Mal di terra: Il mal di terra, noto anche come mal de débarquement (MDD), è un tipo di vertigine e di squilibrio che insorge dopo essere scesi da una imbarcazione, più spesso a seguito di un viaggio di lunga durata.
Soffro molto poco il mal di mare e conseguentemente il mal di terra; mentre al primo ci sono molte strategie per resistere, visto che nasce da cause oggettive esterne al marinaio, il secondo si cura soltanto con la pazienza e quando mi succede lo vivo con la nostalgia dolcissima per il senso di ricordo delle onde che cullano oltre il loro abbandono. Avrei voluto moltissimo soffrire di quel genere di mal di terra e porlo delicatamente tra i ricordi di questa Estate. Invece sono rimasto in secca con i piedi fin troppo calati su superfici solide e polverose. La vita ha voluto così, questa sarà la stagione calda che inserisco nella rubrica dei ricordi alla voce Cantiere (sottovoci: polvere, rumore, disagio, preoccupazioni, tempi stretti, affanno). Al passaggio dell’equinozio autunnale ho lasciato in altri anni pensieri più o meno brevi di onde, isole, salmastro, a volte anche di fulmini e onde potenti, quest’anno invece sono ricordi poco spensierati e di grande fatica spesa nel lavoro senza pause, con il cuore che non accetta di mantenere il ritmo e protesta con numeri impressionanti; accanto passano i molti eventi che segnano perfino il diario della storia, ma non il mio, sul quale scivolano come granelli di calce bianca che le brezze stanche di Agosto non riescono a fare danzare mentre attendono il ritorno della pioggia che lava via. È tempo di ringraziare ancora una volta la vita, che ingiustamente ho sentito poco prodiga di benessere perché fatta di terra solida e non di acqua in movimento: la fatica rende le cose più preziose, mentre dal desiderio nasce il dolore; finalmente arriva in vista il filo di lana dell’Equinozio, agognato come il traguardo da varcare dopo una lunga maratona. Così un solo week end che il mio Kohai mi regala sulla sua barca mi sembra una crociera bella come quella delle isole nell’Oceano indiano e il passaggio delle Frecce tricolori che più volte ha colorato i cieli vicino a casa mi solleva nel loro volo fatto di poesia e di talento: le cose rare sono per questo preziose e care, questo è il Kokoro del mio ringraziamento del passaggio. Adesso spero che la vita ritrovi i ritmi autunnali con una voce cara per dirsi buongiorno ogni mattino che nasce, con il mare dai chiaroscuri bellissimi e dai movimenti inquieti, con la casa sottoposta a ristrutturazione che torni ad essere nuovamente nido confortevole, dove trovare le cose al loro posto normale senza ricerche impegnative alla Indiana Jones. Spero di ricominciare presto la spada, che ora è quella storica scandita dalle parole del Rinascimento italiano, lasciando al giapponese del Kendo solo qualche momento per praticare Kata in un Dojo che ha perso la sua identità riminese per trovarne una più ampia e romagnola, ma nel quale non sento più di appartenere. Infine aspetto il tempo che verrà ma che non so cosa potrà portare, porgendo la tazza da tè appena ripulita d’acqua rosa e trasparente con un inchino ed inguaribile speranza.
Namasté
A vita è comme 'o mare s'arrobba 'e ccose e po' te fa truva' sarrà na rosa o nu curtiello sarrà nu cielo chieno 'e stelle è acqua salata ca nun serve pe' chi tene sempe sete ...
'A vita è comme 'o mare pare che cagna e invece è sempe 'a stessa primma t'abbraccia po' te lassa e 'n'ata vota vene appriesso è acqua santa 'e chi ha sbagliato e se vo' lava' 'e peccati
Ma j' voglio a tte !!! si' 'a terra ca me manca e ll'aria che sta attuorno si' 'o fuoco ca m'abbrucia e j' voglio a te a te a te a te a te ma j' penso a tte !!! comme na stella ca nun se fa vede' ...
'A vita è comme 'o mare te porta 'nterra 'a rena e se ne va pe' 'ncopp' 'a ll' onna e po' va 'nfunno e fino addò fernesce 'o munno è acqua rosa e trasparente o è nera e nun se vede niente
Ma j' voglio a tte !!! si' 'a terra ca me manca e ll'aria che sta attuorno si' 'o fuoco ca m'abbrucia e j' voglio a te a te a te a te a te ma j' penso a tte !!! comme na stella ca nun se fa vede' ...
La vita è come il mare si ruba le cose e te le fa ritrovare sarà una rosa o un coltello sarà un in cielo pieno di stelle è acqua salata che non serve a chi ha sempre sete
La vita è come il mare pare che cambi invece è sempre la stessa prima ti abbraccia e poi ti lascia e un’altra volta viene vicino è acqua santa e chi ha sbagliato e si vuole lavare i peccati
Ma io voglio te sei la terra che mi manca e l’aria che c’è intorno sei il fuoco che mi brucia e io voglio te, te , te, te ma io penso a te come a una stella che non si fa vedere
La vita è come il mare porta a terra la sabbia e se ne va in cima all’onda e poi va a fondo fino a dove finisce il mondo è acqua rosa e trasparente o è nera e non si vede niente
Ma io voglio te sei la terra che mi manca e l’aria che c’è intorno sei il fuoco che mi brucia e io voglio te, te , te, te ma io penso a te come a una stella che non si fa vedere
Il Buddha indicando i tre rifugi per la liberazione ricordava l'importanza del Sangha: il cerchio di amici che condividono la tua stessa via di liberazione; con lo stesso sorriso ringrazio la luce della tua presenza,
Namasté
diversa è la tua vita, eppure questo tuo post, lo sento mio. E' non è solo una consolazione di parole, la mia.
A parte, il brano, pieno di nostalgia.. mi mancano moltissimo il mare e l'estate. Perchè nonostante la fatica estrema alla quale sono sottoposta per tutta una serie di motivi oggettivi, - sono il mio traino interiore..
e ora, quindi per me, è ancora più dura.
Sono stata al mare 15 giorni orsono, ma era violento e tempestoso, come se, non volesse l'autunno... poi tutto si risistemerà.. come è giusto che sia.
Grazie per avermi permesso di scrivere le mie emozioni qui. e per aver donato le tue.
Grazie, infinite.
Roberta
La vita è come il mare
pare che cambi invece è sempre la stessa
prima ti abbraccia e poi ti lascia
e un’altra volta viene vicino
è acqua santa di chi ha sbagliato
e si vuole lavare i peccati
Il mio rapporto con il mare non è facile: per molto tempo l’ho maledetto per avermi preso amici e tolto certezze, ho imprecato contro le sue onde e i venti di traversia, perché non capivo che il mare e la mia anima sono in fondo la stessa cosa: Lui grande grande ed io piccolo piccolo, immagini di uno specchio deformante di una stessa essenza. Ho capito, solo alla fine, che la rabbia contro di Lui era la rabbia verso di me, per non essere stato con loro in quei momenti terribili e che la lezione ultima, quella che mi ha portato di nuovo sulle onde del mio piccolo Adriatico, è che la vita richiede pazienza per essere accettata anche se quasi mai compresa.
Così ho trovato tregua al mio tormento e sollievo nella pace del mare, anche quello tempestoso che a volte non mi vuole vicino, come succede ad un amico nei suoi momenti cupi, ma con la certezza che poi tutto passerà ed un nuovo abbraccio salvifico suggellerà la gioia di un incontro sempre desiderato. Cantando dell’Oceano riesco a sentire il ruggito del mare :)
Come le dolci piogge che rigonfiano i ruscelli
si riversano nei fiumi e si ricongiungono agli oceani,
possa la forza di ogni tuo attimo di bontà
scorrere e diffondersi
per risvegliare e guarire ogni essere,
presente, passato e futuro.
Possa la forza di ogni tuo attimo di bontà
soddisfare presto i desideri del tuo cuore
con lo splendore della luna piena
e la magia di una gemma che si apre.
Possa la forza di ogni tuo attimo di bontà
distogliere pericoli e malattie.
Possa rimuovere ogni ostacolo dal tuo cammino.
Possa donarti una lunga vita e serena
per tutti coloro che custodiscono
il rispetto nel cuore
e seguono con saggezza e compassione la Via.
Possa la tua vita godere delle quattro benedizioni:
Vecchiaia, Bellezza, Felicità e Forza
(Mantra derivato dal Udana)
CARO Amico, permettimi di chiamarti così, (che tu mi insegni la via, anche attraverso questi Lidi)- questo Mantra (col tuo consenso) avrei intenzione di metterlo sulle mie pagine di vita. Di modo che, possa farlo mio; se mi autorizzi, ne sarai felice.
GRAZIE, infinite.
E buon viaggio...
grazie, non so dire altro che grazie.
Roberta
Cara Amica,
fosse mio questo Mantra te lo offrirei con la dovuta gratitudine per il tuo apprezzamento, ma come vedi appartiene alla tradizione più antica del buddismo, quindi è già completamente tuo quanto del resto del mondo che lo accoglie tra la mani: come un sorso d’acqua che toglie la sete.
A ben pensarci anche le mie idee più originali, i pensieri più intimi che scrivo qui, non sono del tutto miei perché nascono da altre idee e da altre letture o scoperte delle quali io sono solo un filtro imperfetto. Quindi con molto piacere sono felice di vedere una mano raccogliere le povere cose che lascio per renderle migliori e allargare il cerchio della condivisione.
Dopo avere scoperto la tua poesia preferita, ti lascio uno stralcio della mia, si tratta di un epitaffio, scritto da Lee Masters immaginandolo scolpito su di una lapide del cimitero lungo il fiume Spoon. Un epitaffio, eppure un bellissimo inno alla vita; per quello che riguarda la tua richiesta vorrei avere trovato queste parole, che prendo a prestito con cuore sincero…
…Tutto è tuo, giovane viandante;
entra nella sala del banchetto con questa certezza:
non avanzare timorosa come se dubitassi
d'essere la benvenuta - è tua la festa!
E non prendere solo un poco,
rifiutandone ancora con un timido "grazie",
quando hai fame.
È viva la tua anima?
Allora che si nutra! ...
(Spoon River Anthology – Edmund Pollard)
Ma guardate l'idrogeno tacere nel mare
guardate l'ossigeno al suo fianco dormire:
soltanto una legge che io riesco a capire
ha potuto sposarli senza farli scoppiare.
(De André - Un Chimico)
:-) mitico Fabrizio, mitico pezzo, ma bellissime tutte..
visto che il link lo sai ancora fare?
è "libero", ad avere problemi.
ciao ! un sorriso.
Roberta
Un omaggio per Lei da me,Comandante Zero (mi permetto di darti questo appellativo provvisorio...suona bene poi...sembra il titolo di un eroe dei fumetti e poi con la passione per il mare pure...:)
Non ho mai raccontato molto della mia predilezione per i super eroi della Marvel: fatto sta che l’Uomo Ragno incontra in un ospedale psichiatrico un ragazzone ben piazzato che, nonostante le sue disabilità mentali, si dimostra un prezioso alleato di Spiderman: il tipo si fa chiamare Capitan Zero :)
Ma l’eroe al quale ho pensato, grazie a te, assume piuttosto le sembianze del marinaio raccontato dalla penna di Hugo Pratt: Corto Maltese, al quale ho sempre invidiato oltre alla fratellanza col mare, la voglia inestinguibile di avventura. Non so quanto vivrà questo video che ho trovato in rete ma unisce molte delle emozioni che mi hai regalato. Grazie davvero :)
Ho amato dall'infanzia i fumetti e ancora li amo...potrei non amare il grande Maltese? Potrei come te non aver sognato una qualche forma di immedesimazione? Certo poi tu hai un grosso vantaggio:il Mare :)Magnifica la traduzione filmica che mi pare sia stata proposta da disegnatori francesi (ormai è un mito mondiale l'eroe di Pratt).Grazie a te.:)
È molto vero quello che dici: il mare a differenza della solida terraferma ti permette di viaggiarlo lungo percorsi che decide lui. Scarrocci, derive, Onde di traversia, tempeste da scapolare, ti portano a scoprire luoghi e approdi che non erano previsti su quella linea sottile tracciata prima della partenza alla quale diamo il nome di rotta, linea che rappresenta un desiderio e mai una certezza.
Benvenuta a questa spiaggia imprevista e sempre: Buon vento!
Come può un ingegnere da mattone non apprezzare e continuare a rileggere i capolavori di uno scrittore ed anche matematico, che prospetta universi paralleli in pieno accordo con la meccanica quantistica, ma anche con la moderna psicologia? Un viaggio metamorfico dall’infanzia all’età adulta con le inevitabili paure che il peso del mondo con la sua complessità impossibile da comprendere per intero e difficile da accettare, seppure in modo onirico, fa gravare addosso.
Confucio nella sua semplicità ammoniva: “se non sai dove andare non andarci”, ma a dargli ascolto non ci sarebbero più viaggiatori e nemmeno scoperte. Confucio non era certamente un marinaio per il quale la rotta rimane un desiderio tracciato a matita, consapevole dei possibili capricci del vento e delle correnti, cosciente di sfidare la forza del mare tanto più grande di lui. Nonostante le tante volte che l’ho fatto, quando mollo gli ormeggi per prendere il largo sento profonda e mai sopita l’energia di un piccolo timore che voglio chiamare prudenza, solo per dare un nome diverso alla paura; è per questo che avvistare un faro nella notte, intravedere le prime linee della costa da raggiungere, restituisce quella frazione di fiato trattenuto nel punto più nascosto dei polmoni, così che il respiro si fa più ricco e sale alla gola la voglia di cantare: improvvisamente.
Buddha
Namasté
pare che cambi invece è sempre la stessa
prima ti abbraccia e poi ti lascia
e un’altra volta viene vicino
è acqua santa di chi ha sbagliato
e si vuole lavare i peccati
Il mio rapporto con il mare non è facile: per molto tempo l’ho maledetto per avermi preso amici e tolto certezze, ho imprecato contro le sue onde e i venti di traversia, perché non capivo che il mare e la mia anima sono in fondo la stessa cosa: Lui grande grande ed io piccolo piccolo, immagini di uno specchio deformante di una stessa essenza. Ho capito, solo alla fine, che la rabbia contro di Lui era la rabbia verso di me, per non essere stato con loro in quei momenti terribili e che la lezione ultima, quella che mi ha portato di nuovo sulle onde del mio piccolo Adriatico, è che la vita richiede pazienza per essere accettata anche se quasi mai compresa.
Così ho trovato tregua al mio tormento e sollievo nella pace del mare, anche quello tempestoso che a volte non mi vuole vicino, come succede ad un amico nei suoi momenti cupi, ma con la certezza che poi tutto passerà ed un nuovo abbraccio salvifico suggellerà la gioia di un incontro sempre desiderato.
Cantando dell’Oceano riesco a sentire il ruggito del mare :)
si riversano nei fiumi e si ricongiungono agli oceani, possa la forza di ogni tuo attimo di bontà
scorrere e diffondersi
per risvegliare e guarire ogni essere,
presente, passato e futuro. Possa la forza di ogni tuo attimo di bontà
soddisfare presto i desideri del tuo cuore
con lo splendore della luna piena
e la magia di una gemma che si apre. Possa la forza di ogni tuo attimo di bontà
distogliere pericoli e malattie. Possa rimuovere ogni ostacolo dal tuo cammino. Possa donarti una lunga vita e serena per tutti coloro che custodiscono
il rispetto nel cuore
e seguono con saggezza e compassione la Via. Possa la tua vita godere delle quattro benedizioni: Vecchiaia, Bellezza, Felicità e Forza
(Mantra derivato dal Udana)
fosse mio questo Mantra te lo offrirei con la dovuta gratitudine per il tuo apprezzamento, ma come vedi appartiene alla tradizione più antica del buddismo, quindi è già completamente tuo quanto del resto del mondo che lo accoglie tra la mani: come un sorso d’acqua che toglie la sete.
A ben pensarci anche le mie idee più originali, i pensieri più intimi che scrivo qui, non sono del tutto miei perché nascono da altre idee e da altre letture o scoperte delle quali io sono solo un filtro imperfetto. Quindi con molto piacere sono felice di vedere una mano raccogliere le povere cose che lascio per renderle migliori e allargare il cerchio della condivisione.
Dopo avere scoperto la tua poesia preferita, ti lascio uno stralcio della mia, si tratta di un epitaffio, scritto da Lee Masters immaginandolo scolpito su di una lapide del cimitero lungo il fiume Spoon. Un epitaffio, eppure un bellissimo inno alla vita; per quello che riguarda la tua richiesta vorrei avere trovato queste parole, che prendo a prestito con cuore sincero…
…Tutto è tuo, giovane viandante;
entra nella sala del banchetto con questa certezza:
non avanzare timorosa come se dubitassi
d'essere la benvenuta - è tua la festa!
E non prendere solo un poco,
rifiutandone ancora con un timido "grazie",
quando hai fame.
È viva la tua anima?
Allora che si nutra! ...
(Spoon River Anthology – Edmund Pollard)
guardate l'ossigeno al suo fianco dormire:
soltanto una legge che io riesco a capire
ha potuto sposarli senza farli scoppiare.
(De André - Un Chimico)
Ma l’eroe al quale ho pensato, grazie a te, assume piuttosto le sembianze del marinaio raccontato dalla penna di Hugo Pratt: Corto Maltese, al quale ho sempre invidiato oltre alla fratellanza col mare, la voglia inestinguibile di avventura. Non so quanto vivrà questo video che ho trovato in rete ma unisce molte delle emozioni che mi hai regalato. Grazie davvero :)
Benvenuta a questa spiaggia imprevista e sempre: Buon vento!
http://blog.libero.it/elettrikamente/13569147.html
Confucio nella sua semplicità ammoniva: “se non sai dove andare non andarci”, ma a dargli ascolto non ci sarebbero più viaggiatori e nemmeno scoperte. Confucio non era certamente un marinaio per il quale la rotta rimane un desiderio tracciato a matita, consapevole dei possibili capricci del vento e delle correnti, cosciente di sfidare la forza del mare tanto più grande di lui. Nonostante le tante volte che l’ho fatto, quando mollo gli ormeggi per prendere il largo sento profonda e mai sopita l’energia di un piccolo timore che voglio chiamare prudenza, solo per dare un nome diverso alla paura; è per questo che avvistare un faro nella notte, intravedere le prime linee della costa da raggiungere, restituisce quella frazione di fiato trattenuto nel punto più nascosto dei polmoni, così che il respiro si fa più ricco e sale alla gola la voglia di cantare: improvvisamente.