Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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Messaggi di Dicembre 2016

Buon Natale

Post n°503 pubblicato il 25 Dicembre 2016 da hieronimusb

Finalmente ci siamo, è Natale! La festa della Luce, la festa della Speranza.

Gli ebrei celebrano Hannukkah, noi celebriamo la nascita di Gesù, ma questi sono solo simboli che affondano le loro origini nel tempo e trovano spiegazione in ciò che anche noi oggi sappiamo, ossia che il sole, terminato il suo percorso in discesa, ritorna a salire nel cielo.

Da sempre si è celebrato questo momento perchè per l'uomo è sempre stato motivo di gioia scoprire che le lunghe notti, il gelo, i disagi legati alla stagione, stavano per finire.

E' il segno della Speranza, la consapevolezza che ci saranno ancora momenti duri, anzi che il prossimo periodo sarà il peggiore dell'anno, ma un mattino ci alzeremo ed annusando l'aria sentiremo una fragranza nuova ed allora il cuore ci si aprirà : Primavera è alle porte.

Ho sempre pensato che molte religioni nascondono la vera natura dell'uomo, la mortificano in riti assurdi impedendo allo spirito dell'Uomo di entrare in contatto con la natura, con il suo essere più intimo.

L'unica cosa che mi sento di condividere è che la nascita di un bambino è sempre un segno di speranza, un contratto di fiducia che i genitori rinnovano con la vita e non c'è bisogno che quel bimbo sia figlio di Dio, basta che sia figlio dell'Amore di un uomo e di una donna.

Per questo Buon Natale a tutti quelli che leggono ed anche quelli che non leggono, e come canzone ne inserisco una che da sempre mi commuove per il suo testo, per il suo significato.

Ovunque voi siate, non importa chi siete o non siete, che Dio pregate, che lingua parlate, oggi è Natale per tutti, che una Speranza nuova, fonte di gioia ci sia anche per voi

 

 
 
 

Vigilia di Natale

Post n°502 pubblicato il 24 Dicembre 2016 da hieronimusb

La giornata è scivolata via tranquilla mentre mi occupavo di rendere più bello il mio alloggetto.

Per prima cosa ho messo le tende alle finestre!
Amo la luce, ma mi scoccia che, se pure di sguincio, qualcuno possa guardarmi in casa, soprattutto mentre mi sposto in costume adamitico dalla camera alla doccia.

Poi ho dovuto aggiustare la serratura del portoncino che si rifiutava di chiudersi ed anche se sono sempre stato un fautore della casa aperta ed accogliente, non mi andava di lasciare questa opportunità a chiunque volesse entrare.
Oddio, non è che la porta sia un gran problema per eventuali ladri, ma che almeno debbano fare un piccolissimo sforzo.

Quindi sono andato a fare un giro al tempio per soli uomini dove si professa quella strana religione chiamata Bricolage perchè cercavo un mobiletto con lo specchio, non che io ne senta la ncessità perchè mi pettino sempre a memoria, ma nell'eventualità che qualche creatura di sesso femminile volesse farmi visita so che apprezzerà.

Come spesso succede il primo che ha colpito la mia attenzione è quello che poi ho scelto, credo negli amori a prima vista, ma mentre mi aggiravo fra gli scaffali di arredi spingendo un carrello ancora vuoto non ho resistito a prendere qualcosa. Lo scopino per il water, (ebbè, ci vuole), il porta accessori da doccia, ma soprattutto i tappetini da bagno, uno di quei bei set molto kitsch, che hanno anche il tappetino da water e bidet, fra poco collauderò  quello da doccia.

Insomma, una vigilia serena, passata a prendermi cura di questo angolino che diventa, via via sempre più accogliente.

La canzone di oggi è un classico di John Lennon che parla di pace e di speranza a cui il coro dei bambini regala una gioia pura....

... anche se le immagini del video ci ricordano che c'è ancora tanto da fare...

 
 
 

-2 a Natale

Post n°501 pubblicato il 23 Dicembre 2016 da hieronimusb

Si riesce a capire quanto sono sporchi i finestrini della macchina soltanto viaggiando verso occidente durante un tramonto invernale.

Sulla A4, verso Torino,oggi pomeriggio  il sole era una palla di fuoco giusto all'altezzza degli occhi tanto che pareva che la strada ci si volesse infilare dentro, le linee arancioni si diramavano sul parabris, accendevano i puntini di polvere, aleggiavano sugli aloni ed in pratica mi costringevano ad indovinare la strada più che vederla.

Per fortuna qui in Piemonte il sole si tuffa in fretta dietro le montagne ed allora dopo un ultimo saluto con il raggi che sparavano come proiettori da dietro lo skyline del Monviso, in cielo sono rimaste solo le dita di Dio a striare di rosso il cielo.

Con oggi è finita questa settimana di lavoro, alle 15.30 ho detto al mio collega che poteva andare bene così e ce ne siamo tornati a casa e finalmente domani sarà una giornata di full immersion nel Natale, alla ricerca di luci, atmosfere, emozioni.

Cercando sempre una canzone di Natale al giorno mi è venuta voglia di condividere qualcosa di un concerto di Natale molto speciale tenuto a Bologna alcuni anni fa.

Con la Doctor Dixie Jazz band suonavano Henghel Gualdi e Lucio Dalla, mi rendo conto che due dei tre nomi citati sopra possono essere conosciuti solo ad un pubblico di nicchia o emiliano, (forse anche solo ad un pubblico di nicchia emiliano), ma per gli appassionati di Jazz questi nomi dicono molto.

Il Concerto si è tenuto nel 1998 ed è un piccolo gioiello in cui questi grandi artisti swingano alcune famosissime arie natalizie.

Ho scelto questa White Christmas, particolarmente suggestiva e adatta ad essere ascoltata mentre il camino arde e la stanza è illuminata ad intermittenza dalle luci dell'albero.

 
 
 

-3 a Natale

Post n°500 pubblicato il 22 Dicembre 2016 da hieronimusb

E' già buio fuori in questi che sono i giorni più corti dell'anno.
Il silenzio dentro questo mio piccolo alloggetto è sottolineato dal borbottare del Gulash che sta cuocendo sulla stufa liberando nell'aria profumi di spezie ed io sono qui, al tavolo di cucina dove ho lavorato serenamente fino a poco fa.

Potrebbe essere un'immagine buona per descrivere ciò che considero un senso di pace.

Oggi avrei dovuto essere a Napoli, ma per un benedetto imprevisto è saltato tutto! rimandato a gennaio mi ha regalato una giornata inaspettatamente libera.

Il mio senso del dovere si era subito messo all'opera suggerendomi varie altre attività, ma ho fatto orecchie da mercante, fingendo di non sentire, non capire, ponendo obiezioni, fino a che si è arreso e mi ha lasciato stare.

Così sono andato a farmi confezionare un cesto natalizio per mio padre scegliendo prodotti adatti alla dieta di un signore di ottantanni che è convinto di avere degli acciacchi, (ma al 22 dicembre se ne va in giro per il paese in bicicletta).

Ormai quei pochi regali che dovevo fare sono andati, alea iacta est,  li ho comprati ed impacchettati, credo che piaceranno anche se forse mia figlia non si ricorderà più di avermi detto alcuni mesi fa di desiderare ardentemente un trapano per fissare un paio di mensole in casa.

Un trapano elettrico con 138 accessori forse non è il regalo più adatto ad una ragazza, ma tempo fa qualcuno diceva "chiedete e vi sarà dato" , ma soprattutto fate attenzione ai desideri che esprimete .

Per Matteo un cesto di prodotti sardi, per mio fratello un kit da sommelier con una bottiglia di vino che probabilmente apprezzerà.

Bene, terminate queste incombenze posso guardare con fiducia e rilassamento alle prossime giornate e chissà che da qui alla fine dell'anno non mi arrivi anche la sorpresa di un nuovo posto di lavoro...

Volevo inserire una canzone di Natale che mi piace per ogni giorno che mancava a Natale, ma sono stato pigro e non ci sono riuscito, così adesso ho pochi giorni e tante canzoni ed allora pazienza , mi tengo l'idea per il prossimo anno.

Al momento preò questa ci sta, interpretata da questi quattroragazzi che cantano a cappella, (più un rumorista), ha un'esecuzione molto dolce






 
 
 

-7 a Natale

Post n°499 pubblicato il 18 Dicembre 2016 da hieronimusb

Natale, mi piace, mi è sempre piaciuto anche se ultimamente faccio fatica ad entrare nell'atmosfera natalizia, preso come sono da un lavoro che non mi da un attimo di tregua.

So però che Sabato me ne andrò a passeggiare per le vie di Torino illuminate dalle luci d'artista, impacchettato nel mio giaccone, più che guardare le vetrine guarderò la gente che si affretta, le luci che ammiccano, annuserò l'odore delle caldarroste e proverò a trovare quel pezzetto bambino che ancora resiste dentro di me nonostante tutto.

Ad ogni Natale che passa però mi sento sempre più alienato, ho bisogno di mettermi in un cantuccio e di stare solo mi guardo intorno ed ancora mi torna la sensazione di essere su una nave di folli.

Una striscia di Mafalda diceva, "Guardando la gente per strada sembra che nessuno abbia colpa di nulla".
Beh, sicuramente non si può fare alcuna colpa alle persone che oggi sorridono e si divertono, che si affrettano cariche di pacchi e di baci scambiati sulle guance ad ogni incontro per i mali del mondo
La responsabilità non è di un solo popolo, ma dell'umanità intera che non riesca mai ad essere una, frantumata in una miriade di etnie , culture, religioni, campanilismi, che dividono anzichè arricchire fin dai tempi della torre di Babele.
(E se è stata una scelta di Dio, come si legge sulla Bibbia c'è ben poco da fare)

Abitando prima in Emilia, ora in Romagna ho imparato a riconoscere, anche qui, quel "da noi si fa così, da loro si fa cosà", in una regione che dovrebbe essere unica , ma che ha limiti geografici ben precisi, impressi nella testa delle persone più che sul territorio .

Vabbè, non era mia intenzione fare un pippone socio-antropologico, faccio un giro nella mia testa per ritrovare lo spirito dei Natali passati.

Con Liliana abbiamo sempre cercato di dare un senso di famiglia allargata a questa festa, quando i bambini erano piccoli ci si trovava tutti in pigiama a casa nostra la mattina di Natale ad aprire pacchetti, perchè Gesù Bambino, andando di fretta lasciava sotto il nostro albero anche quelli degli altri.

COsì era Natale per i nostri figli e per i figli degli amici che si infilavano il cappotto ed i doposci sul pigiama, salivano in macchina e venivano da noi.

In un attimo il pavimento era un mare di carta da pacchi stracciata in cui i più piccolini rischiavano di perdersi, poi, con il tavolo allargato, tutti intorno a fare colazione, caffelatte, biscotti, ma anche la cioccolata, perchè era festa, proprio come una grande famiglia.

Devo vedere se in Giulia e Matteo è rimasto qualcosa di quegli anni.

Questo Natale, come gli ultimi me lo passerò da solo e va bene così, non lo percepisco come una cosa triste, piuttosto come un modo per stare bene con me ed i miei pensieri, non so se cucinerò a Torino o a Cesena, molto probabilmente mi farò un cappuccino in autogrill mentre mi sposto da un luogo all'altro.

L'ultimo pranzo di Natale l'ho fatto nel 2013 .
Ricordo che dall'emozione la notte prima non ho dormito e mi sono trovato alle 6.30 a fare colazione a Piacenza dopo aver già fatto un'ora di strada.

Alle 8.30 ero a casa di Liliana, la nostra casa.

Quando la vita sta per affidare qualcuno all'eternità, i lembi del tempo si aprono ed accadono cose, si hanno consapevolezze, si intuiscono verità che sarebbero altrimenti inspiegabili, così sapevo che quello sarebbe stato l'ultimo Natale con Liliana e l'abbiamo vissuto con una gioia ed un'intensità che mancava da molto tempo.

C'è stata tra di noi una dolcezza che non ricordavamo di avere ed a cui ancora oggi attingo per ritrovare pace.

Per questo non ho voluto altri pranzi, per questo preferisco stare da solo, perchè in realtà solo non sono, se allungo la mia mano trovo la sua.

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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