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Acqua Medicina

Post n°514 pubblicato il 18 Luglio 2016 da Zero.elevato.a.Zero
 
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Dyjandi Falls

Sono un animale abitudinario con ritmi costanti e inesorabili. Uno dei precetti delle arti marziali insegna che il ritmo uccide la fatica ed è l’invito a trovare quello proprio per non farsi soverchiare dalla pigrizia. Insomma io credo che l’abitudine sia decisamente un bene anche quando, come nel mio caso è un male.
Non c’è niente da fare, soffro l’Estate e dopo anni di analisi, tormenti, cerusici, dotti medici e sapienti so perfettamente quali siano le cause e quali possono essere i rimedi.
Solo che i rimedi non sempre sono in grado di metterli in campo tutti.
Il filo conduttore di questa medicina credo che sia l’acqua, prendere il mare mi riporta in un giorno massimo due ai parametri salutari che tali si mantengono anche dopo i giorni dello sbarco finale con il rientro a casa (ma quest’anno causa lavoro non si può).
Quando, com'è appena successo, passa un fronte temporalesco che rinfresca di pioggia e anima di fulmini la notte ecco che la mattina mi vede in condizioni migliori (anche la tempesta però non si può assumere a comando come faccio con pillole variamente colorate).
Infine so che devo bere spesso e molto, quando il lavoro non è troppo concitato me lo ricordo, ma poi devo tenere presente che tutto ciò che entra esce ed essere previdente nella scelta dei luoghi in cui mi trovo.
Da ultimo non va sottovalutato l’effetto salvifico della musica, quella che porta gioia: come ho già avuto modo di dire la mia musica medicina vibra molto spesso con le frequenze di Beethoven. Ecco uno dei motivi per i quali ho scelto questo capolavoro che risulta uno degli ultimi regali del genio di Bonn, scritto quando, ormai malato e sordo, anche lui cercava attimi di gioia terapeutici (si tratta infatti dell’ultimo movimento della 9° Sinfonia con il brano corale An die Freude: l’inno alla gioia).
C’è di più, questo brano come tutti sanno è stato scelto quale inno dell’Europa, quella che io vedo come una riunione di donne e uomini che condividono il medesimo passato e la stessa cultura sparsa da millenni nel vecchio continente. Non è l’Europa degli avidi vampiri bancari che si nutrono dei bocconi migliori, com'è successo in Grecia, per poi lasciare alla miseria il resto della popolazione indebitata. Un'Europa saggia nell’abbattere confini e nel permettere una conoscenza sempre migliore degli usi e delle tradizioni, libera di muoversi come le note rinfrescanti di questo canto corale del quale propongo la traduzione dall’originale di Friedrich Schiller.
Auguri di ogni Bene :)

 

 

O amici, non questi suoni!
ma intoniamone altri
più piacevoli, e più gioiosi.

Gioia, bella scintilla divina,
figlia dell'Elisio,
noi entriamo ebbri e frementi,
celeste, nel tuo tempio.

Il tuo fascino riunisce
ciò che la moda separò
ogni uomo s'affratella
dove la tua ala soave freme.

L'uomo a cui la sorte benevola,
concesse il dono di un amico,
chi ha ottenuto una donna leggiadra,
unisca il suo giubilo al nostro!

Sì, chi anche una sola anima
possa dir sua nel mondo!
Chi invece non c'è riuscito,
lasci piangente e furtivo questa compagnia!

Gioia bevono tutti i viventi
dai seni della natura;
vanno i buoni e i malvagi
sul sentiero suo di rose!

Baci ci ha dato e uva,
un amico, provato fino alla morte!
La voluttà fu concessa al verme,
e il cherubino sta davanti a Dio!

Lieti, come i suoi astri volano
attraverso la volta splendida del cielo,
percorrete, fratelli, la vostra strada,
gioiosi, come un eroe verso la vittoria.

Abbracciatevi, moltitudini!
Questo bacio vada al mondo intero!
Fratelli, sopra il cielo stellato
deve abitare un padre affettuoso.

Vi inginocchiate, moltitudini?
Intuisci il tuo creatore, mondo?
Cercalo sopra il cielo stellato!
Sopra le stelle deve abitare!

"Gioia" si chiama la forte molla
che sta nella natura eterna.
Gioia, gioia aziona le ruote
nel grande meccanismo del mondo.

Essa attrae fuori i fiori dalle gemme,
gli astri dal firmamento,
conduce le stelle nello spazio,
che il cannocchiale dell'osservatore non vede.

 
 
 
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