Blog
Un blog creato da battimellicarlo il 12/04/2011

napoli e dintorni

parlare degli accadimenti se posso in lingua napoletana

 
 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

 

 
 

oggi ho letto per voi

Post n°96 pubblicato il 11 Giugno 2011 da battimellicarlo
 

 

pulcinella-vi.gif 

 

 

Il più bello dei mari

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.

- Nazim Hikmet

 

 

Anima mia

Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
e come s'affonda nell'acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni
ti accoglierà

anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
abbandonati come nell'arco delle mie braccia
nel tuo sonno non dimenticarmi
chiudi gli occhi pian piano
i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde
anima mia.

- Nazim Hikmet

 

 

Il tuo sorriso

Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.

Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.

Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.

Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.

- Pablo Neruda

Nuda sei semplice

Nuda sei semplice come una delle tue mani,
liscia, terrestre, minima, rotonda, trasparente,
hai linee di luna, strade di mela,
nuda sei sottile come il grano nudo.
Nuda sei azzurra come la notte a Cuba,
hai rampicanti e stelle nei tuoi capelli,
nuda sei enorme e gialla
come l'estate in una chiesa d'oro.
Nuda sei piccola come una delle tue unghie,
curva, sottile, rosea finché nasce il giorno
e t'addentri nel sotterraneo del mondo.
come in una lunga galleria di vestiti e di lavori:
la tua chiarezza si spegne, si veste, si sfoglia
e di nuovo torna a essere una mano nuda.

- Pablo Neruda

 

 

 

 

Fiume Sand Creek

Si sono presi i nostri cuori sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni, occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni, figlio di un temporale
c'è un dollaro d'argento sul fondo del Sand Creek

I nostri guerrieri troppo lontani sulla pista del bisonte
e quella musica distante diventò sempre più forte
chiusi gli occhi per tre volte, mi ritrovai ancora lì
chiesi a mio nonno:"è solo un sogno?", mio nonno disse "Sì"
a volte i pesci cantano nel letto del Sand Creek

Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso
il lampo in un orecchio, nell'altro il paradiso
le lacrime più piccole, le lacrime più grosse
quando l'albero della neve fiorì di stelle rosse
ora i bambini dormono nel letto del Sand Creek

Quando il sole alzò la testa sulle spalle della notte
c'erano solo cani e fumo e tende capovolte

 


tirai una freccia al cielo per farlo respirare
tirai una freccia al vento per farlo sanguinare
la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek

Si son presi i nostri cuori sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni, occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni, figlio di un temporale
ora i bambini dormono nel letto del Sand Creek.

Fabrizio de André

 

 

 

Il pescatore

All'ombra dell' ultimo sole
si era assopito un pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.

Venne alla spiaggia un assassino
due grandi da bambino
due occhi enormi di paura
eran gli specchi di un'avventura.

E chiese al vecchio: "Dammi il pane
ho poco tempo e troppa fame"
e chiese al vecchio: "Dammi il vino
ho sete sono un assassino".

Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
non si guardò neppure intorno
ma versò il vino e spezzò il pane
per chi diceva ho sete e ho fame.

E fu il calore di un momento
poi via di nuovo verso il vento
davanti agli occhi ancora il sole
dietro alle spalle un pescatore.

Dietro alle spalle un pescatore
e la memoria è già dolore
è già il rimpianto di un aprile
giocato all'ombra di un cortile.

Vennero in sella due gendarmi
vennero in sella con le armi
chiesero al vecchio se lì vicino
fosse passato un assassino.

Ma all'ombra dell' ultimo sole
si era assopito il pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.

Fabrizio de André

 

 

 
 
 

l'isola

Post n°95 pubblicato il 06 Giugno 2011 da battimellicarlo


 

 

politica,linguanapoletana,leggende metropolitane

 



Il vento correva ad una velocità impressionante,che l’uomo con tutta la sua esperienza temeva di non essere in grado di governare la barca,che sembrava corresse da sola.
Guardò gli alberi sulla riva piegarsi e qualcuno spezzarsi sotto l’impeto di quella furia
Ebbe per la prima volta paura del mare
Le onde toccavano il cielo e sembrava una eternità il loro ritorno in acqua,tanto erano alte;aveva l’impressione che volessero lasciare per sempre quell’involucro che le imprigionava,


“io ti amo..”ripeteva come un imbecille alla ragazza guardandola fisso negli occhi come per leggerne i pensieri
“io ti amo..! ed è bellissimo”

Dove era finita tutta la sua esperienza ?
I segnali erano stati inequivocabili :la sua caparbietà ,la volontà di mettersi in gioco,e quella isola che sembrava un paradiso messo in terra per dannare la sua anima

Doveva spingersi sempre più avanti persuaso dalla necessità di lasciare quel porto dove tutto era scontato,fatto di una quotidianità, di lasciarsi andare,pregno di un consumarsi e consumare ore e giorni .
Si sentiva ancora giovane,forte ,pieno di entusiasmo e a sessant’anni era pronto a ricominciare una nuova vita ..

Sentiva le onde battergli i fianchi e un bruciore strano salirgli al petto,lo stomaco gli doleva come non gli era mai successo.
S’aggrappò alle lenzuola in un estremo tentativo di non rinunciare.
Doveva farcela!

Si fece trascinare dalle onde a peso morto ,conosceva la pericolosità del momento
Un ultimo sforzo…”finalmente!” gridò accasciandosi sulla sabbia.

“io vado.vado!…che cazzo ci stò a fare qua ?,hai insistito troppo
… sai può capitare alla tua età…non prendertela più di tanto,e non fare quella faccia…non mi dire che è la prima volta..”



Giovanna entrò nella stanza
Si guardò intorno
Vide il posacenere svuotato e capì.
L’uomo era alla finestra ,sembrava ansimasse tanto respirava velocemente e profondamente….o singhiozzava?


Gli passò una mano tra i capelli ispidi e corrosi dalla salsedine e con l’indice seguì quel profilo ;
“era bello!”
Guardò quelle rughe profonde e per un attimo gli sembrarono sentieri ,i loro sentieri,i loro anni insieme,il loro tempo.
Scoppiò in un pianto liberatorio ..guardando il porto così lontano…
“nessuno approderà sulla nostra isola “ pensò.

 

carlo battimelli

da:ORGOGLIO E SCUORNO

ilmio libro.it

 
 
 

a libertà

Post n°94 pubblicato il 05 Giugno 2011 da battimellicarlo

satira,poesia,berlusconi,napoli

 

Tu m’addimanne: “ che d’è à libbertà”

Eh,,,figlio mio che vuò che nè sacc’je!!!

à libertà pè mè è stato nù suonno,

nà speranza……………….nà pazzia

 

Era ò principio che nascimmo eguali

e luttà contro l’ommo

che c’è spareglia

quanno :

addeventa à legge,

quanno se fa padrone,

quanno tene ò cumanno,

ò tene a scola,

ma nun tene cultura

quanno papa se fa……… cunduttiero

 

A’ddiventa galera

ò culore dà pelle,

oppure ò posto à ddo sì nato,

si nasci à nù povero pezzente

oppure sì figlio è nù padrone

si a n’ommo onesto…oppure mariuolo

 

libertà !!!!”

è sulo n’allucco strazziato…

e nù rusciello e femmene m’pazzute

pè nun sentì ò stridio

che t’accapone à pelle

e stì catene ca ci’avimmo

miso e………… piedi

 

Traduzione

 

Tu mi domandi cos’è la libertà Eh..figlio mio che vuoi che ne sappia io La libertà per me è stata un sogno Una speranza…una pazzia Era il principio che si nasce uguali E lottare ontro l’uomo che crea le differenze Quando :diventa legge,quando diventa padrone,quando ha il comando ,è scolarizzato ma non ha cultura, quando diventa papa,o condottiero diventa galera il colore della pelle,oppure il posto dove sei nato,se nasci da un povero pezzente,oppure sei figlio di un padrone,di un uomo onesto,oppure un mariuolo libertà!!!!!”è solo un grido disperato di un gruppo di donne impazzite per non sentire lo stridio,che ti fa accapponare la pelle,delle catene che abbiamo messo …………. ai piedi

 da :onore e scuorno-su:il mio libro.it

carlo battimelli

 
 
 

BIPOLARISMO-OVVERO

Post n°93 pubblicato il 04 Giugno 2011 da battimellicarlo
 
Foto di battimellicarlo

 

 

 

Il re Silvio primo da Arcore e il suo segretario Mortadella da Centronia erano tristi,anzi disperati
Non tutti credevano nel verbo del sovrano
Anche Zerbino Emilio portavoce ufficiale del regno se ne era accorto e si domandava e domandava da tutti i mega schermi del regno chi avesse fatto tanto male a sua divinità
Fu Mortadella a svelargli il segreto

Lo prese in disparte in un canale del regno dove nessuno poteva ascoltarli,una specie di discarica dove tutti mettevano tutto il vecchiume possibile denominato rete quattro

Insomma per farla breve il Nano era avvilito perché si era accorto che il suo consenso era sceso dal 100% al 99,9 %
Pianse lo Zerbino e convinse Mortadella e un altro testa di fallo detto Baffino da Gallipoli a riunire tutti gli eserciti fedeli alla  “casta” nella piana di Montefallorio
Quando lo schieramento fu pronto ,eserciti che si perdevano a vista d’occhio,chiamarono il” magnifico”( n.a  Il popolo chiamava psiconano non sono riuscito a capire perchè)
Quale gioia per l’esercito di innocenti ascoltare la voce del loro amato e indiscusso imperatore
Fu talmente grande la gioia che in men che non si dica corsero per ogni pertugio del regno a stanare quei miserabili che non credevano nel loro dio
Un fiume umano di questa razza spregevole(era successo qualcosa di strano nel rilevare i dati del consenso,lo 0,1 % non potevano essere così tanti da riempire quella distesa che si perdeva  al di la del confine di Menzogna )
Quella marea di gente arrivò sulle soglie del mare Rosso,origine delle loro colpe e della loro mancanza di cervello, si sentirono in trappola :dietro gli armigeri,davanti il mare
Fu proprio Mortadella da Centronia  a salire sul monte più alto da dove si poteva vedere il mare dei disobbedienti e il mare ,mare
Guardò  il re e alzando un ramo di ulivo al cielo aprì quelle acque rosse

Da una parte l’esercito degli eserciti guidati da;re Silvio primo da Arcore,il Cardinale da Cepalonia,lo stratega Baffetto da Gallipoli, il separatista Umberto primo da Padania,e un nuovo nobile un certo Faustino da Proletonia detto anche  “l’inglesino scarpina d’oro”

Dall’altra il mare della libertà
Grande fu la gioia dei falli rossi miscredenti ,corsero, cantando “bella ciao” e ballando la taranta ,verso quella via di salvezza.
Quando le due sponde del mare rosso furono piene di tutti quei falli rivoltosi Mortadella guardò sua maestà che fece un cenno di consenso con la testa
Così giunse le mani,e brandendo l’ulivo,bisbigliò (o gridò non si è mai capito) qualcosa al mare,( i più informati affermano che gridò "w la "porcellum "che per miracolo come si era aperto così si richiuse coprendo per sempre quella marea di infedeli rossi
Esultarono per questo grande miracolo gli dei delle multinazionali,gli dei dei guerrieri e tutto il popolo di fallottopoli cominciò a gridare evviva ..evviva!!!!!!

Come mai ? vi domanderete

Successe che per “ distrazione” un certo Minzochi?,elettrotecnico della televisione aveva mandato in onda invece di questo grandissimo miracolo,per l’ennesima volta la leggendaria Italia-Germania 4 a 3

Il popolo  di fallopoli applaudiva e festeggiava per tutte le piazze del paese

Il re,vedendo questo tripudio di falli,  pianse dalla commozione ;capì che aveva fatto la scelta giusta ad eliminare  i fallacci rivoltosi.


da:napoli e dintorni

 
 
 

I PRINCIPI DEL RE

Post n°92 pubblicato il 03 Giugno 2011 da battimellicarlo


 

berlusconi imperatore.jpg

Parlanno à lu popolo

 

“soltanto in un regime democratico lo Stato è veramente la patria di tutti gli individui che la compongono e può contare tanti difensori interessati alla causa, quanti sono i cittadini che essa contiene..”

Ma ò taliano è lu primmo popolo a lu munno che liggenno stì principi a la scola à ditto n'zieme à mè :chisti nun so principi e nà vera democrazia,sò principi della filosofia comunista.

Chiammano democrazia nù munno e perzone tutti eguali comme si lù stesso Padreterno nunn'avesse criato:ò curto,ò luongo,ò niro,chi tene ò diritto è tenere è denari e chi pè natura è nato puveriello

Mò chesta falsità che v'annu cuntato tene conseguenze a'ssai grave

Penzate nù poco s'approsuma che je e vuie simmo la stessa cosa:dicite à verità ve pare giusto che n'ommo che lu Criatore à dato tutto pozza essere eguale a chi lù stesso dio nun l'ha dato niente?

“N00000000000000000000000000000000000!!

(grida il popolo festante in piazza San Giovanni)

 

In verità vi dico che l'anima della repubblica taliana è lu popolo che s'inchina a lu sovrano,grandi saranno e conseguenze pe stà nazzione nosta

pè primma cosa la legge nun putrà essere eguale pè tutti:

c'è saranno li tribbunali pè chi lu Padreterno ha benvoluto:li ricchi,li biondi,li belli comme a me,li masculi e li janchi..mettimmece pure li preti ,gli avvocati,...inzomma tutti chilli che Dio l'ha dato ò cumanno dellu munno

po' c'è starà lu tribbunale,le leggi pè li puverielli,pè li servi do padrone,pè li niri,li gialli e li russi e perchè nò pure pè li femminielli che songo à vergogna e stà nazzione.

Arricurdateve che lu scopo principale,lu dovere vuosto è chillo è mettere à servizzio e chistu patto tutte li forze e la vita vosta

Lu duvero ,lu compito chiù ambizzioso e chi fa le leggi a'dda essere chillo e raffurzà ò puter'è stù guverno....e lù pricipio che nisciun'ommo po' giudicà chi lu Creatore ha scelto pè cumannà,stà nazzione e chi sà dimane:lu munno!!!!!

 

 

Manipolando:Principi di morale politica..robespierre

 

da:napoliedintorni

 
 
 

L'UOMO DI SALE

Post n°91 pubblicato il 01 Giugno 2011 da battimellicarlo


poesia politica linguanapoletana satira

Le saline Camillone di Cervia risalgono all'epoca etrusca, e sono un vero e proprio museo all'aria aperta gestito tutt'oggi dal Gruppo Civiltà Salinara, che continua a scopo dimostrativo il lavoro dei salinari e organizza, da giugno a settembre, visite guidate gratuite .

 

 

Così era scritto sulla ricerca che aveva fatto la settimana prima su Virgilio

Era partito da Napoli il primo Giugno a piedi,sperando di farcela in tre mesi ad arrivare a Cervia

Cosa andava a fare a Cervia e alle saline Camillone?!

Incontrare l’onorevole Tal Dei Tali,della potente stirpe : Politicanti&Affini s.r.c (società,responsabilità penali,condonate)

Perché a piedi?

Aveva fatto voto a sua onnipresenza “l’Innominabile”* santo protettore dei lestofanti, di esaudire il sogno di avere un posto, anche come portaborse, nel Suo Olimpo.

L’inizio del viaggio non poteva cominciare meglio: non c’era il sole e una leggera pioggerellina ,anche piacevole,lo accompagnò fino a Caianiello ,da dove avrebbe preso la strada per Venafro, poi per Isernia giù per il fondo valle Bifermo fino a Vasto per proseguire lungo l’Adriatica fino a Cervia.

Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare;si un mare di gente!

Chi era quella folla ,da dove veniva,dove andava?

“chi siete e dove và tutta questa gente ?”

“Siamo elettori e simpatizzanti della lista “l’uomo di sale”del non onorevole Tal Dei Tali.

Abbiamo fatto richiesta al "grande" di prenderci tra i suoi eletti e come voto abbiamo promesso di andare a piedi alle saline Camillone “

“ma siete milioni !!!”

“si ma solo uno di noi dopo aver tentato di farcela seguendo le strade abituali :medico,comico,come me,falegname,transessuale,ricattatore,marito di una donna ricca,si trova impantanato nella sua mediocrità. Si guarda in giro vede che passa un animale molto potente,s’inginocchia “ Eccellenza abbia pietà di me mi prenda come portaborse” e gli bacia rumorosamente il dorso della mano pelosa. E quello con voce da lupo mannaro :”Sei disposto a tutto?”**

 

“Sììììì!!!!!!!”gridava la folla gioiosa.

 

“Anch’io…anch’io voglio un cartello!!!!!!W! ….W!.....W….. L’UOMO DI SALE “

Cominciò a gridare e gli altri per non essere da meno gridavano ancora di più

Milioni di grida echeggiavano nella valle del Bifermo....mentre di lontano si sentivano tuoni minacciosi.

 

----------------------

 

Erano passati due mesi dalla partenza

Finalmente erano giunti alla meta

Uno spazio che si perdeva a vista d’occhio,qualcuno diceva mille ettari,qualcun’altro, i più informati “con esattezza 870 “

Sta di fatto che quella folla straripante di gioia e di speranze aveva non solo riempito l’intero territorio delle saline ,ma era arrivava fino al mare ,quindi andava al di la delle saline quasi per 2 chilometri

Immaginate l’immensità di quella folla ,tutta vestita di bianco splendere sotto il sole.

E canti e balli,lo stesso inno di partito cantato con le lingue di ogni regione d’Italia.

Vista dall’alto qualcuno poteva pensare che quell’anno la produzione del sale fosse aumentata.

Milioni di granelli di sale!

 

“Che gioia……che gioia !!!!!” gridava forte il grande nel vedere quel mare di bianco e io diventato il suo protetto, raccogliemmo a piene mani il condimento per il nostro futuro.

 

 

 

* Meglio ,con l’aria che tira, non fare più nomi

 

** copiato integralmente da:”la voce della lega”l’ Unità (rag.fantozzi) 03/12/09

 

 

 

 

carlo battimelli

 
 
 

dedicata a Milano e Napoli

Post n°90 pubblicato il 31 Maggio 2011 da battimellicarlo
 


 

bob-dylan.jpg

Scioscia *lu viento

 

Quanta strada hadda* fa n'ommo

primma che se po chiammà ommo

e quanta mari hadda navigà

nà culomba bianca

primma e s'addurmire dint'a la sabbia

e quanta vote hanna vulare

le palle delli cannuni

primma de proibbì pè sempre

a resposta amico mio soscia dinto* allu viento

into allu viento scioscia la risposta

 

quan'anni po' nà muntagna esistere

primma che lu mare se la porta via

quan'anni ponno l'uommeni esistere

primma che quarcuno le dà la libertà

quanta vote po' n'ommo avutà* a capa*

e fa finta e nun vedè

a risposta scioscia into a lu viento

into allu viento scioscia la risposta

 

quanta vote l'ommo adda guardare avuto*

primma e vedè lu cielo

e quanta recchie* l'ommo hadda tenere

primma d'auseglià* lu chianto*

dell'autri *figli della terra

e quanta muorti ci'hanna stà

primma e capì quanta muorti ce stanno

 

a risposta scioscia into a lu viento

into allu viento scioscia la risposta

 

 

*soffia, (sta per deve)dentro,girare,testa,in alto,orecchio,ascoltare,pianto,altri

 

 

blowing in the wind

bob dyland

 

* libera traduzione

da:vecchia Mary i miei poeti in napoletano ed altro

Quante strade deve percorrere un uomo prima di poterlo chiamare uomo e quanti mari deve navigare una bianca colomba prima di dormire sulla sabbia e quante volte debbono volare le palle di cannone
prima di essere priobite per sempre la risposta amico soffia nel vento la risposta soffia nel vento
e quanti anni puo’ una montagna esistere prima di essere spazzata verso il mare e quanti anni possono gli uomini esistere prima di essere lasciati liberi e quante volte puo’ un uomo volgere il capo e fare finta di non vedere la risposta amico soffia nel vento la risposta soffia nel vento e quante volte deve un uomo guardare in alto prima di poter vedere il cielo e quanti orecchi deve un uomo avere
prima di poter sentire gli altri che piangono e quanti morti ci vorranno prima che lui sappia
che troppi sono morti la risposta amico soffia nel vento la risposta soffia nel vento.


 
 
 

il futuro me' nelle vostre mani

Post n°89 pubblicato il 29 Maggio 2011 da battimellicarlo
 

AI NAPOLETANI E AI MILANESI(odio gli indifferenti)

gramsci.jpg

: credo che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e partigiano. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il rinnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scoraggia e qualche volta li fa desistere dall’impresa “eroica”. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E’ la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all’intelligenza e la strozza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto “eroico” (di valore universale) può generare, non è tanto dovuto all’iniziativa dei pochi che operano, quanto all’indifferenza, all’assenteismo dei molti. Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. La fatalità che sembra dominare la storia non è altro appunto che apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo. Dei fatti maturano nell’ombra, poche mani, non sorvegliate da nessun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa. I destini di un’epoca sono manipolati a seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediati, delle ambizioni e passioni personali di piccoli gruppi attivi, e la massa degli uomini ignora, perché non se ne preoccupa. Ma i fatti che hanno maturato vengono a sfociare; ma la tela tessuta nell’ombra arriva a compimento: e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto, del quale rimangono vittima tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. E quest’ultimo s’irrita, vorrebbe sottrarsi alle conseguenze, vorrebbe apparisse chiaro che egli non ha voluto, che egli non è responsabile. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi anch’io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è successo? Ma nessuno o pochi si fanno una colpa della loro indifferenza, del loro scetticismo, del non aver dato il loro braccio e la loro attività a quei gruppi di cittadini che, appunto per evitare quel tal male, combattevano. I più di costoro, invece, ad avvenimenti compiuti, preferiscono parlare di fallimenti ideali, di programmi definitivamente crollati e di altre simili piacevolezze. Ricominciano così la loro assenza da ogni responsabilità. E non già che non vedano chiaro nelle cose, e che qualche volta non siano capaci di prospettare bellissime soluzioni dei problemi più urgenti, o di quelli che, pur richiedendo ampia preparazione e tempo, sono tuttavia altrettanto urgenti. Ma queste soluzioni rimangono bellissimamente infeconde, ma questo contributo alla vita collettiva non è animato da alcuna luce morale; è prodotto di curiosità intellettuale, non di pungente senso di una responsabilità storica che vuole tutti attivi nella vita, che non ammette agnosticismi e indifferenze di nessun genere. Odio gli indifferenti anche per questo e mi dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze meravigliose della mia parte già pulsare l’attività della città futura che appunto la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano nel sacrificio; e colui che sta alla finestra, in agguato, voglia usufruire del poco bene che l’attività di pochi procura e sfoghi la sua delusione vituperando il sacrificato, lo svenato perché non è riuscito nel suo intento. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti e ogni opportunista.”

a.gramsci

 
 
 

VECCHIA MARI'

Post n°88 pubblicato il 28 Maggio 2011 da battimellicarlo
 

che-guevara-2.jpg


Vecchia Marì, stai pe murì,
te voglio dicere na cosa seria:
a vita toia è stata nu rusario completo d' agonie,
nun' è avuto ammore d'ommo, salute e denari,
sultanto a famme da spartere cu e tuoi;
voglio parlare della s'peranza toia,
delli tre diverse s'peranze
fravecate a figlieta senza sapè comme.
Piglia chesta mano d' ommo che pare e na criatura
dint'è toie, a'llisciate dalu sapone e lisciva.*
Struscina li calli tuoi tuosti e li nocche e madonna
contro lu morbido scuorno de mane mie e miereco.
Sient', nonna proletaria:
cridi nell'ommo che sta per arrivare,
cridi a lu dimane che nun putrai vedere.
Nun pregare nu dio inclemente
che pe tutta na vita ha deluso a speranza toia.
E nun cercare clemenza alla morte
pe veder crescere le toie grigge carezze;
e cieli sò surdi e sei dominata dallu scuro,
su tutto avrai na rossa vendett,
t'ho giuro sull'esatta dimensione e l'ideali miei
tutti e nepute tuoie camparranno l'aurora,
muori n 'pace, vecchia cumbattente.
Stai per murire, vecchia Maria;
trenta prugetti di sudario
te diciarranno addio cu lu sguardo
lu juorno che te n' andrai.
Stai pe murire, vecchia Maria,
rumarranno mute e pareti da sala
quanno a morte sa' unarrà all'asma
e consumerà l'ammore suojo

dint'a la tua gola.
Cheste tre carezze fuse int'o bronzo
(l'unica luce che rischiar' a notte toja)
chisti tre neputi vestuti e famm',
sunnarranno le nocche de toje vecchie dete
a'ddo sempe truvavano nu surriso.
Chesto sarà tutto, vecchia Maria.
A vita toja è stata un rusario e magre agonie,
nun 'hai avuto ammore d'ommo, salute, alleria,
sultanto a famma da spartere cu e tuoje.
E' stata triste a vita toja, vecchia Maria.
Quanno l'annuncio ell'eterno riposo
velerà e dulore e pupille toja,
quanno li mane e sguattera perpetua
truvarranno l'urdema, ingenua carezza,
p'nsarrai a loro... e chiagnarrai,
povera vecchia Maria.
No, nun'ò fà!
Nun priare lu dio indolente che pe tutta na vita
ha deluso li speranze toje
e nun addimannà clemenza alla morte,
a vita toja ha purtato l'orribile vestito della famma
e mmo, vestita di asma, stà pe furnire
Ma te voglio annuncià
cu a voce bassa e virile della speranz',
a chiù rossa e virile delli vendette,
ò voglio giurà nel'esatta
dimensione de li ideali mije
Piglia chesta mano d'ommo che pare e na creatura
dint'e toje, allisciate dallu sapone e lisciva,
strofina e calli tuosti tuoj e li nocche pure
contro lu morbido scuorno delli mane meje e miereco.
Riposa in pace, vecchia Maria,
riposa in pace, vecchia cumbattente,
e nepute touje camparranno nell'aurora,
O'GIURO

 

* lisciva—un detergente,ottenuto bollendo la cenere del camino o forni a legna (si poteva impastare con oli e grassi residui di cucina ottenendo un sapone dal colore giallognolo

 

 

 

 

 

 

Vecchia Maria, stai per morire, voglio dirti qualcosa di serio: La tua vita è stata un rosario completo di agonie, non hai avuto amore d'uomo, salute e denaro,
soltanto la fame da dividere coi tuoi; voglio parlare della tua speranza, delle tre diverse speranze costruite da tua figlia senza sapere come. Prendi questa mano di uomo che sembra di bambino tra le tue, levigate dal sapone giallo. Strofina i tuoi calli duri e le pure nocche contro la morbida vergogna delle mie mani di medico.
Ascolta, nonna proletaria: credi nell'uomo che sta per arrivare, credi nel futuro che non vedrai. Non pregare il dio inclemente che per tutta una vita ha deluso la tua speranza. E non chiedere clemenza alla morte per veder crescere le tue grigie carezze; i cieli sono sordi e sei dominata dal buio, su tutto avrai una rossa vendetta, lo giuro sull'esatta dimensione dei miei ideali tutti i tuoi nipoti vivranno l'aurora, muori in pace, vecchia combattente. Stai per morire, vecchia Maria; trenta progetti di sudario ti diranno addio con lo sguardo il giorno che te ne andrai. Stai per morire, vecchia Maria, rimarranno mute le pareti della sala quando la morte si unirà all'asma e consumerà il suo amore nella tua gola. Queste tre carezze fuse nel bronzo (l'unica luce che rischiara la tua notte) questi tre nipoti vestiti di fame, sogneranno le nocche delle tue vecchie dita in cui sempre trovavano un sorriso.
Questo sarà tutto, vecchia Maria. La tua vita è stata un rosario di magre agonie,
non hai avuto amore d'uomo, salute, allegria, soltanto la fame da dividere coi tuoi.
E' stata triste la tua vita, vecchia Maria. Quando l'annuncio dell'eterno riposo velerà di dolore le tue pupille, quando le tue mani di sguattera perpetua riceveranno l'ultima, ingenua carezza, penserai a loro... e piangerai, povera vecchia Maria.
No, non lo fare! Non pregare il dio indolente che per tutta una vita
ha deluso la tua speranza e non domandare clemenza alla morte,
la tua vita ha portato l'orribile vestito della fame e ora, vestita di asma, volge alla fine. Ma voglio annunciarti, con la voce bassa e virile delle speranze,
la più rossa e virile delle vendette, voglio giurarlo sull'esatta dimensione dei miei ideali. Prendi questa mano di uomo che sembra di bambino tra le tue, levigate dal sapone giallo, strofina i tuoi calli duri e le nocche pure contro la morbida vergogna delle mie mani di medico. Riposa in pace, vecchia Maria, riposa in pace, vecchia combattente, i tuoi nipoti vivranno nell'aurora,
LO GIURO
guevara
da:vecchia mary -i miei poeti in napoletano ,a metà giugno il libro sarà disponibile su:il mio libro.it
carlo battimelli

 
 
 

NISCIUNO SAPE

Post n°87 pubblicato il 27 Maggio 2011 da battimellicarlo


G-BELLINI-MADONNA-CON-IL-BAMBINO-SU-UN-PARAPETTO-1475-PP.jpg



Nisciuno sape ra ddo vene ò suonno
cà aleggià n'coppe a l'uocchie dde criature?
Si. Se và dicenno che sta è casa
là........ bascio,
dint'à nnu villaggio n'cantato, a ddo,
tra l' ombre e nà fitta forest
a'ppena allummata dalle lucia,lucia,
abbaglianti stanno m'piso duie sciuri.
Oj loco a ddo vene lu suonno
a vasare ò suonno de criature.

Nisciuno sape a ddo nascette lu surriso
che cunnulea'coppe a vocca de criature
che dormeno?
Se,va dicenno che nu giovane
pallido raggio e luna criscente
ha sfiurato lu lembo
e na liggiera nuvola autunnale;
e a'ccusì, dint'ò suonno e nà matina
n'fuso e ruggiada, pà primma
vota nascette ò surriso che cunnulea
n'coppa a le labbra delle criature
che dormeno.

Nesciuno sape a ddo a lungo annascoste
à doce e tenera frischezza
che fiorisce n'coppe a pelle dde criature?

Si. Quanno a mamma era ancor guagliuncella,
a purtava dint'a lu core chino e mistero
delicato e silenzioso dell'ammore:
là sbucciaie la doce e tenera frischezza

che fiorisce n'coppe a pelle de criature.



Nessuno sa

Nessuno sa di dove viene il sonno che aleggia sugli occhi dei bambini?Si. Si dice che abiti laggiù,
in un villaggio incantato, dove,tra le ombre d'una fitta foresta fiocamente illuminata dalle lucciole,
splendidi pendono due timidi fiori.Ecco di dove viene il sonno a baciare il sonno dei bambini.
Nessuno sa dove nacque il sorriso che ondeggia sulle labbra dei bambini ìche dormono?
Si, si dice che un giovane pallido raggio di luna crescente abbia sfiorato il lembo d'una leggera

Tagore

da:Vecchia Mary-i miei poeti in napoletano
Carlo Battimelli

 
 
 

A'COPPA

Post n°86 pubblicato il 26 Maggio 2011 da battimellicarlo
 


Alba_Donati.jpg

 




A' coppa rà vita mia
trabocch'e miele cu cui
l'è dignuta.

Tu nun ò saie, tu nun ò saie.

Comme lu sciore ca, annascuosto,
inonna a notta e prufumo,
e dignuto ò core mio.

Tu nun 'o saie, tu nun o saie.

E' venuto lu mumento
e ce spartere
. Aiza la faccella toia
e guardame;
murenno a me stesso offrirò
e piedi tuoi la vita che
nun'è cunusciuta.

Putria la silenziosa sera
e segreto dulore,
furnire dint'a che st'ora

dda nuttata!




La coppa


La coppa della mia vita trabocca del miele con cui l'hai riempita.
Tu non lo sai, tu non lo sai. Come il fiore che, nascosto, inonda la notte di profumo,
hai colmato il mio cuore. Tu non lo sai, tu non lo sai.
E' giunto il momento di separarci. Solleva il tuo bel viso e guardami; morendo a me stesso offrirò
ai tuoi piedi la mia vita che non hai conosciuto.
Possa la silenziosa sera di segreto dolore, finire in quest'ora notturna!

- da Passando all'altra riva - Tagore

da:Vecchia Mary-i miei poeti in napoletano
carlo battimelli
 
 
 

M'aggiu sunnato

Post n°85 pubblicato il 25 Maggio 2011 da battimellicarlo


p

 




M'aggiu sunnato ch'essa,assettata
vicino ò lietto mio,
m'aizava doce-doce
cu li mane li capilli,
facennome sentire
cu gentilezza e dete soie.
guardavo chella faccella,
Luttanno cu li lacreme
che m'appannavano
l'uocchie,
fin'à quanno
lu languore delle suoie
doci parole fermaie ò suonno,
comme na luce abbagliante.

Me songo aizato e a'ggiu visto
n'coppe a fenesta mia lu munno
muto e palpitante dda Via Lattea
addimannaneme
si pur'essa avesse fatto
lu stessu suonno mio.

- da Dono d'amore -


Ho sognato


Ho sognato che lei, seduta vicino al mio letto, mi sollevava dolcemente con le mani i capelli,
facendomi sentire la gentilezza delle sue dita. Guardavo il suo viso, Lottando con le lacrime
che mi offuscavano lo sguardo, finché il languore delle sue dolci parole mi fermò il sogno,
come una luce iridescente. Mi sono alzato e ho visto sopra la mia finestra il mondo
silenzioso e palpitante della Via Lattea, chiedendomi se anche lei avesse avuto
un sogno simile al mio.

Tagore
da:Vecchia Mary-i miei poeti in napoletano
carlo battimelli

 
 
 

m'fermarraggio

Post n°84 pubblicato il 24 Maggio 2011 da battimellicarlo
 


poesia politica linguanapoletana satira



M'fermarraggiò,
sicuramente n'zallanuto
dda meraviglia,
si mai c'è truvassemo
dint'à na vita futura
,
dint'ò cammino e a luce
e natu munno
luntano.
Caparraggio che l'ucchi tuoie,
comme a lle stelle e ll'arba,
songo appartenute
a chistu cielo e notte,
e scurdato,
e na vita passata.
Sì, caparraggio
che l'affatato de lu tuoio viso
è pront'ancora
all'ampà appassiunato
dint' a lu sguardo mio
nacora nà vota
che nun se scorda
e che all'ammore mio
tu ja dda nnu mistero
che nun sai da do vene

- da Petali sulle ceneri -

 



Mi fermerò,


Mi fermerò, senza dubbio stupito, se mai ci ritroveremo in una vita futura, nel cammino e alla luce
d'un altro mondo lontano. Capirò che i tuoi occhi, simili alle stelle dell'alba, sono appartenuti a questo cielo notturno, e dimenticato, d'una vita passata. Sì, comprenderò che la magia del tuo viso
è pronta ancora al balenare appassionato del mio sguardo in un incontro immemorabile, e che al mio amore tu devi un mistero di cui non conosci più l'origine.

- da Petali sulle ceneri -

tagore

 

da:Vecchia Mary-i miei poeti in napoletano

 
 
 

vieni cu mme

Post n°83 pubblicato il 23 Maggio 2011 da battimellicarlo

poesia politica linguanapoletana satira



Viene cu mme!
Jà'fa ampresso però -
sette miglia longhe
je facci'ogni passo

.
A'ret'ò bosco e la cullina
aspetta ò cavallo russo mio.
Vien'cu mme! A'ffierra li retene -
Vien cu mme dint'ò castello mio

c'arde.
La crescieno arberi blù
cu mele d'oro,
là sunnammo suonni d'argìento,
che nisciun' autro pò sunnà.


Là dormeno rari piaceri,
che nisciuno fin'a mmo ha assaggiato,
sott'a l 'allori vasi purpurei -


Viene cu mme pe lli boschi e lli culline!
Tienete forte!

A'ffierra li retene,
e tremmanno ò cavallo mio....

te rapisce.





Vieni con me
Vieni con me!Devi affrettarti però -sette lunghe miglia io faccio ad ogni passo.Dietro il bosco ed il colle aspetta il mio cavallo rosso.Vieni con me! Afferro le redini -vieni con me nel mio castello rosso.Lì crescono alberi blu con mele d'oro,là sogniamo sogni d'argento,che nessun altro può sognare.Là dormono rari piaceri,che nessuno finora ha assaggiato,sotto gli allori baci purpurei -
Vieni con me per boschi e colli!tieniti forte! Afferro le redini,e tremando il mio cavallo ti rapisce.

h.hesse


da:Vecchia Mary-i miei poeti in napoletano

carlo battimelli

 
 
 

o'principe

Post n°82 pubblicato il 23 Maggio 2011 da battimellicarlo
 


poesia politica linguanapoletana satira satirate  prego  quanno me dai


Vulevemo aizà n'zieme
na casa bella e tutta nosta
aveta comme a nu castiello
pe guardà a'l'ata parte ddo sciummo

e li prati
n'coppe a li boschi silenti.

Tutto vulevemo scurdare
chello che era piccerillo e brutto,
vulevemo decorare cu canti d'alleria
vicino e luntano,
e curone e felicità dint'è capille.

N'cimma a nna muntagna;
a nustalgia mia stà lla e guarda
fino alla noia, e lu juorno se fa grigio
- principessa, a ddo si rimasta?

Mmo affido a tutti li vienti
e canto miei arditi
Loro t'hanna cercà e truvà
e dirte dellu dulore
che soffre ò core mio.

T'hanna cuntare
en nà finta felicità,
t'hanna casare e turmentarte
t'hanna arrubbare lu suonno-
principessa,

quanno turnarrai?

 

 

 

 

 


il principe
Volevamo costruire assieme na casa bella e tutta nostra alta come un castello per guardare oltre i fiumi e i prati su boschi silenti.
Tutto volevamo disimparare ciò che era piccolo e brutto,volevamo decorare con canti di gioia
vicinanze e lontananze,le corone di felicità nei capelli.
Ora ho costruito un castello su un'estrema e silenziosa altura;la mia nostalgia sta là e guarda
fin alla noia, ed il giorno si fa grigio - principessa, dove sei rimasta?Ora affido a tutti i venti
i miei canti arditi.Loro devono cercarti e trovarti e svelarti il dolore di cui soffre il mio cuore.
Devono anche raccontarti di una seducente infinita felicità,devono baciarti e tormentarti e devono rubarti il sonno -principessa, quando tornerai?

 

h.hesse

da:Vecchia Mary-i miei poeti in napoletano

carlo battimelli

 
 
 

TE PREGO

Post n°81 pubblicato il 20 Maggio 2011 da battimellicarlo
 


 

poesia politica linguanapoletana  satirate  prego  quanno me dai,mme  stienne a mano    ti prego quando mi dai la tua piccola man,mi tenda la tua manote  prego  quanno me dai à mano toia  piccer,mi tenda la tua manosatira



Quanno me dai à mano

toia...piccerella
Che tanti cose mai ditte.. dice
T'aggiu chiesto maie
si mme vuò bene?

Nun 'è l'ammore tuoio che voglio
Voglio sapè che mme stai vicino
E che senza parlà...silenziosa
Ogni tanto

, mme stienne a mano

toia

 

 


Ti prego

quando mi dai la tua piccola mano Che tante cose mai dette esprime
Ti ho forse chiesto una sola voltaSe mi vuoi bene? Non è il tuo amore che voglio
Voglio soltanto saperti vicinaE che muta e silenziosaDi tanto in tanto, mi tenda la tua mano

h.hesse

da:vecchia Mary

carlo battimelli

 
 
 

Parlanno e l'ammore

Post n°80 pubblicato il 20 Maggio 2011 da battimellicarlo


 

poesia politica linguanapoletana satira



Si chiamma ammore ogni superiorità,
ogni capacità e capì,
ogni capacità e ridere ddo dulore.

Ammore pe nuie stessi e pò destino nuosto,
attaccarse cù tennerezza

à chello che pare m'pussibile a capì
vulè fare e nuie pure quanno
nun simmo ancora capaci ddo vedè
ddo capì -
quest'è chello che vulimmo





Sull'amore
Si chiama amore ogni superiorità, ogni capacità di comprensione, ogni capacità di sorridere nel dolore. Amore per noi stessi e per il nostro destino, affettuosa adesione ciò che l'Imperscrutabile
vuole fare di noi anche quando non siamo ancora in grado di vederlo e di comprenderlo -
questo è ciò a cui tendiamo.

h.hesse

da:i miei poeti in napoletano

 
 
 

Doppo l'elezzioni..a stessa canzone

Post n°79 pubblicato il 19 Maggio 2011 da battimellicarlo
 

 

camera-baruffa.jpg



Mò doppo l’elezzione
accummenci'a prucessione,
e discussioni l’appicceche :
e io……v’ò dicevo,
e io ……ò sapevo
Chillo è nù mariuolo dichiarato,
chillato è figlio a nu deputato
chillo se n’ha da ire,
chill’ato nunn’è buono
S’ò cinquant’anne
che stà litania và nanze

Specialmente a sinistra

À ddo è pacchere
se senteno chiù forte
Diceva nù zi’ddo mio
A’ sinistra fa spisso
comm’è mierici ò consulto
Discutono…discutono….
S’appicecheno…:
ò fecato,à milza,à prostata…à cancrena..

Mentre ò malato le vot’à capa
e tutt’è stì parole…
e nunn’riesce à capì
e che cazz’è malatia
…………………… se ne mora.

Pè fascit’à cosa è chiù facile
Teneno nù capo
che tutt’leccano è piedi
Quann’fann la legge:
“Chi è dint’è dint
e chi è fora e fora”
Sperammo che stà vota
° Milano e a Napule
e capurioni trovano n'accordo
e ce levammo ppe sempe
a nanze o c.....
a Moratti ,Berlusconi
e tutti li “cumparielli” suoi.

 

da :orgoglio e scuorno (rivisitata)

il mio libro.it

carlo battimelli

 
 
 

l'esame

Post n°78 pubblicato il 17 Maggio 2011 da battimellicarlo
 

17/05/2011L'ESAME!

 

images.jpeg


 

 

OSPEDALE MALPIGHI

BOLOGNA



Le pareti erano bianche,come bianco il letto,bianche le suppellettili ,bianchi gli infissi,bianco il crocifisso a capo del letto,bianca la cartella clinica che il professore, avvolto in un camice bianco ,illustrava ad assistenti e infermieri che indossavano camici bianchi.
Ascoltavano con religioso silenzio le parole del primario ,ma lei in quella folla di bianco non c’era ;era solo una diagnosi scritta su di una pagina bianca.

Strano che tutti i passaggi importanti e decisivi per la nostra vita ,siano scrittii su pagina bianche:
bianco il tuo primo abito da cerimonia che legittima la tua fede,bianchi i fogli che timoroso imbratti del tuo sapere a scuola,ad un concorso,bianco il tuo primo amore,bianche le lenzuola che sporcano la tua onestà,
un mondo di bianco dove tutti scrivono tutto di te

Questa diagnosi!

Gli venne d’improvviso un nodo alla gola
I suoi piatti e le posate,e i bicchieri?
Colorati per differenziarli da quelli del figlio,da quelli del marito
Il marito ,cosa avrebbe detto il marito?
Così preso dal suo dovere di padre ,di marito,di figlio affettuoso,da non considerare potesse esistere un mondo al di fuori delle sue regole
Fare del sesso ?
Come avrebbe fatto,ma poi l’avrebbe potuto fare?

Si vide improvvisamente immersa in una folla di gente urlante e pronta a lapidarla..come spiegare che lei non c’entrava niente con la malattia…che il marito era stato da sempre il suo unico uomo;chi l’avrebbe creduta?
Il condizionatore cominciò ad amplificare il brusio di quelle voci che divennero urla di vendetta
Senti il doloro e il rotolare di pietre tutto intorno a lei,e delle spine conficcarsi nella carne.


Quando la infermiera entrò per darle la buona notizia,” tutto è apposto capita spesso che un secondo e più accurato esame sia negativo”, si stupì nel trovare il letto vuoto e l’armadietto svuotato
“glielo avrà detto il dottore che tutto è a posto…che fortunata “

Chiuse la porta e non sentì il tonfo e le grida provenire dal giardino.

carlo battimelli

da: legende metropolitane napoletane

 
 
 
Successivi »
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

vittoriaciaramellagiulio.merollefammisorridereemontale0facrik2004studioalliegropablogolfDenny_dmLILLO320fratracs.italiaAwayfromthesuNnicola.iadarolamagiadgl19simonaronco2009
 

ULTIMI COMMENTI

grazie!!!
Inviato da: battimellicarlo
il 28/05/2011 alle 18:18
 
Che bella... Buon week Mari
Inviato da: SoBBona
il 28/05/2011 alle 08:17
 
GRAZIE ROBERTO IN EFFETTI LE NOSTRE NONNE,PENSO TU SIA PIù...
Inviato da: battimellicarlo
il 13/05/2011 alle 14:37
 
Bellissimo racconto , mi ha fatto tornare ai tempi in cui...
Inviato da: ROBERT62VR
il 13/05/2011 alle 09:56
 
la traduzione in italiano non è mia,ma e quella tra le...
Inviato da: battimellicarlo
il 04/05/2011 alle 10:11
 
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963