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Il cuore nel cielo

Post n°437 pubblicato il 14 Settembre 2012 da Zero.elevato.a.Zero
 

DirezioneCieloLo scorso fine settimana i cieli di Rimini hanno ospitato una bellissima manifestazione aerea, che invece dell’angusto perimetro di un aeroporto ha approfittato del teatro naturale della spiaggia per ospitare una folla immensa di persone, come non ricordavo da anni.
Torcicollo e naso per aria sabato per le prove e domenica per il programma completo di numerosi velivoli civili e militari.
Davanti al mare di casa, che spesso cattura i miei pensieri, lo sguardo sale a seguire le evoluzioni dei molti protagonisti, dagli idrovolanti che sposano felicemente il regno dell’aria a quello dell’acqua, fino agli acrobati di valore come il capitano Mariani con il suo Bölkow 208, seguito dal programma vertiginoso del campione Francesco Fornabaio, capace di muovere in aria il suo Extra 300 come fosse un dito della sua mano.
PelicanCompletato il programma civile, il cielo ha offerto le quinte per la presentazione di alcuni modelli di aeromobili in dotazione all’Aereonatica militare, hanno fatto così mostra di sé il fidato Tornado Panavia ed il più recente modello da trasporto: il C-27J Spartan, per lasciare poi la passerella alla sempre pregevole esibizione del fidato HH3F Pelican, elicottero anfibio da soccorso che per anni è partito dalla pista di casa a Miramare per salvare vite e prestare il più veloce soccorso; ora si è trasferito appena poco più lontano nella base di Pisignano a Cervia, ma regala ogni volta la visione rassicurante di un amico pronto nei momenti di bisogno.
Il rombo del nuovo caccia da superiorità aerea Eurofighter Typhoon ha ammaliato e impressionato per il suo fragore e la potenza del velivolo, comunque agilissimo, lasciando, una lunga eco di silenzio e di attesa per la regina protagonista della manifestazione.
Già in altre pagine ho raccontato del mio amore per il cielo e per la gente dell’aria, amore che si concretizza in un gruppo capace ogni volta di scatenare commozione ed entusiasmo, come in me anche in migliaia di persone presenti in fervente attesa di vedere la formazione dei dieci pony lasciare una striscia tricolore nel cielo, ed ecco finalmente la Pattuglia Acrobatica Nazionale Frecce Tricolori.
È chiaro che il loro volo rappresenta qualcosa che va ben oltre la tecnica e la padronanza del devoto Aermacchi MB339 in servizio ormai da 30 anni di applausi raccolti in tutti il mondo ed ancora una volta qui, sulla sabbia romagnola, dove anche i Vu cumprà si sono fermati dalla necessità del loro lavoro precario, catturati da uno spettacolo irresistibile, uno spettacolo per ogni italiano.
Colpisce come sempre quel gioiello di aerei incollati tra le nuvole, incarnazione di capacità di squadra, di abilità personale, ma anche di creatività e di gioia che sono il testimone più vero del nostro spirito nazionale.
In questo paese pieno di problemi irrisolti, mal governato da persone senza scrupoli che pure siamo noi  a destinare ai seggi più rappresentativi, credo serva ora più che mai un simbolo ed un elemento concreto che si possa identificare con la tanta gente che lavora, si impegna e progredisce, con le genialità creative che sono da sempre un punto di prestigio della nostra nazione, con la capacità che abbiamo di essere inventori poeti e navigatori, in questo caso del cielo: le Frecce sono la visione univoca di tutto questo, in ogni ricamo che i loro fumogeni lasciano intarsiando il cielo con il rombo dei motori.
Vale ricordare la vicenda di personaggi come la senatrice Menapace, sostituita a furor di popolo dopo le intenzioni di porre fine all’esistenza del 313º gruppo, occasione che rappresenta la volontà efficace delle persone che si sentono italiani di voler vedere volare ancora, e senza fine, il lampo bianco rosso e verde delle Frecce, al quale rispondere con un applauso che fa eco al getto dei reattori e con occhi che brillano come brillano le dieci gemme di metallo, mentre le mani si sollevano in un abbraccio al passaggio dei piloti che salutano la folla.
Di questo nuovo e sempre meraviglioso incontro rimangono nel ricordo molte immagini, ma su tutte incancellabile la visione di quel cuore disegnato nel cielo e trafitto dal tricolore, quel cuore che è anche mio, rapito dal rombo ammaliante della PAN e condotto lassù tra le nuvole a vedere che bella l’Italia nel cielo, l’Italia che non smette di volare.

Cuore

 
 
 
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