ci amano più, non c’è niente di più distruttivo che implorare una nuova opportunità.
  • Una fine fa male, è necessario avvertire la tristezza, piangere e passare del tempo a tu per tu con i propri pensieri.
  • In seguito, accetteremo con dignità quanto successo e ci riprenderemo.

Focalizzare la mente sul passato e su quelle frasi condizionali del tipo “se mi comportassi così, forse”, “se gli dicessi questo, è probabile che..” non fanno altro che far divenire cronica la stessa disperazione.

Voi non avete perso nessuno, sono gli altri ad avervi persi. Vedere le cose in quest’ottica non è un atto di egoismo, ma di forza emotiva.

Se qualcuno non era in sintonia con
  • Non incolpatevi di quella perdita. Non umiliatevi né maltrattatevi emotivamente; non pensate di dover cambiare per andar bene ad un’altra persona.
  • Non perdete mai la vostra identità né la vostra grandezza. Se non piacete agi altri, è un loro problema; se una persona non ha compreso queste vostre caratteristiche, smettetela di torturarvi.

Alimentate il vostro amor proprio, prendetevi cura della vostra autostima e non date fuoco a quei pregi che tanto vi è costato raggiungere, solo perché qualcuno non li vede, solo perché quella persona vi ha lasciati.

 Non perdete voi stessi solo perché avete perso qualcuno 

i vostri sogni, se non ha compreso la grandezza dei vostri valori, se non era in armonia con il vostro amore saggio, il vostro affetto e il vostro modo di fare, chi vi ha perso è quella persona, non voi.

Non vale la pena perdere se stessi. Non è sano smettere di amarsi solo perché qualcuno ha preferito prendere le distanze quando voi cercavate vicinanza.
  • Se scegliete di trascurarvi, se optate per prendere le distanze dal vostro cuore, sarete tristi prigionieri di chi un giorno vi ha detto di no, di chi un tempo ha chiuso le porte di casa vostra per seminare tristezza nella vostra mente.
  • Chiudete questa fase, ponete fine a questo circolo di sofferenza ed uscite a ritrovare voi stessi.
  • Non cercate un amore come analgesico per sopportare il dolore e riuscire a dimenticare.

La cosa migliore da fare in questi casi è passare del tempo con se stessi e ricordare, nuovamente, quali sono le nostre allergie, i nostri sogni e i nostri valori.

Ciò che avete perso non esiste più, ve lo siete lasciati alle spalle, ma quello che ancora deve arrivare può portarvi speranze e felicità. È alla vostra portata, se voi lo volete.


 
 

 
 
 

Te la posso dedicare dolcissima Patty?

Post n°10647 pubblicato il 19 Maggio 2017 da lanostraisola_g

 

Tu, Patty

 

tu, dolce goccia

 

in un oceano di ipocrisia...

 

fuoco nel fuoco ed aria,

 

per chi vuole realmente

 

respirare la vita...

 

la tua anima parla

 

attraverso il tuo sorriso

 

e non bisogna far altro che...

 

ascoltare la tua musica.

 

mi sono fermato accanto a te..

 

mi sono seduto a terra,

 

incrociando le gambe,

 

con il volto appoggiato

 

sui palmi delle mie mani

 

ed ho continuato a guardarti...

 

estasiato dal tuo sguardo

 

mi son perso in esso,

 

ma ho trovato il tuo cuore...

 

ti ho guardato ancora e ancora...

 

e mentre lo facevo,

 

ho allungato la mia mano

 

a cogliere la tua..

 

una dolce sensazione

 

mi ha pervaso

 

e un intenso brivido

 

mi ha condotto

 

verso le albe infinite dell'Universo

 

ed ho continuato a vedere il tuo volto...

 

ho udito il rintocco del tuo cuore

 

e ne ho scoperto i sogni..

 

ti sei seduta di fronte a me

 

e hai voluto cogliere

 

anche l'altra mia mano...

 

ho compreso la felicità...

 

 

 
 
 

È importante avere qualcuno accanto quanto tutto va a rotoli

Post n°10646 pubblicato il 19 Maggio 2017 da patty1_mah

Quanto è importante avere qualcuno accanto quando tutto va a rotoli! Un ultimo braccio, un’ultima mano, le dita, la pelle quando tutto il peso che portiamo fa scricchiolare le vertebre della nostra schiena. Quei momenti in cui saremmo disposti a fare un patto con il diavolo, perché, in fondo, pensiamo che se c’è qualcosa che si avvicina alla miseria, siamo noi.

Semplici mortali, più mortali che mai. Non si tratta di avere qualcuno che ci riporti in superficie, ma che rallenti la nostra caduta. Che compaia all’improvviso e dica: “Sono tutto tuo, sono tutta tua. Hai i miei cinque sensi. Il tatto per abbracciarti, l’udito per ascoltare, i denti per mordere, l’anima per accarezzare, la speranza per ritornare a galla. Come un album da disegno ancora da colorare”.

Tre tipi di solitudine per chi non la cerca 

Ci sono tre tipi di solitudine per chi non la cerca. La prima forma di solitudine la conosciamo tutti. Si manifesta quando siamo circondati da tante persone e abbiamo la sensazione di non essere in connessione con nessuna. Allo stesso modo, non sentiamo l’aria che ci scompiglia i capelli o il sole che ci fa chiudere gli occhi, un gesto dissimulato quanto inconsapevole, protettivo.

Un tumulto che sembra costituire un numero primo e singolare di persone da cui noi siamo esclusi.
Questo genere di solitudine di solito scompare quando molte persone spariscono e rimangono solo quelle importanti. Quando la festa finisce e bisogna pulire, mettere in ordine. Impilare bicchieri, raccogliere gli avanzi di cibo e le bottiglie di bibite il cui sapore è ormai alterato. Quando la musica si spegne, ci rendiamo conto di quanto sentivamo la mancanza dell’assenza di vibrazioni senza significato, vuote.
La solitudine del primo, dell’ultimo e di chi “fa di testa sua” 

Esiste un secondo tipo di solitudine ed è quella che provano quelli che se ne vanno per primi o per ultimi. Quelli che lavorano ad un progetto lungo e confuso, illuminato a volte solo dalla fede. Questa solitudine ci rende forti e mette alla prova i nostri limiti. Si tratta di fare qualcosa senza poi sapere come siamo stati in grado di farlo. Un mistero che fa parte dell’idiosincrasia della vita, a volte sconcertante.

Questa solitudine lascia un sapore sulle labbra. Una sensazione di “Forza!”, facciamolo per gli altri, ma soprattutto per noi, che abbiamo lavorato tanto, che stiamo lavorando tanto. Un debito potente.
Completiamo l’album da disegno con il nostro amor proprio. Sarà la nostra ultima testimonianza e costituirà le radici invisibili per le altre persone che ci ancorano alla vita. A volte ne abbiamo contate poche, ma il sentimento è così particolare da avere la sensazione che nessuno possa comprenderlo, semplicemente perché non l’ha vissuto, perché non l’ha provato.
La peggiore solitudine 

L’ultimo tipo di solitudine è il peggiore, è quello per cui ci guardiamo intorno e non vediamo nessuno. Significa avere la sensazione che le persone spariscano man mano che andiamo avanti, che scendiamo. Fino al momento in cui non c’è nessuno, ma noi continuiamo a scendere.

Vorremmo credere che si tratti di un gioco, avere la sicurezza che poi torneremo in superficie come quando giocavamo da piccoli e il divertimento consisteva proprio nel resistere a lungo senza respirare. Resistere, non respirare, ma adesso non sono solo i polmoni a fare male… Allora ci chiediamo se davvero torneremo in superficie. C’è differenza tra sapere di essere sacrificabile e sapere che nessuno sentirà la nostra mancanza.

Non è più divertente. Apriamo gli occhi, ma non vediamo la luce. Solo ombre, sempre più piccole, ci sovrastano. Abbiamo la sensazione di essere sempre più lontani e urliamo in una lingua trasformata, diversa da quella degli altri. Iniziamo a pensare che se prima era difficile farci capire, ora è addirittura impossibile. Un impossibile così possibile ora.

Chiudiamo i pugni e afferriamo l’acqua, come se tra le dita potesse trasformarsi in una vera corda. E a volte qualcuno ci frena, ci sorprende e ritroviamo la fede. Ci sentiamo stupidi per il fatto di averla perduta, per aver sottovalutato la distanza, ma attenzione, perché ci sono poche sensazioni che danno conforto come quella di sentirsi importante per qualcuno. Ed è quella che basta per cambiare tutto il copione

Altrimenti, nessuno lo fa.


 
 
 

Ti invito a far parte della mia vita, ma non ti obbligo a restare

Post n°10645 pubblicato il 19 Maggio 2017 da patty1_mah

Gli anni mi hanno insegnato che le persone entrano ed escono dalla nostra vita. Un tempo, pensarci mi faceva stare male e non ero disposta ad accettarlo. Ora, invece, ti invito a entrare a far parte della mia vita, ma non ti obbligo a restare. Finalmente ho capito che ognuno di noi segue la propria strada.

A volte queste strade si uniscono per lunghi tratti, per poi ridividersi per sempre. Ci sono anche strade che si uniscono e si separano in modo costante. Infine, ci sono quelle che non si riuniscono, ma che lasciano un ricordo che dura tutta una vita.

Dopo molto tempo e dopo diverse delusioni, ho chiuso le porte e ho evitato chiunque volesse entrare nella mia vita. Poi, un giorno, ho scoperto che avevo una gran fame emotiva.

Ti invito a entrare nella mia vita, per conoscere il tuo punto di vista 

Quando ti invito a entrare nella mia vita, non mi limito a riempire la mia agenda di contatti. Mi concedo anche l’opportunità di vedere la vita dal tuo punto di vista. La mia prospettiva si arricchisce con le tue esperienze, le tue sfide e i tuoi sogni. Semplicemente, mi tocchi e mi cambi profondamente, anche se non te ne accorgi.

In cambio, ti offro tutto quello che ho. Non posso darti di più perché ho i miei limiti, imposti dalle mie esperienze e dalla mia storia. Questo è un buon modo di vincere la depressione, di trovare l’ottimismo e di adottare idee nuove.

Ho scoperto che ho ancora la capacità di emozionarmi 

Ognuno di noi ha una vita molto particolare, piena di esperienze uniche. Persino coloro che hanno vissuto le stesse esperienze hanno una prospettiva molto diversa dei fatti. Tuttavia, quando ti permetto di entrare nella mia vita, trovo nuovi motivi per emozionarmi. Non importa chi sei né da dove vieni, perché in un modo o nell’altro porti con te delle sorprese nascoste.

Puoi diventare l’amore della mia vita, il mio migliore amico o l’amico con cui uscire a bere qualcosa. Forse sei solo qualcuno che avrò intorno per un mese. Tuttavia, ciò importa poco, l’importante è che porterai nuove emozioni nella mia vita. Lo dimostra il fatto che ora sto pensando a te.

 Mi permetti di trovare nuove opportunitàUn altro dei benefici del lasciarti entrare nella mia vita sta nel fatto che sei fonte di nuove opportunità. Con te, posso vedere realizzati alcuni dei miei sogni. Forse, a prima vista non lo vedi o, forse, non ci credi poi tanto, mai dai molto a questa relazione.

Di solito, la stessa opportunità non si ferma nella tua vita due volte di seguito. Per questo motivo, aprirti la porta in questo momento è l’opportunità più grande che potessimo avere. Tuttavia, capisco che questo stesso gesto possa, un giorno, anche farci allontanare. Nonostante ciò, credo che, mentre funzioniamo bene insieme, è buona idea rimanere così.

 Completi una parte di quel puzzle che è la mia vita 

Non ti faccio entrare nella mia vita perché sento che ho bisogno di un motivo per vivere e per ridere. Non diventerai nemmeno il centro della mia vita, perché quel ruolo spetta a me. Nonostante ciò, averti a fianco mi permette di assegnarti parti necessarie: l’amico, il consigliere, il partner, il complice, ecc.

È vero che ho imparato a vivere in solitudine senza essere triste o oppressa, ma ho scoperto anche che ho bisogno di trovare un equilibrio. Devo imparare a godermi la vita in solitudine e a lasciare un po’ di spazio alla compagnia che tu puoi offrirmi.

Che sia con il ruolo di amico, di partner, di figlio o di genitore, tu sai come completare una parte di me. Per questo so che, il giorni in cui te ne andrai, lascerai un vuoto impossibile da colmare, ma ne sarà valsa la pena, per tutto quello che abbiamo creato insieme.

 Ne sarà valsa la pena, anche se mi deluderai 

So che lasciarti entrare nella mia vita implica dei rischi. Potresti essere una persona tossica che mi farà del male, di proposito oppure no. Potresti anche approfittarti della persona che sono, di quello che ho e di quello che posso diventare. È ovvio che tutto questo mi fa paura, dopotutto non c’è nessuno che si rallegri di soffrire.

Tuttavia, ho deciso di correre il rischio e buttarmi, superare le mie paure. Sono convinta che, anche se tu fossi la peggior persona del mondo, hai qualcosa di importante da insegnarmi e sono disposta a scoprire di che si tratta. Hai il coraggio di entrare a far parte della mia vita? Mi farai entrare a far parte della tua?

La mente è meravigliosa



 
 
 

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Post n°10644 pubblicato il 18 Maggio 2017 da patty1_mah

Ho capito che dietro un "ti voglio bene" e un abbraccio può nascondersi tanta falsità, e che invece uno sconosciuto può capirti e conoscerti più di quanto possa fare chi ti è amico da una vita.

Anonimo


 
 
 

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Post n°10643 pubblicato il 18 Maggio 2017 da patty1_mah

 
 
 

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Post n°10642 pubblicato il 18 Maggio 2017 da patty1_mah

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Post n°10641 pubblicato il 18 Maggio 2017 da patty1_mah

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Post n°10640 pubblicato il 18 Maggio 2017 da patty1_mah

 
 
 

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Post n°10639 pubblicato il 14 Maggio 2017 da patty1_mah

Chissà che rumore fa il cuore quando si strappa.
Quando ti accorgi che sei arrivata a un punto non scomponibile e ti rendi conto che non importa se non hai la soluzione, quell'anagramma ti ha sfinito e basta.
Chissa che rumore fa l'ultimo strappo.
Se è più forte, o appena appena accennato.
Se è quello che sfilaccia i tessuti di colpo, o se è la pelle già tirata a provocare lo squarcio.
Chissà che rumore fa l'amore quando si arrende.
Quando apre le braccia e dice:
"Più di così non posso".
Quando le emozioni sono diventate brandelli di pelle e tu vorresti inventarti sarta, ma non hai mai saputo cucire.
Chissà che rumore fa il cuore quando si strappa.

Serena Santorelli


 
 
 

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E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla,

per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare e

senza toccarti.
Non debba mai scoprire
con domande, con carezze,
quella solitudine immensa
d'amarti solo io.

Pedro Salinas

 

 
 

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