Ci vorrebbe il mare dove non c'è amore Il mare in questo mondo da rifare (Marco Masini)
L’equinozio per me è un punto di passaggio fondamentale, per questo mi riprometto di trasformare in scrittura almeno qualche pensiero. È anche un momento di riflessione e di bilancio sull’Estate che la vita mi ha regalato, in modo da tenere lucidi i ricordi più belli e riporli in modo che non vengano sepolti dalle foglie che iniziano a cadere. Capisco di nuovo, dopo un lungo silenzio, che scrivere mi fa bene e che viaggia controcorrente alla mia pigrizia, il mio difetto peggiore. Per cui nei giorni a venire ci proverò nuovamente: scriverò della vacanza trascorsa a ferragosto, non tanto per lasciare un diario di bordo o un portolano, ma per raccontare momenti importanti , a volte attimi, che cercherò di non dimenticare. Intanto oggi inizio con una affermazione che è una premessa, ho l’abitudine di spendere i miei giorni di vacanza per quanto possibile in mare, non al mare, quello ci sarebbe anche a pochi minuti da casa, a me piace in mare, sopra un universo instabile e scodinzolante che ha la forma di una barca a vela, perché sono due visioni antitetiche della vita e io sposo quella più ecologica. Secondo tratto importante: la barca a vela è un mondo diverso da quello della terraferma, dipende da forze della natura come il mare e il vento che si devono rispettare, quindi a volte il pavimento sotto i piedi è inclinato e la cucina dondola tanto che non è possibile accendere un fuoco per cucinare, si mangia qualcosa di freddo che si possa tenere in mano. Le cabine non sono ampie come quelle di un albergo, anche se a me questa cosa offre un senso di protezione, lo stesso che provo nei giorni di pioggia quando si mangia assieme sottocoperta e tutto sembra più intimo e autentico. Per questo capita che le presenze umane stringano amicizie sempre più forti oppure nascano litigi e disparità di pensiero, è una vita che chiede sincerità: nel bene o nel male. La conseguenza di quanto appena affermato è che il velista vive la natura con una evidente forma di rispetto, dormire lontano dai porti, “in rada”, vuol dire vigilare di notte su eventuale capricci del vento che fa girare la barca attorno all’ancora (per questo si chiama alla ruota) e a volte mette alla prova la tua perizia nell’assicurarti efficacemente al fondo con raffiche improvvise che tendono la catena. Eppure è una vita bellissima, sdraiati di schiena con gli occhi verso una moltitudine di stelle che si fanno riconoscere per nome o per costellazione, raccontando miti arcani, indicandoti percorsi e destinazioni che gli antichi avevano imparato a leggere e che si sono tramandati fino ad oggi, nonostante la tecnologia abbia fatto passi da gigante. L’essere umano però non cambia velocemente come le sue invenzioni, resta quello che dopo il crepuscolo astronomico ha il bisogno di un racconto personale con gli amici che lo circondano, scoprendo come il cielo che si è fatto scuro e il calore di un bicchierino di Rhum aiuta ad aprire l’animo al racconto ed all’ascolto. C’è poi quella scommessa eterna di poter prevedere come sarà il domani, con il desiderio mai celato di essere capaci di interpretare nuvole, onde e colori del mare, per poter capire se le prossime ore saranno accarezzate da una tranquilla bava di vento o da una inebriante giornata di raffiche, oppure condizioni più severe imporranno un riparo tranquillo da dedicare all’ozio o alle infinite riparazioni, aspettando che il tutto migliori e il mare si calmi. Il mare è un essere femminile volubile e va apprezzato per la sua indole, è una forma di corteggiamento quella con le onde e con le raffiche fatta di voglia di rispetto e reciproca conoscenza: un’esperienza d’amore. Finisce l’Estate, nella quale ho avuto in regalo il mare: non c’è dono più bello. Buon Vento!
Inviato da: bisou_fatal
il 19/10/2024 alle 09:06
Inviato da: Zero.elevato.a.Zero
il 19/10/2024 alle 08:53
Inviato da: bisou_fatal
il 17/10/2024 alle 19:32
Inviato da: Zero.elevato.a.Zero
il 03/10/2024 alle 10:31
Inviato da: Zero.elevato.a.Zero
il 03/10/2024 alle 10:31