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parla un somaro qualunque

Creato da re1233 il 12/10/2008

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l'anima

Post n°169 pubblicato il 24 Ottobre 2011 da re1233
 

 

L'anima è la nostra, individuale, biblioteca mentale composta da ogni sensazione od esperienza percepita dai nostri sensi ed analizzata ed elaborata dal nostro sistema nervoso centrale nel corso degli anni vissuti.

Noi riceviamo dagli occhi informazioni su ciò che ci circonda, ne percepiamo la consistenza attraverso il tatto, ne udiamo il suono, lo cataloghiamo attraverso l'olfatto (reminescenza di odori ancestrali), lo assaporiamo attraverso il gusto. Tali sensazioni vengono inviate ai neuroni che sintetizzano le informazioni ricevute trasformandole in ciò che noi riteniamo pensiero. La sintesi avviene utilizzando i ricordi delle esperienze accumulate nella vita e memorizzate man mano. Tale fatto ci rende unici per la varietà enorme di esperienze individuali che la vita ci riserva, a iniziare dai primi anni di vita.

La capacità di convertire la sintesi delle sensazioni in pensiero ci fa pensare che esista qualcosa in più nel nostro corpo e nella nostra mente, qualcosa che noi chiamiamo anima.

Ma il nostro pensiero non può che partorire idee che derivano da ciò che i nostri sensi ci hanno permesso di assimilare. Le idee si susseguono alle idee e si confrontano tra loro, formano nuove idee sintetizzando se stesse o amalgamandosi con altre, ricavandone idee consequenziali.

Quindi noi trasformiamo (non creiamo!!!!) i pensieri in convincimenti che adattiamo alle nostre necessità di tranquillità intellettuale. La costruzione del significato "anima" ci serve per dare un nome a ciò che ancora ci spaventa: la non conoscenza dei processi mentali del nostro cervello.

L'anima è una costruzione mentale, indefinita, varia per ogni individuo, che raggruppa ogni timore per la parte di potenzialità del nostro cervello che ancora non abbiamo conosciuto.

Non avendo noi la possibilità di creare dal nulla le cose non potremo mai ritenere reale ciò che tutti noi definiamo: infinito, illimitato, eterno, onnipresente e via dicendo tutti gli assoluti che usiamo in continuazione.

Tutti i processi mentali che conosciamo sono dovuti alla Trasformazione delle sensazioni, in ugual misura a ciò che ci circonda ed a ciò che riguarda il nostro corpo, quindi l'unica legge che spiega la nostra esistenza e quella dell'Universo o degli Universi è la Trasformazione costante, continua di ciò che esiste. 


 

 
 
 

il corvo e la lepre

Post n°168 pubblicato il 04 Ottobre 2011 da re1233
 

Il sole alto nel cielo ostentava i suoi raggi nel tentativo di riscaldare la fredda giornata invernale. Non otteneva un gran risultato, colpa di un vento gelido proveniente da Nord. La poiana volteggiava disegnando cerchi sempre più ampi nel cielo terso. L'occhio lungimirante scrutava il suolo alla ricerca di prede o carcasse in posizioni abbordabili. Evidentemente il suo volo aveva invaso uno spazio riservato perché un grosso corvo si stava avventando sul rapace. Avevo alzato gli occhi al cielo, colpito da quell'accanito gracchiare ed osservavo la lotta iniziata. Il corvo attaccava pinzando col becco le penne della coda della poiana, poi retrocedeva e riattaccava. Il suo verso diveniva sempre più alto e roco ed il predatore pareva in difficoltà. Non reagiva e si allontanava. Ho scostato lo sguardo solo quando era molto lontana ed il corvo era rientrato nel suo territorio.
Consideravo allora quanto grande fosse stato il coraggio di quell'uccello che pur nella sua grandezza era un nonnulla nei confronti della poiana.
Un altro episodio mi successe anni addietro quando, fermo ad un semaforo fuori città vicino ad un campo d'erba, vidi un leprotto aggredire un corvo. Quest'ultimo si era messo di fronte all'uccello e faceva dei balzi avanti cercando di mordergli la testa. Mi impressionò vedere il volatile retrocedere e cercare di riattaccare e venire nuovamente respinto da quell'animaletto che per me avrebbe dovuto essere un simbolo di docilità. Non so chi vinse ma mi vien da credere che il corvo se ne andò. Tutta questa tiritera per dire che anche il debole alla fine si ribella e la sua aggressività è molto più feroce di quel che si possa pensare. Anche tra le persone succede questo e talora la risposta ad un sopruso si rivela esagerata rispetto al danno subito. Avanti così ne avremo l'esempio. Quanto è difficile la convivenza pacifica tra persone!
Serenità!

 
 
 

Italiani brava gente

Post n°167 pubblicato il 30 Settembre 2011 da re1233
 

Perché stai male! Il perché non lo sai, ma il mondo attorno a te crolla. Ti mancano gli ideali che hai perseguito e visto morire asfissiati dall'indifferenza dei più, dalla ghigliottina utilizzata sulle parole : giustizia, libertà, fratellanza, pacifismo, tolleranza, e su quelle meno gravi come amorevolezza, cortesia, altruismo, accettazione. Vivi in un mondo dove l'unico ideale è "essere primo" sacrificando chi si frappone, soggiogando l'avversario, ma ognuno che incontri è avversario! Inutile richiedere comprensione, LUI deve essere distrutto, annullato nella sua impossibilità di difendersi. Volete esempi?? Eccoli! " ma sei down?" o " chettefrega se lui ruba?? È furbo!!!" , " ma se può fare i propri interessi perché non dovrebbe farli?", " Se lui è diventato ricco truffando allora è ora che anch'io lo faccia!!", " Che cazzo vogliono quelli che vengono qui? Che stiano a casa loro!", " Son tutti uguali, rubano i bambini, fregano i vecchi, dove ci sono loro non si può vivere!", " Sono tutti terroristi! Un giorno o l'altro ci mettono una bomba sotto il culo!". Vi basta???!!! Pensare che noi Italiani ci siamo autodefiniti "Italiani brava gente!" mentre nella guerra abissina sparavamo su donne e bambini, violentavamo la bella "faccetta nera", quando nel periodo fascista imprigionavamo chi non la pensava come il fascio, purgavamo chi non si adeguava alla direttiva gerarchica. La giustizia, asservita al potere dominante, condannava gli oppositori alla prigione e quindi alla tortura ed alla morte di stenti. Noi Italiani che nella guerra civile di liberazione adeguavamo le nostre idee di libertà alla spietatezza delle truppe germaniche punendo i fascisti di allora con torture, stupri delle mogli e figlie. Meno male che siamo "brava gente"!!!! Oggi percorriamo la strada della dimenticanza della sofferenza di chi non può ribellarsi con buoni risultati e penso a chi sale sulle gru, sui tetti delle fabbriche, coloro che occupano le carceri all'Asinara. Noi siamo brava gente solo quando la cosa ci interessa direttamente ma mal sopportiamo (forse solo con una lacrima) l'intrusione di moderne povertà nella nostra vita dedita ad una routine costante.
Non voglio appartenere a questo gruppo di persone, sono per condannare ogni forma di prevaricazione, intolleranza, ladrocinio. I "furbi" mi fanno schifo! Li disapprovo e li condanno in una società che li santifica ogni giorno creandone emulazione.
Malgrado questo scritto deprimente vi auguro tanta serenità!

 
 
 

il tempo e lo spazio in realtā non esistono

Post n°166 pubblicato il 27 Settembre 2011 da re1233
 

 

Ogni essere vivente munito di cervello ha dovuto, per necessità biologica, distinguere il giorno dalla notte e la savana dalla foresta. Motivi di riposo e di sopravvivenza hanno affinato la conoscenza dell'uomo primitivo a questi parametri distintivi: il tempo e lo spazio. Questi due elementi sono stati "convenzionati" all'interno delle società animali prima e poi umane. Ogni essere vivente  utilizza il tempo. Egli scandisce i ritmi biologici di ognuno, permette di scindere il lavoro dal riposo, l'alba dal tramonto, la nascita dalla morte. Lo spazio è necessario per riconoscere i luoghi ove trovare elementi atti alla sopravvivenza. Vedi i vegetali che allungano le radici alla ricerca di elementi nutritivi, vedi animali che migrano verso terreni più fertili o più popolati da prede. Così l'uomo primitivo che caccia e si spinge lontano dalla tribù. Quanto detto dimostra che gli esseri viventi, per LORO necessità di sopravvivenza, hanno avuto bisogno di distinguere il tempo e lo spazio. Gli esseri umani generando un loro modo di comunicazione hanno dato nomi "convenzionali" a queste due necessità. Il tempo è da noi pensato come distinzione tra giorno e notte, poi con il migrare della luna e successivamente col passare delle stagioni. Lo spazio è determinato agli inizi dal luogo di riposo al luogo di raccolta del cibo, successivamente al luogo della migrazione, ed ancora oggi nella convinzione, acquisita da prove scientifiche, della nostra appartenenza ad un mondo , piccolo punto nell'Universo. Concludendo il tempo e lo spazio sono parole che l'umanità ha costruito per SUE esigenze di vita, per nulla collegate alla realtà. In realtà se consideriamo un sasso che passa dalla sua natura di minerale a quella di elemento primario, cioè dalla sua nascita alla sua morte, la nostra cognizione di tempo tende a farci credere alla sua immortalità in quanto i tempi sono lunghissimi e per noi difficilmente accettabili. Molto più vicina a noi è la trasformazione di cibarie che si decompongono perché questo esige un tempo molto breve. Così ci succede per lo spazio, che non siamo in grado di considerare quando pensiamo all' Universo, mentre è molto più semplice capire il tragitto da casa nostra ad un altro paese od a un altro luogo confinante. In realtà il tempo e lo spazio non esistono perché sono solo frutto della nostra mente. Senza questi due elementi saremmo preda del "nulla" e tutto sarebbe approssimativo.

La certezza, se ci consideriamo fuori da ciò che ci hanno imposto di  sapere, è che noi stessi e ciò che ci circonda vive in un continuum di trasformazione che non considera né tempo né spazio. È un tutto fluttuante senza schemi a noi comprensibili. Esenti da leggi che noi consideriamo necessarie ma che "al di la di noi" non hanno necessità di esistere.

Il tempo e lo spazio esistono "solo" nella nostra mente, ma in realtà non esistono.

Idee assurde di una mente assurda?

Serenità!

 

 

 
 
 

usare le mani per creare cose essenziali

Post n°165 pubblicato il 26 Settembre 2011 da re1233
 

Mi affascina da sempre il lavoro umile e faticoso delle classi povere del paese. Vedo nel sudore e nella fatica fisica l'origine della nostra esistenza su questo pianeta. Ciò che l'umanità ha trovato appena ha aperto gli occhi alla possibile manipolazione di ciò che esisteva. La fatica di cacciare viene affiancata alla fatica di trasformare le pietre in ruote, le selci in frecce, le pelli degli animali in vestiti. Man mano che ci si evolve attrezzi e macchinari agevolano l'uomo. Oggi sono ben pochi i lavori che richiedono forza fisica di un certo livello. Non distruggono più le braccia o le gambe o la schiena come un tempo. Ai miei tempi nelle località di campagna era solito vedere vecchi o vecchie reclinate su un bastone con lo sguardo a terra ed il busto che cedeva in avanti. Gli sforzi fisici portavano ad un cedimento degli anelli della spina dorsale all'altezza del bacino. Ma ancora oggi alcune categorie di persone, direi non fortunate, fanno ancora questi lavori massacranti, giocandosi un futuro di benessere per necessità.
A pochi chilometri da dove abito esiste un paese di nome Luserna San Giovanni famoso per una pietra appunto detta di"Luserna". Dalle cave viene estratta con macchinari che agevolano molto. La pietra viene estratta a blocchi e portata a piccoli rivenditori che sono i veri artefici della fatica.
Il blocco viene diviso a mano con mazza e scalpello, con mazza ed apposito attrezzo viene divisa a lastre di vario spessore che costituiranno la materia prima della vendita al dettaglio.
Se qualcuno ha preso in mano una mazza od ha provato ad utilizzare martello e scalpello capirà quanta fatica possa procurare un tale lavoro svolto per tutta la giornata.
Questo è una attività che gli italiani non fanno quasi più! Sono stati sostituiti da comunità di cinesi che col tempo hanno colonizzato alcuni paesini limitrofi. Il lavoro assiduo e tenace ha loro permesso di divenire proprietari di alcune cave. Il sudore italiano o cinese non si distingue, accomuna chi vuole lavorare, anche se, come è naturale, la convivenza con altri "modus vivendi" crea problematiche. Oggi per la maggioranza delle persone tutto è più facile: io sono seduto davanti ad una tastiera ed il mio lavoro fisico è schiacciare dei tasti. Lavoravo con autisti che consegnavano merci, un lavoro durissimo, che accomunava stress per la guida e forza fisica nel consegnare la merce anche di notevole peso. I muratori non portano più pesi su per le scale col secchiello colmo di calcina come una volta ma la fatica non è stata tutta sconfitta e sicuramente si esige una buona forza muscolare.
Ho parlato di categorie di lavoro che dovrebbero avere più considerazione.
Invece queste persone sono considerate ultime o quasi nella scala sociale.
Talora disprezzate perché il loro vestito non è pulito, per le mani callose, per i modi bruschi dovuti ad un irrigidimento della muscolatura.
Eppure io li apprezzo perché sono alla base della nostra sopravvivenza e come si dimostra nelle grandi calamità è con le mani che si scava per salvare le vite, è con le gambe che si arriva dove nessuna macchina arriverebbe, è con le mani callose che si zappa la terra e si producono quelle cose che ci permettono di vivere.
Serenità!

 
 
 

Aglio cipolla e vino ma chi se ne frega degli odori!!!!

Post n°164 pubblicato il 21 Settembre 2011 da re1233
 

Che schifo! Puzzo d'aglio! Lo confesso: a me l'aglio piace! Chi mi leggerà non avrà mai intenzione di conoscermi. Me ne rallegro!!!!!
E' difficile convivere con un mangiatore di aglio!!!!.............a meno che........anche l'altro lo mangi!
Pare impossibile ma se anche l'altro lo ha mangiato i due vivono felicemente assieme!!!
Tra i due non si sente l'odore acre e rivoltante che esce col respiro.
Ma oggi non è quella giornata! L'aglio l'ho solo mangiato io e mia moglie si lamenta.........tant'è che sono venuto al pc per un tempo più lungo del solito.
Mi sono rintanato nell'altra camera tra libreria e divano letto e sto scrivendo un nulla di idee.
In effetti cerco un argomento intelligente da affrontate ma non ce l' ho. La mia è solo un'idea di fisica umana.
Quando ci si incontra l'odorato ha una funzione primaria. L'odore che emana dal corpo a noi vicino ci attrae o ci fa dissociare completamente. Non è una cosa pensata. È una cosa istintiva, direi una conoscenza "a pelle". A me l'odore del sudore mi attrae, mi fa considerare la persona sudata una attiva, piena di personalità, volta al raggiungimento degli obiettivi superando gli ostacoli che incontra. Tutto questo perché oggi, a distanza di molto tempo, ho analizzato ciò che non capivo e che mi era così istintivo. So, per certo, che la maggioranza delle persone non gradisce questo odore e prova di tutto per annullarlo. Ebbene coloro troveranno altri odori che li attraggono .........e certamente non il mio, che quando suda sa di cipolla. Ma forse il sudore di cipolla è il sudore della fedeltà visto che ormai sono quarant'anni di matrimonio superati senza nessun ripensamento o tradimento di sorta.
Certo oggi sto scherzando, anche perché avendo avuto a pranzo figlia, genero e nipote, sono stato molto bene ed un bicchiere di vino in più mi ha reso allegro.
A tutti auguro giorno felici...al diavolo l'aglio ed il suo odore.....mia moglie non divorzierà per questo né io lo farò quando lo mangerà lei!
Serenità!

 
 
 

Storia di una casa che č crollata

Post n°162 pubblicato il 19 Settembre 2011 da re1233
 

 

E pensava che se non fosse stato lui ad approfittare della situazione ci avrebbe pensato il suo vicino. Era per questo che ogni qualvolta la situazione volgeva a suo favore se ne giovava e coglieva a piene mani il frutto del suo opportunismo. Aveva individuato in quel piccolo impresario edile la persona corretta, ingenua, idealista, che avrebbe potuto fare il lavoro, che lui aveva ottenuto dal signor Tale, in subappalto. Lo chiamò per un preventivo, gli chiese uno sconto. Sapeva della sua situazione finanziaria molto precaria, della sua necessità di lavorare e stabilì con lui un prezzo da fame, al limite dei costi necessari. L'altro accettò. Pur di lavorare ed ottenere quella miseria, che significava poche settimane di sussistenza ma necessarie alla sopravvivenza della famiglia si era adeguato alla situazione. Ma il lavoro non poteva essere svolto da uno solo e questi aveva bisogno di un aiuto per il lavoro faticoso e necessario da svolgere. Chiamò un pover'uomo, padre di tre figli che faceva lavori saltuari per sbarcare il lunario. Naturalmente il tutto era in nero e per adeguarsi al livello di compenso ricevuto offrì un'ennesima miseria al povero indigente. Costretto dalla impellente necessità di sopravvivere anche questo accettò. Quando fu ora di acquistare il materiale per la costruzione si rivelò necessario abbassarne il costo per poter avere un margine leggermente più alto di guadagno. Si scelse meno cemento e più sabbia, ferro scadente e mattoni di bassa resistenza. Colui che aveva ottenuto il lavoro dal signor Tale aveva supposto, visto il pezzo fatto,  che il materiale utilizzato non sarebbe stato della migliore qualità e si premunì andando dal geometra del comune con un regalino per la moglie, con alcuni  cespugli di azalea per il suo giardino e con la richiesta di indicargli un ingegnere di facili costumi che avrebbe approvato il lavoro da svolgere. Naturalmente non aveva richiesto " un ingegnere di facili costumi" ma un ingegnere di sua conoscenza " che faccia un prezzo di favore e consideri noi che dobbiamo lavorare per mantenere la famiglia", ma i facili costumi erano sottintesi. L'ingegnere in questione considerava tutti i lavori accettabili, sapeva che una troppa eccessiva severità sul lavoro lo avrebbe categorizzato tra quelli da non coinvolgere in questi casi. Pur di continuare ad operare in futuro "chiudeva un occhio" su certe imprecisioni: "tanto non sarebbe mai successo nulla di tragico!" ripeteva  mentalmente. In questo andazzo il lavoro iniziò e si concluse con un nuovo edificio malfermo e precario. In quella casa andarono ad abitare quattro individui. Il primo era un impiegato del comune che aveva fatto un mutuo per comprare l'alloggio, il secondo un idraulico che aveva collaborato alla posa in opera dell'impianto di riscaldamento, il terzo era un operaio di un'azienda metalmeccanica con lavoro a tempo indeterminato, il quarto un avvocato agli inizi della carriera con ottime prospettive di crescita in campo lavorativo. L'impiegato del comune aveva sentore che il geometra dell'Ufficio Tecnico non fosse uno stinco di santo, ma pensò che la cosa fosse normale purché non eccedesse nell'accettare regali. Il secondo aveva collaborato alla costruzione degli impianti idraulici e  non aveva indagato sulla consistenza della malta utilizzata nella costruzione, "tanto", diceva tra sé "non avranno certo fatto meno di quello che fanno gli altri?!! Tutti speculano sui materiali, l'ho fatto anch'io!". L'operaio metalmeccanico era a digiuno di ogni problema edilizio ed aveva la certezza che ognuno attorno a lui facesse il proprio dovere, aveva accettato senza porsi nessun problema la consistenza di ogni struttura fatta, diceva alla moglie" la facciata è bellissima! Anche le piastrelle sono da far invidia a chi ci visiterà!" e di ciò si beava. L'avvocato tra i suoi primi clienti aveva difeso un costruttore in lite con un condomino che lamentava delle crepe nella casa da quegli appena costruita. Ma la causa era stata vinta con successo perché arzigogolando tra i vari comma delle leggi aveva trovato una scappatoia e l'impresario era stato assolto per non aver commesso il fatto. Ancora si crogiolava guardando la fattura fatta recapitare al costruttore dopo la sua vittoria.  La casa fu abitata. Passarono anni ed il momento dell'acquisto fu quasi dimenticato.


Cinque anni dopo piovve e poi piovve e ripiovve. La terra si inzuppò d'acqua e cedette quel tanto che bastò a far cedere le fondamenta. Si salvarono ma la casa crollò.

L'impiegato comunale se la prese col terreno sul quale era stata costruita la casa, parimenti all'idraulico. L'operaio pensò che era vero quello che dicevano i primi due e si lamentò del perché "Il Comune" avesse dato il permesso a costruire in questa zona. L'avvocato scavò più a fondo e diede la colpa all'ultimo che aveva costruito l'immobile e lo denunciò.


Se....l'acquirente del terreno avesse dato il lavoro senza strappare un prezzo da fame all'impresario, se questi avesse poi comprato materiale adeguato, e se il geometra del comune avesse vigilato, come suo dovere, sui lavori, la casa sarebbe oggi ancora in piedi.

Ma se moltiplichiamo per un milione questa situazione (come succede oggi in Italia) ognuno di noi potrebbe abitare in una casa non adeguata o precaria.

Se ognuno di noi, qualsiasi lavoro faccia, pensasse ad agevolare l'altro senza speculare, senza approfittare, senza ricattare, senza mentire, tutti saremmo più sicuri e sereni.

Il bene di ognuno è uguale al bene di tutti.

Serenità!


 

 
 
 

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Post n°159 pubblicato il 22 Aprile 2011 da re1233
 

 

dagli esseri viventi attraverso la respirazione o dai vegetali attraverso i loro stomi. Le particelle chimiche pesanti vengono assimilate attraverso le radici dalle piante che li trasformano in energia per la crescita. Tali piante vengono mangiate dagli animali o dalle persone e quindi trasformate in energia per crescere. Se la pianta muore libera questi prodotti chimici nel terreno con un ulteriore decomposizione che possibilmente verranno trasportati dall'acqua e finiranno chissà dove. E' certo che ognuno di noi ha la possibilità di respirare atomi di elementi gassosi liberati nella decomposizione di qualsiasi cosa sia in decomposizione, quindi assimilare tale elemento e portarlo in giro per il mondo liberandolo attraverso il fiato, il sudore, la defecazione o con la propria morte.

Fatta questa lunga premessa ritengo che ogni cosa che esiste su questo pianeta è frutto di una trasformazione di ciò che già esiste e solo da ciò che esiste.

Ritengo che tutto è trasformazione da forme complesse in forme elementari e successiva ricomposizione in forme complesse.

Che possibilmente potrei respirare in questo momento atomi di ossigeno che hanno formato il possente corpo di un dinosauro o quello di una zanzara preistorica o quello di un mio parente morto secoli fa.

Chi lo sa?

Potrebbe essere! 

 

 

 
 
 

dinosauri

Post n°158 pubblicato il 22 Aprile 2011 da re1233

 

Cosa succede quando la fiamma arde sul tronco? Cosa succede quando il corpo umano si decompone?

In realtà le due cose hanno un medesimo denominatore comune: tutti e due si scindono nei loro componenti chimici elementari. E' questo il procedimento inverso a quello utilizzato durante la loro crescita, infatti in tale periodo, questi elementi si uniscono dando origine a forme più complesse con funzioni più complesse. Quando il corpo muore si interrompe la produzione di energia che stimola le nostre funzioni e principalmente il cervello. Tale energia è prodotta in vita dal funzionamento degli organi preposti e ricavata dal cibo ingerito. Non mi pare possibile che essa perduri oltre e che quindi si esaurisca immediatamente a sangue fermo. I componenti chimici del corpo umano sono costituiti da un 16% di proteine, da un 1% di glucidi, dal 13% di lipidi, dal 65% di acqua, dal 3% di Sali minerali e con tracce di vitamine. Possiamo ritenere questa composizione una media abbastanza credibile. Quello che mi preme dire è che questi elementi si scompongono ulteriormente nella decomposizione post mortem in elementi chimici loro costituenti. Essi vengono assimilati dall'ambiente circostante in base alle loro caratteristiche: ora evaporando come l'acqua e scomponendosi in ossigeno od idrogeno che può produrre idruro ( vedi fuochi fatui) o depositando nella terra sali minerali che si compongono con la terra. Questi elementi possono essere gas o solidi. Per quel che riguarda i gassosi per lo più si liberano nell'aria e vengono assorbiti  

segue

 
 
 

i monarchi

Post n°157 pubblicato il 04 Aprile 2011 da re1233
 

Certamente non penso che "gli osannati" da quasi tutti siano da ammirare o da imitare. Mi riferisco alle figure storiche che vengono magnificate anche sui libri di scuola, personaggi che hanno cambiato il mondo con la forza dei loro eserciti. Alessandro il conquistatore, Giulio Cesare dux e trascinatore delle folle, Napoleone imperatore e via dicendo. Questi personaggi, come altri che hanno corollato la storia, hanno in comune la sete di potere, la loro mira è stata la sottomissione di altri popoli, l'allargamento delle frontiere a dismisura, tanto da non poter più governare le province per la vastità dei territori soggiogati. Gli eserciti sono stati la loro arma, essi hanno aggredito chi non aveva aggredito, hanno distrutto, saccheggiato, violentato, schiavizzato donne e bambini. Hanno torturato quelli che chiamavano nemici, barbari, che avevano la colpa di essersi difesi da un'aggressione improvvisa. E poi ci dicono che questi condottieri hanno portato la civiltà! Certo! Hanno insegnato molte cose, dalla filosofia greca all'architettura romana, all'anelito della libertà della rivoluzione francese. Ma io mi metto nei panni di chi, vivendo una vita tranquilla, ha subito violenza da parte degli esportatori della civiltà! Ma perché avrebbero dovuto cambiare le loro abitudini oppressi da una forza impari? Quanto poco siamo propensi ad esportare la nostra cultura con la pace....importando la cultura altrui, capendo che non abbiamo verità assolute da difendere, che nessuno al mondo ha certezze assolute e che quindi il vivere altrui può essere integrato col nostro vivere, ciò aprirebbe la nostra mente e metterebbe in discussione i nostri pensieri. I grandi uomini che veneriamo sono degli assassini, ladri e profittatori, mandanti di stragi e di ciò che più nefando ci sia. In nome della grandezza degli imperi hanno insanguinato il mondo antico. Oggi la conquista non riguarda più i territori ma le risorse che il nostro povero mondo ci può regalare ed è per questo che si fanno le guerre. Nell'ombra le aziende ormai dominanti, novelli imperatori, gestiscono gli scontri indirizzandoli secondo i loro profitti, dando mandato a governanti che traducono le loro richieste in realtà. Abbiamo diritto di difenderci e ciò è sacrosanto ma non abbiamo diritto di aggredire in nessun caso, neppure se ciò comporta la mancanza di esportazione della democrazia!
Da noi si dice " Pisa pi curt" per intendere che ognuno dovrebbe moderare le proprie aspettative di crescita, valutandone i danni che potrebbe arrecare più che i vantaggi che ne può ricavare. Ma si sa! Non è questa la società che pensa ciò!!!!
P.S. Il detto piemontese letteralmente vuol dire "fa la pipì più corta!" e si proferisce a chi esagera nelle affermazioni o nei desideri.
Serenità!

 
 
 

Viva l'Italia risorta

Post n°156 pubblicato il 17 Marzo 2011 da re1233



Quando mai risorgerā????????????????????

 
 
 

atomi, dinosauri

Post n°154 pubblicato il 21 Febbraio 2011 da re1233
 

In termini reali ognuno di noi ha la possibilità di essere possessore di un atomo di ossigeno o carbonio o di qualsivoglia altro elemento chimico che sia appartenuto a qualche DINOSAURO.

 
 
 

Quel vecchio sporcaccione

Post n°153 pubblicato il 27 Gennaio 2011 da re1233
 

Quel vecchio sporcaccione


Auguro a tutti quelli che non si ribellano ad un certo modo di comportarsi di poter venire a sapere che le proprie Sorelle e le proprie Figlie frequentino i luoghi di ritrovo che in questo momento impazzano su ogni canale d'informazione!!!!!!!!!!!!!                                          

Il vecchio maiale fa scuola!!!!!!!!!!!


Post senza serenità!!!!!!!!

 
 
 

la nonna racconta

Post n°152 pubblicato il 12 Dicembre 2010 da re1233
 

In una vecchia stanza al primo piano di una casa antica ero solito incontrare la nonna paterna. Adoravo ascoltare dalla sua voce condita di velata ironia alcuni aneddoti relativi alla sua vita. Un giorno , mentre fuori pioveva, iniziò a raccontare un episodio avvenuto nella sua giovinezza. La famiglia nella quale viveva era molto povera. Era composta da cinque figli con madre vedova. Questa era una condizione a dir poco nella norma a quei tempi. Un giorno la nonna ed una sua amica furono avvicinate da un uomo di bell’aspetto e con un’ottima capacità comunicativa che le convinse ad emigrare in Francia dove lui era in contatto con un filatoio che cercava manodopera femminile. Poiché la situazione economica della famiglia era grave la madre lasciò che le due ragazze partissero alla volta di Lione dove l’attendeva il forestiero. Presero il treno ed arrivarono al confine con la Francia. Per comprendere ciò che succede a questo punto devo puntualizzare che la nonna proveniva da un paese abbastanza grande in provincia di Cuneo. Alla frontiera furono fermate, come tutti i passeggeri, dai gendarmi che le chiesero in francese “comprend le francais?” cioè “capisci il francese?” ed ella di botto rispose “No! No! Mi cumpru pa niente!!” cioè “ no!no io non compro niente!”. Naturalmente non aveva mai varcato i confini del suo paese e non era quindi in grado di capire un’altra lingua. Quando raccontava la nonna sorrideva e pensava alla faccia dei gendarmi sconcertati perché anche loro non capivano cosa stava rispondendo la signorina. Con molta fatica si compresero ed alla fine iniziò il viaggio. Le due ragazze si trovarono in un paese piuttosto grosso con gente che non conosceva il loro piemontese, a quei tempi e parliamo della fine ottocento la lingua italiana era usata da pochi e sicuramente da ceti socialmente benestanti o letterati. La nonna raccontava dello stupore per il continuo andirivieni di carrozze e cavalieri per le strade. Trovarono l’indirizzo e l’uomo che le aspettava. Ormai avevano speso tutti i soldi nel viaggio e non avevano più nulla. Speravano in un impiego immediato e nell’aiuto di questa persona. La speranza di giorni futuri migliori svanì quando l’uomo rivelò le sue vere intenzioni: avrebbero dovuto prostituirsi  per lui, il lavoro era solo una favola per farle arrivare sul posto. Rimasero qualche tempo a casa dello sconosciuto che attendeva una loro risposta affermativa confidando nel fatto che ormai la strada di ritorno avrebbero dovuto farsela a piedi e che dipendevano da lui per il cibo quotidiano. La nonna aveva  un carattere deciso e già pensava alla fuga mentre la compagna più debole cedette. Una sera la nonna prese quei due stracci che aveva, una “micca” di pane e scappò. La strada da percorrere era di circa quattrocento chilometri che inoltre comprendevano la risalita sulle Alpi e l’attraversamento al col del Freyus. Era quindi una fuga disperata che lei stava tentando, senza cibo, senza conoscenza della lingua, e senza vestiti adatti per attraversare i monti a piedi. Iniziò comunque il cammino e per due giorni proseguì celermente. Al terzo giorno la fame cominciò ad essere tanta e la vergogna di elemosinare la bloccava. Ma venne il momento ove la vergogna fu sovrastata dai crampi al ventre: passava di fronte ad un ristorante dove un signore pranzava all’aperto ed aveva un bel pezzo di pollo nel piatto. Approfittò di un momento di distrazione del cliente….prese il pollo e cominciò a correre a perdifiato. A quei tempi la gente per strada faceva comunella ed al grido di “al ladro, al ladro” intervenne numerosa a bloccare la giovinetta che fu portata in gendarmeria assieme al derubato. Ma qui avvenne il miracolo perché il derubato,dopo aver sentita la storia della ladra tradotta da un provvidenziale interprete piemontese, si commosse e non solo le offrì  il pranzo ma le diede anche i soldi per prendere il treno e tornarsene a casa. A questo punto la nonna mi guarda negli occhi e mi dice: “ per fortuna che esistono delle persone con il buon cuore e che hanno la capacità di far rivivere chi perde la speranza”, ed io oggi aggiungo “dovevi avere  qualche buona stella che ti proteggeva e ti ha regalato tanta ma tanta fortuna”.

Quanto è attuale questa storia di vita vissuta, quanto è difficile oggi incontrare persone di buon cuore!!!

Serenità!  

 
 
 

anima, pensiero, idea, concetto

Post n°151 pubblicato il 14 Novembre 2010 da re1233
 

L’anima è la nostra individuale biblioteca mentale composta da ogni sensazione ed esperienza percepita dai nostri sensi ed analizzata ed elaborata dal nostro sistema nervoso centrale nel corso degli anni vissuti.

Noi riceviamo dagli occhi informazioni su ciò che ci circonda, ne percepiamo la consistenza attraverso il tatto, ne udiamo il suono, lo cataloghiamo attraverso l’olfatto (reminescenza di odori ancestrali), lo assaporiamo attraverso il gusto. Tali sensazioni vengono inviate ai neuroni che sintetizzano le informazioni ricevute trasformandole in ciò che noi riteniamo pensiero. La sintesi avviene utilizzando i ricordi delle esperienze accumulate nella vita e memorizzate man mano. Tale fatto ci rende unici per la varietà enorme di esperienze individuali che la vita ci riserva, a iniziare dai primi anni di vita.

La capacità di convertire la sintesi delle sensazioni in pensiero ci fa pensare che esista qualcosa in più nel nostro corpo e nella nostra mente, qualcosa che noi chiamiamo anima.

Ma il nostro pensiero non può che partorire idee che derivano da ciò che i nostri sensi ci hanno permesso di assimilare. Le idee si susseguono alle idee e si confrontano tra loro, formano nuove idee sintetizzando se stesse o amalgamandosi con altre, ricavandone idee consequenziali.

Quindi noi trasformiamo (non creiamo!!!!) i pensieri in convincimenti che adattiamo alle nostre necessità di tranquillità intellettuale. La costruzione del significato “anima” ci serve per dare un nome a ciò che ancora ci spaventa: la non conoscenza dei processi mentali del nostro cervello.

L’anima è una costruzione mentale, indefinita, varia per ogni individuo, che raggruppa ogni timore per la parte di potenzialità del nostro cervello che ancora non abbiamo conosciuto.

Non avendo noi la possibilità di creare dal nulla le cose non potremo mai ritenere reale ciò che tutti noi definiamo: infinito, illimitato, eterno, onnipresente e via dicendo tutti gli assoluti che usiamo in continuazione.

Tutti i processi mentali che conosciamo sono dovuti alla Trasformazione delle sensazioni, in ugual misura a ciò che ci circonda ed a ciò che riguarda il nostro corpo, quindi l’unica legge che spiega la nostra esistenza e quella dell’Universo o degli Universi è la Trasformazione costante, continua di ciò che esiste.

 
 
 
 
 

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