Creato da erocold il 19/05/2009

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scritti e proscritti di poesia contemporanea

 

 

I PUGNI IN TASCA

Post n°56 pubblicato il 04 Febbraio 2011 da erocold
 

pugni chiusi

Cosi non si può più andare avanti.

 Perché avete lasciato che i nostri figli fossero educati dai borghesi? Perché avete permesso che le nostre case fossero costruite dai borghesi? Perché avete tollerato che le nostre anime fossero tentate dai borghesi? Perché avete protestato solo a parole mentre pian piano la nostra cultura si andava trasformando in una cultura borghese? Perché avete accettato che i nostri corpi vivessero una cultura borghese? Perché non vi siete ribellati alla nostra ansia, che si giustificava giorno per giorno con lo strappare qualcosa alla miseria, ad avere una vita borghese? Perché vi siete condotti in modo da trovarvi di fronte a questo fatto compiuto, e, vedendo che ormai non c'era più niente da fare, eravate disposti a salvare il salvabile, partecipando, realisticamente, al potere borghese? Cosi non si può più andare avanti.
Bisognerà tornare indietro, e ricominciare daccapo. Perché i nostri figli non siano educati dai borghesi, perché le nostre case non siano costruite dai borghesi, perché le nostre anime non siano tentate dai borghesi. Perché se la nostra cultura, non potrà e non dovrà più essere la cultura della povertà, si trasformi in una cultura comunista. Perché i nostri corpi, se è destino che non vivano più l'innocenza e il mistero della povertà, vivano la cultura comunista. Perché la nostra ansia, se è giusto che non sia più ansia di miseria, sia ansia di beni necessari.
Torniamo indietro, col pugno chiuso, e ricominciamo daccapo.

 

Pier Paolo Pasolini, “Appunto per una poesia in terrone”; da La Nuova Gioventù, Torino, Einaudi, 1975.

 

 

 
 
 

CalpeStato...

Post n°55 pubblicato il 17 Dicembre 2010 da erocold

roma

Questo Stato

Questo Stato messo su da cooperative di lavoratori e pionieri.
Questo Stato nato accanto a una fetta di pane e marmellata.
Ora viene venduto come salsiccia a uomini d’affari
E accaparratori di capitale.
Domani dopodomani questo capitale se ne andrà, tra tre giorni Sarà come se non ci fosse mai stato.
Nel frattempo i privatizzatori accumulano titoli e si lavano
Il culo nello champagne.
Quanto ai privatizzati, alcuni saranno poliziotti o mercenari
Al servizio di imprenditori assicurativi,
Altri saranno cacciati di fabbrica, licenziati, faranno scioperi.
E la sera rivedranno se stessi in tivvù:
Chi dalla parte dei picchiatori, chi da quella dei picchiati.

   Aharon Shabtai                (da “J’Accuse”, 1997)

  traduzione  dall’ebraico da Davide Mano 

 
 
 

Preghiera per il Giorno del Ringraziamento

Post n°54 pubblicato il 25 Novembre 2010 da erocold

NEL

A John Dillinger con la speranza che sia sempre vivo

Grazie per il tacchino selvatico e
i piccioni viaggiatori, destinati
a essere cacati attraverso le sane
budella americane.
Grazie per un Continente da saccheggiare
e avvelenare.
Grazie per gli Indiani che ci procurano
quel tanto di stimoli e di pericoli.
Grazie per le immense mandrie di bisonti
da uccidere e scuoiare, lasciando le
carcasse a marcire.
Grazie per le laute ricompense sui lupi
e i coyotes.
Grazie per il Sogno Americano
da involgarire e falsificare fin quando
le nude menzogne non vi risplendano attraverso.
Grazie per il KKK
Per gli uomini di legge che incidono
una tacca per ogni negro ucciso
Per le rispettabili signore casa-e-chiesa
con le loro facce meschine, smunte,
sgradevoli, perverse.
Grazie per gli adesivi
«Ammazza un frocio in nome di Cristo».
Grazie per l’AIDS di laboratorio.
Grazie per il Proibizionismo e
la
Lotta contro
la Droga.
Grazie per un paese dove
a nessuno è dato di badare
ai fatti propri.
Grazie per una nazione di spie.
Sì, grazie per tutti i
ricordi… va bene, facci vedere
le tue braccia…
Sei sempre stato un problema
e ci hai proprio rotto i coglioni.
Grazie per l’ultimo e più grande
tradimento dell’ultimo e più grande
dei sogni umani.

  Giorno del Ringraziamento 28 novembre 1986               William S. Burroughs

Traduzione: Raffaella Marzano

William S. Burroughs (St. Louis, 5 febbraio 1914 / Lawrence, 2 agosto 1997), scrittore, saggista statunitense, appartenente al movimento della beat generation. La maggior parte dei lavori di Burroughs sono semi-autobiografici e ispirati alle sue esperienze di dipendente da oppiacei. Membro di primo piano della beat generation, è stato un autore di avanguardia che ha influenzato la cultura popolare e la letteratura. Per molti, un vero genio letterario del secondo dopoguerra, autore di alcune opere fondamentali della cultura underground: “La scimmia sulla schiena”, “Il pasto nudo”, “La morbida macchina”, “Nova Express”, ecc.

 

 
 
 

Per Ricordare Assunta...

Post n°53 pubblicato il 04 Novembre 2010 da erocold

ass

 

L'uómmene pe mé só state chiuove
cadàvere de sole sópe o fiume
circhje de fuoche p'allazzà a lune
e àrdele cume appene a guardaje

Si téne nu mualepunde criste mije
falle murì mò ca è peccenénne
accussì pregaje notte e juorne mamme
penzanne de fermà a malasorte

Oje mammarella mije, destine e cazze
ósce só na farfalla mbusumuate
na fémmene ca nun póte cambià a mute
pecché re ssuale de préte nge ha fatte

qual'amore, quala morte, nessciune
me póte aìtà, só acqua passate
rame de presche da u viende snervate
e fenute pe cunduanne a restà 'n vite

Gli uomini per me sono stati chiodi / cadaveri di sole sopra il fiume / cerchi di fuoco per stringere la luna / e bruciarla non appena la guardavo // Se avrà una mala vita cristo mio / falla morire adesso ancor bambina / così mamma pregava giorno e notte / pensando di fermar la malasorte // O mammarella mia, destino e cazzo / oggi sono una farfalla inamidata / una donna che non può cambiar la muta / perché il sale di pietra gliela ha resa // quale amore, quale morte, nessuno / può aiutarmi, sono acqua passata / ramo di pesco dal vento snervato / e finito per condanna a stare in vita

 

M'aggia appecà a l'albere de giude

e ssùbbete aggia vedé l'orsa maggiore

ca se trastulle perfida signore

sope o divanette d'a lattea vija 

Cane spiérte aggia èsse pe l'universe

e l'istinde de guerriere ca tenije

nd'arravuoglje de re ppene d'amore

nguodde m'aggia purtuà cume nevušchele

 de luce n'aggia brellà pecché opache

ha ccambate l'ànema mije nghestedute

inde o cuambesande d'i dannate

 M'impiccherò all'albero di giuda / e subito vedrò l'orsa maggiore / che si trastulla perfida signora / sul divanetto della lattea via // Cane randagio sarò per l'universo / e l'istinto di guerriera che avevo / nel groviglio delle pene d'amore / addosso lo porterò come nevischio // di luce non brillerò perché opaca / visse la mia anima incustodita / dentro il cimitero dei dannati

Nun nge só nuvetà mico mije
hanna scannate a lune e u suanghe suje
m'è fenute tutte quande ngape
tengènneme i capidde russe fuoche

Aggia mbagliate re stelle ndò ciele
c'u viende ca me decije de nu re ffuà
cume tu mbaglje re stelle d'u ciele
accussì u cuangre farà cu a menna toje

è granne è granne è granne
l'abbisse ndu è ca me só truvate
è cesterne d'uoglje pe na furmiche
a ggiungle indiane pe nu merle cecate

 
Non ci sono novità amico mio/ hanno scannato la luna e il suo sangue
mi è finito tutto sopra il capo/ tingendomi i capelli rosso fuoco / Ho impagliato le stelle nel cielo/ col vento che mi diceva di non farlo / come tu impagli le stelle del cielo/ così il cancro farà con il tuo seno / è grande è grande è grande/ l'abisso in cui mi sono ritrovata / è cisterna di olio per una formica/ la giungla indiana per un merlo cieco

Assunta Finiguerra,  nata a San Fele in provincia di Potenza  nel 1946.  ha pubblicato i libri di poesia: Se avrò il coraggio del sole (Basiliskos, 1995), Puozze Arrabià (La Vallisa, 1999), Rescidde (Zone Editrice, 2001), Solije (Zone Editrice, 2003), Scurije (LietoColle, 2005). Ha vinto numerosi premi tra cui il "Giuseppe Jovine" e il "Premio Pascoli" 2004. Suoi testi poetici sono apparsi in diverse riviste letterarie e antologie, tra le quali Nuovi Poeti Italiani a cura di Franco Loi (Einaudi, 2004) e Trent'anni di Novecento, a cura di Alberto Bertoni (Book Editore, 2005). Scurije   ( Lietocolle  2005), le ultime produzioni poetiche sono apparse nell'Antologia del premio MezzagoArte, Questo dolore che mangia (Le Voci della Luna Poesia, 2009.  Assunta Finiguerra si è spenta il 4 settembre del 2009 nella sua casa di San Fele. Venerdi 5 novembre 2010 presso la Libreria del Mondo Offeso a Milano sara’  ricordata la sua opera poetica in dialetto lucano.

 
 
 

Opposizioni di Comodo

Post n°52 pubblicato il 03 Novembre 2010 da erocold

d'alemino

Canzone del danno e della beffa

  Stillicidio di delitti, terribile:
si distruggono vite,
si distruggono posti di lavoro,
si distrugge la giustizia, il decoro
della convivenza civile.
  E intanto l’imprenditore del nulla,
il venditore d’aria fritta,
forte coi miserabili
delle sue in indagabili ricchezze,
sorride a tutto schermo
negando ogni evidenza, promettendo
il già invano promesso e l’impossibile,
spacciando per paterno
il suo osceno frasario da piazzista.
  Mai così in basso, così simile
(non solo dirlo, anche pensarlo di duole)
alle odiose caricature
che da sempre ci infangano e sfigurano…
  Anche altrove, lo so,
si santifica il crimine, anche altrove
si celebrano i riti
del privilegio e dell’impunità
trasformati in dottrina dello stato.
  Ma solo noi, già fradici
di antiche colpe e remissioni,
a noi prima untori e poi vittime
della peste del secolo
è toccata con il danno, la beffa,
una farsa in aggiunta alla sventura.

Giovanni Raboni

 
 
 

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