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Messaggi del 16/12/2016

 

LA FELICITÀ VIAGGIA SEMPRE IN INCOGNITO

Post n°8881 pubblicato il 16 Dicembre 2016 da psicologiaforense

E allora, quando si cade nell'abisso della disperazione è possibile risorgere a vita nuova e credere ancora nel futuro? Sì è possibile.  Una conoscenza di sé serena ed equilibrata è fonte di felicità e contribuisce alla serenità degli altri…  Raggiungere  questo obiettivo non è sempre facile; le difficoltà e le delusioni che si affacciano lungo il cammino possono intaccare l'ottimismo, la fiducia e si può cadere nella tentazione che tutto sia troppo precario per essere preso sul serio…..

In questi  ultimissimi anni   nulla è più come prima. La rivoluzione informatica, il dominio della finanza e dell'economia globalizzata, la ridefinizione dei generi, il finto benessere prima e la terribile crisi globale poi, la diminuzione delle risorse del pianeta hanno trasformato gli stili di vita e i ruoli, il modo di pensare e di conoscere. Tutto ciò ha prodotto conseguenze psichiche nella coscienza e nell'inconscio -dall'insicurezza all'apatia, dalla violenza senza movente… al panico-. Ci si è dimenticati così  che  il segreto della felicità  è dentro di noi, nel più profondo del nostro essere, nel vissuto dei fatti e degli incontri quotidiani.  Il segreto consiste nel saper vivere qui ed ora la vita, nel saper valorizzare tutto quello che si è e si ha, nell'accogliere la realtà che ci si presenta, senza sfuggirla. Così, come suggerisce Puig, si ha finalmente consapevolezza che siamo molto di più di quello che pensiamo di essere, siamo la ghianda che contiene in sé il potenziale per diventare una quercia… Basta smettere di parlare di problemi e incominciare a parlare di opportunità, smettere di sentirci vittime incapaci di far fronte alle circostanze e incominciare ad assumerci una maggiore responsabilità della nostra vita, smettere di rimuginare su ciò che non va e cominciare a focalizzarci e lavorare sulla creazione di ciò che può aprirci nuovi orizzonti nella vita.

 
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L'INVIDIA: IL PECCATO SENZA PIACERE, UNO DEI MOTORI PRINCIPALI DELLA TRASFORMAZIONE DELL'UOMO IN OGGETTO DI SE STESSO

Post n°8880 pubblicato il 16 Dicembre 2016 da psicologiaforense


La felicità di essere invidiati è glamour. Nessun termine rende così bene la condizione contemporanea come la parola glamour: fascino, seduzione, magia. Il motore segreto della pubblicità, e della moda, è proprio la fascinazione prodotta dall’ invidia. Infatti  la spettatrice-compratrice deve invidiare se stessa per ciò che diventerà se compra il prodotto. Deve immaginarsi trasformata dal prodotto in oggetto d' invidia per gli altri, un' invidia che quindi giustificherà l'amore che ella prova per se stessa. Per dirla in altre parole: l'immagine pubblicitaria la deruba del suo amore di sè per ciò che lei è, e glielo restituisce al prezzo del prodotto. Neppure i fantasiosi Padri della Chiesa avrebbero previsto che l'INVIDIA sarebbe diventata uno dei motori principali del cambiamento sociale, della trasformazione dell'uomo in oggetto di se stesso. 

 

NOTA INTEGRATIVA

L'invidia, nostra nemica d'ogni giorno, è antica come il mondo. Nella Bibbia è scritto che fu a causa dell' invidia del diavolo che la morte si palesò. Invidioso della benevolenza che godevano presso Dio creature palesemente inferiori a lui, Satana tentò Adamo ed Eva. Molti personaggi biblici cadono vittime dell' invidia: Caino, autore del primo omicidio, Esaù, Saul; per invidia fu venduto Giuseppe e per INVIDIA gli ebrei cedettero Gesù a Pilato. Inclusa nei setti peccati capitali, cos'è esattamente l' invidia? Il dispiacere o la scontentezza per la superiorità o per la felicità altrui.  L' invidia è connessa alla maldicenza, all'avidità; come avevano compreso i Padri della Chiesa, discende dalla superbia, che dei sette peccati è il primo. 


 
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