« La libertà di volare | Settimana Santa » |
Volo di Gabbiani
Post n°412 pubblicato il 01 Aprile 2012 da Zero.elevato.a.Zero
Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
Ventaccio teso da Scirocco, raffiche sopra i 40 nodi, con un cielo di nuvole inquiete, che questa forte pressione spazzerà via per poco prima che arrivino i giorni di pioggia. La sabbia prende il volo dalla spiaggia ed invade i passanti sulla strada con mille aghi che pungono la pelle, una sabbia che vorrebbe allontanare tutti dal mare, tutti quelli che non si sentono cittadini di questo universo dal carattere imprevedibile. Visitando le propaggini del porto questa mattina, sulla via che porta alla barca in attesa, pensavo che oggi non è giorno da piccioni: questi con le piume arruffate scelgono il riparo ridossato dal vento, attendono cieli più limpidi con brezze leggere. Alla stessa maniera riposano appena dondolanti le barche nella darsena, creando un concerto di fiati con le sartie che fischiano alle raffiche e con il battere ritmico delle drizze sugli alberi. Il popolo dei naviganti ozieggia indolente attorno ai bar o si dedica alla cura della barca con qualche mestiere sotto coperta. Ci sono anche i gabbiani però, i gabbiani che amano le raffiche forti, il vento li chiama e loro sempre rispondono, in un volo a planare dove si mostrano impavidi figli del cielo e delle onde del mare. Conoscono i gabbiani l’insidia del mare? Quel sapore di sfida che porta a superare la prudenza ad avvicinare i margini di sicurezza fino a toccarli. Sanno dosare quella sensazione di essere in pochi a volare dove gli altri non osano per le percosse delle onde, scossi delle raffiche impreviste, quando sentono il sostegno dell’aria che li eleva a prediletti senza cedere all’orgoglio di questa ebbrezza? Come gabbiani abbiamo anche noi aperto le vele nel mare minaccioso, una breve danza tra le raffiche forti e generose, schiudendo ali bianche di dacron con cautela e poi sempre più confidenti, fino a vivere pochi ma intensi momenti nel grido del vento tra applausi di onde. Attorno a noi altre ali piumate, ed altre ali d’uomo, i kiters che vivono con gioia complice questi giorni potenti, quando tingono le loro scie con i propri colori spinti più in alto nel cielo. E infine il rientro, un atterraggio verso la quiete, ritrovando i punti fermi che qualcuno potrebbe chiamare ormeggio, o addirittura nido. All’ingresso del porto la statua della donna che addita il mare, che ammonisce dei suoi pericoli, ma con la mano punta verso quell’orizzonte instabile che chiama con melodia potente e ineludibile. Nonostante la consapevolezza del rischio è un canto di sirene, questo ringhio aspro di onde negli acuti vibranti delle raffiche: una malia che chiama al cuore ed il cuore non può che aprirsi ogni volta, con ali bianche che cercano forza ed una visione lontana. Nonostante il segnale evidente del pericolo, nonostante i richiami alla prudenza… gabbiani!
Scegliamo il nostro mondo successivo in base a ciò che noi apprendiamo in questo. |
AREA PERSONALE
MENU
CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG
DARUMA
Bambola Daruma regalo di Aikoyuki
Inviato da: bisou_fatal
il 19/10/2024 alle 09:06
Inviato da: Zero.elevato.a.Zero
il 19/10/2024 alle 08:53
Inviato da: bisou_fatal
il 17/10/2024 alle 19:32
Inviato da: Zero.elevato.a.Zero
il 03/10/2024 alle 10:31
Inviato da: Zero.elevato.a.Zero
il 03/10/2024 alle 10:31