Pausa caffé

Battute, umorismo e chi più ne ha più ne metta

Creato da stefano_pd_1965 il 15/09/2005

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Inviti: il matrimonio (2^ parte)

Post n°131 pubblicato il 19 Maggio 2009 da stefano_pd_1965
 

Segue da Post n° 128

Okay, per gli sposi il peggio è passato. Hanno detto sì e (almeno per il momento) non possono più tornare indietro. Adesso viene per l’invitato la parte più delicata, dove un minimo errore di organizzazione e di strategia può essere fatale.

- Il ricevimento

L’appuntamento è nel luogo indicato sull’invito, un luogo di solito suggestivo e particolare per le sue bellezze naturali e le sue vedute mozzafiato ma proprio per questo inaccessibile, se non con i mezzi corazzati o dagli elicotteri, e dimenticato da tutti gli stradari e i navigatori satellitari di questo mondo. L’invito ovviamente non dice un cazzo di nulla sull’ubicazione del posto, dando per scontato che voi lo conosciate e che lo frequentiate assiduamente da quando avevate 6 anni, in quanto chic e à la page. Dopo aver chiesto informazioni a tutti i benzinai della zona, arrivate finalmente in quest’angolo di paradiso, un angolo di paradiso piuttosto esposto al sole, considerato che si trova su una scogliera a ridosso del mare, che è un enorme terrazza scoperta e che sono le 16:00 del pomeriggio. Rapidamente vi accorgerete che il sole è a picco sulla vostra testa e che l’unico posto all’ombra è un ombrellone sbilenco appoggiato vicino alla scala dove scendono i camerieri. Appare chiaro che qui giocare in velocità è la priorità: prima occupate quel posto all’inpiedi ma all’ombra, prima le vostre ascelle ve ne saranno grate. Ovviamente in breve tempo tutti arriveranno alla vostra stessa conclusione ed entro un quarto d’ora quell’ombrellone sarà più affollato di una balera romagnola nel mese di luglio. Sarà quindi inevitabile presentarsi l’un l’altro e fare finta che stare in 37 in 5 metri quadri all’ombra sia una cosa naturale come tagliarsi i peli del naso.
Il momento delle presentazioni non è ancora finito quando si vedono arrivare al ricevimento i genitori degli sposi. La madre di lui non farà altro che dire quanto sta bene suo figlio e farsi scappare la lacrima ogni volta che suo figlio apre la bocca, fosse anche per ruttare. La madre di lei è invece solitamente un’emerita cretina, capace di dire sempre la parola sbagliata nel momento sbagliato. Arriverà vestita con un abito identico a quello della consuocera, pur essendo stata 5 giorni a preventivare con questa la scelta del vestito e in generale condirà tutta la cerimonia con la sua risata vuota e irritante, derivante dal fatto che non vedeva l’ora di vedere la figlia sistemata, ovvero di levarsela dalle palle, e dal fatto che tutto questo non le sembra vero. Per evitare di apparire distaccata e arrivista sfogherà il suo attaccamento perverso nel peggiore dei modi, intervenendo in ogni momento di intimità tra gli sposi con frasoline tipo: ” Amorino bello, fagottino della mamma, come stai? Bene?” oppure “Tesoruccio della mamma, fatti dare un bacio!” .

Tutto questo durerà finché lo sposo non deciderà di porre fine all’invadenza soffocante della sua neo acquisita suocera legandola al grande pino maremmano all’entrata del ristorante oppure sopprimendola con dell’arsenico nel fritto di pesce. Altra presenza di cui tenere conto e da non sottovalutare sono i bambini: i matrimoni sono momenti formali e un bambino ad un matrimonio ci sta bene quanto un clown ad un funerale: per una strana coincidenza che sfugge agli studiosi Oral-B, ma anche al cervello dei loro genitori, i bambini sono nondimeno spesso presenti in queste occasioni. Il bimbo da matrimonio ha un età compresa tra i 5 e gli 11 anni, è vestito con giacchetta, cravattino o papillon, corre indisturbato ed urla suoni incomprensibili sperando di attirare l’attenzione ed è praticamente onnipresente. I genitori li lasciano allo stato brado, liberi di pascolare tra gli invitati, sperando che la selezione naturale li uccida. L’incontro anche occasionale con almeno un paio di questi esemplari è inevitabile, quindi rassegnatevi. Tutt’al più potreste aiutare la selezione naturale a fare il suo corso liberando il pitbull dei proprietari della villa o mettendo della purga nei bicchieri di aranciata. Mentre ragionate su come liberarvi di questi esseri sgradevoli vi rendete conto che si è appena aperto il buffet!

- Il buffet

Il momento del buffet è un momento cruciale, studiato ed analizzato dai maggiori esperti mondiali di antropologia: da sempre infatti, in tutte le società della terra, esistono momenti nella vita in cui gli istinti primordiali prendono il sopravvento e la situazione contingente diventa la rappresentazione emblematica della legge della giungla, dove solo il più lesto, il più abile e il più forte riesce a sopravvivere. Se queste leggi emergono nel regno animale con drammatica evidenza in posti come la savana, nel regno umano trovano la loro più tragica e ineluttabile espressione al momento del buffet. È superfluo soffermarsi sulle testate, sulle gomitate sulle palle, sugli strusciamenti convulsi che si debbono fare soltanto per avvicinarsi ad un tavolo di un buffet. All’improvviso sembra che tutti non mangino da anni e che quello sia l’ultimo cibo che vedranno in vita. Le persone davanti a un buffet sgomitano, spingono, insultano, si riempiono il piatto di qualunque cosa, anche di roba che non gli piace o che non mangeranno mai, col solo sadico scopo di sottrarla agli altri. I camerieri algerini di fronte a voi vi guarderanno allibiti e disgustati e per un attimo penseranno di star portando soccorsi umanitari per Amnesty International. Oltre a temere attacchi alla vostra altezza dovrete guardarvi anche dal basso: orde di bimbi sfuggiti al controllo da parte dei parenti si faranno strada tra le vostre gambe per acciuffare l’ultima pizzetta rimasta: è il momento buono per pestarli a sangue. I ritardatari sono destinati a morire di fame: dopo la furia degli invitati, che da lontano può essere facilmente confusa per uno sciame di locuste, nessuno potrà mai immaginare che su quella tavola bianca 5 minuti prima c’erano delle pietanze.

Voi ovviamente tutto questo non lo potete sapere e vi manterrete leggeri anzi, guarderete con sufficienza il convitato vicino a voi che, scambiandola per insalata, si riempie il piatto anche dell'edera rampicante appesa al muro, perché dentro di voi penserete: "Bravo pirla! Ti voglio vedere tra un po’ quando ci siederemo a mangiare." Sfortunatamente per voi il pranzo vero e proprio è tutto a base di nouvelle couisine, vale a dire assaggini, vale a dire cagate d’uccello in un piatto di mezzo metro di circonferenza. Lì, al centro di un enorme disco porcellanato bianco, una piccola seppia agonizzante sopra due pomodorini tagliati vi sembrerà un tragico scherzo, una porzione riempita solo per metà, la rimanenza di un piatto lasciato da qualche invitato o forse degli avanzi da dare al gatto che un cameriere sbadato ha lasciato sul vostro tavolo. Così, per essere sicuri che quello sia davvero un primo piatto e non un pesce d’Aprile, riprendete in mano il menù e leggete queste righe: "Filetto di seppia in casseruola su letto di pomodorini di campagna." A quel punto la consapevolezza della presa per il culo subita è totale, ma ormai è troppo tardi per tornare indietro. Quasi come per sfregio vi staccate con molta pazienza una caccola dal naso, la cospargete di briciole di pane, la spalmate su di un piattino, vi fate prestare una penna dal cameriere e sul menù scrivete: "Purea di verdure gratinate in bellavista."

- La torta nuziale

Sono passate 5 ore dall’inizio della cerimonia e ormai più che un ospite vi sentite un ostaggio. Non è un bel momento nemmeno per lo sposo, e voi ve ne siete accorti. Fino a qualche ora fa sembrava tutto un gioco: il buffet, gli invitati, e finora la cerimonia avrebbe potuto benissimo essere scambiata per una prima comunione senza paura di essere smentiti. Ma con l’arrivo della torta no!
Con l’arrivo della torta nuziale lo sposo prende finalmente coscienza del suo stato in maniera definitiva, e nel momento in cui fissa le statuine di zucchero sopra la torta, dove lei sembra la Barbie in vestito da sposa e lui è venuto senza una gamba come il soldatino di stagno. Ora comincia già a capire l’importanza che avrà nella coppia da quel giorno in poi. Per voi no, per voi l’arrivo della torta è il momento più propizio. Avete almeno 5 buone ragioni per stare allegri:

- si appresta la fine della cena e il sequestro di persona sta finalmente per finire;

- la torta viene consegnata dai camerieri direttamente in mano ad ogni invitato per cui non è necessario riscaldare i muscoli e prepararsi alla lotta greco-romana per accaparrarsene una fetta
- l’atmosfera in generale è quella dello sbaracco
- i bimbi non si sentono più: sono stanchi di correre senza un perché, si è fatto troppo tardi oppure qualche altro invitato ha avuto la vostra stessa idea e li ha finiti a colpi di sgabello

- nella parte finale della serata l’alcolemia degli invitati è talmente alta da non poter guidare neanche il monopattino e sono tutti più o meno brilli: è il momento di attaccare bottone con la gnocca vista in chiesa.

 

Le percentuali di panna in una torta nuziale superano ampiamente i livelli di guardia quindi, se soffrite di colite, assicuratevi di trovarvi in pole position nella fuga verso i bagni o li troverete occupati.

- La bomboniera

Stanchi, sudati e sfiniti da quest’esperienza, avrete il colletto della camicia sporco come la biancheria di un minatore a gennaio. È solo adesso che vi verrà consegnata la bomboniera d’argento a forma di levriero afghano irto sulle zampe posteriori, attestato di partecipazione a questa eroica impresa di sopportazione, una specie di premio beffardo per la vostra clausura forzata nonché il colpo di grazia per i vostri occhi. Nella migliore della ipotesi ne farete un fermacarte, nella peggiore la getterete nel primo cassonetto che incontrerete sulla strada del ritorno, perché se abbandonare un cane è un reato abbandonare un cane d’argento può salvarvi la vita.

Complimenti, ce l’avete fatta!

 

 
 
 
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