Il lavoro mi ha portato a Coriano ieri mattina, una Coriano diversa dal consueto, nonostante il sole capace di sciogliere la nebbia si respirava un silenzio ovattato, umido di pensieri grevi. Chi abita da queste parti ha avuto modo di incontrare più volte Marco Simoncelli, facile da notare per la sua criniera e per il sorriso solare. Un ragazzo sempre pronto alla battuta e sempre disponibile per un autografo o una foto ricordo, un giovane romagnolo incontaminato dal mondo delle luci e della ribalta del grande circo mediatico delle corse: schietto come il vino che si beve da queste parti. La Romagna si ferma per dargli l’ultimo saluto, credo che l’onda emotiva vada ben oltre i confini di questa terra. Io mi interrogo sul perché di questo slancio di cuori. In fondo molte vite acerbe sono spezzate quotidianamente dalla fatalità, dalla malattia, dalla guerra. Sono volti che non conosciamo però, nei quali non possiamo riflettere i nostri pensieri. Un campione sportivo, di una disciplina così cara in questi borghi e spesso ingorda di giovani vite, è invece qualcosa che ci serve come simbolo, a dimostrare che le nostre paure, le riluttanze quotidiane, il timore del rischio, sono polvere secca rispetto alla creta malleabile della determinazione, del coraggio di prendere la propria vita e darle la forma più desiderata, facendo di un sogno materia sustanziata ed insieme gonfia di anima. Credo sia per questo che il tributo di una vita troppo presto spezzata sia così iniquo, è un soffio di vento freddo che spegne la fiamma di un sogno del quale resta solo il fumo scuro e noi desideriamo luce, possibilmente sempre. Vivo questo momento di dolore con il ricordo mai cancellato di un altro centauro riminese, di un altro campione troppo presto chiamato a correre più in alto, era un tipo schietto anche lui, irruente in pista dove mostrava uno stile parallelo, fatto di cuore più che di calcolo: Renzo Pasolini, il pilota con gli occhiali che ha sgasato l’ultima volta in quella curva di Monza nel 1973. Il pensiero però torna prepotente ai genitori di Marco alla loro straordinaria capacità di sostenere in modo tanto coraggioso le inclinazioni del figlio, curandole, seguendole dai primi passi fino all’ultimo viaggio, sempre presenti, sempre vicini anche nei momenti di dubbio ed incertezze: forse per questo il sorriso di questo ragazzo era tanto pieno di luce ed il suo cuore colmo di gesti generosi. Io voglio ricordarlo così, con il Sic che mangia la piada vicino agli affetti più cari. Diobò, diceva spesso tanto da usarlo nel titolo della sua biografia, spero anche io che il Dio buono possa riempire il vuoto che resta nel cuore di Paolo e Rossella, ridefinendo un senso della vita in questo momento tanto difficile da cogliere. La vita prevede lo stesso traguardo per tutti, ma tu Marco hai voluto essere come sempre il più veloce, Dai de gas campione!
È sempre triste quando qualcuno che si conosce se ne va troppo presto, ma nel caso di Sic la tristezza è più grande proprio per il personaggio semplice e allegro che è sempre stato. Non sembrava nemmeno un "campione", uno di quelli pieni di boria. Lui scherzava con tutti, anche quando andava ospite in trasmissioni aveva sempre la battuta pronta e si vedeva che si divertiva e che non era una parte che stava recitando. È un dolore davvero grande questa perdita.
Non era un eroe. Lo sai, per me gli eroi sono altri. Sono le persone che lottano per vivere, non quelli che rischiano sapendo di rischiare e che, nonostante tutto fanno un lavoro che è per loro il più bello al mondo, e per questo sono anche strapagati. Non era un eroe, no, non lo era. Ma era un ragazzo dolcissimo, che ha saputo portare la nostra Nazione al primo posto nel podio di uno sport che non è il solito sport per il quale il mondo economico gira dimenticandosi degli altri sport, cosidetti minori. Era inoltre uno sport che è di casa dalle tue parti, uno sport che ci ha donato altri personaggi simpaticissimi e valenti. Piango un ragazzo, troppo giovane per morire, senza dimenticarmi di altri funerali che sono stati nel mio cuore, e di tutti quelli che non riescono a entrare pur meritandone un posto. Voglio ricordarlo così, come Jova lo ricorda sulla sua bacheca fb.. tra gli amici con il sorriso. Laura
è un ragazzo che ha sfidato la vita e nel tentativo di arrivare primo ci ha preceduto in tutto, anche lì...purtroppo. Come sempre si rimane attoniti e senza parole.
Commuove questa vita spezzata, Max..
Quella dei suoi cari, della fidanzata, della gente qualunque che conosceva, degli amici, di chi ha avuto la fortuna di incrociare la sua vita. E commuove, commuove tanto questa immensa dignita' del dolore di questa famiglia, come qui in questa foto di ricordo di una tavola apparecchiata tutti assieme.
Avranno poi tempo di poter trovare lacrime da versare, al nascosto dei riflettori, la 'sua gente'. Al di la' di eroi, di campioni dello sport....strugge questo sguardo che conduce ad una vita serena di un ragazzo così giovane e sicuramente fortunato.
L'unica...'consolazione', se posso, è che è mancato dove piu' sentiva d'esser vivo. Dove piu' le sue giovani ali hanno preso il colore argento delle stelle....
Cari amici, perdonate se vi stringo in un abbraccio collettivo, se non trovo la forza di ringraziare ciascuno di voi ad uno ad uno con la parola. La mia città è silenziosa mentre si celebra il funerale di Marco Simoncelli, la mia città opulenta e sempre indaffarata oggi si ferma commossa davanti a televisioni e megaschermi. Il pensiero vola poco distante al colle ubertoso dove si lascia l’ultimo saluto al corpo, ma certo non all’anima, di questo campione. Credo con viva fermezza che ogni situazione della nostra esistenza possa essere motivo di scoperta e di meraviglia, anche quella colma del dolore che lascia sgomenti e con interrogativi difficili persino per il Vescovo di Rimini. Le luci crude delle telecamere hanno permesso di conoscere in queste ore molti lati speciali di questa persona, che ha avuto la dote di essere normale e sincero in maniera irresistibile, senza perdere o stravolgere mai il talento della sua genuinità. Le stesse luci, io credo mettono in mostra anche gli eroi, che io vedo distintamente nella figura dei genitori di Marco. L’eroismo è quello di una coppia di persone straordinariamente normali come sono Paolo e Rossella. Il loro amore è di quelli semplici ma veri, capaci di amare un figlio non secondo i propri desideri ma seguendo e incoraggiando la sua inclinazione. Per anni ed in silenzio, con grandi sacrifici personali, non solo economici, ma soprattutto di dedizione, hanno permesso che il mondo conoscesse non solo il talento in gara di un giovane guerriero, ma il suo cuore indomito e aperto.
Molte volte ho espresso il concetto che le persone sono pietre preziose, loro hanno avuto il talento e il coraggio di avere in dono un meraviglioso diamante grezzo e di non tagliarlo secondo il proprio desiderio, con facce che risplendessero secondo un gusto personale. Lo hanno invece lasciato intatto, illuminandolo più forte con una luce fatta di determinazione e di dolcezza, per questo splendeva in modo diverso e singolare, per questo la perdita di una pietra tanto rara addolora e lascia il rumore del vento lungo le case.
Io credo siano loro a meritare questo appellativo di eroi, perché ogni atto d’amore genera frutto buono, e il loro è stato così speciale da essere amato ed apprezzato da tutti. Secondo un disegno misterioso questo frutto è giunto a maturazione ed è stato colto, rimane però sul picciolo questa stilla umorosa ancora dolce, ed è quello che spero possa consolare dal vuoto della presenza fisica chi ha saputo accudirlo con enorme affetto generandolo tanto zuccherino che ancora se ne vorrebbe gustare.
Un grazie colmo di affetto per i vostri pensieri.
commossa nella lettura di questo tuo pensiero....ho letto e pianto come ho pianto quella mattina alle 10 e qualcosa...e per molti giorni ancora come se fosse mio figlio o mio nipote...
la compostezza, la dignità e molto altro sono da esempio a tutti i giovani. Un angelo tornato in cielo e sceso sulla terra forse per un compito.
Far respirare aria di speranza a tutti noi... morire è anche questo....
Un abbraccio forte a te... Paola
Laura
Quella dei suoi cari, della fidanzata, della gente qualunque che conosceva, degli amici, di chi ha avuto la fortuna di incrociare la sua vita. E commuove, commuove tanto questa immensa dignita' del dolore di questa famiglia, come qui in questa foto di ricordo di una tavola apparecchiata tutti assieme.
Avranno poi tempo di poter trovare lacrime da versare, al nascosto dei riflettori, la 'sua gente'. Al di la' di eroi, di campioni dello sport....strugge questo sguardo che conduce ad una vita serena di un ragazzo così giovane e sicuramente fortunato.
L'unica...'consolazione', se posso, è che è mancato dove piu' sentiva d'esser vivo. Dove piu' le sue giovani ali hanno preso il colore argento delle stelle....
Un grazie colmo di affetto per i vostri pensieri.