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Melanzane in Potacchio, Guccini e Vino cotto

Post n°523 pubblicato il 27 Gennaio 2017 da Zero.elevato.a.Zero
 

L'empatia di un'anima
ne può aiutare un'altra
a vivere
a proseguire
nonostante
dolore
e sconfitte.

Roberta_Dgl8

Osterie di Fuori Porta

Ci sono cose che la vita insegna ad apprezzare, a volte si prende tempo per questo, magari anche parecchio ma, come dicevo, ci sono cose per le quali proviamo avversioni giovanili che poi gli anni smorzano o addirittura invertono, passando dalla repulsione al desiderio.
Ci pensavo durante lo scorso fine settimana in visita nelle Marche, al termine di una giornata dove ho potuto offrire solo le mie mani inutili e poco sale in zucca, consapevole di essere troppo piccolo per avere soluzioni a problemi enormemente più grandi di me; situazioni in cui i consigli tecnici e le prescrizioni sul buon costruire contano meno di un sorriso di speranza e di un augurio sincero verso un futuro migliore.
Consideravo al termine della giornata, seduto sulla panca di un bar / osteria su come da piccolo detestavo le melanzane, vuoi per il loro colore malinconico, il sapore facilmente tendente all’amaro quando sono trattate male e soprattutto per la consistenza che assumono una volta cotte. A questo pensavo mentre gustavo la meravigliosa semplicità delle Melanzane in Potacchio, dai sapori elementari eppure perfettamente armoniosi, ringraziando la natura di quel dono prezioso che sono queste solanacee una volta tanto detestate.
A fronte del mio niente, seppure offerto col cuore, ecco che in cambio ho ricevuto questa delizia ed ancora, durante la sua degustazione, l’ascolto a voce e chitarra rigorosamente unplugged (oggi si dice così) di qualche ballata firmata dal Maestrone Francesco Guccini reinterpretata con animo e a mio parere anche con notevole tecnica d’arpeggio, da un quasi coetaneo che ancora, grazie a Dio, frequenta luoghi di aggregazione per il piacere di regalare musica. Insomma esistono ancora le osterie.
Ecco… anche Guccini una volta mi piaceva poco, non ne faccio mistero, troppo carico di pensieri mesti per essere nelle mie corde o forse soltanto per una visione stereotipata di un autore ben poco approfondito. In questo caso sono debitore al mio amico Ugo, collega di studi che giornalmente frequentava la mia casa bolognese per imparare assieme cose ingegneresche e dividere la vita di quegli anni verdi. Quando si impossessava di una delle chitarre domestiche il suo preferito era appunto il Guccini, ed è grazie ad Ugo che ne ho fatto enciclopedica conoscenza, prima di incontrarlo poi tante volte dal vero in uno qualunque di quegli ipogei fumosi di Bologna dove a quel tempo (e per questo erano gran bei tempi) suonavano i cantautori più titolati in mezzo agli sconosciuti: per il gusto della canzone e del vino condiviso.
Vino appunto: conclude questo diario sconclusionato il bicchiere di vino cotto al termine del pasto, altro omaggio di quella terra ubertosa delle Marche così vicina a casa e per questo affatto straniera, come vuole l’attitudine medievale mai scomparsa del paese in cui viviamo.
Sul vino cotto non ho mai avuto preclusioni è buono e convince al primo bicchiere, ma anche lui va meditato e chiede tempo per essere capito e apprezzato fino in fondo, come le piccole cose buone della vita che incontri pensando di portare sollievo ed invece sono loro che ti sollevano l’anima.
Nonostante il freddo Inverno che passa, lasciano un senso di calore ed una impalpabile speranza di Primavera a venire.

Canzone delle Osterie di Fuori Porta - F. Guccini

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Commenti al Post:
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 28/01/17 alle 11:15 via WEB
Come si fa a commentare un "post", così bello? Forse tacendo, sarebbe meglio:-) azzardo una rima... Ma voglio innanzitutto ringraziare per la citazione!, Esser messa, vicino a questa foto con De Andrè, Guccini, Vecchioni !, no, dico... ma loro son di casa. Sì, sono di casa:-) allora, innanzitutto grazie per la ricetta. Non la conoscevo. A me, le melanzane sono sempre piaciute. Ricordo il sapore della parmigiana di mamma, e il mio della peperonata, ma, proverò anche questa ricetta, quando tornerà la voglia (vera) di cucinare. Dicevo, il post, è una bella dichiarazione di onestà,e coerenza. Ritengo, che, se tutto il genere umano, avesse fatto e facesse "il suo piccolo niente", come lo chiami, TU, il mondo sarebbe un posto ben migliore. Quel calore, che hai sentito, quella riconoscenza che ti hanno fatto, è qualche cosa, che permette al mondo, di non perire ancora, del tutto. In mezzo a tutte le derive, in primis quelle mentali. Anche a me, Guggini, insomma, non l'ho mai ascoltato molto, ma lo rispetto, e ne colgo, ogni volta, un senso, un segno. Come la dichiarazione "umana", in questo testo, che ho ascoltato prima cantato, e poi, letto. Bisognerebbe esser più bilanciati, tornare a quote più normali, usare l'intelletto al servizio del cuore. Cosa che hai fatto tu, unendoli in qualche cosa, di puro e semplice, come se, le osterie, sì, ci fossero ancora, .. nella semplicità di andare a portare anche solo un conforto,una speranza, un aiuto. Nel non far sentire sola la gente, come il richiamo "al medioevo" citato. Come l'empatia, che a me piace quando sincera e profonda. Vorrei raccoglierli tutti i miei pensieri, - ma debbo fermarmi. Perchè rischio di far confusione. e non voglio. bello, aver legato un mio pensiero, al tuo andare là, ... è come aver raccolto un filo, mio. Disperso, nel tempo, come a riallacciarmi a ciò in cui credevo (e credo ancora), sebbene, la mia vita, si sia mossa in altro modo. Ti ringrazio. Tornerò a leggere questo post: mi fa bene. Un sorriso. Roberta
 
 
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 28/01/17 alle 11:19 via WEB
PS. : il vino cotto non l'ho mai assaggiato. E, rifletto anche su un'altra cosa. E' un piccolo pensiero, che rendo pubblico, ma che ci ho pensato, ci penso. E' bello poter andare al ristorante, qualche volta. Condividere il cibo. Anche bere un vino pregiato, un piatto sofisticato, delicato, armonioso. Speciale, specialmente nei ristoranti marini, o anche quelli specializzati in pietanze particolari, buone. E alzarsi "soddisfatti". Con la mia famiglia, lo facevamo SEMPRE. ma, ora, riflettendoci, (e anche allora), quello che si può provare nelle osterie, citate da Guccini, ... (mi ricordo in Veneto è stata l'ultima volta che ci sono stata) - è qualcosa di antico, profondo, che ti mette a contatto con la semplicità delle cose. in cui non ci sono etichette comportamentali, in cui si è davvero se stessi.. direi che sì, preferisco le osterie:-) non riesco a dirlo bene. Spero si capisca. grazie, per lo spazio. Davvero.
 
   
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 31/01/17 alle 12:29 via WEB
Il ristorante è una bellissima sensazione, penso sia il fatto di trovare qualcuno che ci tiene a prendersi cura di te e a farti stare bene. Del resto l’origine atavica del bacio è quella di un gesto di nutrizione. I miei preferiti come si sarà capito non sono quelli sfarzosi illuminati da lampadari a cristallo con piatti acrobatici sfavillanti di stelle Michelin, mi piace di più una volta scura di mattoni vecchi e dei sapori tradizionali, e perché no, anche un po’ di musica dal vivo. A Pasqua sono stato in Toscana ed è stato bellissimo ritrovare i ricordi che sanno di Ribollita, una delle più buone per me è al Campo di Siena sulla costarella dei Barbieri in un piccolo angolo che non può che chiamarsi la Mossa, dove Loretta cucina con sapienza antica… se capiti.
 
     
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 01/02/17 alle 09:20 via WEB
sì, si può trovare una cucina buonissima anche con ristoranti non sfavillanti che hanno mantenuto una tradizione antica:-) e la toscana e Siena ne è piena! Spero tanto di ricapitarci in Val d'Orcia, con le sue prelibatezze e i suoi paesaggi meravigliosi, unici, riposanti e familiari per me!, la ribollita non l'ho mai assaggiata, ma ho mangiato da quelle parti la migliore pasta e ceci della mia vita:-) e, sai, che mi è tornato dentro un sogno? un sogno che credevo smarrito ma era solo nascosto. Tornare ad Arezzo, al ristorante logge vasari, bellissimo e buonissimo; piatti un pochino ricercati, ma che conservano ancora la tradizione, così come l'ambiente. Che affaccia sulla piazza aretina. Ho mangiato burro alle rose, con salumi squisiti e miele (mai fatto questo accostamento)! e bevuto il miglior morellino della mia vita. un piccolo ma sostanzioso pranzo offerto da mia mamma, con lei e il mio Matteo, un ricordo bellissimo, e spero di tornarci ancora. Mi è rimasto nel cuore e ora torna. se capiti:-)
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 01/02/17 alle 17:28 via WEB
Ad Arezzo ho acquisito parenti: la moglie è di babbo etrusco. Sorrido pensando alle connessioni tra il tuo suggerimento, Bologna e Siena, giusto perché sono quelle che abbiamo citato, il posto che suggerisci è sotto delle logge che affacciano su di una piazza antica che si chiama Piazza Grande, allo stesso modo col quale i Bolognesi dai loro portici chiamano piazza Maggiore. È proprio in questa piazza aretina che si celebra una tenzone antica come la giostra del Saracino, che ha il fascino ed il sapore del medioevo per niente diverso da quello del Palio. (Non me ne vogliano gli amici ocaioli per questo paragone irriguardoso). Forse sono solo io che mi diverto a disegnare cerchi imperfetti, ma vedo il mondo come un piccolo bottone: tondo tondo.
Grazie del suggerimento, vedrò di tornarci presto :)
 
     
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 02/02/17 alle 09:29 via WEB
Guarda, siamo in due! Anche io faccio così! ho bisogno di farlo, da sempre. :-) mi permetto però di dirti (umilmente), che il palio di Siena è qualcosa di ben diverso, sebbene, quello di Arezzo non l'ho visto, anche se, ho visto addobbata la piazza, con gli stemmini (bellissima), ho le foto, e credo che le pubblicherò a brevissimo,anche perchè fu davvero un anno stupendo per me stessa, e per le decisioni che avevo preso, e per i sogni che ancora mi facevano splendere. Dicevo, mi sono trovata al Palio di Siena, e mai avrei pensato una roba del genere: indescrivibile! Ma Arezzo più a misura mia. :-) grazie per avermi edotto sul nome della piazza, non me lo ricordavo! sebbene ho ancora una cartolina del ristorante,cui ti invito ad andare con i tuoi!
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 02/02/17 alle 11:37 via WEB
Volevo lasciarti l’ultima parola se non altro per spirito di ospitalità, ma tu attizzi il "foco" del Palio e la sua carriera, dunque perdona la mia scortesia. C’è un’ultima cosa da aggiungere che ho raccontato ma è stato tempo fa e forse ne stavo perdendo memoria. Amo molto la mia città sgangherata, tra il suo mare piccolo e quelle tre punte straniere del monte Titano che proteggono la costa. Eppure (eppure è una parola fondamentale per me) ci sono altri due posti che non sono città… nel senso geografico, ma sono altrettanto casa nel senso del cuore. Una si nasconde alla vista dietro lo spigolo della penisola d’Istria ed è spesso raccontata con l’affetto che merita in queste pagine. L’altra è Siena, che so girare senza bisogno di cartine, e che vivo ogni volta con intensità incontrando senesi e parlando con loro, Siena che sento mia anche se non sono nato contradaiolo. Siena che è anche Palio, ma quello che dura tutto l’anno, fatto di carriere, di ricordi, di promesse e di quella divinità essenziale che è la Sorte, che sempre regna sovrana. Ho pensato così di aggiungere un pezzo dei ricordi più recenti mostrando come arrivato al solito dalle parti dello stadio, in un giorno di nebbia, questa madonna toscana si è svelata ai miei occhi come una donna felice di rivedere il suo amato; e di altrettanto amore la corrispondo. :)
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 31/01/17 alle 12:28 via WEB
Non ne sono sicuro, la memoria non è il mio forte, ma la foto potrebbe essere uno scatto nella Trattoria da Vito, a pochi passi dalla casa del Maestrone e non troppo lontana dalla mia di studente, un ritrovo di artisti dove il vino era buono e si mangiava bene spendendo poco, soprattutto dove potevano capitare incontri così. Oggi c’è ancora, è passata nelle mani del figlio, con una carbonara sempre insuperabile; altri ritrovi storici che ho frequentato grazie a un coinquilino che suonava così bene la chitarra da essere uno di loro, hanno serrato i battenti o cambiato volto per sempre, come l’Osteria delle Dame che ho visto chiudere dopo avere ospitato i talenti più belli della Bologna di notte. Ci sono ancora i locali che giravo allora come i Poeti o il Moretto (anche se Fedele non c’è più), ma ogni cosa ha il suo tempo e la sua gente. Perché è la gente che fa la Storia come diceva bene anche il Principe della canzone. Vorrei fermarmi solo a questo il resto è piccola cronaca di una vita qualunque come la mia, che incontra spesso moti di gratitudine come quello verso le melanzane, che sono poi la stessa cosa della gente: un tesoro da scoprire con benevolenza e cortesia, allontanando l’amaro con una carezza di sale per arrivare a sentire il dolce, quando la semplicità è la tovaglia sulla quale ammannire i sentimenti migliori.
Un sorriso grato :)
 
   
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 01/02/17 alle 09:24 via WEB
sorrido grata a te, per questo bellissimo commento. :) Ho avuto il piacere, di girare per Bologna, con un'amica carissima che è sua figlia da ormai tantissimi anni, seppur lei non figlia anagrafica diciamo così. E ho scoperto una città stupenda. con un profumo di mortadella, e inviti ad entrare in ogni suo luogo:-) ma quanto è bella l'italia? e ogni suo posto ha ricordi incredibili. Come quel posto da te fotografato. (ora apro il link). io dico che certi "Incontri così", lasciano tracce anche "dopo", anche dopo - perchè le storie cambiano ma certi incontri sanno di eternità... e di storia che insegna. hm, la carbona migliore la faccio io ! sembra diversa, mai uguale. grazie per questo commento, e per tutto. A presto. Roberta
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 01/02/17 alle 17:26 via WEB
Ognuno raccoglie dai posti vissuti o visitati memorie fatte di immagini, profumi e certamente anche sapori. Non dubito della qualità della tua carbonara ogni volta appena diversa, la cucina come la vita evolve e muta sempre. Per me, anche per me poiché non credo di essere il solo, Roma ha il sapore del cacio e pepe, ingredienti magici che si sono mantecati a momenti della vita che porto tra i più cari. Magari sui tonnarelli di Carlone a Trastevere.
Se vedemo :)
 
     
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 02/02/17 alle 09:32 via WEB
è molto bello quello che scrivi (come sempre del resto, ma stavolta di più!), proprio per quel bottone tondo di cui scrivi sopra. Circa i sapori della vita, mantecati e semplici, senza aggiunte, ma proprio così come ce li hanno offerti/dati, la vita e le circostanze. Non amo molto il cacio e pepe (sorrido, sono romana, ma con eccezioni:-) - e anche questo, forse fa parte di quel bottone sopra citato appunto. Ma sono molto felice delle tue parole. delle evoluzioni, e forse, prenderò il tuo consiglio, magari cambio idea (perchè le idee a volte, ci sono imposte da quelle stesse circostanze "deviate" dalla vita stessa,e da percorsi "errati", e possono di nuovo cambiare, come il sapore delle melanzane che prima non ti piacevano. QUindi, magari anche io andrò in quel ristorare e mi ricorderò del bloggher, che c'era stato e tutto avrà un sapore diverso. Grazie quindi ! se beccamo:-)
 
norma3330
norma3330 il 28/01/17 alle 14:47 via WEB
Nemmeno io vado matta per le melanzane ma come mia figlia piacciono molto le cucino anche se non le mangio.Ho clikato la ricetta e devo dire che mi sembra gustosa e molto semplice da preparare. Le faccio domani:) Sempre un piacere leggere i Tuoi post... Un saluto - norma.
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 31/01/17 alle 12:30 via WEB
Guarda che succede… un sapore che prima non ti piaceva affatto o quanto meno non solletica il palato poi si fa scoprire per la sua bontà e diventa qualcosa che scatena l’acquolina in bocca. Magari tra una ricetta e l’altra, trovando gli ingredienti giusti per tenergli compagnia in modo che diventino i suoi amici.
Buon Appetito :)
 
   
norma3330
norma3330 il 31/01/17 alle 20:33 via WEB
non ci crederai ma oggi è il terzo giorno che preparo le melenzane secondo la ricetta letta in Tuo blog e .... sono ottime !!!!!!!!! :)))
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 01/02/17 alle 17:25 via WEB
Ahhh grazie di cuore, è una sensazione bellissima condividere le gioie, sapere che sono piaciute anche a te non può che alimentare il mio sorriso. Tre giorni sono sufficienti, ci sono mille altri modi per esaltare le melanzane: alla Norma, alla Parmigiana secondo ricette nazionali, ma anche il Baingan Bharta indiano, il Moussakà greco, il Mucver turco o il Baba Ghanoush libanese ed ancora un piatto tipico del capodanno giapponese appena trascorso il Nasu no itame ni.
Felice anno del Gallo!
 
lightdew
lightdew il 28/01/17 alle 17:58 via WEB
Che bello scoprire la tua vita quotidiana attraverso le pagine del tuo blog.. sembra come ritrovarsi vicino ad un nuovo amico, al quale sai il piacere del gustare le melanzane. I gusti cambiano col tempo, così noi e i nostri piaceri, chissà domani se le melanzane ti piaceranno ancora o se inizierai a scoprire il gusto dolce del cavolo..un saluto con la mano, da lontano, sempre più lontano, ;-) Dew
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 31/01/17 alle 12:30 via WEB
Col cavolo che disprezzo il cavolo :) Certo ci sono quelli amari che è bene evitare, ma qualche commento sopra facevo riferimento ad una ricetta toscana che "mi garba assai": la Ribollita, il cui ingrediente principe è il cavolo nero. Poi come sai mi piace molto anche la Jota, con i capuzi garbi, che altrettanto sono cavoli. Allora come vedi in nome della buona tavola non si devono fare discriminazioni, ma assaggiare ed apprezzare tutti i diversi sapori in armonia senza stilare particolari classifiche di preferenza.
Citando una canzone celebrata da tutto il popolo triestino soprattutto quando in stato di… grazia:
Qua se magna, qua se bevi
qua se vivi in abondanza
le Galine no ne manca
e viva l'A. e po' bon!
 
nuvoletralemani
nuvoletralemani il 03/02/17 alle 22:28 via WEB
ho trovato molto piacevole la lettura del tuo post. Mi ha riportato al calore senza fretta di tempi passati quando era importante vivere il momento e non correre al dopo col pensiero.
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 04/02/17 alle 13:01 via WEB
Ieri era storia
del domani non c’è ancora memoria
viviamo adesso perché è un dono per il cuore e la mente:
per questo si chiama presente
.

Sono lieto che tu abbia trovato pensieri confortevoli, spero abbiano saputo nascondere il ticchettio del cronometro lasciandoti qualche momento senza tempo. Benvenuta tra le mie righe :)
 
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